In luglio avevo scritto un articolo (qui e sul Fatto Quotidiano) sui rischi che Matteo Renzi corre quando esagera, come spesso fa, con le cosiddette “figure di parola”, che sono le figure retoriche che lavorano sul suono, sul significante più che sul significato (anche se ovviamente hanno ripercussioni anche sul significato): allitterazioni, anafore, chiasmi, figure etimologiche, paronomasie, ripetizioni, rime e altro. Perché lo fa? Perché le figure di parola sono adatte a essere riprese dai media come titoli e si trasformano meglio di altre in slogan facili da ricordare. Il problema fondamentale, quando un politico esagera con le figure di parola, è Continua a leggere
Un blog per studiare fare disfare comunicazione
di Giovanna CosenzaIn libreria e on line
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