Till Neuburg sta ultimando un libro sulle invettive italiane e ha gentilmente regalato a questo blog la lista delle parole che di solito si rivolgono alle donne per aggredirle o comunque offenderle in qualche modo più o meno diretto (salvo ribaltamenti ironici, marcati dal contesto, dall’intonazione, dalla relazione e da eventuali altre marche linguistiche e/o segni). La lista è preceduta da una premessa e seguita da una conclusione. Diamo una mano a Till discutendo le singole espressioni e aggiungendone altre? Ecco qua:
«Le invettive indirizzate ai maschi si basano prevalentemente sulla stupidità, sull’inefficienza, sulla disonestà, sul crimine, sulla cattiveria, sulla vecchiaia, sullo sport. Quelle che riguardano la bruttezza sono pochissime. Quelle che riguardano invece le donne si riferiscono praticamente tutte all’aspetto fisico e al sesso. È un elenco che, nella sua ossessiva insistenza, fa impressione:
Accompagnatrice
Amante
Anorressica
Attricetta
Bagascia
Baldracca
Barile
Battona
Bbona
Befana
Beghina
Bisbetica
Bocchinara
Bonazza
Botte
Bravadonna
Bruttona
Bulimica
Buonadonna
Cagna
Cabbarella
Carina
Cartomante
Cassandra
Cavalla
Cesso
Ciofeca
Ciospa
Civetta, Civettuola
Cocotte
Coniglietta
Convivente
Cozza
Crocerossina
Culo Basso
Culona
Disonorata
Donnaccia
Donna di facili costumi
Donnone
Escort
Fattucchiera
Femminista
Figa
Figa di gomma
Figa di legno
Fregna
Frigida
Gallina
Gnocca
Larga
Lavandaia
Lesbica, Lesbicona
Letterina
Lucciola
Maiala
Maîtresse
Maliarda
Mammana
Mammona
Mantenuta
Mantide
Manza
Megera
Meretrice
Mignotta
Ninfetta
Oca
Papera
Passeggiatrice
Peripatetica
Pierrina
Pinguino
Pollastrella
Pompinara
Porca
Prostituta
Punza
Pupa, Pupetta
Puttana, Puttanone
Quaglia
Rifatta
Rubamariti
Salsicciona
Santarellina
Sciantosa
Sciura, Sciuretta
Scosciata
Scrofa
Sdraiona
Sghemba
Sgodrona
Sgualdrina
Siliconata
Smorfiosa
Sorca
Strapunza
Strega
Sverginata
Tardona
Tegame
Tenutaria
Tettona
Tipa
Toffa
Topolina
Troia
Vacca
Velina
Verginella
Vipera
Virago
Zattera
Zitella
Zoccola
Zora
Attenzione: sono tutti lemmi indirizzabili esclusivamente alle donne. Per esempio, Cicciona, Stupidona o Tardona (ecc.) non le ho inserite, perché esiste anche la versione maschile (Ciccione, Stupidone, Tardone). Amante usato per le donne è sinonimo di Traditrice, Rubamariti, Mantenuta, mentre per i maschi è spesso quasi un complimento (nel senso di “uno che ci sa fare”, uomo di successo, furbo, piacente, potente, “un grande amante”). Non credo esista una prova più obiettiva e schiacciante che l’Italia è un paese arretrato. Le discussioni di questi giorni sono tristemente confermate dalla mia ricerca.» Till Neuburg
un commento lessicale: mentre botte è femminile, barile è maschile, quindi andrebbe tolto e messo nell’altra lista che tutte noi a questo punto avremmo voglia di stilare
Giusto per capire il grado di arretratezza dell’Italia vorrei capire come nelle altre lingue la situazione è così diversa. Per esempio in francese o inglese esistono meno parole per insultare le donne? E se così fosse vorrebbe dire che questi paesi sono meno arretrati nei confronti delle donne?
Manca “ninfomane”
Tardona c’è nella lista, è femminile e anche maschile quindi via.
@Fudojihen non é il numero degli insulti, ma il punto su cui fanno leva. Se insulti un uomo dandogli dello stupido implichi che per un uomo una qualitá fondamentale é essere intelligente. Se insulti una donna dicendo che é una bagascia culona implichi che per una donna é fondamentale essere illibata e avere un bel fondoschiena. Ecco l’aretratezza dell’Italia.
Ti faccio un esempio all’inverso, io vivo in Olanda e quando mi chiesero quali sono le imprecazioni piú frequenti in italiano rimasero stupiti del ” ma porca troia!” o “ma porca puttana”…mi dissero “noi non non abbiamo imprecazioni con questi termini: qui essere troia é un mestiere”. Tu diresti “ma porca infermiera!” ?! Ecco qui sta il rapporto tra culture, societá e insulti.
Considerato che se il maschio fosse valutato per la sua bruttezza/bellezza diventerebbe automaticamente “femminile”, (vedi dottrine sulla rappresentazione del corpo nella pubblicità) mi sembra corretto che gli insulti più oculati per il maschio siano riferiti ad aspetti delle sue attività e competenze anziché mirati all’aspetto fisico.
