Mi sono trovata spesso a difendere il turpiloquio di Grillo dagli schizzinosi che lo attaccano per perbenismo linguistico, della serie non-si-dicono-le-parolacce-gnè-gnè-gnè: le parolacce si dicono, eccome, le diciamo tutti e, nel contesto giusto e con i toni giusti, possono avere una funzione liberatoria e a volte persino innovativa, spiazzante. Mi sono trovata spesso a spiegare che il turpiloquio di Grillo è diverso da quello della Lega e di qualunque altro politico, perché viene dalla satira e come tale attacca il potere, ma soprattutto perché, se pronunciato (e agito) da lui nelle piazze, fa ridere e la risata stempera ogni aggressività. Mi sono trovata spesso a correggere chi dice «grillini», Continua a leggere
Un blog per studiare fare disfare comunicazione
di Giovanna CosenzaIn libreria e on line
In libreria e online
In libreria e online
Meta
Archivio
COPYLEFT
Cerca nel blog
Blog che seguo
- Adci Blog
- Culture digitali
- Diritto&Internet
- Enciclopedia delle donne
- Fotocrazia
- Il comizietto
- Il mestiere di scrivere
- Il Post
- La Repubblica degli Stagisti
- La voce
- Linkiesta
- Lipperatura
- Lorella Zanardo
- Luca De Biase
- Manteblog
- Minimarketing
- Nuovo e utile
- Phastidio
- Piovono rane
- Pittate d'ogni giorno
- Senza bussola
- Server Donne
- Valigia Blu