Le quote rosa in Europa e nel mondo

La quota rosa

Sulle cosiddette “quote rosa elettive” – per cui la legge elettorale dovrebbe imporre una rappresentanza paritetica di uomini e donne – in questi giorni stiamo leggendo e ascoltando, da parte di molti politici e giornalisti, sciocchezze e inesattezze di tutti i tipi. Tanto per dirne una: non ci sono mai state quote rosa imposte dalle leggi elettorali né in Svezia, né in Norvegia, né in Danimarca, che sono i paesi più spesso citati su questo argomento. Le quote rosa elettive in Svezia e Norvegia sono solo all’interno degli statuti di alcuni partiti, che riservano alle donne il 40% o il 50% dei posti nelle liste, e furono introdotte tra gli anni ’80 e ’90, quando le donne occupavano già il 20-30% dei seggi in Parlamento. Anche in Danimarca furono introdotte negli statuti di alcuni partiti fra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80, ma furono abbandonate fra l’inizio e la metà degli anno ’90, per cui ora non ci sono più.

Viceversa, la Francia è stato il primo paese al mondo ad aver adottato, negli anni ’90, una legge che prevede un numero uguale di candidati uomini e donne per alcuni tipi di elezione, e la Spagna ha approvato una legge sulle quote rosa nelle elezioni nel 2007, che prevede che nessun sesso possa avere una rappresentanza superiore al 60% e inferiore al 40%.

Per evitare svarioni e saperne di più sulle quote rosa elettive nel mondo – non solo in Europa – consiglio di studiare il sito QuotaProject. Global Database of Quotas fro Women, a cui rimandano gli approfondimenti sui singoli paesi che ho linkato sopra. È davvero ben fatto. Per un quadro generale sulla normativa nei paesi europei, che vada oltre la mera questione elettorale, consiglio la pubblicazione della Banca d’Italia «L’evoluzione della normativa di genere in Italia e in Europa» (2013).

49 risposte a “Le quote rosa in Europa e nel mondo

  1. Sto con gli scandinavi. L’Italia, un paese incivile, senza senso civico, dove la disparità tra generi è acclarata come dovere morale (donne, omosessualità, coppie di fatto) non si mette a “posto” con una legge. Un paese dove il Ministro della difesa FEMMINA alla domanda sul perché non chiede l’abolizione dell’ordine degli F35 risponde ambiguamente dicendo: stiamo valutando tutta l’organizzazione degli armamenti, invece di dire che visto che i cacciabombardieri non li abbiamo mai usati più di 3 alla volta (vedi Kossovo) ne acquisteremo solo 4 (voglio essere di manica larga) e continua dicendo (con la faccetta da furba che sembra ereditata da D’Alema) volete forse chiudere l’aviazione …. (risposta del parlamentare PD medio: certo che no sono voti sonanti). Inoltre, nel bel paese ci sono regioni com l’Alto Adige che hanno la più alta percentuale di lavoratori sotto i 15 anni. Dove c’é la terra dei fuochi (solo una perché le altre non sono state scoperte) Dove non c’é parità di genere in Rai (mentre a Sky proprietà inglese le giornaliste superano gli uomini) Dove gli uomini pisciano sotto i portici. Dove un cardinale non celebra il funerale di un omosessuale, ma celebra quello del Caro e Compianto Lucio Dalla. Dove si umiliano gli anziani che hanno pagato tasse e INPS tutta la vita con pensioni da fame, mentre i colonnelli diventano generali un giorno prima di andare in pensione. Basta con queste stupidaggini!!! Le donne e gli uomini hanno bisogno di asili, di leggi che tutelino la maternità e l’adozione di qualunque genere, di parità di diritti di fronte alla giustizia, nella tutela della salute e della sicurezza. Non abbiamo bisogno di seggi femminili, abbiamo bisogno di donne scelte dal popolo per il popolo, perché il maschilismo becero imperante della politica maschile sparisca e al suo posto nasca il seggio per meriti. Francamente, sentendo parlare molti deputati uomini e donne, leggendo il loro curriculum, mi chiedo perché siano lì. Il punto non è Femmina o Maschio o Gay, il punto è chi lo sceglie. Questo non avverrà con l’italicum e nemmeno con le primarie del PD, questo avverrà solo quando questo paese (femmine e maschi) diventerà un PAESE CIVILE e farà leggi elettorali rispettando il referendum di 24 anni fa.
    PS
    Giovanna Cosenza titolare di questo blog e la più volte citata e ammirata Milena Gabanelli, e mia moglie, sono ripetitivamente professoressa e giornalista di successo, e capitana di famiglia autorevole, perché c’é da qualche parte un regolamento che impone la parità di genere?

  2. L’ha ribloggato su nopenguinsincaliforniae ha commentato:
    Chiarimenti molto utili.
    Resta desolante che anche parecchi rappresentanti del pd abbiano votato contro le quote rosa nel Parlamento italiano , giusto per soddisfare Forza Italia ?
    Che schifo.