D’altro canto, considerando che per sua natura le caratteristiche del corpo delle donne sono subito visibili, e che più tale differenza è marcata, più è categorica l’etichettatura di genere…
… Mi trovo esattamente dal lato opposto: per la quantità di vocaboli messi in campo la lingua italiana rimane secondo me la più precisa e ricca tra quelle europee.
Senza considerare che per “insultare alla seconda” un maschio riferendosi implicitamente alla sua virilità, è comunque possibile utilizzare tutti gli epiteti “riservati” alle femmine.
Se ho compreso bene, questa è una lista di insulti sessisti al femminile, cioè rivolti soltanto alle donne. Non capisco come si possa trovare una discriminazione nell’usare “femminista” come un insulto dal momento che se non esiste un corrispettivo maschile non è di certo colpa del genere maschile o soprattutto a vantaggio del genere maschile, ma anzi, è uno svantaggio per il genere maschile che poiché non ha una parola da usare per indicare eventuali prepotenze e abusi o per indicare un principio pro diritti maschili.
Cmq a “troia” corrisponde “porco” dato che la troia è la femmina del maiale. E così come a “maiala” corrisponde “maiale”.
L’elenco di Neuburg può dire qualcosa sull’Italia solo se confrontato con quello di altri paesi. Nel suo libro questo confronto ci sarà certamente, e un cenno al riguardo servirebbe a capire se la sua tesi trovi fondamento nei suoi dati lessicali.
Comunque una maggiore varietà lessicale degli epiteti sessisti non è necessariamente un indicatore di maggiore sessimo. Così come la maggiore varietà di bestemmie toscane rispetto a quelle emiliane non sarebbe di per sé indicativa di una maggiore irreligiosità toscana. Altre variabili possono intervenire, ad esempio una maggiore propensione toscana all’inventività linguistica.
Sono pedante, e ho fatto un po’ di conti. Vengono presentati 116 termini, di cui 69 (la stragrande maggioranza, senza dubbio) sono offese che hanno a che vedere o con il sesso o con la bruttezza.
Tuttavia esistono nella lista anche:
* 9 termini elogiativi (per quanto sempre relativi a sesso o bellezza): bbona, bonazza, carina, figa, fregna, gnocca, pupa, sorca e topolina;
* 7 termini che non riesco a considerare offensivi (a meno del tono di voce usato): Accompagnatrice, Anoressica, Bulimica, Cartomante, Convivente, Rifatta, Siliconata, Tipa
* 13 termini che, anche nella più restrittiva interpretazione, non sono connessi né con sesso né con bruttezza, ma con caratteristiche caratteriali varie, oppure (indicati con §) non esclusivamente femminili: Beghina, Bisbetica, Bruttona (§), Cassandra (§), Fattucchiera (§), Femminista, Figa di gomma, Figa di legno, Lavandaia (§), Sciura (§), Strega, Vipera, Virago.
* 19 termini un po’ sforzati e estremi: Accompagnatrice, Amante, Attricetta (esiste Attorucolo), Civettuola, Crocerossina, Disonorata (ma dai, nel 2013?), Donnone (c’è Ometto), Larga, Papera, Pierrina (che vuol dire?), Pinguino (ma chi sarebbe? Una suora?), Punza (significa fidanzata in slang giovanile, non è un’offesa), Quaglia (???), Salsicciona, Strapunza (come punza), Sverginata (ma dai!!!), Toffa (che è l’anagramma di fatto, nel senso di fumato o drogato, si riferisce ad entrambi i sessi ed è femminile solo perché finisce in a), Zora (che è il nome di un personaggio, e allora se usiamo i personaggi in senso dispregiativo c’è una lista lunga un kilometro).
Reblogged this on pepp8.
Mi pare in qualche modo attinente riportare questa illuminante lista, non mia, trovata in rete in forma anonima: se qualcuno conoscesse l’autrice/autore, sarei felice di averne il nome, per ringraziare.
Ecco una valanga di termini insultanti per le donne che al maschile risultano lusinghieri o inoffensivi. https://www.facebook.com/notes/eliana-frosali/gli-scherzi-del-dizionario/168384434333
mammamia! e pensare che abbiamo appena terminato un convegno (tenuto da una docente CRUSCONA) intitolato ” linguaggio a sesso unico!” occorre subito informare tutti e tutte sulla enorme ricchezza di parole (esclusivamente ) al femminile di cui è ricca la nostra lingua italiana! Che non riesce invece ad accettare “ministra ,architetta, dottora ecc” perchè “suonano”male..
@la deriva dei continenti :”non è il numero degli insulti ma il punto su cui fanno leva” vero -ma non dire porca troia, perchè”da noi è un mestiere”, mi lascia alquanto perplessa sul cammino della civiltà umana e sulla domanda del perchè gli uomini pagano le donne..(e le donne si fanno pagare) ciao
a nessun uomo è mai capitato di sentirsi dare del del cesso o impotente (con riferimento alle disfunzioni erettili o alle dimensioni del pene) come insulto?
E “mammone” mi pare esista..”mantenuto”, “manzo”..anche se spesso viene usato come complimento tipo “ma che bel manzo”..questione di contesto come dice anche Giovanna, come anche per “topolina”, “figa/o” e similari
@luci Era solo un ulteriore esempio di come gli insulti sono figli della societá che li genera. 🙂 Non c’era nessun giudizio di valore!
