Ci siamo: da qualche giorno è on line Serviziopubblico.it, che lancia la nuova trasmissione di Michele Santoro «Comizi d’amore» (a proposito: cosa dice Vendola del fatto che gli ha soffiato il titolo? Immagino poi che Pasolini si rigiri nella tomba). Il programma andrà in onda dal 3 novembre fra siti internet, Sky e tv locali, ed è prodotto da una società che include anche Il Fatto Quotidiano.
In rete già infuriano le polemiche fra chi ama Santoro e chi lo detesta. Pochissimi i commenti razionali e ragionevoli: come sempre, quando si tratta di Santoro, purtroppo gli insulti e le invettive prevalgono. Mi piacerebbe invece che in questo spazio riuscissimo a ragionare in modo pacato. Di solito – per fortuna ma non per caso – ci riusciamo.
Due sono gli spunti che propongo. Che senso ha, per un uomo di televisione navigato come Santoro, uno che si muove da decenni nel mercato dei media e della politica, uno a cui il potere e i soldi non mancano, assimilare se stesso al giovane tunisino Mohamed Bouazizi, il venditore ambulante che il 17 dicembre 2010 si è dato fuoco, dopo che la polizia gli ha confiscato le merci?
Io quando ho sentito ‘sta roba ci sono rimasta male. Molto:
«Mi sento come quel tunisino da cui è nata la rivolta nel Maghreb. Che andava a vendere la frutta e la verdura al mercato e che, visto che lo Stato metteva tasse e gabelle insostenibili, si è dato fuoco. Anche noi siamo con il carrettino a cercar di vendere la nostra frutta e la nostra verdura su Internet, sulle tv a diffusione regionale, su Sky e potrebbero esserci pressioni governative per limitarci o per impedirci di andare in onda. Solo che noi non ci daremo fuoco e faremo il nostro programma lo stesso.»
Ieri mattina ho fatto l’errore di postare frettolosamente su Facebook un pezzo scritto da ilNichilista, che chiudeva dicendo:
«Io non so se Santoro si renda conto dell’incredibile mancanza di rispetto del suo paragone verso chi è davvero oppresso, verso chi è disposto a rinunciare alla propria vita (e non a una trasmissione in prima serata) per denunciare la sua mancanza di libertà.»
Anch’io mi chiedo la stessa cosa. Ma ieri mattina sulla mia bacheca è scoppiato il finimondo. Proviamo a ragionarci con calma?
Ho anche un’altra domanda però. La prima (ehm) inchiesta di «Comizi d’amore» è un’intervista di Francesca Fagnani a Imane Fadil, testimone nel processo Ruby.
La ragazza difende Berlusconi: parla di Ruby come di «una ragazza che avrebbe potuto creare problemi», «in grado di ricattarlo», dice che erano le ragazze a voler stare con Berlusconi, non viceversa. Dice che lo voterebbe eccetera.
E allora mi chiedo: che differenza passa fra questa intervista e quella che fece Alfonso Signorini a Ruby su Mediaset, da tutti additata come un atto di cortigianeria?
Io da un programma che sbarca sul web per essere «libero» e da una tv che si propone come nuova e alternativa non mi aspetterei mai, per cominciare, l’ennesima intervista a una escort (penso anche a quella che «Annozero» fece a Patrizia D’Addario il 1 ottobre 2009).
Ma Santoro, che vuole sollevare subito un bel polverone, ovvio che lo fa. E allora?
Francesca Fagnani intervista Imane:
Signorini intervista Ruby (da un servizio del Tg1, perché non trovo più l’originale):
Prima parte dell’intervista a Patrizia D’Addario, «Annozero» 1 ottobre 2009:
Intanto mi complimento sempre con l’acutezza di Giovanna Cosenza, condivido in pieno l’analisi, un uomo di potere mediatico e politico come Santoro, potrebbe anche osare cose diverse.
Dico questo dietro la mia piccola esperienza di direttore di una micro web geolocalizzata che non ha la forza di chiedere nemmeno 50 centesimi per finanziarsi, ma che continua a registrare video su salute e benessere, nuovi talenti musicali, video ricette (per gli unici e pochi sponsor che si trovano), inchieste sul territorio e quanto serva per ampliare la visione dei nostri utenti.
Mi disturba anche un po’ che un uomo potente si metta a raccogliere sul web i fondi necessari per far partire il programma, non so forse sono morsa dalla gelosia…lui si, noi no, ma conumque non è uno sprovveduto e nemmeno uno che non possa raccogliere sponsor.
