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Quattro aree di intervento per valorizzare gli studi umanistici sul mercato del lavoro

Alla fine dell’incontro del 30 novembre 2023 del gruppo “Studio materie umanistiche, lavoro, guadagno” (SMULG), abbiamo individuato quattro aree in cui cominciare ad agire.

(1) IL PROBLEMA DELL’AUTORAPPRESENTAZIONE. Spesso chi ha studiato o studia materie umanistiche (oltre il 70% sono persone che si identificano nel genere femminile) ha una bassa autostima, che gli stereotipi negativi sul settore non contribuiscono certo a migliorare. La bassa autostima si traduce in una scarsa capacità di presentarsi in un curriculum vitae, una cover letter e un profilo LinkedIn. CHE FARE?

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Perché è utile chiedere un rimborso spese per lo stage (anche curricolare)

E dimmi, che stage vuoi fare da grande?

Da anni faccio una battaglia quotidiana – in aula, via mail, sul questo blog, negli incontri faccia a faccia – per informare gli studenti e le studentesse del fatto che, prima di fare un tirocinio in azienda, è sempre opportuno chiedere un rimborso spese, anche se la legge italiana, nel caso dei tirocini curricolari, non impone all’azienda di darlo. Queste sono le ragioni principali per cui insisto: Continua a leggere

Se l’aspirante stagista non chiede il rimborso spese perché “tanto, l’azienda è vicino casa”

Gratis non è lavoro

A furia di insistere sul fatto che, prima di accettare un tirocinio occorre informarsi e chiedere precisazioni su ciò che si andrà a fare in azienda, in questi anni molti studenti e molte studentesse per fortuna hanno imparato a farlo, per cui il numero di coloro che, quando mi chiedono l’autorizzazione per un tirocinio, allegano una descrizione dettagliata delle mansioni che svolgeranno è cresciuto molto. Bene: il mio lavoro non è stato vano. Sulla richiesta del rimborso spese, invece, l’osso è più duro. Io infatti mando a tutti/e questa mail: Continua a leggere

Un tirocinio con rimborso spese nel settore del wine marketing

Mi arriva da Fruitecom una interessante offerta di tirocinio con rimborso spese nel settore del wine marketing.

Bottiglie di vino

Obiettivi formativi: organizzazione di eventi collaterali a una manifestazione dedicata al vino; attività di coinvolgimento di espositori, visitatori e stampa.

Area di inserimento del/la tirocinante: relazioni pubbliche.

Attività da svolgere in azienda: il lavoro consisterà prevalentemente in una attività di relazione con partner per l’organizzazione di eventi collaterali a una manifestazione nazionale dedicata al vino.

Il/la candidato/a ideale ha:

  1. una laurea magistrale in scienze della comunicazione e affini;
  2. interesse e motivazione personale per le relazioni pubbliche e l’organizzazione di eventi;
  3. confidenza con la scrittura professionale;
  4. buona conoscenza dei social media;
  5. curiosità per il settore del wine marketing;
  6. nozioni di tedesco (gradite ma non indispensabili).

Durata: 4 mesi.
Ore settimanali indicative: 40.
Possibile data d’inizio: 18-06-2011.
Possibile data di fine: 25-10-2011.
Sede di lavoro: Spilamberto, Modena.
Raggiungibilità: car sharing con colleghi da Bologna.
Rimborso spese: 2.000 euro complessivi.

Puoi inviare il cv esclusivamente via mail all’indirizzo info chiocciola fruitecom.com, indicando in oggetto «tirocinio nel settore wine marketing» e autorizzando il trattamento dei dati ai sensi della legge 196/03.

Storia (breve) di un tirocinio (forse) interrotto

Ho deciso di pubblicare – omettendo nomi e cancellando ogni riferimento esplicito – uno scambio di mail fra me e una studentessa, a proposito di un tirocinio curricolare. È solo uno dei molti scambi che – come membro della commissione tirocini del corso di laurea in Scienze della Comunicazione – gestisco ogni settimana.