Molte di queste definizioni possono essere anche al maschile vedi :maiala_maiale…il modo lessicale usato dagli uomini è spesso riferito al sesso es;pompinara zoccola…il problema è puramente culturale e educativo visto che in italia la società è ancora maschilista
non è un caso che “l’occasione” mentre rende l’uomo “ladro” alla donna la fa “puttana”
Scusatemi, ma mi sfugge il perché della presenza della parola “convivente”.
Se qualcuno, oggi, mi dicesse che sono una convivente, non potrei che rispondergli che sì, vivo con il mio compagno. Condividiamo tetto, letto, frigo, spese e molto altro.
Sinceramente figo e bbono li ho sentiti da donne per un uomo e non erano certo insulti, semmai apprezzamenti volgari, come i relativi femminili.
Cesso è invariante e bisex.
Siliconata dovrebbe far riflettere a chi fa ritocchi estetici non proprio necessari.
Gli insulti per maschi fanno anche loro riferimento alla sfera sessuale: frocio, impotente e cornuto per tutti.
Per sostenere la tesi, però, non solo sarebbe necessaria una lista di insulti per uomini, ma dovrebbe essere stilata anche una lista in varie lingue/culture. Così non mi dice nulla.
Ho letto l’elenco e bho molti termini personalmente non li ho mai sentiti usare come insulti essendo malattie sia maschili che femminili:
bulimica
anoressica
alcuni poi non riesco a vederli come insulti tipo amante o carina.
Poi di altri a quanto so erano lavori legali parecchi anni fa e ancora in uso in altre parti del mondo ( se non sbaglio anche in germania ) tipo Maîtresse che poi sarebbe la versione raffinata creata proprio per non usare il termine volgare maschile: pappone usato per indicare un uomo che costringe le donne a prostituirsi.
Per altri ne esistono i corrispettivi sinonimi.
Di moltissimi altri invece ne ignoravo ancora l’uso ( e penso infatti che ad oggi non vengano più usati ) tipo: sverginata, rifatta, Cassandra e cartomante.
Ora lungi da me dire non esiste una questione femminile in Italia e nel mondo. Ma questo libro mi par fatto per creare un immagine distorta del nostro paese dove pare che esistano due categorie di insulti: insulti maschili basati sul merito e invece insulti femminili basati tutti o quasi sul fisico.
Scorrendo l’elenco proposto più in dettaglio ho trovato dei termini assolutamente fuori da una possibile accezione offensiva e altri non così esclusivi delle offese verso le donne. Non so se in alcune parti d’Italia la parola “carina” possa ritenersi offensiva, io sono di Roma ed escludo che questo termine possa avere implicazioni negative in un qualunque contesto.
Forse devo tornare a studiare l’italiano, ma voglio capire se sono l’unico a pensare che queste parole non sono poi così indicative come si vuol far credere. Ne estraggo una parte di quelle che io ritengo essere state usate pretestuosamente:
Cassandra (non è offensivo indica una persone che non è stata creduta nonostante avesse previsto un evento infausto)
Ciospa (a Roma indica una sigaretta, così come “paglia”)
Convivente (indifferentemente usato per maschi e femmine in accezione non offensiva indica chi vive insieme a qualcuno)
Cesso (offensivo ma viene usato in ugual modo anche verso i maschi), Cavalla (non offensivo, indica una ragazza molto alta, non per forza brutta)
Ciofeca (offensivo ma viene usato in ugual modo anche verso i maschi e oggetti -questo cellulare è una ciofeca- e quasi mai verso una femmina)
Donnone (donna molto grande fisicamente, sinonimo di giunonica, è un tipo di descrizione neutra, non offensiva. il suo corrispettivo maschile è “Maschione”)
Lesbica (dov’è l’offesa?)
Mammona (a Roma è più famosa e offensiva la versione maschile indica una persona molto attaccata alla mamma)
Ho l’impressione che pur di presentare una lista molto numerosa di termini sia stata forzata un po’ la mano facendo entrare in questa lista parole obsolete o cadute in disuso (Rubamariti), dialettali (Sciura), gergali (Punza) etc… insomma parole che molte donne non riterrebbero offensive perché potrebbero non capirne il significato o perché non lo sono affatto.
Inoltre faccio notare che “porco” o “maiale” al maschile hanno una eccezione ben più negativa di “porca” o “maiala” al femminile che invece indica un greve, volgare apprezzamento. In questo caso possono risultare entrambe le versioni offensive ma quella maschile ha un tono più grave.
Infine indico: “frocio”, “culattone”, “marchettaro” e tanti altri termini che si riferiscono solo ed esclusivamente a maschi e non hanno un corrispettivo femminile (“lesbica” non è offensivo) e sono offese che possono essere rivolte a qualcuno indipendentemente dall’orientamento sessuale purché maschio.
@la deriva dei continenti , si, grazie per la precisazione (sono stata precipitosa nel leggere..)ciao
Mi sembra manchi: figone (citando Gaber!)
