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Ucraina: l’insostenibile leggerezza della guerra spettacolo

Venerdì sul Fatto Quotidiano è uscito un mio articolo su tutto ciò che ritengo insopportabile nel modo in cui i media – soprattutto la televisione, ma non solo – stanno trattando la guerra in Ucraina. In 6 punti: (1) l’eccitazione di chi parla in studio; (2) il commento musicale; (3) le immagini sfocate; (4) l’insistenza sui bei volti; (5) la rissa; (6) la ripetizione ossessiva. Continua a leggere.

Zelensky al Parlamento italiano: abile e spiazzante, ma anche stanco

Ieri sul Fatto quotidiano è uscito questo mio commento sul discorso che Zelensky ha tenuto al Parlamento italiano due giorni fa.

Il discorso che Volodymyr Zelensky ha tenuto di fronte al nostro Parlamento è stato abbastanza diverso dai precedenti in altri Paesi. Sullo sfondo delle somiglianze che ormai costituiscono la sua cifra stilistica, ci sono almeno un paio di differenze importanti. Comincio con la prima differenza, passo alle somiglianze e chiudo con la seconda diversità. Contiua a leggere.

Quando gli uomini e le donne che fanno politica usano i social media

Condivido anche qui un pezzo che è uscito sul Resto del Carlino il 30 novembre scorso. Avevo commentato l’incidento occorso a Erika Capasso, delegata a Quartieri e Immaginazione Civica del Comune di Bologna. Dopo avere postato sui social una storia con un’immagine tratta dalla pagina del movimento “Non una di meno”, aveva scoperto che conteneva una scritta offensiva per le forze dell’ordine. Puoi leggere il mio breve intervento qui di seguito.

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Caso Saman: le strumentalizzazioni spostano l’attenzione da ciò che importa davvero

Saman Abbas

Ieri è uscito sul Fatto Quotidiano un mio articolo sul caso di Saman e sulle sue strumentalizzazioni politico-mediatiche, a destra come a sinistra. Mai nessuno che parli seriamente del ruolo dei servizi sociali in questa vicenda. Il welfare sociale in Italia sta malissimo, talmente male che non riesce a impedire casi come quello dell’uccisione di Saman Abbas. Puoi leggerlo seguendo questo link.

La medicina lavora con le probabilità e comunicarlo è complesso

Oggi sul Corriere della sera, edizione di Bologna, è uscita questa intervista di Francesca Blesio, che ringrazio:

La comunicazione Salvini-Di Maio-Conte: perché (per ora) funziona

Salvini_Di_Maio_Conte

Ieri è uscito sul Fatto Quotidiano questo mio articolo:

Dal punto di vista della comunicazione, l’attuale governo è un inedito. Mai si era vista, in Italia, una polifonia così ben orchestrata: una voce forte e dominante, quella di Matteo Salvini, una più tenue, Luigi Di Maio, e infine Giuseppe Conte, che non è affatto marginale come molti lo vedono, perché serve a riportare armonia quando ce n’è bisogno. È un terzetto che – da quel che dicono finora i sondaggi (e per quel che valgono, in tempi di volatilità estrema) – non solo funziona, ma guadagna consensi soprattutto grazie a Salvini. Vediamo allora quali sono i suoi punti di forza. Continua a leggere

Perché il Movimento 5 Stelle fa paura

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Il 14 marzo è uscita su Valigia Blu una mia riflessione sulle emozioni più diffuse che il Movimento 5 Stelle suscita – in modo trasversale – non solo nelle persone che non l’hanno votato, ma anche in molti suoi elettori e sue elettrici: inquietudine, preoccupazione, ansia, in alcuni casi paura. I motivi di questa tensione che per ora ho focalizzato sono quattro: (1) l’ombra di Grillo e Casaleggio; (2) l’inquietudine dell’ambivalenza; (3) la demonizzazione della rete; (4) il disgusto per la piazza. Ecco l’articolo:

Le reazioni dei media italiani e internazionali al successo elettorale del M5S sono state – e sono tuttora – tendenzialmente esagerate, iperboliche. A volte lo sono in senso positivo, quando associano l’evento a speranze di cambiamento e novità (“Cambia tutto”, Il Fatto Quotidiano, 5 marzo). Più spesso però i toni sono apocalittici, come quando almeno i titoli, se non gli articoli per intero, nella loro inevitabile semplificazione costruiscono un nesso negativo fra la vittoria del M5S e il caos, l’ingovernabilità (“Balzo M5S, il governo è un rebus”, Corriere della sera, 5 marzo; “Cataclysme électoral en Italie”, Le Monde, 6 marzo; “Italy votes for irresponsibility”, The Economist, 10 marzo), o quando associano il M5S non solo alla Lega italiana ma alla destra internazionale più estrema, da Trump a Le Pen, come ha fatto più volte il New York Times in questi giorni. Solo in pochi casi i toni allarmistici si placano, come quando i media hanno notato che nel frattempo le borse non sono crollate, i mercati non sono impazziti e persino Confindustria e Marchionne hanno ammesso che «i 5 Stelle non fanno paura». In generale, tuttavia, la preoccupazione resta alta, in Italia e all’estero.

Insomma, pare che i 5 Stelle facciamo paura sempre e comunque, nonostante

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