Archivi del giorno: martedì, 11 settembre 2012

L’Università di Bologna fra le prime 200 nel mondo

È appena uscita l’edizione 2012-2013 del QS World University Rankings, una delle più prestigiose classifiche delle università nel mondo, forse la più prestigiosa, dove Bologna appare al 194° posto, unico ateneo italiano fra i primi 200.

QS Top Universities

Come tutte le classifiche, anche questa è relativa e opinabile. In particolare, è  controverso quel 40% di punteggio (la percentuale più alta) che dipende dalla «Academic Reputation»: il QS World University Rankings quest’anno ha chiesto a oltre 46.000 accademici in tutto il mondo (l’anno scorso erano circa 34.000), raccolti fra autocandidature, passaparola e database vari, cosa pensano di questa e quella università (QUI ti spiegano la metodologia). È chiaro che, per quanto 46.000 accademici siano molti, un buon tasso di autoreferenzialità e  anglocentrismo è inevitabile.

Detto questo, facciamo qualche considerazione.

Bicchiere mezzo vuoto: il 194° è un posto basso, specie se si ricorda che l’anno scorso l’Università di Bologna era al 183°, perciò è calata di 11 posti. Se l’ateneo non fa qualcosa per invertire la tendenza, l’anno prossimo avrà ben poco (= ancora meno di oggi) di cui vantarsi. Specie considerando che il Politecnico di Milano (244° posto, ma era al 277°) e la Statale di Milano (256° posto, dal 275° dov’era) stanno salendo.

Bicchiere mezzo pieno: l’università di Bologna è l’unico ateneo italiano fra i primi 200 nel mondo, e sono felice di farne parte (ci tallona solo «La Sapienza» di Roma, al 216° posto, in discesa di 6).

Ma se guardiamo alle facoltà umanistiche, il bicchiere si riempie ancor di più, perché scopriamo che Bologna sta al 54° posto nel settore Arts & Humanities e al 76° in Social Sciences & Management. È di questo risultato che sono particolarmente contenta, visto che insegno e faccio ricerca nel settore umanistico, che sia sotto l’una o l’altra denominazione.

Unibo Humanities

Certo, preferirei (di molto) stare fra le prime dieci, ma suvvia: considerati tutti i guai che abbiamo in Italia, non c’è malaccio. 🙂