Martedì, nelle mie 10 considerazioni dopo il voto, avevo scritto:
7. Che la comunicazione sia sistemica e contestuale è dimostrato, fra l’altro, dal discorso che ieri Nichi Vendola ha fatto a Milano. Troppo enfatico, sopra le righe: «Abbiamo espugnato il fortino», ha detto. Vendola parla così, lo sappiamo. Ma nel contesto di una città che ha scelto la pacatezza e moderazione di Giuliano Pisapia, pareva ancora più enfatico del solito, inadeguato. Fossi in lui, mi darei una regolata.
Apprendo oggi con grande piacere che Vendola «si è dato una regolata».
🙂
Con questa videolettera a Pisapia, in cui ammette di aver sbagliato linguaggio:
«Caro Giuliano, la nostra amicizia è cresciuta nella costante ricerca della parola. Abbiamo lavorato insieme a ripulire il nostro vocabolario dalle parole furbe e sporche.
Solo l’emozione mi ha portato a usare la parola ‘espugnare’ e neanche il verbo ‘conquistare’ è quello giusto. “Liberare” era ed è il verbo giusto.
Ma su questo incidente, e su altre parole, si sta giocando una partita sporca. Sono orgoglioso di aver parlato ai miei fratelli e sorelle rom e ai miei fratelli e sorelle musulmani. La fraternità è un bene non negoziabile. Senza questo punto di riferimento non ha senso cercare la buona politica e non ha senso più nulla. E questo insegnamento me lo hai dato tu, caro Giuliano.»
A quanto ne so, è la prima volta che Vendola fa pubblica ammenda sul modo in cui comunica (se l’ha fatto qualche altra volta, qualcuno me la segnali, che mi è sfuggita). Bravo!