Il 24 novembre scorso, dopo l’ultima telefonata di Berlusconi a Ballarò, avevo evidenziato gli elementi che ormai hanno codificato, in quella trasmissione, la telefonata di Berlusconi come un rituale di conferma del capo: il volto di Floris che all’inizio si illumina, le riprese in campo lungo dall’alto (come dire: Berlusconi sopra, gli altri sotto), i primi piani sui gesti impacciati e nervosi degli ospiti che Berlusconi accusa di mentire (il tema è sempre quello) e sulle facce gongolanti di quelli consenzienti.
Puntualmente, poi, Floris cerca di interromperlo e non ci riesce, di fargli domande e non ci riesce, gli dice di stringere e l’altro continua; infine Berlusconi riattacca e l’impaccio di Floris, anche dopo, resta evidente per molti secondi.
Ben diversa è la telefonata di Berlusconi a L’infedele il 24 gennaio:
- Il conduttore è sempre ripreso dal basso, il che lo mette in posizione dominante, e sta ben dritto con le braccia dietro la schiena (un po’ troppo impettito per non apparire teso: era meglio più rilassato, magari con le braccia conserte).
- Non c’è alcuna gigantografia di Berlusconi in studio, ma una sua piccola foto, sorridente, accompagna la scritta «in collegamento telefonico l’on. Silvio Berlusconi» (onorevole, non presidente).
- Quando Berlusconi accusa la conduzione di essere «spregevole», «turpe», «ripugnante», il mezzo piano su Gad Lerner silenzioso ne mostra il volto accigliato e contratto, come di uno che sta dignitosamente accusando i colpi; e tuttavia guarda dritto in camera, come se stesse fronteggiando alla pari l’avversario: bene, è ciò che ieri a Ballarò quel genio semiologico di Maurizio Crozza ha definito un «incrocio fra Clint Eastwood e un mastino napoletano». 🙂
- Purtroppo, quando Lerner risponde «Lei ha già insultato abbastanza», distoglie lo sguardo e lo rivolge ai suoi in studio: sarebbe stato meglio avesse risposto continuando a guardare in camera.
- Il regista e l’operatore colgono la difficoltà di Lerner e passano al campo lungo, sempre dal basso, mentre Lerner dice «Perché non va dai giudici, invece di insultare»: bene, gli dà il tempo di riprendersi.
- Infatti Lerner si riprende, rilassa le braccia, le porta davanti, si prepara a reagire. E reagisce, guardando sempre in camera: «Essendo lei anche il mio presidente del consiglio, la prego di moderare i termini». Ottima frase, ma sarebbe stato meglio che lo sguardo in camera e la posizione della testa non fossero lievemente dal basso verso l’alto, ma allo stesso livello della camera, per parità con l’avversario.
- Mentre Berlusconi tesse le lodi di Nicole Minetti, Lerner è di nuovo impacciato (tenta una frase ma la interrompe) e la camera torna in campo lungo (bravo, il regista!); poi riprova col mezzo piano ma l’impaccio di Lerner continua, e allora torna in studio (ri-bravo!), dove Lerner si muove un po’ nervosamente urlando sopra Berlusconi, riferito alla Minetti «E questo le consente di saltare la gavetta della politica?»; nel frattempo un cenno di fischio e un applauso accompagnano le parole di Berlusconi: è gazzarra, nessuno segue più le parole di nessuno.
- Quando Berlusconi dice «le cosiddette signore presenti», Lerner risponde alzando un braccio e protendendosi in avanti «Le signore non sono cosiddette…», la camera allora torna al mezzo piano (bravo!) e infatti Lerner è in pieno attacco, col braccio teso e il dito puntato: «… e lei è un cafone se le chiama così!».
- Per alcuni secondi Lerner guarda dritto in camera, sempre con l’espressione a metà fra Clint Eastwood e il mastino napoletano: bene; infine dà le spalle alla camera, ma solo per rivolgersi a Iva Zanicchi mentre Berlusconi la invita ad andarsene, cosa che lei non farà.
- Il tutto si chiude fra urla e fischi, che però Lerner quieta subito.
In conclusione, mentre le telefonate a Ballarò finiscono puntualmente con 2 a 0 per Berlusconi, la telefonata a Gad Lerner è un dignitoso 1 a 1.