A cura di Dis.amb.iguando e Valigia Blu.
In Italia la televisione è in assoluto il mezzo di comunicazione più diffuso, e lo è ancora oggi, nonostante la crescita di internet, anche perché questa è più lenta rispetto alla media europea.
Il 45° rapporto annuale Censis, presentato all’inizio di dicembre, parla chiaro: nel 2011 la televisione raggiunge il 97,4% della popolazione e l’80,9% degli italiani considerano i telegiornali la fonte principale per informarsi. Certo, quest’ultimo dato scende fra i più giovani (14-29 anni), ma la maggioranza resta comunque molto alta anche fra loro (69,2%). Insomma, per quanto giornalisti e massmediologi parlino di «informazione fai da te», perché sempre più spesso i cittadini – specie se giovani e istruiti – si informano usando un mix di ricerche su Google, giornali on-line e social network, in realtà la televisione è ancora centrale per tutti. Specie in un paese che ha un’età media molto alta.
Inevitabile, dunque, che i partiti prestino sempre grande attenzione a questo mezzo: non solo per comunicare questa o quella iniziativa (come ha fatto il governo Monti per la manovra), ma più in generale per costruire l’immagine dei leader, per aumentare o consolidare il proprio elettorato, orientarlo o fargli cambiare rotta. A maggior ragione la televisione serve ai partiti per strategie di comunicazione a medio e lungo termine, vale a dire per trasmettere ai cittadini-telespettatori contenuti e valori in modo continuo e indipendente dalle singole scadenze elettorali, sedimentando il consenso in modo tanto più efficace quanto più lento, quotidiano e capillare.
In questo quadro, Arianna Ciccone di Valigia Blu e io abbiamo deciso di avviare OsservatorioTivvù.
Un gruppo di giovani giornalisti e blogger, da un lato, e di studenti e neolaureati dell’Università di Bologna, dall’altro, seguiranno sotto il nostro coordinamento alcuni programmi della televisione generalista italiana, diversi per contenuto, canale, fascia oraria e target, da oggi alla fine di febbraio 2012.
Vogliamo registrare e annotare sistematicamente:
- quanti e quali politici italiani vengono ospitati nei vari programmi televisivi;
- quanti e quali personaggi pubblici vengono invitati perché notoriamente connessi a leader o partiti politici, perché parenti (figli, mogli, ecc.) di politici, o perché legati ai vari leader e partiti per amicizia o ragioni professionali;
- cosa i leader politici e i personaggi pubblici dicono e fanno di preciso in trasmissione, anche se non parlano esplicitamente di politica, ma si limitano a giocare, scherzare e interagire con altri ospiti in studio o con il pubblico su temi di intrattenimento e spettacolo;
- quante e quali volte, anche in assenza di leader politici o personaggi pubblici a loro connessi, uomini e donne di spettacolo (cantanti, attori, attrici, presentatori, ecc.) parlano di o alludono a personaggi, eventi e contenuti della politica italiana, anche in contesti di intrattenimento che non avrebbero nulla a che fare con la politica;
- cosa dicono di preciso uomini e donne dello spettacolo quando parlano di politica o anche soltanto vi alludono.
Perché lanciamo OsservatorioTivvù proprio ora? Perché pensiamo che questo particolare momento storico, con il governo Monti in prima linea e i partiti che in apparenza stanno solo sullo sfondo, sia particolarmente fecondo per capire in che modo e fino a che punto il cosiddetto «politainment» televisivo (la mescolanza di politica e intrattenimento) servirà ai partiti, nel prossimo anno, per costruire, ricostruire o correggere l’immagine dei loro leader, e proporne nuovi in vista delle prossime elezioni politiche. Che siano nella primavera 2013, come molti sostengono, o prima, non importa: la campagna elettorale è già cominciata.
Ecco i programmi che OsservatorioTivvù terrà sotto controllo*:
Uno Mattina in famiglia (Rai 1), Unomattina (Rai 1), La prova del cuoco (Rai 1), La vita in diretta (Rai 1), Soliti ignoti (Rai 1), Domenica in (Rai 1), Porta a Porta (Rai 1), Ti lascio una canzone (Rai 1), Ballando sotto le stelle (Rai 1), Mezzogiorno in famiglia (Rai 2), Quelli che il calcio (Rai 2), I fatti vostri (Rai 2), L’Italia sul 2 (Rai 2), Agorà (Rai 3), Ballarò (Rai 3), Che tempo che fa (Rai 3), Verissimo (Canale 5), Striscia la notizia (Canale 5), Domenica 5 (Canale 5), Mattino 5 (Canale 5), Uomini e donne (Canale 5), Pomeriggio cinque (Canale 5), Avanti un altro (Canale 5), Matrix (Canale 5), Kalispera (Canale 5), Ricette in famiglia (Rete 4), Studio aperto (Italia 1), Omnibus (La 7), Otto e mezzo (La 7), In onda (La 7), Piazza pulita (La 7), Italialand (La 7), Servizio Pubblico (reti diverse).
*La lista di programmi e il periodo di osservazione potranno subire variazioni in base alla programmazione televisiva e ai primi risultati del monitoraggio.
Come partecipare: se qualche studente/ssa, laureando/a, dottorando/a, assegnista che fa ricerca nel settore della Comunicazione politica e delle Scienze politiche fosse interessato/a a partecipare, può inviare il proprio cv, le proprie motivazioni e la propria disponibilità di tempo, scrivendo a: giovanna.cosenza chiocciola unibo.it.
