Archivi tag: social media

Quando gli uomini e le donne che fanno politica usano i social media

Condivido anche qui un pezzo che è uscito sul Resto del Carlino il 30 novembre scorso. Avevo commentato l’incidento occorso a Erika Capasso, delegata a Quartieri e Immaginazione Civica del Comune di Bologna. Dopo avere postato sui social una storia con un’immagine tratta dalla pagina del movimento “Non una di meno”, aveva scoperto che conteneva una scritta offensiva per le forze dell’ordine. Puoi leggere il mio breve intervento qui di seguito.

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Un tirocinio extracurricolare nel campo delle PR e della comunicazione del vino

Fruiteccom
Ricevo da Fruitecomazienda che negli anni ho visto crescere e dove hanno fatto esperienza diversi studenti e studentesse di Scienze della comunicazione (alcuni/e oggi lavorano lì) – una proposta di tirocinio extracurricolare con rimborso spese (500 euro + buoni pasto). Sei il/la candidato/a ideale se hai:

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Umberto Eco su Internet e i media digitali: un anticipatore lungimirante, altro che apocalittico

Eco in conferenza stampa all'Università di Torino

Quando Riccardo Chiaberge, direttore scientifico della serie Il libro dell’anno dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, mi ha chiesto di scrivere un articolo su Umberto Eco per l’edizione del 2016, con particolare riguardo al suo rapporto con Internet e i media digitali, sono stata ben felice di potere offrire un’immagine il più possibile realistica di cosa davvero Eco pensasse in questo campo. In barba alle polemiche che, negli ultimi anni, lo dipingevano come un apocalittico, un retrogado, uno con la tendenza a demonizzare la rete e il digitale. Ecco il mio contributo a Treccani. Il libro dell’anno 2016, pp. 316-319: Continua a leggere

La comunicazione sui social media di EXPO 2015

EXPO sui social media

La seconda tesi di laurea su EXPO 2015 che ho assegnato nei mesi scorsi, e che pubblico perché credo possa essere interessante (pur nei limiti di una tesi triennale) per chiunque si occupi di comunicazione, è stata elaborata e discussa da Linda La Mendola. La ragazza ha osservato e analizzato la comunicazione sui social media che EXPO ha messo in atto nei quattro mesi precedenti l’inaugurazione e nel primo mese di apertura, per un totale di cinque mesi, da gennaio a maggio 2015. Nell’affrontare questo corpus Linda ha cercato di rispondere a queste domande: Continua a leggere

Umberto Eco su Internet: apocalittico, integrato o nessuno dei due?

Eco in conferenza stampa all'Università di Torino

Da qualche anno, quando Umberto Eco parla di media digitali, stimola sempre discussioni accese: lo si accusa di non capire Internet e tutto ciò che ci sta intorno, lui che dei media è sempre stato un fine studioso, lui che della comunicazione di massa ha anticipato, anche di decenni, importanti tendenze. Peggio ancora: visto che Eco mette spesso in evidenza rischi e problemi dell’uso poco consapevole di certi ambienti e strumenti di Internet (dai motori di ricerca a Facebook, Twitter e compagnia bella), lo si accusa di Continua a leggere

Quant’è brutta e cretina la mail del social media coso

Social media manager

Negli ultimi anni si è consolidato un genere mail tanto ridicolo quanto fastidioso: quello del sedicente “social media manager” o “strategist” (sic) o “online Pr specialist” (sic) – che non è altro che un tizio un po’ imbranato ma comunque incaricato di curare i social cosi dell’azienda di turno – il quale scrive al/la blogger in modo fintamente personalizzato, chiedendo di dare notizia di qualche imprescindibile e indimenticabile evento/premio/convegno. Tipicamente la mail è scritta così male da Continua a leggere

Quando uno stage (pur non pagato) finisce bene

Una storia a lieto fine per incoraggiare gli studenti e le studentesse in Scienze della Comunicazione. Annagiulia si laurea con me nell’autunno 2011. Subito dopo, accetta di fare un tirocinio presso un’agenzia pubblicitaria di Bologna. Nonostante le mie insistenze perché negozi un buon rimborso spese, accetta un «forse, si vedrà», perché l’agenzia le piace e le prospettive di formazione le paiono interessanti. Alla fine, ecco cosa racconta:

«Buongiorno prof, le scrivo a distanza di tempo perché ho piacere di raccontarle un po’ quel che è successo nei mesi subito dopo aver conseguito la laurea triennale in Comunicazione.

