Su segnalazione di Viviana, ho trovato questa campagna dell’agenzia statunitense Serve (Milwaukee) che presume di battersi contro la pedofilia.
La headline di queste immagini (clicca per ingrandirle) dice, nell’ordine:
“Solo perché ha il corpo, non vuol dire che ha il cervello.”
“Se vedi un bimbo come qualcosa di più, è sbagliato.”
“Se vedi una ragazzina come qualcosa di più, hai bisogno di aiuto.”
Advertising Agency: SERVE, Milwaukee, USA
Creative Director / Copywriter: Gary Mueller
Art Director: Giho Lee
Photographer: Jeff Salzer
Other additional credits: Sarah Salzer
Published: January 2008
Ora, come mi ha spiegato la mia grande amica Cristina, psicologa e psicoterapeuta costruttivista con esperienza ventennale, i pedofili non vedono affatto nei bambini un corpo adulto. Casomai (e semplificando molto, ovviamente), cercano nel corpo infantile la cancellazione dei tratti troppo marcati e per loro minacciosi del corpo sessuato adulto. Giusto il contrario, dunque.
La campagna non colpisce affatto il suo target, anzi: nessuno con quel problema può riconoscere in quelle immagini deformate neanche la più pallida sfumatura dei suoi desideri malati.
In compenso, le immagini colpiscono tutti gli altri, e lo fanno – come spesso accade nella comunicazione contemporanea – a spese delle donne. E – peggio ancora – delle bambine. Propongono infatti un disgustoso gioco di straniamento sul corpo femminile, e per di più lo associano all’assenza di cervello.
Ho la nausea.