Venerdì 25 giugno avevo sentito e apprezzato su Radio 24 una lunga intervista di Oscar Giannino al sindaco di Roma Gianni Alemanno sulla manovra finanziaria del governo, sulle richieste dei comuni, sul federalismo fiscale (a cui Alemanno è favorevole, conti alla mano: senti perché), sul bilancio in rosso del Comune di Roma, che lui sta cercando di risanare dall’eredità di 12 miliardi di debiti lasciata dalle amministrazioni precedenti (Veltroni e Rutelli gli ultimi, ma il problema c’era anche prima).
Il sindaco aveva risposto in modo pacato e lucido, mostrando competenza e descrivendo concretamente cosa già sta facendo e cosa pensa di fare per ripianare la situazione. Ma soprattutto, non aveva mai polemizzato con le ultime amministrazioni – chiaramente le più imputabili del disastro – e la parte politica che rappresentano.
Una rarità comunicativa, bravo.
Peccato che ieri, alla notizia che gli aumenti dei pedaggi autostradali che scattano da oggi avrebbero potuto comprendere il Grande Raccordo Anulare di Roma (Gra), si sia lasciato andare a questa risposta:
«Non c’è alcun pedaggio sul Gra. È una cosa impossibile. Se qualcuno mette qualcosa sul raccordo per far pagare il pedaggio, vado io con la macchina e la sfondo.»
Capisco la necessità di prendere una posizione netta (per inciso, in serata l’ANAS ha rassicurato i romani: non avranno il pedaggio), ma l’immagine di un’auto che passa a tutta velocità sfasciando un casello autostradale non si addice al sindaco civile (normale?) che mi era sembrato in radio.
Non sorprende che la Lega, notoriamente avvezza a intemperanze comunicative, abbia replicato, per bocca del senatore Cesarino Monti:
«Alemanno faccia quel che vuole, l’importante è che i danni al casello li paghi lui e che l’automobile non sia un’auto blu che paghiamo noi.»
Niente da fare, dalla comunicazione con la clava l’Italia non esce.
Per i dettagli della notizia: Alemanno: «Casello sul Gra? Lo sfondo con l’auto», Corriere della sera, 30 giugno 2010.
Ahahahahaha 😀