Eleonora mi segnala l’ultimo spot di Barbie, che Mattel sta mandando in onda per le feste natalizie.
È chiaro il tentativo di Mattel di riposizionare Barbie, offrendone un’immagine meno tradizionale per riguadagnare terreno nei confronti delle Winx, che da anni l’hanno superata fra le preferenze delle bambine. È chiaro però che Mattel deve mediare con l’immaginario rosa a cui è associata la bambola: vestiti, trucco, principesse, ballerine, e così via.
Perciò tutte le più svariate professioni che la bambina può sognare (oltre 125, dice il payoff) sono mediate dal volteggio in tutù. E tutto finisce nel salto di Barbie, grazie al quale la bimba ballerina diventa tutt’uno con lei.
Un momento di passaggio, dunque. Che non sarà mai completo finché il corpo di Barbie resta identico.
Buon Natale! 😀
cara Giovanna, prendo due piccioni con una fava: ti faccio gli auguri anche da qui e faccio un fulmineo commento su Barbie: il giorno in cui si vedrà, negli scaffali dei negozi, una barbie in ghepierre, autoreggenti, baby doll e quant’altro, beh quel giorno avremo la conferma definitiva che nell’universo degli oggetti (pardòn: dei segni…..) di consumo vige la regola che tutto può stare con tutto! E che si tratta solo di avere il tempo di una vita per provare le infinite combinazioni possibili. Un pò come succede a “Beautiful”, i cui “script” seguono probabilmente le più rigorose leggi della logica combinatoria: un insieme finito di elementi, un insieme finito di regole di combinazione, un insieme indefinito di situazioni narrative.
Per Barbie il destino è segnato: essere contemporaneamente crocerossina e prostituta, missionaria e strega…..
Un abbraccio forte.
(Giò ho cambiato di nuovo il nick, così disambiguo il Giap)
A me pare che il tentativo della Mattel sia apprezzabile, la pubblicità della Barbie non potrà mai essere meglio di così.
L’oggetto è quel che è: una bambolina da vestire, svestire, pettinare e mettere in posa. Non c’è dunque professione che tenga, la Barbie sarà sempre una qualche declinazione della ballerina e Il gioco finisce lì.
Non riesco a immaginarmi un uso dell’oggetto Barbie che possa stimolare uno sviluppo della personalità non influenzato dallo stereotipo della donna decorativa. Per questo a mio parere una Barbie non sarà mai grassa. Che gioco si può mai fare con una Barbie grassa? Forse il gioco in cui va in un salone di bellezza per dimagrire.
Se la Barbie ballerina rosa fosse bandita, lo stesso meccanismo di identificazione estetica salterebbe fuori con il ruolo di aviatrice: voler diventare pilota solo per la gioia dell’uniforme e l’invidia delle semplici hostess.
Non credo quindi che il gioco con queste nuove Barbie evolute potrebbe mai ispirare una bambina a voler diventare “capace” di fare qualcosa. Semmai potrebbe invogliarla a volersi vestire come se fosse capace.
Non a caso l’enorme diffusione delle varie Barbie ballerine degli anni 80 non ha portato le donne di oggi ad eccellere nell’arte tersicorea. Ma solo ad aspirarvi idealmente (con annessa frustrazione).
Per cui la pubblicità che cerca di spacciare la bambola come un invito all’emancipazione attraverso il proprio lavoro secondo me è azzeccatissima proprio nel suo essere fuorviante.
Insomma argomento vasto, e i miei sono solo punti di riflessione scritti di getto. Mi piacerebbe sapere se ci sono ricerche che identificano una qualche evoluzione del rapporto bambina/Barbie negli anni.
Cara Giovanna bisogna boicottalla la barbi forse, io ancora non so se sono d’accordo anzi ehm uhm o tempora o mores non sono d’accordo!PPP – però in caso la boicotterei. Se me la fanno cicciottell ingegnera ahò è n’antra!
In realtà Barbie è incoercibilmente datata. A voja. Mattel non ce la farà.
Perdona questi riottosissimi auguri, ma un’imprevista falange di parenti sta calando sopra la mia cucina.
Buon Natale!
🙂
Auguri anche a te, Sandro e auguri Zaub riottosa… nel frattempo mi ha scritto un lettore del blog che lavora alla Mattel: pare invece che la rimonta di Barbie sulle Winx sia bell’e che avvenuta. Mi manderà i dati e li pubblicherò.