Ciò non toglie che da Santoro c’è sempre da imparare e che è un esempio di grande giornalismo, escort a parte.
Cosa hanno a ke fare le logiche dell’auditel – ke Santoro importa sul WEB – cl servizio pubblico? E cn l’amore? L’amore di Santoro, a giudicare dai temi della prima puntata, nn è nient’altro ke quello, scabroso (e, dunque, appetibile in termini di auditel), di Berlusconi per Ruby, a comporre l’ennesima “hard-soap” (neologismo?) Il sottotitolo potrebbe essere “L’amore ai tempi dell’Auditel”…
Nino. L’amore del «partito dell’amore» di cui parlo Silvio Berlusconi nel dicembre 2009, dopo che lo squilibrato lo colpì con la statuetta raffigurante il duomo, si riferiva implicitamente anche al partito dell’amore di fine anni 80, primi 90, in cui militavano Moana Pozzi e Ilona Staller:
http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_dell%27Amore
Berlusconi, tanto per cambiare, scherzò su questa cosa.
L’amore dei «Comizi d’amore» di Vendola e, suppongo, anche di Santoro, cita un documentario di Pasolini del 1965 (vedi link nel mio post).
Oggi tutto si confonde e allude a tutto. Mischiando la lana con la seta. Incluso il fatto che ben altro senso aveva il partito dell’amore di Cicciolina negli anni 80, rispetto alle odierne escort.
Sul paragone Santoro – Buoazizi non ci metto parola.
Per quel che riguarda il “programma che sbarca sul web per essere «libero»” e la “tv che si propone come nuova e alternativa”, credo che l’analisi sia da fare alla radice della questione.
Pare che Santoro, in fondo, non stia proponendo nulla di nuovo rispetto al programma che era Annozero. Tuttavia ha chiamato il sito “Serviziopubblico.it”. Vale la pena ricordare l’iniziativa “Rai per una notte”: anche allora Santoro chiese un contributo economico ai suoi spettatori e lo ottene, insieme ad un ottimo risultato di ascolti.
Il punto è sta proprio lì: non tanto sul tipo di trasmissione proposta, quanto più sul concetto di servizio pubblico che vi ruota attorno. Il discorso che fa Santoro è stato ripetuto più e più volte in questi anni: il MIO programma su una rete PUBBLICA, pagata quindi da VOI, è stato tagliato perchè scomodo (quindi mi e VI hanno tolto la LIBERTà), nonostante abbia avuto dei risultati OTTIMI. Per questo, al fine di difendere la televisione PUBBLICA, io chiedo aiuto a VOI, il pubblico, che può decidere o meno di donare dei soldi per un programma che vorrebbe vedere.
Naturalmente per Santoro è facile vincere un ragionamento come questo, visto il target di pubblico che lo segue. Ed è ancor più facile vincerlo proponendo un’intervista a una delle tante escort che ha partecipato ai ridenti festini di quel subdolo signore che lo allontanò dalla televisione con l’editto bulgaro e che ha fatto pressioni perchè Annozero venisse chiuso. E che quindi, ha arrecato un danno alla televisione pubblica pagata da noi cittadini.
L’unica vera differenza è che ora la fortuna di Santoro dipende da lui soltanto. Basta non dargli un euro e la sua iniziativa muorirà. Basta finanziarlo e lui prospererà. Nessun posto fisso, inciucio politico, nulla che lo salvi da un flop.
Dal punto di vista dei contenuti condivido la tua analisi. Del resto è da anni che è così, no?
La nuova TV di Santoro è la sua TV… quella che non gli hanno più voluto far fare altrove… La novità non sta nel tipo di TV… la novità sta nell’aver bypassato la censura… E’ una gran notizia una gran Novità! Santoro faceva ascolti con un programma di informazione… perchè cambiare?
