Lo spot “Huggies bimba e Huggies bimbo. Per un asciutto su misura”, trasmesso sulle reti RAI e Mediaset dall’inizio di giugno, ha già suscitato molte polemiche in rete, e nei giorni scorsi l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha emesso una “ingiunzione di desistenza per la violazione degli art. 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) e 11 (Bambini e adolescenti) del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Massimo Guastini, Presidente dell’Art Directors Club Italiano, copywriter e partner di CookiesAdv, ha ricostruito la copy strategy che può aver condotto Huggies (e l’agenzia con cui ha lavorato) a ideare una campagna del genere. Della serie: come gli viene in mente? Nelle parole di Guastini (che condivido in pieno):
«Ho scritto una copy strategy (a posteriori) sulla base degli elementi da comunicare strettamente inerenti al prodotto. La sintesi estrema che avrei passato a un reparto creativo:
1. Cosa vogliamo che le consumatrici e i consumatori pensino
Huggies è il solo pannolino che tiene asciutti al meglio i bambini.2. Qual è il fatto chiave da comunicare perché pensino questo
I maschi e le femmine fanno la pipì in modo diverso. Perciò hanno bisogno di pannolini diversi.3. Cosa c’è nel prodotto che rende credibile il fatto chiave
Huggies offre pannolini diversi per maschi e femmine, che catturano la pipì proprio dove la fanno le bambine e dove la fanno i bambini.Sin qui tutto bene.
È bello proteggere i bambini e pensare al loro benessere.
Ma non vedo la necessità di sostenere, non si sa in nome di quali competenze particolari, che le bambine e i bambini sono differenti anche perché:
- mentre lei penserà a farsi bella, lui giocherà a calcio,
- mentre lei penserà alla maternità, lui sognerà di fare l’aviatore,
- quando lei “si farà correre dietro” (solo dalla mamma o si allude ad altro?), lui, il maschietto, sarà ancora un mammone, perché sempre della mamma (con sua evidente soddisfazione) andrà in cerca.
Complessivamente questo spot assimila diversità anatomiche innegabili a differenze che non sono né anatomiche né genetiche, e per di più sono del tutto irrilevanti rispetto alla funzione dei pannolini.
Era l’unico modo per spingere un prodotto che, di suo, potrebbe anche essere utile ed efficace? Ovviamente no. Ma l’azienda ha scelto questo modo.
Questo spot alimenta stereotipi e pregiudizi che non rendono rosee le prospettive della piccola, anche se le terranno asciutto il sederino per qualche tempo. E a ben pensarci anche il futuro del piccolo è discutibile, visto che si allude al fatto che possa rimanere incapace di separarsi dalla mamma anche in età adulta.» Massimo Guastini
Come nasce? Dalla voglia di far soldi imbrogliando la gente! Ricordi la vecchia pubblicità che diceva che avevano messo il potere assorbente più avanti per i maschietti e più al centro per le femminucce? Che baggianata! E chissà quanto costano quei pannolini?
Non è una brutta pubblicità: è proprio agghiacciante. Di una stupidità e di una superficialità tali da lasciare senza parole. Sembra partorita da un cervello senza neuroni. Povere noi. Povere donne.
Penso (o forse spero) che abbiano realizzato questa pubblicità volutamente discriminante apposta per far parlare del marchio Huggies (secondo il vecchio principio: se ne parli bene o male, purché se ne parli)
Huggies è solo un apripista. Le sue bimbe e i suoi bimbi, diventando grandi potranno trovare i bidet differenziati per femmine e per maschi, installare in bagno l’orinatoio a parete e quello a pavimento, avere carta igienica differenziata per quelli senza emorroidi e con (e, ovviamente, le emorroidi maschili sono diverse dalle femminili), trovare finalmente specchi specializzati per donne e per uomini calvi…e mi limito al bagno. Insomma un mondo inatteso che si apre finalmente ai creativi e alle imprese. Poi arriveranno quelli dell’isis e mozzeranno le teste vuote, ma con coltellacci diversi per maschi e per femmine.
Ma state scherzando? Se avete qualche figlio in casa magari un maschio e una femmina vedete che questo spot rappresenta semplicemente la realtà! Non è affatto discriminante! Sono ben altri gli spot da non mandare in onda.
questo il mio commento.. http://www.thetalkingvillage.it/blog/2015/06/17/il-caso-huggies-bimbo-bimba-e-perche-e-perfettamente-inutile-parlare-di-sessismo/
Avevo notato anch’io il testo parlato di questa pubblicità e innorridisco ancora una volta per la stupidità dilagante di chi permette l’uscita di tali messaggi. Eppure dopo tante battaglie siamo ancora a questi stereotipi stantii e umilianti sia per l’uomo che per la donna!!! Siamo anatomicamente diversi, e questo non lo nega nessuno, ma la mente e l’anima non può essere incanalata in concetti vuoti e degradanti. Altro che sporcare di feci questi pannoloni, bisognerebbe usare la faccia di chi ha pensato questo per pulire i nostri bambini!!
Davide, ho due nipoti magnifici, un bimbo di 8 anni e una bambina di 3. E’ vero hanno gusti e atteggiamenti diversi, è molto evidente. Ma questo non significa che Emma non sia avventurosa o Davide tenero, mi sembrano stupidaggini, idiozie per non dire al limite del rispetto delle proprie individualità. Io da donna ho spesso un comportamento decisionale ma non per questo mi considero dell’altro sesso…spero di aver aperto un varco nelle tue convinzioni. Ciao
Tralasciando (per pietà dei miei nervi) l’orrore generalizzato di questa pubblicità, due cose mi fanno davvero rabbrividire:
1) assegnare stereotipi di genere, con tutti i sottitentesi sessuali che una mente adulta non può non associarvi, a bambini poco più che neonati i quali non dovrebbero essere associati con nulla di anche solo lontanamente sessuale;
2) la sensazione di “naturalità”: questa pubblicità sembra dire “così come è naturale fare i bisogni, così è naturale che la bambina farà questo e quest’altro ed il bambino farà quello e quell’altro”, il che è terrificante; ma ehi! siamo il Paese che salutò il lancio della Cristoforetti con commenti sui social come “ecco chi farà il bucato nello spazio”. Quindi immagino che in molti si riconosceranno in questo spot.
Accordo pieno con gaia, non solo, le cose che lei nota dovrebbero essere seguite anche nel dialogo quotidiano con i bambini oltre che nella pubblicità.
Brrr
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