Lo pubblico solo perché spero possa far capire ad altri studenti fino a che punto devono tener alta la guardia. L’aiuto della docente che fa da tutor è fondamentale, ma anche i ragazzi devono aiutarla ad aiutarli. E aiutarsi da soli.

🙂

Preciso che non conosco la studentessa che mi ha scritto, o meglio: poiché ho centinaia di studenti l’anno, via mail non sono sempre in grado di associare il nome a un volto, né ad alcuna caratteristica personale. Il che mi capita spesso quando ragazzi che non sono direttamente miei allievi mi scrivono per un tirocinio; ma io rispondo sempre più o meno come segue.

14 febbraio 2011, da Anna X a me:

Gentile prof. Cosenza, le scrivo per richiedere la sua autorizzazione ad avviare un tirocinio curricolare presso l’azienda XYZ srl della durata di 300 ore (12 cfu). Le principali attività da svolgere saranno: supporto alle attività di produzione e ideazione di eventi culturali, rapporto con i fornitori, ricerca. Gli obiettivi formativi del tirocinio saranno invece: elementi di produzione spettacoli, organizzazione, ideazione e progettazione di eventi culturali e di brand. Se mi invia via mail la sua autorizzazione posso procedere con le altre procedure. Grazie per l’attenzione. Anna X.

14 febbraio 2011, da me a Anna X:

Cara Anna, prima di concederti l’autorizzazione, voglio essere sicura che tu sappia che:

(1) come tutor universitario io sono la tua garante: per qualunque cosa non funzioni durante il tuo tirocinio puoi rivolgerti a me. Ti invito, fra l’altro, a farlo per tempo, non a stage ultimato.

Vedi: https://giovannacosenza.wordpress.com/2011/01/12/quando-lo-stagista-alza-tardi-la-testa/

(2) Hai chiesto un rimborso spese? Fammi sapere se sì e, se non l’hai fatto, perché.

(3) Da’ un’occhiata, per favore, se non l’hai già fatto, alle ultime discussioni sul mio blog, navigandolo all’indietro nella categoria “stage e lavoro”:

https://giovannacosenza.wordpress.com/category/stage-e-lavoro/

Solo quando mi avrai rassicurata su questi punti, ti autorizzerò. Cerca di capirmi, lo faccio per tutelare gli studenti… 🙂 A te la palla! Ciao, Giovanna Cosenza

15 febbraio 2011, da Anna X a me:

La ringrazio per i ragguagli, credo sia assolutamente giusto che lei metta in guardia gli studenti su tutte queste problematiche che sono oscure ai più, ma ho già fatto un colloquio con questa azienda e mi sono state spiegate dettagliatamente le mansioni che dovrò svolgere. Sono al corrente del fatto che qualora questo non avvenisse, posso chiedere di cambiare azienda rivolgendomi a lei e non lo farò alla fine del tirocinio.

Credo anch’io che il tirocinante non sia una risorsa da spremere come un limone solo perché gratis!

Non ho chiesto un rimborso spese non perché credo sia normale e giusto che un tirocinio non debba essere retribuito o che non vengano rimborsate almeno le spese, ma perché non mi viene richiesto di andare in giro con mezzi miei ma solo di rimanere in ufficio a seguire due progetti che mi verranno affidati.

Durante il colloquio sono stata davvero rassicurata, mi è stato spiegato dettagliatamente di cosa mi dovrò occupare, mi hanno presentato tutti i lavoratori e soci dell’azienda e cercavano solo una tirocinante, ma davvero nel momento in cui iniziando il tirocinio mi accorgerò che non è così, la contatterò immediatamente. Grazie per la sua disponibilità e la sua premura! Anna.

15 febbraio 2011, qualche ora dopo, da me a Anna X:

Allora ti autorizzo! Buon tirocinio, Giovanna Cosenza.

24 febbraio 2011, da Anna a me:

Gentile prof. Cosenza, le avevo scritto la settimana scorsa per chiederle l’autorizzazione a iniziare il tirocinio formativo presso XYZ srl.

Vorrei interrompere il tirocinio poiché lo ritengo davvero poco formativo: finora non mi hanno assegnato nessun compito di cui mi avevano parlato durante il colloquio.