Trovo molto interessante il commento di Francesco – e penso che rifletta la logica Santoresca. Obbedendo all’ingiunzione di pacatezza della padrona di casa, che capisco e condivido per la qualità dei dibattiti – dirò con molta calma e bassa voce che non ho molta stima dell’operare di Santoro, dello stile di conduzione e di comunicazione con cui il paragone di cui sopra è assolutamente coerente. Ma penso che gli riesca difficile se non impossibile cambiare assetto professionale e mentale,.tanto più considerando il ritorno di pubblico che ha. Ma in una cosa in un certo senso mi pare di capire la divergenza tra le critiche che si fanno a lui e ad altri e le scelte che lui ed altri operano. Qui si dice sempre: Santoro (piuttosto che calzedonia, piuttosto che Bersani, piuttosto che ciccio formaggio) potevi fare una cosa nuova e non l’hai fatta! Come se l’ambizione all’innovazione nella comunicazione dovesse essere per forza l’obbiettivo princeps di un agire. Ma può non interessare, a molti non interessa e io onestamente li capisco pure.
Pur giudicandolo persona faziosa, reticente, dedita a disseminare nelle sue trasmissioni trucchetti e imboscate, ho spesso fruito con soddisfazione delle sue performance in TV.
Nei miei confronti godeva di una rendita di posizione: andava in onda sui canali del Servizio Pubblico Ufficiale.
In fondo non mi interessava tanto quel che faceva ma il fatto che alla sua azione fosse in qualche modo esposta anche la controparte.
Detto paradossalmente: non perdo tempo a leggere cosa scriva Travaglio sul “Fatto”, ma se un suo articolo comparisse sul Corriere lo leggerei con gran gusto.
Da quanto detto si capirà che il Santoro on line puo’ per me andare alla deriva, e a poco vale – anche se lo trovo sia patetico che significativo – il fatto che titoli la sua trasmissione “serviziopubblico”.
Zauberei: hai ragione che ci torno spesso. Ma lo faccio per evidenziare ossessioni altrui, mica le mie, uffi. Dovrei cambiare strategia di evidenziazione? Ci penso su, davvero.
l tema però non è la novità a tutti i costi. In questo caso il tema è… la escort a tutti i costi, per cominciare un’iniziativa sul web e ottenere visite! Come certi servizi «Costume e società» sulle testate on line.
Io davvero non ne posso più. Lo finanzieranno il Santoro, gli italiani? Lo scopriremo solo vivendo. Chissà…
Attila: sono d’accordo, ma mi preoccupa lo sbarco sul web del «vecchio carrozzone» perché contribuirà in modo pesante, se il tentativo di Santoro funziona, a televisivizzare il web, a renderlo sempre più simile ai vecchi media e sempre meno «libero», creativo e nuovo, accidenti.
Vogliamo un web sempre più simile alla televisione degli ultimi anni? Mah. Già i giornali tradizionali e i similblog che ne mutuano le logiche stanno prendendosi sempre più spazio. Ora ci manca anche la tivvù.
In proposito, vedi anche cosa avevamo discusso qui di «Rai per una notte»:
https://giovannacosenza.wordpress.com/2010/03/26/santoro-nuovo-medium-vecchio-messaggio/
E’ vero, tutto si confonde e allude a tutto, “mischiando la lana con la seta”. In letteratura tutto ciò era il post-moderno.Forse abbiamo bisogno – nell’era dell’iperrealtà – di un nuovo realismo? Quello di Ferraris tuttavia – mi riferisco al dibattito estivo tra post-moderni e neorealisti – non mi sembra avere grande robustezza filosofica…
Ma non è possibile che la tv sbarchi sul WEB… E’ un pericolo che non esiste… E’ vero che la TV, e in questo caso Santoro, può utilizzare il WEB, ma non potrà mai inglobarlo… Insomma il carrozzone di Santoro, come lo chiami tu, appartiene a mio avviso alle cosa da salvare della TV e non a quelle da eliminare… E’ la TV stessa che ha radiato Santoro non il contrario! Insomma impegnerei le mie energie per altre battaglie 🙂
Anch’io, quando scrivo “l’amore ai tempi dell’auditel”, faccio il verso, in qualche modo citandolo, al Marquez di “L’amore ai tempi del colera”. Dal gioco di citazione non si esce. Siamo immersi nel linguaggio e “parlati dal linguaggio”, come intuiva Lacan. E non c’è realismo che tenga. Oggi con l’iperrealtà (più reale del reale come sosteneva Baudrillard) bisogna fare i conti. Realtà e iperrealtà sono complementari, come l’apollineo e il dionisiaco, il mito e il logo, il principio di piacere e quello di realtà di Freud. E, forse, a ben vedere, Santoro usa l’iperreale con più realismo di quanto voglia far credere. La sua retorica del “capro espiatorio” (che fa persino il paio a quella Berlusconiana), il suo romanticismo affettato, non sono nient’altro che la maschera di un realismo, tanto spietato quanto dissimulato. Santoro, forse iconsapevolmente, ha il suo doppio in Berlusconi…
“Io da un programma che sbarca sul web per essere «libero» e da una tv che si propone come nuova e alternativa non mi aspetterei mai, per cominciare, l’ennesima intervista a una escort…. Ma Santoro, che vuole sollevare subito un bel polverone, ovvio che lo fa. E allora?” dice e chiede Giovanna.