Salve,
lo trovo un progetto estremamente interessante, complimenti 🙂
Solo una curiosità: c’è un motivo in particolare per cui non è stato contemplato “Che tempo che fa” di Fazio tra i programmi sotto controllo?
Alice, la tua osservazione è giusta, e da questo punto di vista non è l’unico che manca. Manca Omnibus, per esempio, manca Agorà e ne mancano altri. Anche per questo ho scritto che la lista dei programmi cambierà in corso d’opera.
Il punto è che vogliamo monitorare innanzi tutto i programmi di puro intrattenimento, quelli in cui normalmente si pensa che la politica NON ci sia.
Dopo di che, i talk show in cui la politica entra esplicitamente… be’, li diamo un po’ per scontati.
Insomma, stiamo mettendo a punto la metodologia, per confrontare ciò che è confrontabile, e distinguere le varie categorie. Questo è solo un primo annuncio.
Quando la metodologia e la lista di programmi saranno definitivi, li renderemo pubblici. Così come renderemo pubblici anche i primi risultati interessanti che emergeranno da questo o quel programma, strada facendo.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Grazie per la spiegazione Giovanna, era proprio per capire il criterio di selezione 🙂
Pingback: Capire l’infotainment nell’era di Monti « La vanga si piega
Noto che in realtà nella lista “Che tempo che fa” c’è…
Comunque ottima iniziativa, davvero. Soprattutto per il focus su quei programmi in cui normalmente si pensa che la politica non ci sia.
Terrò d’occhio i risultati, son curioso…buon lavoro
Un’altra cosa…io non sono nessuno per suggerire accorgimenti metodologici, ma forse per una ricerca di questo tipo disambiguerei 🙂 preventivamente su una questione che è fortemente legata al momento che stiamo vivendo: bisognerebbe stabilire se, quando un conduttore, un ospite o altra figura accenna alla crisi economica o ad una delle tematiche (parole, espressioni etc.) ad essa correlate, questo stia parlando di politica nel senso inteso dai conduttori della ricerca o meno; e, nel caso, quali tipi di accenni (“generati” da cosa) inserire e quali escludere. Si va da Magalli che nel momento di offrire che so 200 euro al posto di una “busta” (esiste ancora questo gioco?) aggiunge un “…che di questi tempi non fanno male” a riferimenti più mirati, contestualizzati e che vanno magari interpretati come “politici” in senso stretto. Solo sulla crisi economica, si capisce…
Spero di essermi spiegato.
molto interessante questo progetto: la cosa che trovo maggiormente apprezzabile è proprio il fatto che ci si concentri sui programmi di intrattenimento. una domanda: il monitoraggio sarà “in diretta on line”? ci sarà un sito dove potremo seguire lo svilupparsi del lavoro in progress? sarebbe molto bello e credo contribuirebbe al lavoro – necessario – di smontaggio collaborativo di un modo di “subire” la reclame politica, fuori dal suo contenitore.
A tutto il team un sentito augurio di BUON LAVORO! Ne abbiamo davvero tanto bisogno! Seguirò con molta attenzione i risultati.
Francesca Sanzo: faremo diverse cose in diretta on line, non tutto ovviamente. Domani sera per esempio Dino Amenduni (che fa parte del gruppo OsservatorioTivvù) farà un primo tentativo di monitoraggio in diretta Twitter e Facebook di Kalispera. Servirà a lui e a noi per saggiarci e capire alcune cose… vedremo.
Non si può infliggere on line una ricerca sistematica, ma solo qualche suo assaggio. Cioè: quello che tentiamo di fare è mescolare, per la prima volta in Italia, metodologia di ricerca quali-quantitativa e inchiesta giornalistica, per rendere la ricerca fruibile e toglierle il peso che spesso la rende incomunicabile.
Ciò che può andare sui social networs, però, sono solo impressioni, commenti brevi ecc. Il rischio di farlo è sparare sciocchezze, pur di essere “open” e “social”, e perdere credibilità. Il rischio di non farlo è chiudersi a riccio. Più agile è usare lo spazio dei blog, il mio e Valigia Blu.
Cercheremo di trovare un equilibrio. Ci stiamo ragionando proprio in questi giorni.
Grazie a tutti/e, torneremo presto sul tema.
Tutto il mio sostegno a questa iniziativa. Sono molto curioso di leggere i primi risultati.
Complimentti alla professoressa Cosenza e tutti coloro che collaborano a questo progetto.
Wow!
La comunicazione (e chi se ne occupa, in tutti i sensi, sia facendola sia studiandola) ha bisogno di una nuova legittimazione: se non si conoscono i meccanismi, siamo tutti in balia di chi invece sa benissimo usare gli strumenti giusti. Più consapevolezza ci renderà tutti meno pecoroni.
E visto gli ultimi sviluppi (violenza, razzismo, terrorismo economico etc) abbiamo bisogno di una sana dose di vaccino per difenderci.
Mi unisco ai complimenti!
Pingback: Nasce OsservatorioTivvù
Pingback: Il Progetto
Ballando CON (non “sotto”) le stelle, è un lapsus diffusissimo quando si menziona questa trasmissione 😉
Grandi cazzo, Grandi!
Pingback: SegnalazionIT » Tecnologia ed emozioni in 140 caratteri
Pingback: Nasce OsservatorioTivvù. Tutto fa politica (a nostra insaputa) | Valigia Blu