Gnocca è solitamente utilizzato come complimento (maschilista, discutibile, irritante, sessista, ma certo non una parolaccia). Al “sei una gnocca”, molte donne ringrazierebbero. Mi sfugge anche tipa, solitamente usata, come tipo, in forma neutrale.
Aggiungo una cosa fondamentale. Cioè che non è così semplice tracciare un rapporto tra una lingua e la psicologia di chi usa quella stessa lingua. Ci sono stati dei tentativi in questa direzione nel XIX secolo (Humboldt su tutti) e sì è capito che è una strada non percorribile. La lingua segue regole che la cultura e la psicologia di una nazione, di un popolo, non seguono. Inutile insistere su questo punto, sarebbe sterile e ci sono tantissimi studi di linguistica a dimostrarlo. Ma anche il semplice fatto che una considerazione del genere implicherebbe il fatto che tutte le nazioni che hanno lo spagnolo come prima lingua, e sono tantissime, avrebbero le stesse caratteristiche culturali/psicologiche. Mi riferisco anche ai commenti de @La deriva dei continenti che cascano nello stesso errore.
sì Fudojihen, interessante ciò che dici
Donnone ha anche “omone”..”omaccione” come corrispettivo maschile
e “carina”o “carino” in effetti non si capisce cosa ci sta a fare lì, non è offensivo a meno che non sia detto con una inflessione derisoria o rabbiosa ma qui conta il tono di voce e l’intento di chi pronuncia la parola (es. “Stammi un po’ a sentire carino/a…” detto con rabbia)..lo stesso discorso vale per lesbica..non è un insulto a meno che un omofobo non lo usi come tale.
“convivente” in effetti è assurdo in questa lista
Direi che ci sono tutti! Sì,tardona l’hai inserito.
Aggiungete questo: “vittime”
@Fudojihen “implicherebbe il fatto che tutte le nazioni che hanno lo spagnolo come prima lingua, e sono tantissime, avrebbero le stesse caratteristiche culturali/psicologichema” nessuno qui fa un ragionamento tanto distorto! E un ragionamento al contrario, chiaro! Citi studi di linguistica, ma pensa a quelli sulle molte parole che gli eschimesi hanno per indicare la neve e i polinesiani per indicare il mare… Ogni universo linguistico si sviluppa in un dato universo socio-culturale e ne riflette le specificitá. E infatti non c’e’ uno spagnolo: lo spagnolo parlato in Costa-Rica é ben diverso da quello iberico, quello cubano ecc.. Poi la parola psicologia l’hai tirata fuori tu: societá, cultura e psicologia non sono parole interscambiabili in questo contesto. Ma finiamola qua che siamo in off topic.
Comunque Deriva, il tuo primo commento mi ha ricordato che in olandese in tutte quelle espressioni in cui noi diciamo “di merda” loro dicono figa-kut: kutweer (tempo di merda), kutland (paese di merda), kutauto (macchina di merda), kutwijf (stronza), kutmens (stronzo asessuato), persino kutkind (bambino di merda, o per coerenza: stronzetto).
Non so bene che conclusioni trarne.
Le parole “cultura” e “psicologia” non sono interscambiabili, per quello le ho citate entrambe. Perché ritengo che ci si sta riferendo sia agli aspetti culturali che a quelli psicologici di una nazione.
Il mio voleva essere un invito alla cautela, perché so che la tentazione di tracciare rapporti diretti tra tra lingua e aspetti psicologici/culturali di una nazione è forte ma spesso fuorviante.
Comunque non credo che siamo andati off-topic perché è proprio di questo che si sta discutendo qui.
Manca “Vaiassa” 😦
Dai commenti si evince proprio che il problema non è solo lessicale ma culturale. Avete ragione tutti a dire “questo termine si, quello no” ma evidentemente alcune parole hanno o avevano un’accezione negativa secondo le intenzione del parlante. Convivente e’ stato sdoganato negli ultimi 20 anni, ancora negli anni ’70 era considerato alla stregua di mantenuta o donna poco “seria”. Altri termini arcaici o semi dialettali hanno perso comprensibilità ed efficacia, ciò non toglie fossero insulti.
@Mammamasterdam non so se ho capito bene, stai dicendo che in olandese usano la parola “figa” più o meno nello stesso modo in cui noi usiamo la parola “merda”?
Ma Bbona non e’ un insulto…
Manca ISTERICA, lo dico per esperienza! Ogni volta che non si sa come rispondere a un’accusa mi tirano dietro un (zitella) isterica. E preciso: per gli uomini non si usa, al massimo gli si dà della “checca isterica”, ma quello è un altro problema ancora.
p.s. concordo con la lista di termini di Fudōjihen 不動事変… bisogna rivederla e compararla con i maschili e, successivamente, con le altre lingue
@Mammamsterdam, perchè ” comunque”? 🙂 non mettevo in contrapposizione l’olandese all’italiano. Come ho chiarito a luci, era solo un esempio rovesciato su un’altra lingua. Non c’era nessun giudizio, Lo chiarisco ancora: non era un esempio che voleva far passare l’ olandese per virtuoso, avrei potuto prendere l’insulto “mucca stupida”, “vitello stupido” o “straccio di paglia” collegandolo al fatto che è un paese in larga parte rurale.