Non capisco la delusione, se c’è, come mi sembra di capire.
Se una nuova tv si lancia con Santoro, che altro aspettarsi? (Piaccia o non piaccia Santoro.)
Denunciare gli eventuali aspetti ‘diseducativi’ di Annozero come programma della TV pubblica poteva avere un senso — ammesso che la TV pubblica debba mantenere almeno in parte qualche funzione ‘educativa’. (Personalmente penso che Santoro sia diseducativo e che una tv pubblica dovrebbe farsi carico di un problema del genere.)
Ma ora che è un programma in una tv privata (nonostante il titolo fuorviante), criticare si può sempre, ovvio, lamentarsene non tanto.
Chi può, proverà a fare tv e programmi migliori. Difficile ma forse non impossibile.
Chi invece solo osserva, non potrà che dire “mi piace”, “non mi piace”, e spiegare perché.
La cosa curiosa è che la Fadil, in una intervista al Fatto Quotidiano pubblicata sabato, diceva che quella sarebbe stata la prima e ultima dichiarazione pubblica che avrebbe fatto. Le prossime dichiarazioni, diceva chiaramente la ragazza, le avrebbe fatte al processo Mora-Minetti-Fede, nel quale sarà chiamata come testimone.
Ripeto: le avrebbe fatte al processo, non a Comizi d’Amore 🙂
saluti e buon lavoro a tutti
Io non ho aspettative riguardo a Santoro. Alcune cose mi piacciono, altre no. Le escort mi hanno un po’ stancato. Ma forse sono io che sbaglio, è che non so cosa altro si possa aggiungere a questo quadro già desolante. Ma non c’entra Santoro. E’ un mio momento di rigetto.
Sono d’accordo con Attila Unbeinger, non credo che l’utilizzo del canale web da parte di Santoro significhi che questo si televisivizza. E non so nemmeno se sia possibile che avvenga, una televisivizzazione del web, ma non la vedo un’ipotesi così probabile né imminente.
Credo anche, come Zuberei, che Annozero fosse un buon programma, da salvare e non da buttare, ma a prescindere dalla valutazione personale, credo che tutto il pubblico che lo seguiva abbia diritto di usufruirne secondo i modi e i contenuti che hanno premiato in questi anni. E che non debba reinventarsi per forza, solo perché cambia piattaforma scegliendo il web.
Quanto alla scelta della escort e del paragone con il tunisino Mohamed Bouazizi, anche a me non sembrano particolarmente felici ma può anche darsi che faccia parte del vecchio trucchetto per creare un po’ di dibattito e quindi visibilità, in un primo momento.
Di sicuro non mi sembrano buoni motivi per togliere credito (simbolico e materiale) a Santoro, che fa un lavoro difficile, lo fa bene, gli è riconosciuto e contemporaneamente negato.
Io lo sosterrò, forse anche con i 10 euro. Presto si vedrà se la formula è così perdente o se è soltanto liberale e non per forza rivoluzionaria.
E ilNichilista l’ho trovato astioso ed esagerato!
Perdonatemi la rettifica – Alice, per me Anno Zero era un programma molto brutto e ci salvavo ben poco (cioè sono sempre affascinata dalla maestria mediatica della vecchia volpe televisiva, che si chiami Baudo, Buongiorno, Fiorello, Santoro. E osservo incantata la capacità di domare il mezzo: per il resto no, quel modo di fare tv. non ha alcuna utilità, il canale poi web o meno è assolutamente secondario.
E aggiungo – non ipostatizzerei il mezzo, sono le persone quelle che devono cambiare testa, se non cambiano le teste i mezzi come fanno a veicolare prodotti diversi?
e infine – giovanna anche io sono satolla di escort, ma finchè le telespettatrici non si accorgono di essere trattate come complemento di argomento e non come destinatarie di un programma, c’è poco da fa.
