Ti regalo un’altra poesia – ancora inedita in Italia – di Wisława Szymborska, che ho rubato durante l’incontro a Bologna.
Per guardare in alto, in questi giorni che la terra ha tradito.
Prima del viaggio
Di lui si dice: spazio.
Facile definirlo con una parola sola,
assai più difficile con molte.
Al tempo stesso vuoto e pieno di ogni cosa?
chiuso ermeticamente, benché aperto,
dato che nulla
può sfuggire a esso?
Dilatato all’infinito?
Ma se è finito,
con cosa, diamine, confina?
Sì, sì, d’accordo. Ma adesso dormi.
È notte e cose più urgenti domani ti aspettano
a pennello per la tua misura definita:
toccare oggetti collocati vicino,
lanciare occhiate a una distanza voluta,
ascoltare voci accessibili all’orecchio.
Be’, e in più questo viaggio da A a B.
Il decollo alle 12.40, ora locale,
e il volo sopra matasse di nuvole locali
lungo una sottile striscia di cielo,
all’infinito una qualunque.
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Aggiungo una pittata di Attilio Del Giudice.
Tre e trentadue
WONDERFUL! 🙂
Questa frase è straordinaria: “Ma se è finito, con cosa, diamine, confina?”. C’è dentro tutta la nostra essenza…
…ma quanto piccoli siamo e quanto grandi ci crediamo…
…la terra non tradisce, siamo noi che non sappiamo più ascoltarla, nel nostro delirio di onnipotenza, ogni tanto la natura ci rimette a posto…ma non conta…
Una poetessa vera.
Che bello! E’ una gioia e un onore essere ospitato in questo blog. attilio