…aggiungo all’elenco un termine forse dialettale o gergale che usa sempre il mio capo per sminuire l’interlocutrice: sgallettata
Per pareggiare il conto basterebbe elencare tutti i nomignoli con cui si etichetta un omosessuale…
Apropos, anni fa quando avevo i capelli lunghi, ricci e pesavo diecichili meno mi hanno gridato “Figa!” (distanza ca. trentametri). Nel mio caso è un insulto o un complimento?
@Emanuela Abbatecola Se al ” sei una gnocca” detto come complimento da un uomo molte donne ringrazierebbero quale è il clima culturale secondo lei?
dipende da chi dice “sei una gnocca” (o similari) e in quale circostanze e dal grado di intimità e confidenza che c’è
Manca “A” come ACIDA. Al maschile non si usa mai; la donna acida in Italia e’ spesso (sull’avverbio da me usato ci sara’ da ridire; potremmo dire) una donna che riponde verbalmente ad un uomo con tono scocciato e/o di sufficienza. O semplicente chi magari contesta un’offesa sessista travestita da burla.
Si potrebbe aggiungere anche “Milf” / “Milfona” per indicare donne adulte alla ricerca di unaltra riconquistata identità sessuale, in cerca di giovani prede maschili prestanti. Solo se considerate “gnocca”, “figa” e quant’altro volgare ma non dispregiativo.
Secondo me l’errore di fondo di tali pseudo ricerche sono le premesse: perche’ un insulto rivolto all’intelligenza, al mestiere, alla posizione sociale dovrebbe essere indice di apertura mentale rispetto ad un insulto che fa leva sul sesso? Un insulto e’ un insulto, a meno che non chiami in causa una categoria/gruppo/razza e diventi quindi implicitamente portatore di significati piu’ profondi.
Anche così a occhio mi pare sia una lista piena di termini che non ci stanno proprio, figuriamoci “prova schiacciante”, ma de che?
“Mantenuta”? Suvvìa…
@almotasimFiga di gomma, figa di legno e bruttona non hanno a che fare con il sesso e la bruttezza?
@La deriva dei continenti L’olanda e’ l’unico paese al mondo dove fare la puttana e’ un mestiere. Nel resto del mondo e’ illegale e la parola e’ un insulto e in Italia probabilmente dipende se vai alle cene eleganti di Berlusconi o meno.
Quando le donne saranno identiche ai maschi (e manca pochissimo, davvero pochissimo), questi straordinari bagagli lessicali spariranno del tutto. Le offese si ridurranno a un bivio, peraltro già esistente, del quale si rinvenirebbero in due secondi tracce tangibili se solo si mettesse il naso fuori dalla porta.
I giovani tra i 14 e 15 anni hanno già raggiunto la tanto auspicata androginia sostanziale: i maschi si depilano ovunque, si pettinano in modi orribili, si regolano le sopracciglia e si vestono attillati con Converse o scarpe da rapper; le donne si depilano ovunque, si pettinano in modi orribili, si regolano le sopracciglia e usano leggins jeansati attillati e semi trasparenti con Converse o scarpe da rapper.
Si salutano da un lato all’altro della strada esponendo il dito medio: le ragazze hanno smesso di essere femminili, gli uomini di essere virili.
Si insultano con “Stronzo!” e “Stronza!”, “Sfigato” e “Sfigata”, “Testa di cazzo” e “Testa di cazzo”, “Coglione” e “Cogliona”. Se per caso rivolgono insulti “sessisti”, ciò avviene quasi esclusivamente nei confronti delle loro madri, o delle donne più mature.
Le donne devono essere diverse dagli uomini, e gli uomini dalle donne. Devono avere uguale stipendio, uguale dignità e uguale trattamento dinnanzi alla legge. Per il resto devono essere diversi. E per biologica inclinazione alla vita, fino a qualche anno fa (quando l’Italia era molto più acculturata del cesso analfabeta divenuto oggi), era riuscita ad emanciparsi senza abdicare alla propria natura. Un fuoco di paglia.
Ora la donna ha perso la propria femminilità, acquisendo la brutalità e l’ansia da competizione tipicamente maschili. Esibendole come una conquista, magari imbracciando un IMI Uzi in qualche trincea.
Gli sguardi d’amore, nel frattempo, si sono definitivamente persi da entrambe le parti. Evidentemente è il prezzo dell’uguaglianza.
Bile, fatti una risata……….
– Un uomo sta guidando su una tortuosa e stretta strada di montagna.
Una donna guida sulla stessa strada ma in senso inverso. Nel momento
in cui si incrociano, la donna apre il finestrino dell’auto e
grida: “Maialeee!!!”
L’uomo, immediatamente, apre il proprio finestrino e risponde:
“Puttanaaa!!!”
Ognuno di loro continua per la propria strada e, appena l’uomo gira
il tornante successivo va a sbattere contro un grosso maiale al
centro della strada.
——————————–
ah! ah! quando si dice “la differenza!” Luzi hai guardato la luna e non il dito!
Segnalo “donna pubblica” – che ha un significato diverso da “uomo pubblico” E direi anche “donna di vita”.