Ciao!
Ringrazio la mamma per avermi sempre lasciato libera scelta in fatto di giocattoli e il cielo per non essermi mai identificata con miss “baricentro spostato”.
Tanti Auguri prof!!
Ih se vede che io e il marketing siamo pappa e ciccia:)
buon natale comunque:)
Il post di “Giapponesi” mi ha fatto venire un’idea.
“Come potrebbe essere Barbie per essere migliore di com’è”?
Al momento mi sono venuti due spunti:
– Innanzitutto cambierei le proporzioni del corpo di Barbie, facendole diventare simili a quelle di un corpo vero.
Le attuali misure di Barbie, se rapportate a quelle di una donna normale, sono infatti di 91-45-81.
Si tratta di un’idealizzazione non necessaria, perché altri tipi di bambole (quelle dei neonati o i peluche) fanno della fedele riproduzione delle dimensioni reali dell’oggetto riprodotto il loro punto di forza.
– Poiché sono omosessuale, mi piacerebbe che Barbie potesse avere anche una compagna, non solo quel fustacchione di Ken (che tra l’altro, come si sono accorti in Toy Story 3, strizza ampiamente l’occhio all’estetica gay…) Dato che le coppie omosessuali esistono nella realtà e sono qualcosa di assolutamente comprensibile per un bambino, non vedo perché non debbano mai essere rappresentate da nessuna bambola.
E voi? Altre idee su come rendere Barbie “migliore”?
Non vestirla sempre e solo di rosa? Non dotarla di accessori così lussuosi? Vestiti più da donna normale?
@Giapponesi
Appunti scritti di getto. Troppo di getto.
Altrimenti ti saresti resa conto che la debolezza del tuo pensiero è tutta qui:
“Per questo a mio parere una Barbie non sarà mai grassa. Che gioco si può mai fare con una Barbie grassa? Forse il gioco in cui va in un salone di bellezza per dimagrire.”
Intendevo dire che non credo a miglioramenti possibili della Barbie, in quanto oggetto commerciale creato per l’identificazione delle bambine.
Una bambina preferirà sempre ciò che le pare più grazioso. Penso a questo guardando ad esempio le WinX che stanno battendo le Barbie e sono più magre che mai. Questo dato può sembrare in contrasto con il fatto che l’obesità infantile è in aumento. Ci sarebbe da aspettarsi che una bimba tonda preferisca una bambola tonda. Naturalmente invece no perché una bambola è un vorrei essere, non un sono. Vorrei avere i capelli viola, vorrei volare, vorrei essere magra.
Io temo che le Barbie grasse rimarrebbero sugli scaffali delle giocattolerie.
Un modo per uscirne c’è: non comprare bambole alle bambine.
C’è un meraviglioso, illogico utilizzo dell’implicazione nelle tue due interventi.
Sarei tentato di analizzare tutte le premesse errate e i nessi arbitrari, ma è Natale, Giulia, e siamo tutti più buoni. Auguri a tutti!
Giapponesi, la tua premessa è che lo “stereotipo della donna decorativa” è così forte che qualsiasi bambola verrebbe usata dalle bambine al servizio di quello stereotipo.
Infatti concludi “Un modo per uscirne c’è: non comprare bambole alle bambine.”
Ma perché tutta questa sfiducia nelle bambole? E sulla possibilità di inventare nuovi usi delle bambole, o ripristinarne antichi usi?
E’ vero, Barbie è nata da quello stereotipo. Ma perché mai non potrebbe evolvere gradualmente, passo dopo passo, in qualcosa di molto diverso? L’evoluzione culturale, come quella biologica, è capace di tutto, o quasi. 🙂
E perché mai ritieni che per le bambine lo stereotipo della donna decorativa sia così potente, addirittura invincibile quando giocano con le bambole?
Un pensiero così, una volta si chiamava “apocalittico”. 🙂
Pensiero debole, pensiero apocalittico. C’è sempre questo bisogno di squalificare l’opinione altrui…(sospiro)
Dico solo che la bambola non è una palla, non è una macchina o un lego ok?
Non è nemmeno un pelouche o un burattino.
La sua funzione è quella creare una proiezione del personaggio femminile (sia essa donna, fata, o maghetta).. Come tale non credo nella sua funzione educativa.
