Archivi del mese: gennaio 2013

Gli spazi dei partiti in televisione

Se fossi il responsabile della comunicazione di un partito mi studierei con grandissima attenzione i dati riassunti in questa tabella, pubblicata oggi su Repubblica. Non li lascerei ai soli commenti giornalistici, insomma, ma mi riposizionerei in tv e Continua a leggere

Dalla “natura” al “green”: come cambia la comunicazione ambientale

Qualche giorno fa ho rilasciato un’intervista per la sezione “Ambiente” del portale della Regione Emilia-Romagna sull’evoluzione del linguaggio con cui i media, le imprese e le istituzioni parlano di temi legati all’ambiente. Eccola:

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Ehi tu, vuoi lavorare in pubblicità? Allora leggi questo

Se sei iscritta/o a un corso di laurea in Scienze della comunicazione o affini, a Bologna o altrove, perché “da grande vuoi fare il/la pubblicitario/a”, devi – ripeto, devi – leggere cosa scrive Massimo Guastini, presidente dell’Art Directors Club Italiano, sul mercato del lavoro italiano nel settore della pubblicità.

Qualche settimana fa Guastini Continua a leggere

Il rosso e il grigio del centrosinistra italiano

Da un certo momento in poi (fra l’11 e il 13 gennaio) al grigio delle affissioni del Pd si è aggiunto il rosso dei poster di Sel. Al sorriso ambivalente di Bersani si sono aggiunti quelli pieni, aperti, gioiosi di questi due giovani:

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Il centrodestra a colpi di Photoshop

Mentre i fotografi del centrosinistra tendono a imbruttire i candidati, il centrodestra ha fatto tesoro dei trucchi che da sempre Berlusconi applica a se stesso. Al punto che li usano pure i Fratelli d’Italia, che a Berlusconi vogliono contrapporsi per rinnovarsi, guardare al futuro eccetera.

Ecco infatti come appare Giorgia Meloni nelle affissioni di questi giorni: è evidente che chi ha photoshoppato il suo volto avesse in mente, più o meno consapevolmente, Uma Thurman e chi ha pensato la headline pescasse, più o meno consapevolmente, nell’immaginario di Kill Bill (il colore giallo, le idee di «sfida» e «senza paura»). Ma fra l’avvilimento dei candidati e l’inautenticità smaccata, una via di mezzo è così difficile da trovare?

Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia

Uma Thurman

Consigli per lo stage

Da molti anni faccio parte della commissione tirocini del corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione. Da molti anni cerco di aiutare gli studenti e le studentesse a individuare, fra le mille offerte, il tirocinio più interessante e formativo per loro, quello che li porti davvero a trovare un lavoro degno di questo nome.

E dimmi, che stage vuoi fare da grande?

In proposito scrivo e ricevo tante mail al giorno, faccio incontri personali nel mio studio, scrivo post su questo blog. Puoi trovare molte indicazioni utili  navigando all’indietro la categoria Stage e lavoro.

E da oggi puoi anche ascoltare la chiacchierata che ho fatto lunedì sera a radiocitta’fujiko con Filippo Piredda e Inkiostro nella trasmissione «Impronte digitali». Una chiacchierata che potrei intitolare «Come trovare lo stage giusto». L’audio dura un’ora, ma è facile da seguire e puoi tenerlo in sottofondo mentre fai altro:

L’Italia Giusta del Pd di Bersani

Non ho ancora commentato le affissioni di questa campagna elettorale e comincio dal centrosinistra. Sull’Italia Giusta del Pd hanno già sparato in molti e non volevo aggiungermi io, avando già scritto molto – qui e in SpotPolitik – sugli annosi problemi di comunicazione del Pd. Avevo peraltro già notato, durante le primarie del centrosinistra, che di recente la comunicazione di Bersani è migliorata, e continuo a pensarlo: è più sorridente, più ironico e autoironico, più chiaro, più incisivo. Lo scossone Renzi gli ha fatto bene.

Anche le affissioni «L’Italia giusta», pur affidate alla stessa agenzia, sono un passo avanti rispetto al «Rimbocchiamoci le maniche». Però va detto: ciò che ne scrive Annamaria Testa è tecnicamente ineccepibile, e perciò a lei rimando. Mi limito ad aggiungere che, dal mio punto di vista, le nuove affissioni sono comunque un (piccolo) passo avanti perché meno patinate ed estetizzanti di quelle con la camicia bianca su fondo bianco, meno concentrate sul corpo del leader. Nel complesso, cioè, danneggiano meno Bersani.

Bersani 2013

Però la foto non gli fa onore, non tanto per ragioni estetiche (dal vivo è meno cupo e rugoso di come appare in foto) ma perché quel sorriso ambivalente (beffardo? perplesso? o solo frenato?) non coglie di lui il tratto di “paternità benevola e rassicurante” che nei comizi e persino in tv Bersani ha ormai imparato a esprimere. E che in tempo di crisi è prezioso, perché aiuta a rassicurare le persone che soffrono le conseguenze della crisi, a cui il centrosinistra, più di tutti i partiti, dovrebbe rivolgersi. Inoltre non funziona l’idea di accostare una posa chiaramente artificiale (con quel braccio appoggiato al tavolo, la mano vezzosa, la fede ostentata, lo sguardo di traverso) alla headline “L’Italia giusta”: che idea di giustizia ed equità può mai rappresentare un signore che si mette in posa col vestito grigio delle buone occasioni in uno studio fotografico?

Berani 2013 verticale

Detto questo, per fortuna il resto della comunicazione di Bersani è migliore di queste affissioni. E per fortuna circolano in rete parodie che, pur volendo metterlo alla berlina, in realtà gli fanno un regalo, perché ne addolciscono e colorano l’immagine. Auguro a Bersani e al Pd che ne fioriscano altre. E proliferino in rete.

Bersani Gargamella

Bersani l'Italia Gusta