@ BileOnAir
Forse non dovrei commentare, ma le cose che scrivi e che pensi a proposito di donne e uomini, di natura e biologia, mi paiono così sbagliate, che penso sia comunque utile dirtelo. Non so se ti rendi conto di quanto sessismo c’è nel tuo commento, per non parlare dell’idea che qualcuno debba essere in un certo modo per forza, che è un’idea sia assurda che malvagia.
Come rispondere a parole come queste (che ci possono offendere) per renderle innocue e poterle contenere?non certo censurando e cadere nella trappola di limitare la libera espressione di parola..sto pensando a come la parola: “convivente” riferito a una donna fosse offensivo fino a poco tempo fa e come oggi sia una parola sdoganata che ha perso l’efficacia dell’insulto..come si può agire su queste parole “fuori controllo” e dar loro significati che vadano ad agire contro la stessa violenza che le ha prodotte? Mah!
Non so se “convivente” riferito ad una donna sia mai stato un epiteto offensivo ma mi sembra chiaro che l’ambiente culturale di appartenenza o di provenienza faccia percepire come offensive parole che nella realtà del linguaggio (pigliamo un vocabolario per favore) non lo sono. Ad esempio “figa” non so in quale ambiente abbia una connotazione negativa (e poi quale sarebbe la natura di questa connotazione nessuno ce lo dice); e per tacere di “anoressica” e “bulimica” che ci fanno piombare nella più vacua e demenziale delle subculture dove invero qualsiasi parola può diventare un insulto se a percepirne il supposto significato spregiativo è un demente. Ecco, non capisco allora se Till stia compilando un elenco di “demenze” o abbia solo bisogno di gonfiare i numeri, perché se così fosse anche “ruby” o “cicciolina” possono essere percepiti come insulti. In altre parole mi chiedo se Till sia uscito di senno, esattamente come la maggior parte delle neo-fem che in questi anni hanno insistito sul vacuo nel tentativo di denunciare problemi di enorme complessità e gravità (di fatto banalizzandoli). Così la barzelletta sul maiale ci dava la misura dell’aggressività che respiriamo nel quotidiano. Ma non è che se la ribaltiamo con un “Vacca!”, pronunciato da un uomo come avviso urlato da un finestrino d’auto in corsa, la donna che risponderà “Porcomaiale!”, o rimanesse attonita non spiegandosi il perché di tale immotivata aggressione, non andrà a sbattere contro l’animale.
per Till: segnalo “mestruata” che sento talvolta dire come offesa. “Quella lì è mestruata” per indicare una donna agitata, arrabbiata o nevrotica. Alla fine dei due lunghissimi elenchi, aboliamo tutte le offese, sia quelle al femminile che al maschile? Che ne dite di rispetto dell’altro, invece di paura? Alla fine, offendiamo ciò che non capiamo o che temiamo… 😉
#…# Ti rispondo solo per educazione.
Hai cannato clamorosamente, proprio come nel post sul “Femminicidio”. Peraltro Ceronetti ha scritto le stesse cose, qualche giorno dopo, sul Fatto. E Ceronetti, permettimi, ne sa un po’ più di te e me.
Sì, sono sessista. Uomo e donna devono essere diversi in tutto, fuorché di fronte alle istituzioni. L’uomo deve essere maschilista (nel senso di preservare le proprie caratteristiche innate) e la donna femminista (nel senso di preservare le proprie caratteristiche innate).
Accettarsi nella diversità, e anzi dalla diversità scatenare il caos che tutto genera, dev’essere la via da seguire per l’Umanità.
La prassi persevera sempre più a relegare il diverso, il difforme, il non – omologato. I difetti non si comprendono: vanno modificati; i nasi non vanno bene: vanno corretti; la calvizie non va assimilata: urge il trapianto.
Il sessismo è l’unico argine contro questa orribile voglia di uniformità.
Voi tenetevi l’uomo che corteggia su Whatsup e la donna in ballerine fucsia. Io preferisco vivere, e veder vivere i pochi esseri umani rimasti sulla terra. Malvagi come me.
P.S. Ceronetti ha scritto le stesse cose mie. Giusto per chiarire. Un saluto dall’Ade.
@ BileOnAir
beh scusa, io dico che dici cose sessiste, tu mi rispondi che sì, sei un sessista: allora dov’è che sbaglio? 🙂
Poi tu stesso scrivi di accettarsi nella diversità, che è il contrario del sessismo. Qua c’è una contraddizione grossa come una casa.
Di solito non capisco subito le barzellette, (mi sforzo di trovarci qualcosa di intelligente..ironico.. che non c’è quasi mai)), ma quella del maiale, nel contesto dei commenti e in risposta a Bile On Air da parte di Luzi, credevo proprio di averla capita nel modo giusto..e mi aveva fatto ridere di gusto.., interpretandola in tutt’altro modo ( complesso e ironico e anche femminista!) ci sono rimasta malissimo nel sentire che : @luzi “la barzelletta sul maiale ci da la misura dell’aggresività che respiriamo nel quotidiano!” che banalità! ovviamente per l’ennesima volta non l’ho capita nella sua scadente verità..
E si può aggiungere che anche”bastardo” è un insulto alla donna ..
Non è affatto una contraddizione. Non arrampicarti.