Dopo essermi laureata con lei in ottobre, ho subito avuto l’opportunità di svolgere un tirocinio post laurea presso una nota agenzia pubblicitaria di Bologna. Sei mesi full time, senza nessuna retribuzione, nemmeno rimborsi spese (anche se sono pendolare). 😦

Certo, le premesse non erano delle migliori, ma ero decisa: entrare in contatto con quella realtà mi affascinava e quindi (avendo letto La Repubblica degli Stagisti di Eleonora Voltolina e sentito più volte le sue raccomandazioni) mi sono detta: “Ho 22 anni, sono solo al secondo stage… posso ancora accettarlo gratuito.”

Il mio obiettivo era farmi un’esperienza di lavoro concreta, calarmi in una realtà stimolante e assorbire il più possibile. Ero determinata a mettermi in gioco e, a distanza di sei mesi, posso finalmente dire: “Ho fatto bene!”

Ho fatto bene perché ho avuto l’opportunità di conoscere e lavorare con persone valide e professionali, che mi hanno dato l’opportunità di farmi strada e crearmi un mio posticino all’interno dell’agenzia.

Ho fatto bene perché ho imparato e dato tanto, e questo è stato riconosciuto e apprezzato, al punto che mi hanno offerto di “restare a bordo” per un altro anno. Certo questa volta con un contratto (vero) e uno stipendio (modesto, ma vero).

Arnald, busta paga bassa

Devo ammettere però che ho avuto anche una buona dose di fortuna. In concomitanza con il termine del mio stage, una collega ha deciso di lasciare l’agenzia ed è stato proprio allora che si è concretizzata la mia opportunità (altrimenti tutto sarebbe stato vano).

In agenzia infatti mi hanno offerto di prendere il posto della persona che se ne andava: “Perché ti conosciamo già, ci siamo trovati bene con te, ormai sei parte dell’agenzia… quindi perché cercare una persona nuova, da formare daccapo?”

E così è stato. Da pochi giorni ho cominciato: ufficio nuovo, nuovi incarichi e nuove mansioni. Eh sì, perché mentre per tutta la durata dello stage ho affiancato un’account nella gestione dei clienti, ora mi trovo nell’ufficio web e mi occupo principalmente di gestire i profili social di alcuni clienti dell’agenzia e della redazione di contenuti editoriali.

Certo, è un po’ come fare un salto nel buio per la seconda volta. Ma per me è una buona occasione per mettermi alla prova con qualcosa di diverso e altrettanto interessante. Quindi ho accettato ed ora eccomi qua.

Come avrà capito sono più che soddisfatta di questa esperienza. Soprattutto perché è andata a buon fine. Certo, se il tutto si fosse concluso con un “arrivederci e grazie” forse non le scriverei con questo entusiasmo… ma non per questo avrei considerato sprecati i mesi trascorsi qua dentro, anzi.

Per cui mi piace pensare un po’ alla Steve Jobs: tutte le esperienze della nostra vita, scelte giuste o sbagliate, stage giusti o sbagliati, sono tutti puntini fondamentali che, congiunti tra loro, ci portano dove siamo ora. E se siamo soddisfatti, allora significa che ne è valsa la pena. Spero di rimanere comunque in contatto con lei, prof. A presto, Annagiulia.»

Qualcuno potrà storcere il naso perché il contratto di Annagiulia prevede (per ora) solo un anno, e lei stessa ammette che lo stipendio non è alto. Ma siamo in piena crisi e lei è contenta. Dunque come la mettiamo?