  3. Una deputata/o ha il DIRITTO di votare secondo coscienza, cosa ti fa pensare che i deputati PD che hanno votato contro le quote rosa l’abbiano fatto per “soddisfare Forza Italia”? Sostenere ogni giorno la parità di diritti tra maschi e femmine, omosessuali, lesbiche e trans (“di genere” è un modo di dire orrendo) è un modo di pensare e di vivere non certamente dettato da una legge. In ogni caso in una società culturalmente maschilista e patriarcale su 10 candidati (dal partito) è molto probabile che almeno 7 degli eletti siano maschi. Anzi è probabile che le primarie del PD vengano vinte dal 70% di maschi e alle elezioni solo 2 donne su 10 potranno entrare in parlamento. Oggi senza legge sulla cosiddetta parità (ma dove??) mi pare che tra deputati e senatori le donne siano il 23%.

  4. mi pare che tu stia dichiarando che una legge sulla parità di rappresentanza tra donne e uomini fosse indispensabile , quindi !
    :mrgreen:
    O forse non sai che la maggior parte degli elettori sono donne e che quindi teoricamente dovrebbero avere più rappresentanti le donne degli uomini ?
    Ma hai per caso i baffetti da sparviero ?

  5. Elezioni

    17.03.2006

    Il numero degli elettori
    La nuova scheda da utilizzare per le operazioni di voto presentata in conferenza stampa dal Ministro Pisanu

    Il numero degli elettori: 47.160.244 alla Camera e 43.062.020 al Senato – Per la Circoscrizione Estero 2.623.382 gli aventi diritto al voto

    GLI ELETTORI SUL TERRITORIO NAZIONALE, ALL’ESITO DELLA REVISIONE STRAORDINARIA DELLE LISTE ELETTORALI, PER LA CAMERA DEI DEPUTATI SONO 47.160.244, DI CUI 22.595.631 MASCHI E 24.564.613 FEMMINE, CHE ELEGGERANNO 618 DEPUTATI; PER IL SENATO DELLA REPUBBLICA SONO 43.062.020, DI CUI 20.496.505 MASCHI E 22.565.515 FEMMINE CHE ELEGGERANNO 309 SENATORI. LE SEZIONI SONO 60.977.
    GLI ELETTORI DELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO, SULLA BASE DEI DATI DELL’APPOSITO ELENCO, SONO 2.623.382 ED ELEGGERANNO 12 DEPUTATI E 6 SENATORI.

    (COMUNICATO DELL’UFFICIO STAMPA DEL MINISTERO DELL’INTERNO DEL 6 APRILE 2006)

    Insomma, io ne ho abbastanza di sentire stupidate, le donne sono di più e hanno meno possibilità di essere elette , ma chi lo dice che i maschi siano più intelligenti e capaci delle femmine a governare ?
    Ne ho fin sopra i capelli di questi precetti medievali.

  6. No non è affatto indispensabile. Però tu mi fai riflettere sul voto femminile. Nelle elezioni amministrative si può scegliere, e vi sono molte donne nelle liste (almeno nel PD a Bologna) essendo le votanti più dei votanti, ed essendo in grande maggioranza eletti i maschi, vuol dire che le donne preferiscono i maschi e che (parafrasando il titolo di un vecchio film) gli uomini non preferiscono le bionde, oppure le preferirebbero se fossero tutte delle Marylin. La tristezza dell’inciviltà del bel paese resta e in me resta l’idea che le cose non cambierebbero con una legge, quindi che i parlamentari si diano da fare per le necessità reali dei cittadini.

  7. lo status quo è una vera meraviglia, intanto nelle liste per le elezioni dipende da quale posizione le donne hanno nella lista , quasi mai tra i primi, poi c’è la non cultura di pensare che le donne abbiano la famiglia da accudire e quindi la politica per loro “nun è cosa” , poi c’è la mentalità cattolica che ti dice , a partire dalle gerarchie mascule , che donna e casa sono sinonimi , poi……….
    Ma venire a dire che è così e così resta è proprio da masculo davvero. Si riesce a muovere anche le montagne con le opportune leve.
    Se i partiti non sono sensibili ai diritti delle donne, perché questo è il problema , è tutta una questione di potere, guarda caso, un parlamento in cui le rappresentanze catto vaticane sono esorbitanti in numero , un governo cattodemocristiano sostenuto da cielle e altri vaticani è riuscito a non far passare una legge che amplifichi i diritti delle donne a essere presenti paritariamente nelle liste elettorali. E io sto già tremando per la 194, i diritti civili delle coppie di fatto, il divorzio breve e mettici tutti i diritti laici, testamento biologico etc etc etc

  8. Su questo tema io conservo un grande dubbio: riservare le quote, rosa o azzurre, come vi pare, per eleggere rappresentanti che poi, dopo, devono votare in Parlamento per … la “nipote di Mubarak”, cambia molto poco la storia d’Italia.
    Forse ha più senso una discussione sul tema “una legge sui partiti”.
    Ma quella, mi pare, è una riforma che nessuno sta scrivendo.

    Pierperrone

  9. Masculo certamente, ma pro diritti di chiunque. Se il partito per cui voti fa dei “giochini” cambia partito. Se sei contro i cattoXY vota un partito ateo (non saprei quale). Per la 194 purtroppo non mi pare che nell’arco costituzionale vi siano dei grandi consensi, quando la legge fu fatta c’erano delle volontà che oggi non ci sono più. Aggiungo al commento di pierperrone, legge sui partiti, quale? Proposta o votata da chi? Una seria legge elettorale potrebbe migliorare le cose, occorre però accettare che allo stato delle cose potrebbe anche danneggiare elettoralmente chi la vota in parlamento. Chi vuole perdere? L’italicum è stato concordato per far vincere o il PD o Forza Italia e per tenere al comando Renzi e Berlusconi. Se voti PD devi solo sperare che Renzi vinca e che una volta vinto cambi di nuovo la legge. Una volta al potere avrà il coraggio di farlo? Credo fermamente che se vogliamo che le cose cambino ognuno di noi dovrebbe fare quello che può dentro o fuori da un movimento o partito, ma quello che invece possiamo fare se vogliamo che la società cambi davvero è iniziare da i nostri figli, dando il buon esempio 24 ore su 24. Questo significa insegnare tante cose ai maschietti, compreso il fatto che possono stare a casa a fare i mammi e che le loro sorelline potranno diventare Presidente della Repubblica.