Ovviamente ogni paese ha le sue realtà. Se in Tunisia un gesto forte di protesta può essere soltanto un atto eclatante come il darsi fuoco è ovvio che un idealista pensa suo malgrado a questa possibilità. In Italia le cose stanno diversamente è quindi è ragionevole che lo stesso idealista in questo contesto faccia delle scelte diverse. Il paragone di Santoro in fondo ha un suo senso. scegliere la rete e le tv come sky è un opzione che al povero tunisino nn era possibile percorrere (altrimenti l’avrebbe sicuramente fatto). Ma questo non toglie niente all’operato di Santoro. La sua battaglia è una battaglia altrettanto necessaria. La censura è una forma primitiva di esercizio di potere, solo una barbara dimostrazione di forza. Le polemiche che ci ruotano intorno sono ridicole. “Io non devo essere obbligato a guardare Santoro” allora cambia canale. I discorsi sui soldi pubblici ancora peggio. Santoro fa audience e porta soldi Ferrara con il suo radio qualcosa era semplicemente ignorato. Santoro è stato cacciato Ferrara coccolato. Non perdete il punto della faccenda alimentando polemiche di contorno ma se c’è una cosa da fare quella è una soltanto: unirci e far sentire la nostra voce. E’ la nostra intelligenza che ci impone di non subire più la barbarie del potere ma di esigere un sistema garantista. Noi non siamo certo la tunisia, ma più aspettiamo, più subiamo più le nostre opzioni di lotta si riducono.
Sono d’accordo con te. Sapessi quanto mi dava fastidio vederlo andare al lavoro su auto con autista, ma seduto DIETRO.
Cara Giovanna, vorrei umilmente muovere una piccola critica nei confronti di questo tuo scritto. Premetto che sei stata, e sei tuttora, per me fonte di grandissima ispirizione e di stimolanti riflessioni. Ma…
Visto il delicato periodo che sta attraversando il nostro Paese dal punto di vista culturale e professionale, andare a criticare un giornalista che è tra i pochi che hanno dimostrato nel tempo di saper far bene il loro lavoro la trovo una cosa sbagliata in partenza. Non voglio dire che non si può criticare chi si è guadagnato una “certa fama”, anzi, credo (credevo…) però che in un luogo come questo blog ci fossero delle priorità a dettare la scaletta, priorità dettate da alcuni valori fondamentali che tu sostieni con bella forza e professionalità.
Entrando nel merito: per quanto possa sembrare azzardato auto-paragonarsi a Buazizi lo trovo un modo per sottolineare un riferimento preciso al quale ispirarsi (anche io in alcuni momenti mi sento come lui, e non mi vergogno di dirlo anche se non mi do fuoco!) in perfetta armonia con quello che ha sempre fatto il giornalista (essere o dipengersi “martire”). Il tunisino non ha un nome così celebre (quindi tenderei ad escludere l’ipotesi della metafora fatta per un calcolo di “marketing”) e non sono molti i personaggi popolari che lo citano come fonte d’ispirazione, il solo fatto di nominarlo ha dei meriti divulgativi importanti. Ovviamente anche la contestualizzazione è importante ma su questo si è già espresso bene emitag.
Michele Santoro ha già palesato nei tantissimi anni di carriera chi è, cosa fa e come vuole farlo, non credo che questo suo discorso abbia aggiunto molto di nuovo al suo personaggio, insomma a chi piaceva prima piacerà anche adesso e chi non lo sopportava continuerà ad odiarlo.
Ecco perché non trovo particolarmente riuscita la critica contenuta in questo articolo.
Non so Giovanna, forse mi sbaglio, ma il paragone fatto da Santoro – che reputo anche io agghiacciante – può considerarsi perfetta cartina di tornasole del clima che si respira nella TV italiana.
Santoro continua a recitare il mantra del giornalista perseguitato dai poteri forti, il vero protagonista è lui e la persecuzione (psico)politica subita, dai tempi di Tangentopoli ( o perché no, anche dal pentapartito! :P) al famigerato editto bulgaro:ovvio che “l’informazione” venga di conseguenza accantonata o ridotta al margine:basti pensare alle stoccate che spesso SantORO indirizza nei confronti del malcapitato Ruotolo, che vorrebbe di tanto in tanto essere puntuale ad informare piuttosto che a lanciare invettive….
