«Ho 24 anni, sono laureata in Comunicazione, parlo due lingue, gestisco un team di laureati in Ingegneria, Economia, Finanza»

Ragazza manga felice

Ricevo da Gaia (nome di fantasia) questa mail, che volentieri pubblico (dietro sua autorizzazione), perché può servire da incoraggiamento a tutte le studentesse e gli studenti dei corsi di laurea nel settore della Comunicazione, che mettono impegno personale, passione e serietà nello studio. D’accordo con Gaia, non dico il suo vero nome né quelli delle aziende che lei menziona, per evitare che la sua mail sia presa come “vanto” e “ostentazione”.

«Gentilissima professoressa Cosenza,
non so se si ricorda di me, lei è stata relatrice della mia tesi e, come Coordinatrice del corso di laurea in Scienze della comunicazione, mi ha dato la possibilità di laurearmi in due anni alla triennale. Le scrivo per ringraziarla, con il cuore in mano. La ringrazio per aver creduto in me e aver reso possibile laurearmi un anno prima del previsto; per avermi supportato in momenti di grande stress e confusione; per essere una delle ragioni per cui ho amato Scienze della comunicazione.

A proposito di Scienze della comunicazione, condivido fortemente la “battaglia” che lei porta avanti contro il così comune vizio (tutto italiano, direi) di screditare e reputare di serie B questo indirizzo. Non voglio farmi vanto né peccare di immodestia, ma penso che, da professoressa, coordinatrice del corso di laurea e donna, possa farle piacere sapere che, dopo essermi laureata in “Scienze delle merendine”, ora, a 24 anni, dopo un master in UK e un double degree in International marketing in Spagna, dopo aver imparato a parlare fluentemente due lingue, sono Business developer in una multinazionale che è leader in business software, e questa settimana (motivo per cui ho pensato a lei) ho ricevuto un’offerta come Product marketing manager in una grande azienda statunitense del settore ICT, un’altra come Business developer in una multinazionale che produce hardware, un’altra ancora, infine, sempre come Product manager nella sede spagnola di un’ulteriore multinazionale del settore ICT. Per tutta risposta, i manager dell’azienda in cui lavoro mi hanno proposto di formare un mio team per sviluppare nuovi prodotti per il mercato statunitense.

Io sono molto elettrizzata e felice per tutte queste proposte lavorative e per il possibile futuro che mi aspetta. E volevo condividere con lei questi miei piccoli traguardi, perché li reputo merito anche suo. E quando qualcuno denigra Scienze della comunicazione, io penso che nel team che gestisco ho persone laureate in Economia, in Ingegneria, in Finanza che… prendono “ordini” da me. Cioè, mi spiego: loro compongono il mio team e io ovviamente non “impartisco ordini” nel senso becero dell’espressione, ma gerarchicamente, va detto, loro  sono sotto di me. 😀 Quindi un bel “tiè” a chi scredita il mio corso di laurea! 😉

Con ciò la lascio, ringraziandola nuovamente per tutto ciò che ha fatto per me. Le auguro una buona giornata e spero di risentirla presto. Cordialmente, Gaia.»

15 risposte a “«Ho 24 anni, sono laureata in Comunicazione, parlo due lingue, gestisco un team di laureati in Ingegneria, Economia, Finanza»

  1. brava, brava, complimenti 🙂

  2. Mi piacciono i post positivi. Complimenti Gaia, continua così!

  3. Senza far polemica e complimentandomi per la bella carriera, vorrei sottolineare che probabilmente non sarebbe nella stessa posizione senza “un master in UK e un double degree in International marketing in Spagna”. Purtroppo tali master (specialmente in UK) hanno rette salatissime diventando di fatto inaccessibili agli studenti e alle studentesse del ceto medio-basso (con eccezione di rare borse di studio). Questo sistema di degradazione dell’Università di base (specialmente Italiana) in favore di continui master di specializzazione sta decretando una scrematura del mercato del lavoro basata sul reddito. Addio al sogno di riscatto sociale di qualche generazione fa…