  10. Proviamo a “inorridire” con un post prolisso Cosenza e quelli che, adusi alla sindrome di twitter, partecipano dello stesso handicap cognitivo e non riescono più a leggere oltre i 140 caratteri.
    Occorre ricordarsi che ciò che oggi appare come la vexata quaestio del momento, ovvero l’incostituzionalità di una legge elettorale con cui abbiamo votato in 3 elezioni nazionali, è tale solo per l’incaponimento di un privato cittadino, Aldo Bozzi, di professione avvocato che ha deciso di denunciare lo Stato per lesione del diritto di voto e sia in primo grado che in appello il ricorso è stato dichiarato infondato laddove la Corte di Cassazione ha poi emesso un’ordinanza interlocutoria, demandando il verdetto alla competenza della Corte Costituzionale.
    Questo per dire che le questioni più capitali per l’assetto democratico italiano non sono frutto di una sistematica critica e verifica dall’interno e che l’incostituzionalità emerge solo su richiesta esterna, quando emerge e/o quando la si pone.
    Perciò che tutti si straccino le vesti sulle quote rosa senza leggere le sentenze già emesse è perfettamente compatibile con il delirio entropico del nostro sedicente sistema democratico.
    Leggiamo quindi assieme la sentenza della Corte Costituzionale che si è pronunciata nel 1995 per un’analoga richiesta di matrice femminista e perciò logicamente sessista.
    Sentenza Corte Costituzionale 422/1995 (http://www.giurcost.org/decisioni/1995/0422s-95.htm)
    «misure quali quella in esame si pongono irrimediabilmente in contrasto con i principi che regolano la rappresentanza politica, quali si configurano in un sistema fondato sulla democrazia pluralistica. […]
    Ogni differenziazione in ragione del sesso non può che risultare oggettivamente discriminatoria, diminuendo per taluni cittadini il contenuto concreto di un diritto fondamentale in favore di altri, appartenenti ad un gruppo che si ritiene svantaggiato.
    Misure quali quella in esame non appaiono affatto coerenti con le finalità indicate dal secondo comma dell’art. 3 della Costituzione, dato che esse non si propongono di “rimuovere” gli ostacoli che impediscono alle donne di raggiungere determinati risultati, bensì di attribuire loro direttamente quei risultati medesimi: la ravvisata disparità di condizioni, in breve, non viene rimossa, ma costituisce solo il motivo che legittima una tutela preferenziale in base al sesso. Ma proprio questo, come si è posto in evidenza, è il tipo di risultato espressamente escluso dal già ricordato art. 51 della Costituzione, finendo per creare discriminazioni attuali come rimedio a discriminazioni passate».

    Oltre all’inequivoca chiarezza del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla materia delle quote rosa va chiarito che basterebbe
    Ma per fare ciò sarebbe necessario varare appunto una legge elettorale proporzionale e con le preferenze, con liste di candidati divise a metà per sessi. In questo modo ciascuna elettrice potrà votare, se la vuole, la quota di rappresentanza femminile che le aggrada, compreso un parlamento disole donne o soli uomini.
    Quindi il contrario della legge ellettorale che si va varando.
    Ma allora perché non chiedere quote per ogni parametro possibile? Perché il sesso sì e altri no? Chi guarda al parlamento dividendo per sesso è il primo ad essere sessista. Agli altri interessa la competenza, non la presenza della vagina o del pene in mezzo alle gambe.
    Le pari opportunità non significano pari risultati.

  11. Per la 194 purtroppo non mi pare che nell’arco costituzionale vi siano dei grandi consensi, quando la legge fu fatta c’erano delle volontà che oggi non ci sono più.

    Ci mancherebbe pure che oltre ai medici antiabortisti adesso ci si mettessero pure i parlamentari bigotti , veramente le donne devono tornare in piazza a urlare contro il feroce bigottismo maschilista che ammorba l’aria del Parlamento, luogo dove si dovrebbero rispettare i diritti di cittadini e cittadine, non solo i diktat delle lobbies, inclusa quella vaticana.
    Era evidente che in un Parlamento prevalentemente di maschi e per giunta con una maggioranza risicata di cattolici oltranzisti le leggi sarebbero state fatte per compiacere iddio , o il sostituto in terra del medesimo, in effetti la chiesa sta godendo degli ennesimi privilegi , tanto per cambiare.

  12. ps le prime tre righe sono una citazione da PD Forni, urca, nomen omen ?

  13. Povero Ugo, ma che hai? Non stai bene? Te lo dico in meno 140 caratteri: “aggiornati, sei rimasto indietro”. La sentenza del 1995 è stata superata da un’altra sentenza della stessa Corte Costituzionale, la 49/2003:
    http://www.giurcost.org/decisioni/2003/0049s-03.html
    PS: Ma il mio punto era un altro, per chi vuole capirlo.

