Perché in Italia gli uomini e le donne di potere non si dimettono?

Poltrone di potere

Dopo la discussione dell’altro giorno sul danno d’immagine che Anna Maria Cancellieri ha subito nell’ultima settimana, credo valga la pena ricapitolare alcune cosiderazioni sul perché in Italia gli uomini e le donne di potere tendano a non dimettersi mai, nonostante guai giudiziari e scandali mediatici. In Italia di fatto a nessun leader politico che davvero conti (e voglia continuare a contare) conviene dimettersi (e sottolineo: conviene) semplicemente perché, se lo fa, finisce per fare la parte di quello che “sembrava che avesse potere, ma in fondo non ce l’aveva”. Detto più brutalmente, finisce per fare la parte del/la fesso/a. Facciamo qualche esempio.

Prendi Josefa Idem. In seguito a una questione fiscale che, paragonata a molte altre, potrebbe essere vista come una sciocchezza, viene “sacrificata” dal governo: all’inizio lei resiste (ha ben capito che in Italia non conviene dimettersi) ma, dopo un incontro con Letta, fa il cosiddetto passo indietro. Perché Letta le chiede di dimettersi? Ovvio: perché considera irrilevante il suo incarico  di Ministro per le Pari Opportunità, per lo Sport e le Politiche Giovanili. Irrilevante perché non compromette la tenuta del governo delle larghe intese, ma irrilevante anche in assoluto: già mettere assieme donne, giovani e sport fa capire in che considerazione si tengano queste tre competenze.

Inoltre domandiamoci: l’immagine di Josefa Idem è migliorata grazie alle dimissioni? Non pare proprio. Della Idem tutti ricordano: non contava nulla e l’hanno mandata a casa per evitare ulteriori polemiche. È una perdente, punto. Ed è piuttosto improbabile che l’immagine di perdente le si scolli di dosso, anche perché le dimissioni hanno contribuito a confermarla, no peggio: a rinforzarla.

Prendi invece Anna Maria Cancellieri e Angelino Alfano. Fanno resistenza anche loro e, a differenza di Josefa Idem, ottengono appoggio politico e persino applausi. Cancellieri non si dimette, come non si è dimesso Alfano, innanzi tutto perché i loro ministeri sono cruciali per qualunque governo, e poi perché nel caso specifico, se salta l’accordo su di loro, salta il governo delle larghe intese. Un governo che nessuno al momento vuol far saltare, nemmeno Renzi, che parla-parla (per ottenere consensi) ma certo non fa (i parlamentari renziani non si sono opposti). Non solo: poiché Cancellieri e Alfano sono rimasti al loro posto, hanno qualche chance di far dimenticare ai media e agli italiani gli incidenti di percorso. Poiché invece Josefa Idem si è dimessa, è più probabile che la sua immagine resti inchiodata a quel gesto finale.

E gli italiani cosa pensano? Una parte della risposta sta nel sondaggio Ipsos che ho pubblicato due giorni fa: c’è una parte consistente di italiani e italiane (il 48%) che tutto sommato non trova grave la telefonata della Cancellieri. Quel 48% di «bah» (a questo si riduce il commento) mostra chiaramente quanto alta sia l’indifferenza della cultura italiana per scandali e scandaletti. Quanto si considerino normali certe pratiche da parte di uomini e donne di potere. C’è qualcuno che ancora si stupisce della tenacia con cui Silvio Berlusconi resta attaccato al suo posto? In Italia il politico che si dimette muore, e lui lo sa benissimo.

Sondaggio Ipsos 5 novembre 2013 su Cancellieri

28 risposte a “Perché in Italia gli uomini e le donne di potere non si dimettono?

  1. …supplemento mio di analisi:

    che ci sia un humus perdonista in italia non cosa nuova,anche se forse con gli anni si ristretto,vista l’incazzatura collettiva:sopra di parla di un 48% di bah,ma il resto?diciamo che i”bah” son sotto al 50..e meno male!

    quanto a josefa idem,fece una conferenza stampa disastrosa e lanciò strali tipo “se la prendono con me per le mie 20 medaglie”,che era una auto difesa imbarazzante…

    si fece bene a dimettersi,che fosse donna conta poco semmai c’è da chiedersi se non fosse stata scelta proprio perchè fosse donna ,sportiva,relativamente “giovane” e belloccia..insomma se Letta all origine l’avesse scelta per quello,quello si che sarebbe davvero imbarazzante

    tornado totalmente in topic,l’italia non è la gb la germania o gli usa,però è vero che dopo vicende come quello della shalabayeva e l’ultima della ligresti,un governo che avesse perso ministro dell interno e della giustizia crollava,anzi crollava anche se si dimetteva anche uno solo ministro di quei due ministeri chiave..

    se si sempre in emergenza,del resto,mica si posson far crisi di governo..

    morale ci son piu fattori che impediscono”serene” “auto”dimissioni,..

    nel mentre col tempo,il perdonismo del popolo sia davvero sceso..ma ancora non basta per ottenere dimissioni di chi la fa davvero grossa,o grandina…

  2. nb:ieri sera Renzi da santoro contro la Cancellieri c’è andato giu educato,ma duro…

  3. Davide, Renzi ieri sera da Santoro ci è andato giù pesante contro la Cancellieri ma non ha mai risposto davvero né a Cacciari né a Travaglio che mettevano in evidenza la contraddizione fra il suo dire e il fare dei renziani… suvvia. Ha usato tutte le più banali tecnichette da manuale di persuasione: spostamento del focus in primis. 🙂 E l’argomento della “lealtà” al partito sua e dei suoi, detto da Renzi… mah, convince solo gle elettori renziani più innamorati di lui, secondo me. Sul resto concordo con te.

