Fra i politici Renzi è quello che indulge più di tutti all’uso di figure retoriche, con una inclinazione speciale per le cosiddette figure di parola, quelle cioè che lavorano sul suono, sul significante più che sul significato (anche se ovviamente hanno ripercussioni anche sul significato): allitterazioni, anafore, chiasmi, figure etimologiche, paronomasie, ripetizioni, e altro. Perché lo fa? Continua a leggere
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