  14. Ti riassumo i tratti salienti della sentenza, che posti e non leggi, per vedere se magari capisci e non parti per la tangente(corsivi miei):
    “[…]Da ciò si ricaverebbe che il quadro di riferimento costituzionale, rispetto al quale vanno collocate le norme regionali oggi all’esame della Corte, non coincide con quello vigente al momento della sentenza di illegittimità costituzionale n. 422 del 1995, invocata nel ricorso del Governo”

    “[…]Questa Corte ha riconosciuto che la finalità di conseguire una “parità effettiva” (sentenza n. 422 del 1995) fra uomini e donne anche nell’accesso alla rappresentanza elettiva è positivamente apprezzabile dal punto di vista costituzionale. Si tratta, invero, di una finalità – che trova larghi riconoscimenti e realizzazioni in molti ordinamenti democratici, e anche negli indirizzi espressi dagli organi dell’Unione europea – collegata alla constatazione, storicamente incontrovertibile, di uno squilibrio di fatto tuttora esistente nella presenza dei due sessi nelle assemblee rappresentative, a sfavore delle donne. Squilibrio riconducibile sia al permanere degli effetti storici del periodo nel quale alle donne erano negati o limitati i diritti politici, sia al permanere, tuttora, di ben noti ostacoli di ordine economico, sociale e di costume suscettibili di impedirne una effettiva partecipazione all’organizzazione politica del Paese.”

    Io starei anche benissimo, sei tu che continui a non leggere ciò di cui parli. Di quale superamento vai blaterando? Ma hai letto la sentenza 49/2003? Ti sei resa conto che non supera proprio per niente la precedente sentenza, cui si appoggia totalmente, e parla solo di presentazioni di liste paritarie per sesso in fase elettorale non post, parla di accesso non di traguardo. Parla quindi diquel che ho appena scritto come l’unica proposta sensata perché appunto nell’alveo delle pari opportunità, non dei pari risultati. Sai, io le sentenze le leggo, sono prolisse ma che ci vuoi fare…
    Cosa c’entra tutto questo con l’incostituzionalità delle quote rosa (per cui resta validissima la 422/1995)? Quote rosa che invece hanno stabilito già nei CDA delle SPa l’obbligo di risultato e non di opportunità, l’obbligatorierà a un consiglio 50 50, e che presto saranno poste a status di incostituzionalità visto la palese violazione degli art.3 e 51.
    Riprova, sarai più fortunata.

  15. Ho letto, ho letto bene, non ti preoccupare Ugo. Ma le sentenze vanno interpretate, come tutti sanno e io non ho tempo né voglia da spendere con te per spiegarti (ancora) cose. Ugo, rilassati, mettiti tranquillo: c’è tutto un mondo fuori da questo blog, c’è la vita. Valle incontro, respira. Molla questo spazio, dai. Ce la puoi fare, coraggio.

  16. Se riteniamo l’argomento 194 inerente con le “quote rosa” possiamo continuare a commentare la incresciosissima situazione in cui ci troviamo. Io nella sanità ci lavoro e posso dirti che il bigottismo di chi sta fuori o dentro al parlamento è solo la parte meno pressante del problema. Come sempre la più importante sono i soldi. Non ne sono certo, ma mi pare di ricordare che circa il 12% delle strutture sanitarie italiane siano di proprietà della “Chiesa Cattolica” a queste devi aggiungere tutte le strutture pubbliche presenti in territori governati dalla destra come la Lombardia e le università come la Cattolica, o del vaticano come il Bambin Gesù il Gemelli ecc.. Se sei un ginecologo che vuole fare carriera od in alcuni casi non essere licenziato, devi diventare un obiettore. Oppure devi combattere ogni giorno con una struttura che le donne incinta che vorrebbero abortire non le fa proprio entrare in corsia. A questo devi aggiungere le centinaia di orfanotrofi cattolici e che un intervento con al pillola del giorno dopo, o un raschiamento, costa infinitamente meno di un parto. Non ti scandalizzare, è così. Oltre al rifiuto del ginecologo obiettore vi è anche l’ostruzionismo delle strutture obiettrici di fatto anche se non dichiarate. La cosa più semplice è rimandare o definire le visite il più possibile lontane dal momento della richiesta in modo che aumentino le possibilità di sforare i termini della 12° settimana dopo i quali l’aborto è consentito solo per motivi clinici gravi per la salute della gestante. Con questo metodo ovviamente non blocchi le più acculturare o benestanti, ma le povere disgraziate, magari stuprate, le derelitte senza una lira. Detto ciò ribadisco che i diritti delle donne non si conquistano con l’assurda proposta di legge sulla parità di genere. Costituzionale o meno secondo la prima o seconda sentenza, tanto per entrare nel dibattito tra Giovanna e Ugo.