Altrimenti perché mai invitare escort su escort che non fanno altro che tessere lodi del Berlusconi filantropo? Perché continuare a rimestare nei dettagli pruriginosi, tra il lettone di Putin e le “cene eleganti” di Arcore?
E’ mai possibile che qualcuno abbia fatto pressioni su Santoro per costringerlo ad invitare ancora nei suoi “Comizi d’Amore” Belpietro o la Santanché? No, mi dispiace, ma mi sembra troppo. Davvero troppo.
Infine una nota di colore e di Karma: come un Berlusconi d’antan, che diffuse il credo nel biscione e creò la TV commerciale con le registrazioni mandate in sincrono su mille tv locali d’Italia, anche oggi i network locali si accollano il peso dei comizi di Santoro…
Strane coincidenze 😛
Fudohjihen: intanto grazie per la delicatezza con cui esprimi il tuo dissenso. Liberissimi di pensarla tutti diversamente, è naturale.
Però rilancio a te e agli altri che ritengono Santoro molto diverso dal mezzo televisivo in cui è cresciuto e si è alimentato: avete ascoltato bene l’intervista alla giovane Imane? È una difesa a spada tratta di Berlusconi.
Perché mai se Signorini intervista Ruby che difende Berlusconi lo si bolla come «cortigiano» e se Santoro intervista Imane che difende Berlusconi resta un oppositore e una vittima di un sistema televisivo che lo ha espulso?
beh la differenza è lampante. Con signorini c’è uno slancio emotivo che ti porta a valorizzare affermazioni patetiche come “vedete il brutto quando il brutto non c’è”. In annozero l’intervista è molto più formale. Il problema è che si confondono i giornalisti con gli speculatori del gossip. Signorini veste i panni del supersensibile e quindi le sue domande non saranno MAI pungenti anche se il tema è lo stesso
Anche se le interviste fatte da Santoro e Signorini fossero uguali letteralmente uguali le differenze sarebbero comunque abissali per 2 importanti motivi.
Innanzittutto il contesto. Non può essere autorevole un’intervista fatta da qualcuno che percepisce uno stipendio da chi ha interessi direttamente legati al contenuto dell’intervista e non credo che si possa prescindere da questo. Mi viene in mente quando vedendo una rassegna stampa qualche mese fa osservai lo stesso identico titolo di prima pagina su La Repubblica e su Il Giornale, anche l’occhiello era abbastanza simile. Mi dispiace di non essermi salvato da qualche parte quel titolo perché avrei voluto citarlo più precisamente in questa occasione, comunque è naturale che un lettore attento avrebbe tratto un’informazione completamente diversa leggendo le stesse identiche parole (vi assicuro!) solo perché il contesto (in quel caso la testata) cambiava, senza bisogno di leggere l’articolo.
In secondo luogo c’è l’uso che si fa di una intervista, l’uno la sfrutterà per mettere in luce alcuni aspetti durante un eventuale dibattito successivo, l’altro per evidenziarne altri.
Quindi mettere Signorini e Santoro sullo stesso piano solo perché entrambi hanno fatto un’intervista dai contenuti simili non è corretto. Non credo che l’uno sia un guro e l’altro no, ma che uno di loro lavori meglio dell’altro, questo sì. Ci sono molte variabili che influenzano l’autorevolezza e la professionalità di un lavoro di informazione… ma qui mi fermo e mi tolgo il cappello, perché a proposito di autorevolezza io non ho veramente nessun titolo alla quale appellarmi per dare spessore alle mie parole e in questo caso il discorso che ho fatto mi si potrebbe, giustamente, ritorcere contro come un boomerang!
Fudojihen e altrI: so bene che il contesto diverso può far leggere in direzione opposta lo stesso identico testo. Portate pazienza: è il mio mestiere. Volevo solo spingervi un po’ più in là di una spiegazione basata solo sul contesto. E sul CHI enuncia quel testo.
E dunque insisto e continuo a chiedermi e a chiedervi: ha senso continuare a produrre lo stesso testo?
Sarà la trentesima intervista a escort a cui assistiamo. Siete proprio sicuri, sicuri sicuri sicuri che quello stesso identico testo non passi nelle vostre teste come qualcosa che è in sé e per sé valorizzato, anche quando vi stanno dicendo che quel testo è bua cattiva?
Ma se la escort è bua cattiva, qualcosa che va bandito e condannato, qualcosa che mostra quanto è bua cattiva la vita di chi si circonda di escort… perché continuano a riproporci la escort che parla?????
