Non li ho ancora visti in strada, ma da qualche giorno appaiono sulla pagina Facebook del Pd nazionale (clic per ingrandire):
Dal punto di vista grafico, sono un’accozzaglia di rara imperizia:
- Marchio del Pd affogato nel rosso (dov’è finito il verde?), marginale e poco leggibile.
- Testi sparpagliati e disallineati, con font di diverse dimensioni e una distribuzione del maiuscolo e del grassetto che pare quasi casuale.
- Uso sconsiderato della bandiera italiana ai limiti del vilipendio, visto che pare tutta tagliuzzata e rattoppata. Ma ricorda anche il fascio littorio, con quel giallino che la impasta e invecchia.
Dal punto di vista dei contenuti, mi ci potrei incattivire ma non voglio, perciò mi limito a dire che i manifesti urlano troppi concetti in poco spazio, senza un filo logico, senza emozioni, senza una visione complessiva. E alla fine resta poco e niente.
Forse il Pd ha pensato che, con tutti i problemi che abbiamo, bisognasse nominarli tutti (o almeno il maggior numero possibile), in modo che ognuno trovasse il suo. E che si dovessero nominare pure un bel po’ di soluzioni. E intenzioni. E azioni. Possibili o impossibili, non importa. A breve, media e lunga scadenza. Mettici dentro più cose che puoi, devono aver detto al copy.