  17. Ma, se la parità sancita dalle quote rosa, al 50/50 fosse legge, sarei soddisfatto?
    Non credo, dato che mi ritroverei un elenco, sì paritetico, ma come composto?
    Forse vorrei poter esprimere la mia preferenza, ma come potrei farlo a fronte di una lista bloccata alla cui formulazione è impossibile partecipare? Condivido l’intervento di Pierperrone, ma anche in questo caso, per riformare i partiti può servire una legge?
    Nel mio comune -interland di Torino ovest- negli anni “60 del secolo scorso c’erano otto sezioni del PCI, tutte molto frequentate. Oggi, con la popolazione quintuplicata, la sola sezione del PD (al comando ininterrotamente dal “48) rimasta è sempre deserta, è solo un investimento immobiliare, le riunioni si fanno in luoghi privati o in alberghi e ristoranti (il conto lo paga il rimborso elettorale), e l’ultimo sindaco è saltato fuori da una ristretta nomenklatura e era totalmente ignoto anche ai fedeli tesserati. Ha messo in piedi una giunta di sconosciuti incapaci ma servili. Mi raccontava un amico giornalista che con l’avvento di B. in Mondadori si erano visti strani tipi che non si capiva bene cosa facessero ma si sapeva che erano quelli che in realtà comandavano. Così sono gli uomini e le donne della giunta, i vari consiglieri, gli assessori: sconosciuti anche ai loro elettori e a gran parte dei tesserati.
    Figuriamoci in Parlamento: tutte persone scelte con competenza e esami approfonditi per svolgere ruoli e compiti che nulla hanno a che fare con lo Stato di diritto, con la democrazia. Comitati d’affari. Gli altri partiti sono, se possibile, anche più misteriosi e catacombali. Cosa me ne può fregare se l’eletto è femmina o maschio, se non ho la più pallida idea di cosa pensa e perché? I partiti sono ormai totalmente dei comitati d’affari di lobby segrete, sul modello mafia spa, mica le lobby USA. E allora, che abbiano il pisello o la patata -o siano dei finocchi (chiedo scusa, è solo in funzione del minestrone)- non può che fregarmene un cavolo. Peccato perché, da mediocre anarcoide, sarei già contento di vivere in una socialdemocrazia nordeuropea…
    Comunque le europee sono vicine e non saranno così indolori, anche per i tanti che sembrano ignorarle per scongiurarle. Auguri.

  18. @Giovanna
    Esatto. C’è tutto un mondo fuori da questo blog, dall’Università, dalle infinite supercazzole conferenziere, radiofoniche, professionali: c’è la vita. Valle incontro, respira. Molla questo spazio, dai. Ce la puoi fare, coraggio.

  19. Ugo ricorda sempre una cosa: sei tu che segui questo blog e gli interventi che faccio in pubblico (nel mio piccolo, eh), non io che seguo te. Sei tu che, insistendo a fare obiezioni (vere o presunte) qua dentro, insistendo in modo ostinato, testardo, compulsivo, fino alla nausea (mia e di chi legge), confermi a te stesso e agli altri la centralità di questo spazio nella tua vita. Finché torni qua, ogni volta che torni, confermi e rinforzi la tua dipendenza da questo blog, e la confermi e rinforzi anche quando dici le parolacce, anche quando ostenti disprezzo per il mio lavoro come stai facendo ora, lo capisci o no? Se lo disprezzi davvero hai una sola strada: andartene per sempre. E non tornare.

  20. @Giovanna
    Veramente sei tu che implichi il tuo lettore nel momento in cui scrivi e tieni un blog, aperto addirittura ai commenti. Che poi da una professoressa statale si debbano ascoltare critiche all’approfondimento bollato come prolissità, vanti di superficialità e non lettura degli argomenti che propone ai suoi lettori, e perfino imbarazzanti giudizi presuntuosi da assistente sociale in vena di psicoterapia – e tutto questo solo perché il lettore ti critica con argomenti a iosa – è chiaro segno di una imbarazzante mancanza di onestà intellettuale, professionale e, ultima ma primaria, umana.
    Un po’ di coerenza. Se disprezzi i tuoi lettori, la cui critica ipocritamente hai sempre esortato (altrimenti perché scrivere, per chi?) c’è un prezzo da pagare: sentirtelo dire.
    È divertente e pure stimolante tra una cosa e l’altra diventare più bravi, più critici, usando come pretesto le cazzate altrui. Come vedi continui nonostante tutto ad avere una funzione culturale anche per i lettori che non sopporti e non ti sopportano.

  21. rispondo a Forni
    semplicemente stai dimostrando che la presenza di donne paritaria in Parlamento è necessaria e bipartisan , solo le donne sanno i loro problemi, sarebbe ora che qualcuno lo capisse e capisse anche che con una maggiore rappresentatività potrebbero esprimersi a parità coi masculi, che non sono in grado di perseguire dinamiche a favore delle donne e qui non ci piove e una buona volta sarebbe ora che si capisse.
    I preti fuori e dentro il Parlamento non hanno mai tenuto in grembo un bambino non voluto.

  22. Pier Danio Forni@ ho letto con attenzione la tua esperienza di lavoro nella sanità e posso confermare che le cose scritte sono vere e succedono , purtroppo.
    Ora mi chiedo, aspettiamo che i diritti delle donne ci vengano concessi dagli uomini ?() Se provassimo a pensare a che quota sono le quote azzurre potremmo vedere la questione della parità come una questione di giustizia umana, semplicemente.

