Quattro aree di intervento per valorizzare gli studi umanistici sul mercato del lavoro

Alla fine dell’incontro del 30 novembre 2023 del gruppo “Studio materie umanistiche, lavoro, guadagno” (SMULG), abbiamo individuato quattro aree in cui cominciare ad agire.

(1) IL PROBLEMA DELL’AUTORAPPRESENTAZIONE. Spesso chi ha studiato o studia materie umanistiche (oltre il 70% sono persone che si identificano nel genere femminile) ha una bassa autostima, che gli stereotipi negativi sul settore non contribuiscono certo a migliorare. La bassa autostima si traduce in una scarsa capacità di presentarsi in un curriculum vitae, una cover letter e un profilo LinkedIn. CHE FARE?

Con alcuni/e del gruppo, sto lavorando su molti cv: finora ne abbiamo rivisti e fatti risistemare una cinquantina. Continueremo. Invito tutte/i, prima di inviare il loro cv a giovanna.cosenza@unibo.it per avere un’opinione, a ripensarlo in autonomia secondo quanto ho suggerito nella diretta IGTV linkata in fondo.

(2) LA SCARSA COMPETENZA SULLE PROFESSIONI. Spesso chi ha studiato o studia materie umanistiche resta per anni nella più sorprendente VAGHEZZA su ciò che può (e vuole!) “fare da grande”. E conosce pochissimo le professioni e i lavori che il mercato del lavoro oggi può offrirle/gli: ruoli, mansioni, stipendi, nomi (spesso in inglese), definizioni, quasi tutto è spesso ignoto.

CHE FARE? Voglio preparare un elenco delle professoni che oggi il mercato del lavoro può in concreto prospettare, in vari settori, a chi ha fatto o fa studi umanistici. A questo scopo sto INTERVISTANDO AZIENDE E ISTITUZIONI PICCOLE, MEDIE E GRANDI dei più disparati settori (anche quelli che meno immagini). In sostanza, chiedo a chi in azienda si occupa del reclutamento e della gestione delle risorse umane (HR), da un lato, cosa già fanno in quell’azienda le persone che hanno studiato materie umanistiche, dall’altro, per quali altri ruoli vorrebbe assumere persone con questo background. Finora ho fatto UNA DECINE DI INTERVISTE. Chi può e vuole contribuire mi scriva a giovanna.cosenza@unibo.it.

(3) LA NECESSITA’ DI ACQUISIRE COMPETENZE DIGITALI. Fattene una ragione: oggi non puoi iscriverti a un corso di laurea in Lettere, Filosofia, Storia, Lingue, Comunicazione, Arte e analoghi, senza pensare di aggiungere in qualche modo e con qualche mezzo competenze digitali. Il digitale è dappertutto nel lavoro, da molti anni. Fattene una ragione: in Italia i corsi d laurea umanistici non offrono abbastanza (o per nulla) competenze digitali. Dunque dovrai sborsare soldi per master e corsi di formazione costosi? Non è necessario, perché ricordatelo sempre: oggi il digitale lo impari ovunque in rete, anche da sola/a, anche smanettando, anche a bassi costi e, con una po’ di furbizia, persino gratis. IMPORTANTE E’ NON AVERE COMPLESSI DI INFERIORITA’. Viceversa, chi ha studiato o studia materie umanistiche ha da sempre un notevole complesso di inferiorità nei confronti di matematica, informatica e tecnologie. Pensa di “non essere capace”, pensa siano “materie più difficili” di quelle che ha studiato o sta studiando. Niente di più sbagliato. Non c’è niente di informatica e tecnologie che chiunque abbia studiato o studi Lettere, Filosofia, Storia, Lingue, Comunicazione, Arte e analoghi non possa capire e imparare con efficacia. Basta farlo senza complessi, né ansie o paure. Basta cominciare.

CHE FARE? Pubblicherò con regolarità suggerimenti per acquisire o integrare competenze digitali, corsì di formazione gratuiti o a basso costo, dritte varie. Chi può e vuole contribuire mi scriva a giovanna.cosenza@unibo.it.

(4) L’IMPORTANZA DELLE SOFT SKILL. L’indagine del World Economic Forum “Future of Jobs Report 2023”, uscita in aprile 2023, mette l’indice sulla inevitabile perdita di posti di lavoro che la diffusione delle intelligenze artificiali e dei robot determinerà nei prossimi anni. Mentre da un lato ci saranno, ad esempio, sempre meno addetti a biglietterie, casse, sportelli, uffici amministrativi, call center eccetera, ma anche informatici come oggi li conosciamo, perché rimpiazzati da sistemi automatici, dall’altro, per svolgere tutte le professioni, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, ci sarà sempre più bisogno di soft skill come creatività, flessibilità, disponibilità a imparare, curiosità, resilienza, e via dicendo.

Ma come si fa ad acquisire le soft skill? E come si certificano? Anche le fonti più accreditate, come il Manuale utente per laureati e studenti di Almalaurea e il sito dell’Invalsi, dichiarano che le soft skill non si imparano né a scuola né in università, ma si acquisiscono un po’ alla volta con l’esperienza, nella vita di tutti i giorni. In realtà, le soft skill si acquisiscono al meglio nei corsi di laurea umanistici, ma non sono riconosciute e valorizzate. Né tanto meno sono chiamate così.

CHE FARE? Pubblicherò con regolarità suggerimenti e dritte per riconoscere, acquisire o integrare le soft skill. Chi può e vuole contribuire mi scriva a giovanna.cosenza@unibo.it.





















Una risposta a “Quattro aree di intervento per valorizzare gli studi umanistici sul mercato del lavoro

  1. Professoressa Cosenza, ti seguo da diversi anni sul tuo blog. Qualche giorno fa ho apprezzato il tuo intervento a Radio 24 sul caso Ferragni.
    Qui poni un problema davvero importante! Sono un Operatore del Mercato del Lavoro e mi occupo di supportare le persone che cercano lavoro o che lo vogliono cambiare. Come posso essere utile in questo tuo progetto? A presto

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