Giovanna, come qualcuno ha detto qualche commento fa…. non sono i mezzi ma le persone a dover cambiare! E personalmente io andrei proprio oltre il tuo timore di Web a rischio “televisizzazione”: proprio perché credo che a Santoro ( e sono consapevole che farò arrabbiare tanti ospiti del blog) del Web non importi poi un granché: da giornalista acuto e da buon esperto della comunicazione vuole sfruttarne le potenzialità, ma in realtà il suo cruccio, il tasto dolente resta sempre quello: lo hanno cacciato-e più di una volta- dalla RAI. E mi dispiace dirlo, credo che ormai la sua sia più una strumentalizzazione di una fantomatica “battaglia pura” in nome della libertà di espressione, al solo scopo di vendere la propria frustrazione….
E il caso vuole, che quei giornalisti che hanno puntato e scommesso davvero sul format del “documento d’inchiesta” ( please aiutatemi! sono ignorante in terminologia televisiva) come la Gabanelli e Iacona ( nemmeno loro esenti da critiche, ovviamente), siano ancora lì, in quei piccoli frantumi di servizio pubblico rimasti miracolosamente intatti dallo spezzatino della TV generalista pubblica: perché la RAI è la RAI e il fatto di esserne fuori, nonostante il seguito e dati auditel brucia parecchio…
Ecco perché credo che sarebbe stato d’obbligo uno sforzo di creatività da parte di Santoro, piuttosto che la solita minestra riscaldata di escort e attricette: per cosa? Per fare la morale a Berlusconi che lancia “Forza Gnocca” proprio perché sa che il suo potere è tale da consentirgli di essere per l’ennesima volta ascoltato e probabilmente anche accontentato?
Insomma cara Giovanna, la lista della “spesa” si fa sempre più lunga: ci servono nuove idee e nuove valori, parole e discorsi che sappiano parlare col cuore e con la testa, e poi “ingrediente principale” dobbiamo cambiare soggetto: B. -almeno a me- m’ha stancato: una dieta sana è innanzi tutto una dieta variegata! 😛
Raccolgo la sfida. Perché continuano a parlarci di escort? Faccio come quei concorrenti dei quiz show che esplicitano i loro ragionamenti. La prendo come un’indagine giallistica.
Escluderei motivi di auditel o di marketing perché Santoro ha una grande fama e non è limitata a quell’argomento, fece ottimi ascolti anche su inchieste di mafia, sulla monnezza di napoli e su altri scandali.
Escluderei una concorrenza di intenti o connivenza tra “fazioni opposte”, altrimenti rischiamo di entrare nella fantapolitica dove tutti sono marionette di un invisibile grande fratello e se così fosse sarebbe tutto inutile, avremmo già perso in partenza, saremmo tutti spacciati.
Ma allora cosa rimane?
Potrebbe essere un’ossessione privata del giornalista, che per qualche motivo personale vuole a tutti i costi andare fino in fondo a questa faccienda. Un attaccamento morboso ad un argomento che non è riuscito a sviscerare bene e che non mollerà finché non avrà descritto ogni dettaglio, anche il più inutile.
Potrebbe essere che non ha più fantasia e che vuole ripetere per l’ennesima volta una puntata di Annozero. In poche parole avrebbe rivoluzionato la forma e il modo di diffusione, lasciando i contenuti uguali ad una sua trasmissione di un anno fa.
Potrebbe essere che Michele Santoro ritenga veramente e sinceramente che quell’argomento sia un punto centrale intorno al quale più o meno simbolicamente ruotano tutti i problemi più gravi che attanagliano il nostro Paese. Che partendo dalle prostitute si possano poi sciogliere nodi fondamentali e vitali. Che sia un tema così urgente da dover essere messo prima di ogno altro perché altrimenti non si potrebbero comprendere.
Mi scuso per verbosità, volevo mettere in evidenza il mio sforzo mentale nella speranza di poter leggere in parole più esplicite il pensiero di Giovanna. Sono molto curioso di sapere come la pensa a riguardo… anzi, sono molto affamato termine più adeguato a questi giorni.
Tiro anch’io a indovinare: perché per Santoro è il modo per farsi il massimo della pubblicità con poco sforzo? Tanto, come s’è visto anche qui, i suoi estimatori continuano ad apprezzarlo anche così?