  23. pierperrone eh, appunto. 😉

  24. Alice, non ritengo affatto che in Parlmento la parità di genere sia necessaria e nemmeno che solo le donne siano in grado di capire i loro problemi. Occorre prendere una posizione dentro la scienza o fuori, e dentro il concetto di democrazia e fuori. Io provo a stare dentro. Le donne sono differenti dagli uomini e per la nostra specie hanno funzioni differenti e complementari la procreazione per il mantenimento della specie lo dimostra. In tutte le carte dei diritti fondamentali dal 700′ ad oggi si sancisce il principio che gli esseri umani donne e uomini sono uguali davanti alla legge hanno lo stesso diritto di cittadinanza. Vero, le donne in Italia non hanno, di fatto, gli stessi diritti degli uomini, la costituzione viene disattesa da molti punti di vista uno su tutti il diritto al lavoro. La necessità della donna nella sua funzione di madre non è tutelata, la famiglia non è tutelata, ma non si tratta di negare diritti fondamentali alla donna, bensì alla famiglia, al bambino, al padre. Se un uomo pensa che davanti alla maternità sia lui che debba mantenere il posto di lavoro e la donna che lo debba abbandonare, il problema non è la legge o le regole che in qualche modo agevolano questa “parità” tra padre e madre rispettando le differenze ed esigenze biologiche, bensì il marito (stronzo) che pensa che le cose debbano andare così e che le donne debbano stare in casa, badare ai bambini e non avere grilli per la testa come, fare il manager. I mariti stronzi si lasciano. Una legge che imponesse turni paritari nel fare il genitore lederebbe i diritti delle persone e toglierebbe loro la possibilità di decidere cosa sia meglio per loro. Perché in Parlamento dovrebbe essere differente. Perché le donne sono considerate dalla società inadeguate a certi ruoli? Perché sono buone solo per certe cose? Ribadisco se i maschi o i dirigenti di partito, o i votanti di questo paese, sono “maschilisti” è la società che va cambiata non la legge se la stessa offre già parità di diritti. Stessa cosa dicasi per le donne manager, i salari. In quale contratto si stabilisce che in certi casi le donne debbono guadagnare meno? Eppure avviene! Per aumentare i posti di lavoro vanno fatte le gabbie salariali per territorio di residenza, non di genere. Se non c’é rispetto delle regole si deve agire contro chi non le rispetta, non farne delle nuove. Far firmare le dimissioni preventive senza data in modo da poterle usare in caso di gravidanza è illegale. Questi padroni vanno messi in galera, come dovrebbero andarci gli evasori fiscali. A proposito a me sembra molto più importante legiferare su leggi che potrebbero cambiare le cose invece che sulla parità di genere. Se recuperassimo i 200 mld di evasione fiscale, avremmo anche le risorse per garantire alle famiglie la giusta serenità per fare e crescere i figli, una scuola migliore, una giustizia e sanità migliore. Ma una cazzatina di decreto che stabilisca il limite dei cento euro per il pagamento in contanti non la vuole fare nessuno. In questo paese non c’é solo disparità di genere non c’é democrazia per almeno 46 milioni di persone, cioè quelle che stanno sulla soglia della sopravvivenza o sotto quella della povertà.

  25. caro Forni, credo che discutere con te non valga la pena , io i preti o simil preti non li capisco, a meno che non siano geniali e tu non lo sei.
    Passo e chiudo

  26. Preti. Di che parli? Passo e chiudo è tipico dei miltari e dei regimi totalitari, vuoi anche che la polizia controlli il voto (non il seggio) e se su 10 “maschioni” ci siano almeno 5 voti dati ai candidati femmine. Se non sono stato chiaro, ripeto, in parlamento ci sono donne settarie e inutili alla politica, l’ultima schifosa riforma della scuola l’ha fatta una femmina, così come l’ultima schifosa riforma del lavoro. Allora? Tu sostieni che solo le donne sanno ciò che serve loro, ma evidentemente, le due ministre non sanno cosa serve alla scuola o al mondo del lavoro, vediamo tra qualche mese se la ministra della sanità saprà cosa fare per la sanità pubblica, per il momento mi pare che abbia gestito da dilettante la questione stamina.

  27. Governano da un mese.
    «Sono saliti su un treno in corsa senza sapere dove andare e si sono ritrovati a Palazzo Chigi. Non hanno esperienza del potere, della stampa, della satira…».
    Perfino Annunziata scrive cose condivisibili (cit dal corriere.it)

  28. Anche se governi da un’ora e sei ministro della salute devi avere una posizione precisa: condividere solo quello che è EBM (Evidence Based Medicine). Se in una situazione come quella della stamina non comprendi che devi semplicemente ascoltare (se sei capace leggere) i consensus internazionali e prendere una decisione ferma sulle regole europee quindi far cessare una cura non autorizzata né autorizzabile, NON DEVI FARE IL MINISTRO DELLA SALUTE, anche se sei una donna e fai fare bella figura a Renzi perché le ministre e i ministri hanno rispettato la parità di genere. Ma fatemi il piacere. Se invece fai le calzate per tenerti qualche voto, non dovresti nemmeno essere in parlamento.

  29. . Se non sono stato chiaro, ripeto, in parlamento ci sono donne settarie e inutili alla politica,

    In parlamento c’è una maggioranza di maschi settari e inutili alla politica,( sempre che non siano inquisiti o indagati o condannati in qualche grado di giudizio ) :mrgreen:

  30. Condivido. Uomini e donne purtroppo. Andreotti diceva: il potere logori che non ce l’ha e in tanti hanno aggiunto: l’occasione fa l’uomo ladro. Per uomo intendevano l’Uomo come essere o maschio e basta. L’occasione fa le donne ladre?