Per tutte le ore di ufficio sono sempre alla ricerca di piccoli compiti da svolgere per non annoiarmi, che sono comunque poco formativi: per farle un esempio, oggi pomeriggio l’ho trascorso attaccando adesivi sulle loro brochure informative e ad aggiornare il loro “archivio”: non mi sembra che le cose miglioreranno poiché proprio prima di andar via mi hanno mostrato una serie di cartelle piene di fogli da sistemare di cui non sono nemmeno a conoscenza del contenuto. Durante le ore che trascorro in ufficio sono io a informare di non avere niente da fare e poi è tutto un susseguirsi di “Be’, questo possiamo farlo fare a Anna” e finora si è trattato di compilare bollettini, andare in posta, fare fax, fotocopie e scansioni di file.

Sono ben conscia di non poter ottenere un ruolo di responsabilità immediatamente appena arrivata (non è il primo lavoro che svolgo), ma nemmeno di essere lasciata a me stessa o di fare la tappabuchi per lavori di ufficio noiosi che nessuno vuol fare.

Quello che mi ha spinta a scriverle e a prendere questa decisione è stato l’arrivo stamattina di una ragazza che si occupa delle candidature (rispondere al telefono e alle mail) riguardanti il progetto che io avrei dovuto seguire e di cui avrei già tutte le informazioni da dare agli utenti.

Il mio umore ovviamente non è dei migliori, mi sento amareggiata e svilita, vorrei comunicare al più presto (già domattina) le mie intenzioni all’azienda e far firmare il foglio per l’interruzione del tirocinio. La ringrazio per l’attenzione e la disponibilità, Anna.

Le ho risposto immediatamente che fa bene a parlare al/la titolare dell’azienda, che sono a sua disposizione se ritiene che una mia telefonata al/la titolare possa aiutarla, e che sono ovviamente disponibile a far cancellare l’azienda da quelle convenzionate con l’Università di Bologna, se non cambierà atteggiamento nei confronti della tirocinante. Staremo a vedere.

Quando lo stage funziona

Sullo stage (o tirocinio) come strumento per inserire i giovani nel mondo del lavoro si dice tutto e il contrario di tutto.

Una cosa è certa: occorre che i ragazzi stiano in guardia, perché spesso le aziende ne fanno occasione di sfruttamento gratuito, più che di inserimento.

Per evitare guai, ho già più volte rimandato – e colgo l’occasione per rifarlo – al preziosissimo lavoro di monitoraggio e consulenza che Eleonora Voltolina fa con la Repubblica degli stagisti.

Tuttavia, dagli studenti ricevo in media più notizie positive che negative: di stage che diventano rapporti di lavoro, più o meno stabili, me ne vengono riferiti tanti e, quando non accade, di solito i ragazzi si dicono contenti lo stesso, perché considerano utile l’esperienza che hanno acquisito durante lo stage.

Non sto parlando di dati, ovviamente, ma di una mia impressione complessiva sui resoconti che ogni giorno gli studenti mi restituiscono.

Poiché faccio parte della Commissione tirocini del corso di laurea in Scienze della Comunicazione e, come tale, di storie ne sento davvero tantissime, una mattina mi è venuto in mente che potrei chiedere ai ragazzi che ne hanno voglia di scrivere due parole sulla loro esperienza.

Non so se l’esperimento funzionerà e dove porterà: non ci ho ancora riflettuto bene. Ma intanto mi è arrivata la prima storia, che mi ha mostrato uno scarto che non mi aspettavo: a parole Valentina era entusiasta (giuro!), per iscritto ci è andata più cauta. Leggi qua:

Ho scelto questo corso di laurea perchè al terzo anno, nel piano di studi, era previsto un tirocinio obbligatorio e quindi una prima esperienza nel mondo del lavoro.

Giunto il momento, ho iniziato a chiedere pareri ad alcuni miei colleghi che avevano già fatto il tirocinio: mi sono ritrovata davanti a pareri estremamente negativi, racconti di perdite di tempo a fare fotocopie e portare caffè, alcuni mi hanno consigliato di acquisire i 10 crediti facendo due laboratori formativi perchè sarebbero stati meno dispersivi e più concreti.

