La televisione è un mezzo obsoleto, si dice. Buona per gli adulti e gli anziani, non per i giovani, si ripete. Men che meno per gli adolescenti, si incalza. Mah. La ricerca “Stili di vita online e offline degli adolescenti in Emilia-Romagna”, condotta dal Corecom Emilia-Romagna (che presiedo da luglio 2013) e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, mostra una situazione diversa. La ricerca è stata svolta nel primo semestre del 2013 e ha coinvolto un campione rappresentativo di ragazzi e ragazze di tutte le province del territorio emiliano-romagnolo (Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Modena, Piacenza, Parma, Ravenna, Reggio-Emilia, Rimini), che hanno risposto in modo anonimo a un questionario distribuito online durante le ore di lezione. Il campione era composto da:
- 1000 adolescenti delle classi seconde delle secondarie di primo grado (una volta si chiamava “seconda media”);
- 2000 adolescenti delle classi seconde delle secondarie di secondo grado (la “seconda superiore” di licei, istituti tecnici, istituti professionali).
La tabella riassuntiva che segue mette a confronto le percentuali di tempo che gli adolescenti hanno dichiarato di passare davanti alla televisione e navigando su internet. E se questo accade in Emilia-Romagna, regione benestante e meglio connessa a internet di altre… Lascio a te ogni considerazione (clic per ingrandire):
Trovi una sintesi dei risultati della ricerca sul sito del Corecom Emilia-Romagna.
L’ha ribloggato su pepp8.
Giovedì 18 settembre, lei riportava un pezzo di Till Neuburg nel quale dice che “l’Italia è ormai da tempo l’unico paese dove gli investimenti pubblicitari nella tv superano ancora il 50% (i motivi di questa deriva gerontocratica non sono difficili da capire”.
Lo studio che ci propone oggi sembra dire che non sia una deriva data da manager paleolitici ma più probabilmente un cercare un’audience dove si sa di trovarla, no?
Un consumo televisivo decisamente non “obsoleto” nè scarso! Non mi sorprende, forse questi risultati si devono alla maggiore “ritualità” del consumo televisivo (determinate ore, pranzi in famiglia, ect.)
La professoressa Lorusso ha citato questo articolo stamattina a lezione 🙂
Sarebbe interessante avere un confronto con 20 anni fa. A naso sembra che internet si sia affiancata alla televisione, non sostituita. In ogni caso penso che un poco la presenza davanti alla TV sia stata scalfita.
Altro dato fondamentale è con cosa si è in rete. Se con smartphone e tablet, l’uso di internet è essenzialmente passivo o di svago. Se da pc/notebook potrebbe anche essere per studio. I vari mezzi usati per essere in rete vanno differenziati.
Ehi, ilcomizietto, non ho capito che differenza fa svolazzare sul web con pc, tablet o smartphone, svolazzare o leggere questo blog, o wiki, o il programma di sala si un concerto, o meglio, spararsi tutto il Parsifal con Sinopoli su Youtube o un Fellucia Blow su YouPorn…