Per quanto riguarda internet, il rischio che sia fruito e fatto secondo la logica televisiva secondo me è concreto, anzi già quasi concretizzato. Vedo che nella classifica dei video più visti su youtube in Italia ci sono sempre partite di calcio o spezzoni di tv. Inoltre solo da noi un santone si è potuto affermare attraverso internet come capo di partito e fare anche buoni risultati alle elezioni amministrative mandando semplicemente tutti affanculo.
Per quanto riguarda Santoro, “perché continuano a riproporci la escort che parla?”
Perché questo grande giro di ragazze è l’unico tratto che differenzia Berlusconi dagli altri esponenti politici. Questo è il messaggio che arriva a me.
E’ l’unica cosa a cui siamo pregati di fare attenzione, mentre perforano le montagne e svendono edifici storici, mentre i vertici della GdF sono tutti implicati nelle varie P3 e P4 e la corruzione è più che ai tempi di Tangentopoli.
Una volta sparito Berlusconi, chiunque si presenti senza un’intera corte di escort sembrerà migliore di lui agli occhi di un paese ossessionato dal sesso.
C’è qualcuno che segue Dario Cassini su “Stalk Radio”? A me fa impazzire dal ridere!
Arrivo un po’ a scoppio ritardato sulla questione, ma spero ancora in tempo per dire la mia. Proprio poco fa mi son fatta un bel “monologo” sulla bacheca di facebook per esternare la mia visione sulla questione “Servizio Pubblico” di Santoro, che riassumo così: L’INFORMAZIONE E LA TV IN ITALIA NON SONO COSì LIBERE, ALLORA NON PAGO IL CANONE E 10 EURO LI DO A SANTORO, ME NE RESTANO 100 circa: CHI LI VUOLE????
Se continuiamo a ingoiare qualsiasi pretesa, veleno, richiesta da Santoro e da chiunque altro in questo Paese non facciamo di certo il nostro bene. Ritengo che Santoro abbia giocato volutamente sullo stereotipo (manco tanto tale) che “Gli italiani ormai accettano qualunque cosa, l’importante che sia condita bene e faccia leva sui tasti giusti”.
Questo è il mio pensiero, il pensiero di chi annozero l’ha sempre seguito, inizialmente con vera passione, passione che è andata scemando quando l'”aggressività” del conduttore e le baruffe degli ospiti hanno avuto la meglio. E anche li, ho continuato a seguire con interesse i servizi di Ruotolo e gli interventi di Travaglio, nonché le vignette di Vauro. Ma 3,33€ a ciascuno gliele potrei pure dare, ma 10 a Santoro per un servizio pubblico che in teoria già pago, no. Considerando i fior fior di spot e introiti pubblicitari, perché non mi venite a dire che Sky fa beneficenza veicolando il programma sul canale 504.
Ciao,
siamo la redazione di Uniroma tv. Abbiamo realizzato questo servizio che potrebbe interessarti al seguente link: http://www.uniroma.tv/?id=19638
A presto
Mah…ragiono un po’ a caldo:
l’intervista alla escort potrebbe essere giustificata dal fatto che, ormai, tutti i nodi di Berlusconi e berluscones sono venuti al pettine e (lo diceva Giovanna Cosenza stessa in un post di qualche mese fa) ormai è solo una questione di quantità; il pantano in cui si trova questo Berlusca ormai fiacco è come se stesse montando ogni giorno di più, e di più e di più.
Non c’è tanta altra inchiesta da fare ora come ora; tanto più considerando le novità politiche tutt’attorno, c’è ancora meno da raccontare.
Poi: essendo Santoro un giornalista (parziale nei fatti ma imparziale in teoria) non dovrebbe/potrebbe sottrarsi dall’intervistare una persona per il fatto che questa difende Berlusconi.
Signorini va bollato come cortigiano perchè lo è. Lo dimostra da anni.
Santoro va considerato vittima di un sistema televisivo che lo ha espulso perchè lo è. Che piaccia o non piaccia (Santoro).
Secondo me sta solo cercando di continuare a fare il suo lavoro di sempre, piaccia o non piaccia ne ha diritto.
Cioè: è proprio la differenza cdel titolo del post a non esistere proprio!
Ma di cosa stiamo parlando!!! L’hanno cacciato dalla RAI e adesso non può più nemmeno avere un proprio mezzo dove esporre le proprie idee….Solo censura e abuso di potere. Per fortuna che il web non è censurabile…