  4. ben detto gleichzeit

  5. Se è per questo molti manager hanno solo un diploma di Scuola Media Superiore.

  6. Smettiamola di illudere gli studenti! Scienze della comunicazione non ti fa mangiare. Punto. Allora che fai? Un mese qua, un altro là. Non resisti, vuoi una via d’uscita. Non c’è. Superi così i 30 anni, non hai soldi e anche andare all’estero è ormai utopia. Provi il test in Scienze della Formazione primaria, unica abilitante per l’insegnamento, ce la metti tutta, dai esami come se dovessi mangiare delle virgorsol, 24 in due anni, tirocinio, stenti. Non demordi, convinta che lavorerai finché…non ci pensa Renzi al DDL “Buona Scuola”. Mi fa piacere per i successi ottenuti dalla ragazza, ma è una su 1000! Sicuramente brava, ma anche danarosa per potersi permettere quei master. Cordiali Saluti.

  7. ah, “ben detto gleichzeit” è quel che ci vuole…
    Di preciso cosa le ha fatto imparare fluentemente due lingue? L’ e-learning di scienze della comunicazione per la seconda lingua o il double degree in Spagna e il salato master in uk?
    E per il business developer le basi le ha prese con l’esame di informatica che (negli anni in cui c’ero anche io e anche prima e prima e dopo c’ero io) consisteva in un esame a crocette? Ed è lì che ha imparato anche il business software? Oppure quello lo ha assimilato nell’ altro unico corso dove c’era la parola “business”, che era di sei crediti e, di fatto, ci si trattava pezzettini di microeconomia?

    Scusate la vena sarcastica, ma non rispondetemi allora che, se Gaia non ha imparato a comunicazione tutto questo, comunque è arrivata lî grazie alla fortissime basi di quel triennio. O che gestisce ingegneri e economisti grazie alle doti oratorie lî apprese.

    Piuttosto, è altro che bisogna sottolineare e di cui bisogna marcare l’importanza affinché sia di indicazione a chi si affaccia oggi su qst alternative: é nella voglia e capacità di Gaia di mettersi in gioco in due paesi esteri, uno dopo l’altro, nel suo affrontare materie nuove senza troppo timore, nel suo grande entusiasmo e voglia di imparare, e nella sua gran velocità!
    nella lungimiranza di aver capito presto che la padronanza delle lingue straniere è uno dei mezzi più validi per il lavoro e per la vita oggi….é qst il messaggio che deve passare, secondo me. E per cui bisogna far lode a questa ragazza, che ha i miei complimenti per come si è mossa in Europa.
    Questo ha rangio d esser sottolineato, insieme anche al fatto che, chi ha soldi, é bene che li investa anche in questo tipo di formazione.

  8. L’esperienza di Gaia è sicuramente poco comune, questo non significa che sia impossibile. Nel mondo del lavoro, soprattutto se privato, il bagaglio di conoscenze ha certamente il suo peso, ma le doti imprenditoriali di se stesso fanno la differenza. Ciò che cambia tra noi e l’estero è che in Italia tutto è distorto, oltralpe invece, si guardano anche le capacità personali oltre che quelle culturali.
    L’Italia è afflitta da tutta una serie di problemi legati al monopolio dell’informazione, della formazione, della cultura, della politica e via dicendo. Una prova? Secondo voi perché per ricoprire incarichi di rilievo e/o decisionali anche nella pubblica amministrazione solo in Italia, a differenza degli altri paesi europei, occorre la specialistica o la magistrale? Perché i corsi di formazione professionale come le arti sanitarie e similari sono diventati corsi di laurea quando sappiamo bene che hanno contenuto del tutto differente? Il risultato? L’appiattimento della formazione di alto livello quale dovrebbe essere la formazione universitaria.
    D’accordo che occorre foraggiare l’università perché la formazione costa, ma, non va sottaciuto, lo spreco eccessivo e l’uso disinvolto del denaro pubblico che si fa nelle università italiane. Infatti, se osserviamo la condizione della gran parte degli immobili sedi universitarie, ci rendiamo subito conto del degrado in cui versano nonostante il loro alto costo di gestione, soprattutto nell’Italia meridionale.
    Tornando a Gaia, perdonatemi la pur necessaria divagazione, la sua esperienza non va demonizzata, ma interpretata come percorso possibile, tanto che i suoi datori di lavoro ne hanno compreso il valore quando “altri” l’hanno valutata per come dovuto. A voler essere romantici, un adagio recita: nessuno è profeta in casa. Questo significa che un po’ per cecità e un po’ per comodo non riusciamo, o non vogliamo, vedere il valore del nostro collaboratore o del potenziale tale.
    In altre parole è importante comprendere che ogni azione intrapresa in ambito formativo deve intendersi come investimento su se stessi. Queste conoscenze vanno poi spese in ambiente lavorativo, dove nulla va preso per scontato, soprattuto dimentichiamo che l’impresa ci stia aspettando a braccia aperte e che qualsiasi risultato va ottenuto sempre misurandosi con qualcuno e dove l’importante non è “partecipare” ma “vincere”.

