Mi scrive Giuliana, a proposito dell’ultimo spot di Caffè Borghetti: «Cara Giovanna, navighiamo in un mare di volgarità, ma questo l’hai visto? O sono io esagerata?»
Così le ho risposto:
Lo spot non è originale, perché punta come sempre sulla bellezza di un corpo femminile e sul richiamo sessuale.
Ma rappresenta una scena di seduzione attiva da parte di una donna. Ed è retto da una microstruttura narrativa, in cui per giunta due ragazzotti hanno la faccia da fessacchiotti, mentre la ragazza ha la faccia furbissima.
Inoltre, per una volta abbiamo una sola donna e due uomini, dunque abbiamo scampato la situazione tipica inversa, che rimanda all’harem.
Quando ho qualche dubbio, faccio sempre la prova di commutazione e mi chiedo: ci potrebbe stare un uomo bellissimo al posto della ragazza ? In questo caso potrebbe. Infatti, di spot con ragazzi splendidi che fanno girare la testa alle passanti, ne abbiamo visti.
Insomma, il problema non è l’uso del corpo in sé: il corpo è importante per tutti e l’ammirazione per la bellezza non va demonizzata. Tuttavia, in un paese in cui quasi tutte le campagne abusano del corpo femminile, siamo talmente stanchi, talmente nauseati, che ormai qualunque esibizione di corpo e bellezza ci pare offensiva per chiunque quel corpo non ce l’abbia.
Certo, anche nel caso Borghetti ci sarebbe da fare il lungo discorso sull’omologazione del corpo perfetto che ancora una volta ci viene proposta: tutti con certe forme, certe proporzioni, capelli, bocche, sguardi. Anche i due ragazzi, a ben guardare, sono omologati, seppur meno della ragazza.
Ma nel complesso non trovo lo spot offensivo della dignità femminile, questo no.