La contraddizione grossa come una casa (cit.) è la tua: “l’idea che qualcuno debba essere in un certo modo per forza” riferita a quanto scrivo io, è pura incapacità di lettura. Tecnica, proprio.
Tra le varie voci consultabili, non ho trovato tracce di corrisponenza fra la mia concezione di sessismo e quella decretata dai dizionari, se non in un punto, ovvero l’attribuzione di certe qualità a seconda del sesso.
Fondamentalmente, per me il sessismo si espleta nella volontà, forte e radicata, di rigettare con schifo chiunque propali l’uniformità di genere. Non solo accettare la diversità fra uomo e donna, ma, al contrario, fomentarla il più possibile. Per garantire la Creazione. Non è un caso se, nelle società più “progredite” e “avanzate”, dove il modello maschile è stato assimilato dal genere femminile e viceversa, ci sia una decrescita demografica lieve ma costante, come uno stillicidio destinato a farsi oceanico. La crisi non c’entra niente, giacché è noto a tutti come il boom demografico si sia sempre, storicamente, determinato nelle aree geografiche più povere e nei momenti più tetri e violenti della Storia umana. E’ solo un problema di standardizzazione, e, come la rincorsa al rimedio alla Torre di Babele, è una tappa evolutiva che un giorno porterà alla scomparsa del genere umano. Alla quale è poco sensato opporsi. Da par mio, quindi, preferisco cristallizzare al massimo quello che c’è da conservare.
C’è una scena, in un racconto di Bukowski, dove in una fabbrica che produce imballaggi il protagonista vede lavorare un gruppo di messicane: con un fiocco colorato fra i capelli. Nello stesso contesto lavorativo, gli uomini divenivano bestie frustrate pronte a uccidere, mentre le donne trovavano comunque il modo di ritagliarsi uno spazio per sé.
Questo è il senso di tutto. Siamo diversi, dobbiamo accettare il sessismo, il sessismo è diversità, dobbiamo essere sessisti.
Ancora non mi capacito di come possa vederci una contraddizione. Penso giusto per fare il bastian contrario, come nel caso della querelle – femminicidio. A proposito, non prendertela. Magari scrivi a Ceronetti quello che hai scritto a me. 😉
Mah, non ho un indirizzo per scrivere a Ceronetti, poi ho cercato l’articolo, ma non l’ho trovato. A parte questo, il tuo sillogismo finale ( non ho studiato logica ) non regge ( variazione sul tema: siamo diversi, dobbiamo accettare il razzismo, il razzismo è diversità, dobbiamo essere razzisti ): il sessismo *non* è diversità. Poi anche fosse, non c’è nessuna regola morale per giustificare l’accettazione dello stato di cose esistenti come giusto di per sé, dunque anche sul piano morale il sessismo lo dovresti giustificare con altri motivi, cosa che in parte hai fatto in vari tuoi commenti ( tutte giustificazioni che non condivido, ma lo sapevamo ). La contraddizione però ( e questa è oggettiva ), sta nel fatto che se dobbiamo accettare le nostre diversità, dobbiamo per forza respingere il sessismo, dal momento che afferma che i maschi e le femmine hanno delle qualità in base al sesso. Oppure le diversità si fermano solo al livello che piace ai sessisti? Diversi tra maschi, femmine, trans, ma anche tra maschi, tra femmine, tra trans, e così via. Anche a me piace Bukowski.
Il sessismo ha sfumature più complesse del razzismo, è inutile fare paragoni sulla base di una somiglianza meramente fonetica per portare acqua al proprio mulino. E comunque la medicina sportiva ha decretato come effettivamente i caucasici abbiano una struttura muscolare diversa rispetto a quella degli africani. Mi pare un fatto. Razzismo è predicare la superiorità di una razza su un’altra. Ma le razze esistono. Esistono quelle dei cani e dei gatti, esistono anche le razze umane, che, un tempo assai più numerose, si stanno progressivamente assimilando l’una all’altra come i broiler che in USA sono rimasti l’unica razza di pollo allevata a livello industriale. Non c’è niente di male nell’esistenza di razze diverse.
Mi pare sia comunemente accettato dalla comunità scientifica il fatto che uomo e donna siano biologicamente e psicologicamente diversi. Non capisco perché, anziché tenerci le nostre meravigliose differenze, dobbiamo auspicare che i generi si assimilino. Proprio non lo capisco.
Se il sessismo afferma la diversità (perché se afferma che x è connotato in un modo e xy in un altro, afferma una diversità, o no?) di genere che deriva dall’essere biologicamente uomo o donna, in questo senso sono sessista. La stessa esistenza di persone che si sentono estranee nel loro corpo femminile/maschile, e decidono di cambiare sesso o semplicemente di vestirsi e comportarsi da donne/uomini dimostra che la psiche umana è indissolubilmente legata alla biodiversità contraddistinta dall’uno e dall’altro genere. Se uomo e donna fossero uguali, nessuno si sentirebbe intrinsecamente estraneo alla propria fisicità, al proprio genere cui la natura l’ha relegato/a. O no?
Meno male, almeno qualcosa di buono ce l’hai :). Comunque l’articolo di Ceronetti è uscito solo sul cartaceo.