  9. Di getto direi che abbiamo di fronte una giovane donna decisamente brillante (le offerte non piovono mai a caso) e probabilmente potrebbe avere conseguito qualsiasi diploma di laurea. Inoltre ha avuto l’opportunità di specializzarsi, il che l’ha resa più interessante. Questo mi fa dire che, a parità di qualità degli insegnamenti, quello che fa la differenza è sempre la persona con le sue potenzialità, le sue curiosità, la sua capacità di relazionarsi con il mondo. Ma penso anche che oggi, se non hai le disponibilità economiche, fai molta fatica ad accedere a livelli di specializzazione di qualità. Scienze della comunicazione ha buoni insegnanti e buoni studenti, come altri corsi di laurea e la buona reputazione si costruisce in anni di duro lavoro. Complimenti a Gaia anche se non apprezzo la sua falsa modestia….

  10. vai_piano_che_ti_schianti

    le prime tre parole che mi vengono in mente leggendo: ‘bella vita di merda’.
    spero ci sia altro oltre la carriera, l’arrivismo e l’individualismo sfrenato dietro a questa furia di affermarsi che traspare dalla lettera. mi piace immaginare, comunque la mia solo un’impressione avventata ed erronea 🙂

  11. Professionalità tanta, maturità poca.

  12. beh, i commenti sulla persona mi paiono più lividi di quelli che potrei fare io.
    Bravissima la ragazza e che continui a darci dentro e a raccogliere le soddisfazioni che le spettano.

    certo… “ben detto gleichzeit” su ogni sogno di riscatto sociale: a queste condizioni, con un bel master in UK e ulteriore formazione in Spagna per imparare le due lingue avrebbe ottenuto gli stessi risultati anche con una bella laurea in filosofia, in conservazione dei beni culturali, in educazione fisica, con un diploma magistrale e probabilmente anche con la licenza media e i fondi necessari a foraggiare degli studi così variegati.
    🙂

    però grazie per aver condiviso una bella storia.

  13. Sicuramente sarà determinata ma se non nasci con le connessioni neurali giuste e un ambiente familiare che te le lascia coltivare una tale carriera non è alla portata di tutti

  14. Devo dire che mi trovo parzialmente d’accordo con una commentatrice o commentatore che mi ha preceduto: oltre all’ammirazione per le capacità, la perseveranza e la determinazione della ragazza, questo racconto suscita anche in me anche una buona dose di tristezza. A giudicare da quello che Gaia scrive, e soprattutto dal modo in cui scrive, l’impressione è che alla ricchezza della sua vita lavorativa corrisponda una certa povertà esistenziale (parlo di rapporti sentimentali con le persone e con le cose, di eventi interiori, di scoperte intellettuali ed emotive svincolate da obiettivi professionali). In altre parole, quello che vedo è una giovane vita tutta assorbita dai meccanismi della produttività e del successo. Ma, come sottolineava sempre la commentatrice o commentatore che mi ha preceduto, può darsi che questa sia soltanto un’impressione erronea.

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