Detto questo, non sono evidentemente una pedagogista. Mi piacerebbe quindi confrontare il mio pensiero con voi, e non doverlo difendere da etichette varie..
Però Buon Natale! Vi auguro di passarlo meglio di me che sono a casa con la febbre…
l’identificazione passa anche per un FARE di una bambola e non solo per un ESSERE…
Innanzitutto fornirei la povera Barbie della possibilità di stare in piedi autonomamente, cosa attualmente impossibile se non con piedistallo.. aggiungerei qualche abito meno succinto e qualche “difetto” che so, pure solo un neo 😉
Giapponesi, buon Natale! e auguri per la febbre!
“Apocalittico” non era per squalificare (per squalificare avrei fatto prima a dire qualcos’altro). Era per suggerire da quale idea generale potesse derivare quell’idea particolare.
Suggerimento non richiesto e magari anche fuori bersaglio. Scusa.
Ben che cosa bella e rara ricevere delle scuse in una discussione su un blog. Grazie! 🙂
@Giapponesi
Allo stesso tempo tu potresti fare una cosa ben più bella e rara: ammettere l’errore.
Oh che carina la pubblicità. La componente “barbie” manca un po’ in tutto lo spot e quindi forse non è proprio una grandissima pubblicità, però la ho trovata delicata.
Forte è la componente del volo in tutto lo spot. Che sia davvero un richiamo alle Winx? Se sì non si capisce poi molto, quasi fosse un messaggio per soli adetti ai lavori.
Per quello che riguarda la svolta che dovrebbe avere la barbie, sono d’accordo col fatto che probabilmente dovrebbe cambiare corpo per darsi una svecchiata, ma caspita, se lo facessero sarebbe un’altra bambola e non una barbie!
Incentiva sicuramente degli stereotipi pericolosi sulla donna per essere solo una bambola. Però non sono per niente d’accordo sull’idea di darle un vestiario più ordinario: se si sogna, tanto vale sognare in grande no?
^__^ Buone feste a tutti!
Giapponesi per me ha un po’ ragione e un po’ no. Ma non è che le opinioni contrarie a parte la sicumera, mi sembrino tanto più persuasive. E’ fortissimo l’appeal psicologico che ha la concretizzazione del bello culturale, una volta che è messo sul tavolo è difficile che sia ignorato e difficile uscirne. E’ anche la chiave di volta di molto cinema. Credo per altro che spessissimo le bambole hanno incarnato l’interpretazione dell’ideale di genere della loro epoca. Non vorrei dire, Barbie non sarà Marie Curie, ma manco quella povera sciroccata sul divano delle vostre zie, con il gonnellone di trine e gli occhioni spalancati pareva Hegel – ed era quello che mamme e padri disegnavano nella loro testa come aspettativa culturale di genere. Parlando di giochi, di immaginario, è difficile non negoziare con questo ideale del se mischiato coll’ideale culturale.
E non è un discorso facile. La differenza che ha fatto barbie era nel citare la sessualità verso le bambole prima di lei che stavano fuori dal sesso – come le nostre zie. Il problema delle nostre bambine è uno stereotipo incardinato sul sesso, ma per esempio negare il sesso è un problema. Non credo che sia impossibile trovare una bambola nuova e più equilibrata – ma ammetto che è difficile, difficile come i continui problemi che incontriamo noi quando da femministe ci intestardiamo a spiegare che vogliamo sullo stesso tavolo il sesso e la vita civile, e tutti capiscono che no evidentemente il sesso non lo vogliamo. Ma non è il mio mestiere grazie a Dio fa le bambole:=)
Il doppiaggio in italiano mi lascia molto perplesso, secondo me svela l’ipocrisia di fondo dello spot, che nella versione originale è molto più difficile da mettere a fuoco http://www.youtube.com/watch?v=snFQKep6p-0&feature=related
perché lo spot è bello, su questo non ci piove.
@ Principino: scusami, non ho capito il tuo commento. Ti riferisci alla traduzione o al “tono” del doppiaggio?
Mi riferisco alle voci che dovrebbero corrispondere alle persone rappresentate, secondo me clamorosamente sbagliate. La voce della bambina narrante, la ballerina, non è la voce di una bambina. Il doppiaggio in italiano poi è fuori sincro. Sarebbe stato forse meglio un “voice over”. Mi rendo conto però di avere un’ossessione personale per i doppiaggi : )
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