@ BileOnAir
Il razzismo in ambito scientifico è stato abbandonato ( se trovi una fonte diversa dimmelo ), ci sono troppe differenze per stabilire i confini netti a livello genetico che facevano parlare di razze per la specie umana. Poi certo, di per sé se le razze esistessero non giustificherebbe alcuna discriminazione. Ad esempio dagli anni ’70 si parla di anti-specismo, insieme di teorie che punta alla liberazione animale dallo sfruttamento e dalla loro uccisione per gli scopi umani. Per il sessismo, mi pare che dobbiamo intenderci sul termine e sull’accezione. Io non dico che donne e uomini sono uguali ( a proposito ti consiglio “Donne e uomini” di Raffaella Rumiati, per me è molto istruttivo ). Ma il sessismo è un’altra cosa. E tu mi pare che lo esplichi in maniera prescrittiva. Da una parte dici siamo diversi, e da un’altra dici che dobbiamo essere in un certo modo, proprio in virtù della nostra diversità. Ma fattori biologici e ambientali sono così vari tra individui che ciò che dici è assurdo. Non si parla di uniformità di genere, si dice semplicemente che ognuno fa storia a sé, che tutte le differenze che possiamo trovare dal punto di vista biologico non dicono nulla su come dobbiamo vivere e organizzarci.
non solo in italiano..
Come suona razza superiore “Schlampe”, “Blöde Sau”, come è intelligente “Bitch”, “Putain”, e vedere la donna italiana partigiana di “miracolo a sant’anna” che non vede l’ora di andare con il primo soldato americano nero che incontra, non importa quale, basta che sia…
Cosa non si fa pur di poter dire “l’Italia è un paese arretrato”!!!
Che articolo razzista.
Il peggiore insulto che esiste verso una persona in inglese è “cunt”, da “cunnus”. Per renderlo ancora peggiore si può aggiungere un “fucking”. Per dire “stronzo”, sempre in inglese, si dice “bitch”. E come in italiano si insulta il prossimo dandogli del “son of a bitch”. Analogamente allo ” hijo de puta” spagnolo.
In francese, si usa “putain” quando si è arrabbiati, in Polonia “kórwa”, che significa lo stesso.
L’Italia è senz’altro un paese arretrato, ma forse qua si sta confondendo la numerosità delle varianti dialettali, che arricchiscono la nostra lingua, con un problema più vasto. Forse bisognerebbe concentrarsi per capire perché gli insulti abbiano una matrice sessualizzata.
Io non sono per niente d’accordo sul tema dell’arretratezza dell’italia. Secondo quale canone un paese è più avanzato? Al nord le donne lavorano di più ma i tasso dei femminicidi è molto più alto (ah, già, questo dato non viene mai riportato, fa male alla lotta dei denigratori di professione, l’italia è penultima della classifica dei femminicidi, meglio di noi solo la Grecia). Per non parlare dello sfruttamento della prostituzione, gli infanticidi, la pedofilia o la chimica di stato (quella che fino al ’79 sterilizzava i non sani di mente in svezia, quarant’anni dopo la germania nazista). È purissima propaganda razzista: non c’è alcun motivo, nè dato reale per definire uno stato o una zona migliore di un’altra. E ancora più patetico farlo cercando di minare la base culturale, stabile e definita, di una cultura, di una società, di una civiltà come quella italiana. Associare l’arretratezza culturale alle componenti della lingua italiana è quasi un delitto, i cui mandanti vengono dalle società progressiste/miglioriste (a forza di eugenetica culturale e non e selezione dei comportamenti) del nord. Il fatto che il killer non riceva neanche un compenso, ma lo faccia di sua spontanea volontà è fatto di cui preoccuparsi…
mah… a me sembra un articolo che non sta in piedi nemmeno con il cemento armato. molti termini inclusi nell’elenco hanno un corrispettivo maschile e quindi andrebbero tolti (troia = porco), altri non sono insulti ma apprezzamenti volgari (figa, gnocca, manza), altri ancora non hanno praticamente alcun senso (chi, nel 2013, insulta una donna chiamandola maliarda) e sembrano inseriti solo per allungare il listone.
l’insulto è una cosa seria e questo signore lo trasforma in burletta adducendo, per il poco che si legge, scuse ridicole.
anche il punto di partenza mi sembra o inconsistente o, nel migliore dei casi, spiegato male che peggio non si poteva.
attribuire l’arretratezza dell’italia anche agli insulti usati mi pare intellettualmente disonesto.
Non sono nell’elenco: Squinzia e Scorfano; il secondo negli anni ’60/’70 andava forte.
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Tutto terribile,la cosa piu’bella,la sessualita’,ridotta innpoltiglia da simili termini.Donne quotidianamentevoffese,ne sono stata vittima,ci sonobrimasta da schifo.Ma non si.potrebberontrovare termini.piu’bellini per la donna?,Sono costernatalo
Brava!! Io sono brasiliana e ho osservato spesso questa situazione.. anche con il mio ragazzo. E lui mi dice che in italia e cosi… ma che cazz e??? In brasile questo tipo di atteggiamento è bruttissimo! Io non riesco a credere che questo sia vero 🤔
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“lesbica” e “femminista” non sono insulti e non devono essere usati come tali, soprattutto il primo