  31. chi ha più potere può rubare con maggiore efficienza di chi non ne ha, quindi al momento direi che le quote rosa di ladre siano molto più basse di quelle maschili.

    si aggiunga anche la ben nota propensione di molte donne al risparmio, che le rende attualmente soggetti alternativi ai servizi sociali o al welfare italico in difficoltà, le mamme e le nonne dei bot sono un ultimo toccasana per la nazione :mrgreen:
    i maschi più che formichine sono spesso pure delle cicale ! magari coi soldi altrui

  32. Scusa l’OT.
    Lo dico per esperienza diretta: anni fa seguivo un blog interessante, quando ad un certo punto nei commenti a molti post mi trovai in una posizione di polemica e incomprensione reciproca. Abbandonai quel blog, non fu lui a smettere di scrivere. Da allora io sto sicuramente meglio, ma penso anche l’autore del blog e i suoi lettori.

  33. @Ugo
    Uomo te non stai bene.
    Cos’hai contro le femmine? Tua mamma/zia/nonna/tata ti ha menato da bambino, hai fatto le elementari dalle suore, la tua morosina alle medie ti ha lasciato di stucco alla fermata del bus?
    Dietro gli organi riproduttivi degli esseri umani c’è un mondo: esploralo.

  34. Cosa (ci) sta succedendo? Se la legge elettorale italica (nome-aggettivo ancora più congruo e veridico della porcata) avesse come obiettivo la Rappresentanza, la parità di genere sarebbe conseguente. Non ci sarebbe neppure necessità di sancirla, si farebbe e basta.
    È evidente che gli anni di vacche grasse hanno ottuso le Classi e i Ceti (tranne che per i sempre meno e sempre più agiati vebleniani) trasformandoci in banali Consumatori.
    Il senso civico, l’idea di democrazia rappresentativa, se non di comunità olivettiana, sono stati lentamente e inesorabilmente esautorati, accantonati. Nel paese di Bengodi bastava il drive-in. Ora che l’albero tarlato e sempre più viscido della Cuccagna si sgretola inesorabilmente sotto le nostre mani mentre cerchiamo di arrampicarci l’uno sopra l’altro verso l’improbabile pignatta, ecco che scopriamo di essere una muta di cagnetti da compagnia ringhiosi, un covo di bisce inviperite, che scaricano l’astio e la paura aggredendo il più prossimo, il primo che capita a tiro. Ed ecco i morsi furiosi (vero Ugo?), le risposte ringhiose, l’astio del tutti contro tutti.
    Guardatela questa Nuova Legge elettorale, guardate i numeri: 37, 12, 8, 4,5, sono numeri alla cazzo in funzione Rappresentativa, sono invece numeri attentamente ponderati per una Legge di Convenienza Momentanea. Mi meraviglia l’assenza dei decimali: 36,74 sarebbe ancora più conveniente e preciso di 37.
    Se ho avuto qualche cedimento, qualche piccola fiducia dubbiosa ma vagamente concessa, ho ora la netta convinzione che al Grande Renzi si addice il piccolo e antico aggettivo coniato da Franca Valeri, nulla di più, non voglio neppure sprecare pensiero e parole.
    Non c’è nulla di congruente e nulla di democratico, di rappresentativo, in questa legge senza possibilità di preferire. Inoltre le forme di rappresentanza elettiva sono molto diverse per i comuni, le province, le regioni, il parlamento. Questa varietà è dovuta alle diverse Convenienze di una classe dirigente -uomini e donne- che ha perso ogni contatto e interesse con e per la realtà, concentrandosi sul potere fine a sé stesso e sui privilegi che ne derivano. E noi qui a fare la lotta fra i sessi? Forse è perché stiamo (meglio: state) ancora troppo bene, perché pensiamo di poterci ancora sedere al tavolo e partecipare al banchetto, ma lamentandoci, poiché i posti non sono distribuiti con equità di genere?

  35. Si. E’ una legge di convenienza momentanea. Forse. L’unico modo per smettere di cazzeggiare era fare un accordo con il peggio del peggio, perché egli ha i voti per tenere per le palle tutti gli altri. Ieri Alfano ha dichiarato che si poteva fare una legge migliore con i voti della maggioranza. Patetico. Perché non l’ha fatta Monti o Letta? Renzi poteva fare di più? No, Berlusconi non glielo avrebbe consentito. Quindi via alla legge di convenienza per arrivare ad avere una maggioranza solida che possa essere giudicata per quello che fa senza se e senza ma. Se le prossime elezioni le dovesse vincere Renzi senza coalizioni disomogenee, se vorrà fare ciò che il popolo di sinistra gli chiede, dovrà rifare tutto compreso la legge elettorale, ma a quel punto avrà 5 anni di tempo. Riuscirà? Se vincerà le elezioni, farà le cose di cui ha veramente bisogno il paese? Di sicuro quanto fatto fino ad ora, legge elettorale e parità di genere a parte, non dimostra equità, né fiscale, né di opportunità. La legge Fornero non è stata migliorata, ma peggiorata, ci tocca dire che quanto fatto dal governo B da Sacconi era più funzionale per i giovani e le giovani, dava più possibilità alla micro imprese. Qualcuno si è accorto della stronzata di mettere un tetto del 20% sull’organico complessivo e togliere il vincolo del 30% di “stabilizzati” per poter assumere altri apprendisti? Vorrei che intervenisse Giovanna Cosenza e tutti i laureati in comunicazione perché questi ragazzi avranno molte meno possibilità di prima. Le agenzie di pubblicità micro aziende con 2 o 3 dipendenti e tanti collaboratori a P.IVA, sono migliaia e migliaia la stragrande maggioranza delle imprese del settore. Ora, se hai 3 dipendenti e vuoi assumere un’apprendista non puoi più perché sfori di un 5%, se hai 5 dipendenti e un’apprendista non puoi assumere un secondo per 2 su 6 sono il 30%. Bene bravi bis, alla faccia della semplificazione. Così come per l’aumento della tassazione delle rendite la legge agevola i grandi patrimoni e penalizza i piccoli risparmiatori, questa sull’apprendistato agevola le grandi aziende multinazionali della comunicazione e penalizza quelle piccole. Alla faccia della semplificazione. Non credo che in questo caso sia stata Forza Italia a pretendere la stronzata, ma sicuramente gli incompetenti e arroganti, o i figli di mignotta ipocriti del nuovo PD. Nel frattempo io dovrò dire di no ad una ragazza che si è laureata da 2 anni, alla quale avevo promesso l’assunzione a tempo determinato di 3 anni secondo la legge precedente. Nel frattempo le multinazionali della pubblicità licenziano i cinquantenni e assumo apprendisti perché costano un terzo, quindi sono in grado di fare più concorrenza ai piccoli. Alla faccia delle pari opportunità.

