Un giornalista professionista a 300 euro lordi al mese?

Giornali

Il Comune di Arconate, in provincia di Milano, ha indetto un bando per la selezione di un/a addetto/a stampa che pagherà 300 euro lordi al mese per nove mesi. Un giovane alle prime armi? No, un/a professionista di tutto rispetto che abbia questi requisiti, come recita il bando:

  1. Diploma di laurea; in alternativa diploma di scuola media superiore e almeno due anni di esperienza professionale in ambito giornalistico e/o della comunicazione;
  2. iscrizione da almeno 2 anni negli elenchi dei professionisti o dei pubblicisti dell’albo nazionale dei giornalisti, di cui all’articolo 26 della legge 3 febbraio 1963, n. 69 e che non sono in corso misure di carattere disciplinare comportanti la sospensione o la cancellazione da tale albo;
  3. cittadinanza italiana o in alternativa appartenenza in uno degli stati membri dell’U.E.;
  4. godimento dei diritti politici e che non sussiste sentenza di condanna passata in giudicato, ovvero sentenza di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale, per qualsiasi reato che incida sulla propria moralità professionale o per delitti finanziari;
  5. non avere rapporti di collaborazione continuativa o incarichi continuativi con testate giornalistiche ovvero in caso di preesistenza di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con testate giornalistiche l’impegno a cessare tali rapporti al momento della sottoscrizione del contratto con il Comune di Arconate;
  6. non essere titolare di siti o blog di natura giornalistica.

Insomma, 300 euro lordi al mese con la garanzia che la persona non abbia «rapporti di collaborazione continuativa o incarichi continuativi con testate giornalistiche» o si impegni a cessarli nel momento in cui fosse selezionato/a dal Comune di Arconate. Un/a giornalista a tempo perso insomma, che per guadagnarsi da vivere faccia altri lavori. Ma se poi leggi la lista di cose che dovrà fare in quei nove mesi, tanto perso il tempo non sembra. Chissà chi sarà il/la fortunato/a.

So bene che la pubblica amministrazione ha pochi soldi. Ma così si straccia e svende – ancor più di quanto non sia già stracciata e svenduta – la professione giornalistica. Povera Italia.

Ringrazio Il Comizietto per la segnalazione. Sul tema vedi anche il post di Cristina Macca nel suo blog sul Corriere.

17 risposte a “Un giornalista professionista a 300 euro lordi al mese?

  1. Non mi pare che la situazione sia svenduta, anzi forse ce ne sono semplicemente troppi. Vi basta enumerare il numero di refusi che si leggono sugli articoli online in un solo giorno.
    Poi considerata la quantità di informazione che produce la #pa secondo me è remunerativo, dato per assodato che i soldi arrivano di sicuro e non forse; e considerato che per consuetudine si instaura un rapporto continuativo seppur le #PA abbiano “il divieto” di assunzione di Brunetta.

  2. Non capisco davvero il “gattopardismo” (che vedo su Facebook e, fortunatamente, non qui) in tanti giornalisti (anche coetanei) nel voler dire “siamo nella melma, ma ora son tutti così”. Di collaboratori e pubblicisti a 3-4 euro netti al pezzo che reggono in piedi i quotidiani evidentemente non c’è memoria…
    Per me è giusto dire: “Con l’idea di giornalismo di 10-15 anni fa non si mangia” (e probabilmente neanche con quella attuale, ma non voglio essere così pessimista). Parliamoci chiaro: i giornalisti under 35 di oggi sono tali perché nell’80% dei casi non sono legati al reddito della professione ma ad altri (insomma: son ricchi di famiglia).
    Io personalmente ricordo il prof di Storia contemporanea che alla triennale (indirizzo Media e giornalismo – lo so, sparatemi – all’università di Firenze) alla prima – PRIMA – lezione ci disse: “Lo sapete quanti sono i giornalisti disoccupati in Italia? 50mila, e sarà sempre peggio”. Era il 19 settembre 2005.