Io ho deciso di fare un laboratorio e un tirocinio curriculare più breve (125h) proprio per fare quest’esperienza cercando di non perdere troppo tempo. Ho contattato, attraverso il sito dell’università, l’Ufficio Risorse Umane di un’azienda di S. Lazzaro di Savena che si occupa di animazione, progettazione di eventi, ricerca di modelle e hostess per fiere.

Il primo giorno mi è stata assegnata una mia scrivania, con un computer, un telefono e tutto ciò che serve a un lavoratore per svolgere al meglio i suoi compiti, e questo mi è sembrato subito un buon segno: non essere in costante subordinazione a una collega. Mi è stato spiegato a grandi linee di cosa si occupava l’azienda, com’erano suddivisi i compiti, di quale campo mi sarei occupata io e quali sono gli strumenti (materiali e umani) fondamentali in un ufficio che si occupa di relazioni con le persone e selezione delle stesse.

A inizio marzo il reparto Animazione era in piena attività con la ricerca di animatori e capi-villaggio per le strutture estive con cui collaborano in Italia e in Spagna. Io mi sono occupata principalmente della ricerca delle persone e dello smistamento dei curricula che ci arrivavano ogni giorno, per poi fissare un colloquio con la mia collega che avrebbe giudicato i ragazzi idonei o meno a questo tipo di esperienza.

Non ho fatto io personalmente i colloqui, ma ho assistito a molti di essi e ho imparato un nuovo modo di porsi, più professionale e specifico. Ho dovuto imparare a usare Microsoft Excel senza che nessuno me l’avesse mai spiegato, e poi ho dovuto utilizzare programmi di archiviazione dei contratti interni all’ufficio di cui non avevo mai sentito parlare e per i quali ho improvvisato una conoscenza.

Mi sono stati dati anche compiti noiosissimi, ho fatto mailing list per intere giornate, e fatto scatoloni con materiale da spedire alle strutture turistiche ma non ho portato caffè a nessuno se non ad alcune mie colleghe durante la pausa di metà mattina, e non ho fatto fotocopie per più di 5 minuti ogni giorno.

Bisogna essere una spugna, raccogliere quanti più segnali possibili dall’ambiente in cui si vive 8 ore al giorno, capire i meccanismi e gli equilibri (spesso precari) che regolano i rapporti di lavoro tra colleghi, ma anche tra titolari e dipendenti.

È stata un’esperienza nel complesso positiva, per quanto riguarda l’ambiente ma anche per il lavoro in sé. Ci vuole un po’ di fattore C, per vivere il tirocinio in maniera davvero formativa, ma anche capacità di adattamento e attenzione a qualsiasi cosa ti venga detta.

Da tirocinante ora sono diventata una collaboratrice con lettere di incarico mensili, ho scelto un part time per non lasciare indietro l’università e mi pagano una miseria. Ma lamentarsi non è la soluzione: io volevo imparare a lavorare, a rapportarmi con dei superiori e con dei colleghi.

In bocca al lupo a tutti e siate positivi!

Valentina

Stage all’Assemblea delle Regioni Europee

Ho aperto da pochi giorni la categoria “Stage e lavoro” e già mi arriva qualche segnalazione. Che sia un buon inizio?

Francesca, mia bravissima e fidatissima laureata alla specialistica in Semiotica, così mi scrive:

«Sono entusiasta del mio stage Leonardo. Sono nel Dipartimento Comunicazione e Stampa dell’Assemblea delle Regioni Europee a Strasburgo. Se qualche laureando ti chiedesse consiglio per un Leonardo, vale la pena buttare un occhio su www.aer.eu. È un ambiente ottimo dal punto di vista professionale e umano, in più sono super-equipaggiati. Ti dico solo che ogni stagista ha un bell’ufficio tutto suo con linea telefonica personale eccetera. Inoltre danno 450 euro al mese, che uniti alla borsa Leonardo fanno un bel gruzzolo.»

Qui trovi informazioni generali sul programma Leonardo.

Sotto a chi tocca!

🙂