  36. c’è qualche legge che ti impedisca di assumerla a tempo indeterminato se è così brava ?

  37. Si è laureata bene, ma è molto lontana dalla professione (leggi produttività per pagarsi lo stipendio). L’apprendistato serve per questo per imparare. Nel nostro settore un apprendista costa 21.916, più il tempo del tutor (obbligatorio) mentre un lavoratore totalmente produttivo 33.000 € anno, la differenza è data dal fatto che l’impresa e l’apprendista sono “esentati” da tasse e contributi, pur avendo l’apprendista l’accredito dei contributi INPS ai fini pensionistici. 11.000 €, più il tempo dedicato alla formazione più corsi di formazione (nel nostro caso in particolare per le tecniche web) a pagamento svolti fuori dall’agenzia per circa 900 € anno fanno la differenza. In sostanza con queste leggi e queste nuove restrizioni non conviene assumere giovani a 33.000 €, conviene rivolgersi a professionisti esterni con P.IVA. Tieni anche conto che mentre costi 33.000 all’impresa il dipendente ne porta a casa netti poco meno di 15.000 € e per pochi eurini non avrà l’agevolazione IRPEF di quel genio di Renzi e compagni perché quando si dice “tutti quelli che guadagnano da 25.000 in giù, significa lordi, quindi quello da 25.001 non beccherà un centesimo, compreso i nostri ragazzi a tempo indeterminato con il minimo sindacale.

  38. A lei le dici queste cose ? Solo lo Stato deve decidere per te ?

  39. Pier Danio Forni

    Certo, ne parliamo sempre con i giovani durante i colloqui di lavoro. I ragazzi sono assolutamente consapevoli che le leggi attuali non favoriscono il loro ingresso nel mondo del lavoro. Due anni fa dopo uno stage di due ragazze alla fine del quale scelsi di assumerne una a 1.200 € mese perché l’azienda poteva assumerne solo una. Il giorno dopo le ragazze mi chiesero se potevano restare perché avevano compreso che imparavano molto e mi proposero di essere assunte entrambi a 600 € al mese. Io sorrisi davanti a questa ingenuità e dissi loro che la legge non lo consentiva, io avrei accettato, ma lo stato, in accordo con i sindacati, no. Una di loro (di Messina) mi disse che in Sicilia si può lavorare anche per meno, io risposi che il contratto nazionale vale per tutta l’Italia e che se a Messina lo fanno in realtà non assumono nessuno e pagano in nero. La ragione di questa mancanza di flessibilità è sempre la stessa: occorre impedire che vi sia sfruttamento. Lo sfruttamento c’é, è indubbio, ma dovrebbe essere colpito caso per caso, non dovrebbe impedire ai giovani di fare proposte ritenute vantaggiose per loro e di rifiutare, denunciandoli, i casi di tentato sfruttamento.

  40. essì, lo sfruttamento del lavoro giovanile è sempre colpa dello Stato e dei sindacati, non degli imprenditori sfruttatori e meno male che non è colpa anche dell’Europa e dell’euro e delle multinazionali giudaiche , magari , gli è tutto un gomblotto contro l’imprenditoria italiana , of course 🙄

  41. Pier Danio Forni

    No mia cara, lo stato e i sindacati devono fare leggi intelligenti e lo stato deve farle rispettare, siccome non ci riesce anche perché non vuole inimicarsi l’elettorato che non paga tasse e INPS, allora continua a fare leggi stupide come la Fornero che ha prodotto 700.000 disoccupati, e questa stupidità renziana ne produrrà ancora di più. Mi pare di aver letto che lei è una pensionata, torni tra i giovani e nelle imprese e drizzi le orecchie, poi mi dica se queste leggi le vogliono i giovani e le aziende oneste. Si accorgerà che gli unici felici di queste leggi sono gli imprenditori disonesti.

  42. lo sapevo, la colpa è anche della Fornero, l’avevo dimenticata nell ‘elenco

  43. Pier Danio Forni

    Ok, se non si vuole informare, no comment.

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