
Un paio di mesi fa ho deciso di parlare di maternità, anche se non sono una “mamma naturale”. E anche se difficilmente parlo in pubblico del mio privato. Ho voluto farlo per questi motivi.
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Caro Marino, ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con te negli ultimi anni. Ricorderò sempre i nostri brain storming, la tua lungimiranza, le tue associazioni di idee, a volte un po’ pazze e fin troppo libere, ma sempre pertinenti, per chi voleva davvero capirle. Da alcuni nostri incontri – con te, Andrea Zanotti e Antonio Danieli – è nata quell’Intelligenza di esserci, che subito è diventato il payoff di Fondazione Golinelli, insieme alla sua versione inglese Be Intelligent, Be There. Fino all’ultimo mi hai ripetuto quanto ti piacesse e quanto tu profondamente ti riconoscessi in quell’intelligenza di esserci. “Esserci, esserci…”, ripetevi sorridendo, arguto e sornione. Esserci. Ci sei stato, ci sei e sempre ci sarai, caro Marino. Sono orgogliosa e felice di averti accompagnato anch’io, per un pezzetto della tua lunghissima vita, in quel tuo “esserci”. Ci sei e sempre ci sarai, Marino, al fianco di tutti noi che, tutti i giorni senza stancarci, stiamo e viviamo con i più giovani sempre cercando, minuto dopo minuto, di ascoltarli, caricarli, capirli, rispettarli, accompagnarli. Ciao, ti vogliamo bene.
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Giovedì è uscito il mio libro Cerchi di capire, prof. Un dialogo tra generazioni, in cui ho raccolto e commentato le storie, le relazioni, le testimonianze più rappresentative di vent’anni di docenza universitaria, mescolando finzione e realtà in modo da mettere in scena tipi umani e non individui, fenomeni sociali e non situazioni particolari. Come tante volte mi è accaduto negli anni, mi sono arrivati subito altri spunti, da parte di ex studenti e studentesse che desiderano contribuire al dialogo fra generazioni che da sempre cerco di stimolare. Mi scrive Lodovica (nome fittizio): Continua a leggere
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È questo il titolo della conferenza che il 20 febbraio scorso ho tenuto presso l’auditorium Enzo Biagi della Biblioteca Salaborsa di Bologna, nell’ambito della rassegna “Il lettino e la piazza. L’amore ai tempi di Internet” organizzata dal Centro Psicoanalitico di Bologna, assieme al docente e psicoanalista Nicolino Rossi (moderatore Walter Bruno). Qui il video dell’evento, che in tutto dura poco più di un’ora (la mia parte circa mezz’ora): Continua a leggere
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Sul numero dell’Espresso oggi in edicola, la copertina e molte pagine sono dedicate a Umberto Eco. Questo è il mio contributo:
Com’era Eco a lezione, nelle aule universitarie, con gli studenti? È stato il mio docente di riferimento in tutto – laurea, dottorato, post-dottorato – ed è per me difficile, oggi, condensare un’esperienza che è stata lunga, ricca, abbondante, addirittura strabordante (proprio com’era lui, in aula e fuori). Ci provo con tre parole: Continua a leggere
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Sbaglia chi pensa che Umberto Eco se ne sia andato. Il professore è vivo, è ancora con noi, è sempre con noi. C’è nelle migliaia, no, decine di migliaia di testi che ha prodotto e sono sparsi in tutte le lingue e in tutto il mondo: libri, articoli, video, audio, testimonianze, interviste, documenti, e chi più ne ha più ne metta. C’è nei milioni di lettori e lettrici dei suoi scritti: dai saggi più raffinati ai romanzi best seller, dagli interventi sui media agli scherzi, passatempi, giochini e giochetti con cui si divertiva a prenderci per il naso. C’è nelle biblioteche, nelle librerie, sui media. C’è su internet, diffuso e virale: metti “umberto eco” su Google e vedi. C’è in quel pezzetto Continua a leggere
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