  3. I primi commenti sono tutti condivisibili, ma credo che il Sindaco di Arconate, non abbia capito cosa servirà concretamente alla sua amministrazione. Cosa se ne fa un comune di 6588 abitanti di un ufficio stampa. Nulla. Siccome non serve a nulla 300 € al mese sono anche troppi. La cosa tragica è che troverà un disperato che per 300 € dovrà inventarsi di comunicare delle cose (chissà quali notizie e chissà a quali media) che nel 99% dei casi non pubblicherà nessuno tranne forse il gazzettino locale o parrocchiale. La cosa mi fa ricordare una consulenza che 30 anni orsono mi chiese la repubblica di San Marino. L’amministrazione era convinta che per comunicare con 25.000 abitanti in un territorio di circa 40 km quadrati fosse necessaria una televisione. La TV è stata fatta ed è ancora in funzione, il 50% del capitale è della RAI, e da un po’ va in onda una trasmissione di Costanzo (che brutta fine). Questa è la storia dei media voluti dai politici che non sono cattedrali nel deserto, ma cacchine in uno stagno che però costano come una cattedrale. L’unica cosa positiva per il comune di Arconate è che hanno avuto la decenza di stanziare solo 2.700 € per 9 mesi.

  4. Un addetto stampa, anche per Arconate, non sarebbe una brutta idea. Potrebbe fare molto, se più che un addetto stampa fosse un esperto di comunicazione. Però, fra 300 €/mese lordi e nulla, forse è meglio nulla. Si prenda atto che non si hanno le risorse per avere un addetto stampa e si fa tutto in casa, oppure ci si affida al volontariato. Nulla di male. Sono sacrifci tutto sommato logici. Perché fare una brutta figura con questo bando? (Un bando che cerca un addetto stampa che è un errore di comunicazione… vorrà dire qualcosa?)

    Rimane il fatto che anche i comuni piccoli sono chiamati a prendere decisioni importanti, a volte imposte anche dall’alto. E chi le spiega alla cittadinanza?

    La mia piccola esperienza mi ha reso testimone, nella mia città, di due cambi di fronte dell’elettorato per motivi (anche) di comunicazione. Oggi a S. Donato Milanese abbiamo un addetto stampa per 6 mesi a 1150 €/mese lordi. Meglio di Arconate, ma sarà sufficiente per questa amministrazione?

    In ogni caso, in mancanza di idee politiche chiare, un addetto stampa è assolutamente inutile.

    Buona fortuna alle due giunte.

  5. Commento bello e ironico, visto che sei vicino potresti dire al sindaco di Arconate che se nell’edificio del comune c’é un balcone, per comunicare con i pochi cittadini del paese sarebbe sufficiente affacciarsi e parlare con un megafono.

  6. concordo con lei “povera Italia”.

    Di più me la prendo con quelle persone che accettano svilendo il loro percorso professionale. In molti, difatti, con la scusa della passione, accettano tali compromessi, non rendendosi conto che stanno recando un danno altissimo a tutti coloro che, giorno per giorno, sudano per migliorare il proprio status lavorativo, e rendere la propria vita (e quella degli altri) più civile.

  7. @Pier Danio Forni
    Gia fatto: al comune di Arconate ho scritto quello che penso via mail.

  8. Grazie, notizie come queste servono ad iniziare il WE con un sorriso in piu` 🙂

  9. Una mAraviglia insomma!

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  11. Quella bella e dimenticata legge che è la 150/00 stabiliva che per la comunicazione nelle PA servisse o un professionista o un dipendente formato alla bisogna. Con quei 2700 lordi/ 2106 netti si mandava un’impiegata x a fare un bel corso di formazione e via.

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  15. Commento un post datato 2013 ma ancora attuale. Laureata in comunicazione e giornalista, ho lavorato per la comunicazione (prima come tircocinio e poi come collaborazione gratuita e amichevole) nel mio Comune di residenza che conta 3.200 abitanti circa, per tre anni piu o meno. Nonostante sia un piccolo centro, le notizie da comunicare ci sono sempre…sopratutto se si tratta di un paese attivo. La buona comunicazione aiuta a mantenere il rapporto amministratori/cittadini, a volte diventa fondamentale. Certo e’ che questo annuncio di lavoro e’ pura vergogna, io ho lavorato gratis e’ vero…ma ancora non ero iscritta all’albo e non avevo esperienza.

    Saluti

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