  4. Giovanna, le tue analisi sono sempre lucide e puntuali, per questo ti seguo con attenzione e stima…però. A me sembra che tu consideri le persone in questione come individui liberi di decidere. Gli unici a poter decidere liberamente, a me pare invece siano Berlusconi perché è il padrone unico del suo partito, e la Idem, poiché ha contato e conta come il due di picche. Gli altri sono esponenti di una struttura reticolare e vischiosa che non può consentire di perdere la propria rappresentanza e “afflosciare” il suo gruppo d’interesse. La Ministra Cancellieri, che tanta buona impressione ti ha fatto come Commissario a Bologna perché ne ha appreso le espressioni gergali, non è una rappresentante degli elettori ma, come i suoi colleghi, è una nominata, prescelta perché la più funzionale non tanto al ruolo istituzionale ma a quello tattico, per il quale valgono più gli interessi lobbistici che quelli dei cittadini. Mentre questo ruolo in paesi come gli USA è alla luce del sole, nel nostro paesello che ragiona in modo astruso come nella magna grecia demitiana, le lobby non possono esistere e per questo preferiamo convivere con le mafie. La Cancellieri non si dimette perché non può farlo, perché non è ai cittadini che deve render conto del suo operato ma a quella mucillagine in putrefazione che è la classe politica estesa, estesa sino ai vari zio Letta e al più nascosto e meschino degli intrallazzatori che naviga fra ambasciate estere, aziende di stato degli armamenti, procuratori di escort, cardinali e sindacati… La politica, quella come la intendeva che so, Adriano Olivetti, non sporca e non si ci sporca. Da tempo sono questi personaggi squalificati, questa struttura non rappresentativa, a sporcarla. E anche il Renzi vergineo dovrà passare -cosa alquanto improbabile-, come sostiene Cacciari, per la cruna dell’ago.

  5. Scusami, aggiungo che Berlusconi durante il governo attuale si è recato solo due volte in Parlamento e per sue ragioni personali. C’è ma è come se fosse già dimesso. Anche se si dimettesse -ma non lo farà mai dato che si ci ci può dimettere da sé stessi- non sarebbe morto, come dici, ma continuerebbe a comandare i suoi accoliti così come ha sempre fatto, dato che da sempre si considera ed è sopra e oltre la Stato.

  6. G.C. @ In Italia di fatto a nessun leader politico che davvero conti (e voglia continuare a contare) conviene dimettersi (e sottolineo: conviene) semplicemente perché, se lo fa, finisce per fare la parte di quello che “sembrava che avesse potere, ma in fondo non ce l’aveva”. Detto più brutalmente, finisce per fare la parte del/la fesso/a .

    Non per niente, l’idea dell’uguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge, fondamentale per la democrazia, non è stata interiorizzata da una cospicua parte dei nostri connazionali: il potere è inteso da molti come puro esercizio della legge più forte, e si ritiene che chi ce l’ha faccia bene a esercitarlo con arroganza, restandovi attaccato senza pudori. Lo sfacciato pieno di potere e ricco è ammirato anche perché può permettersi il lusso di non rispettare quella legge alla quale gli altri (gli sfigati) sono invece sottoposti. Diventare “qualcuno” per aggirare le regole: questo è il sogno, magari inconfessabile, di tanti.

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  8. G.C. @ Un governo che nessuno al momento vuol far saltare, nemmeno Renzi, che parla-parla (per ottenere consensi) ma certo non fa (i parlamentari renziani non si sono opposti).

    E questo ci dà già un’idea precisa di chi sia Renzi.

  9. Sarò un po’ off topic, ma mi piacerebbe leggere il suo parere su Borgen, una serie televisiva danese di grande successo ( tranne che in Italia – sarà un caso ?) che nonostante certi limiti affronta proprio numerose questioni trattate qui, sui meccanismi della democrazia e sul ruolo delle donne in politica.
    Gabrielle Florenceau

  10. (mi s che sono un po ot anchio,ora:ma non che di serie televisive,usa o scandinave che sano,si parla un po troppo,in italia?oh,io Lost e Prison break li guardavo,ma……..vabbè forse nei paesi scandinavi son diverse..)

  11. Un po’ quello che diceva Lorella Zanardo qualche tempo fa quando affermava che “si è perso il senso della vergogna”. La vanteria e il cinismo invece sono religione, mentre chi resta attaccato alla poltrona, ha, come dici tu, l’ambito riconoscimento alla sua spregiudicatezza (ribaltata ora in valore)

  12. (..no ve prego,non citatemi lorella zanardo,no ve prego..:( )

  13. “Renzi, che parla-parla (per ottenere consensi)”. Finalmente una voce fuori dal coro dei “band wagon”.

  14. Però, dopo l’assassinio di Moro, Cossiga si dimise da Ministro degli Interni e non mi pare proprio che la cosa ne avesse fatto un perdente. Date le tragiche e torbide circostanze potè continuare ad essere influentissimo e divenne Presidente della Repubblica. Condivido guydebord là dove fa riferimento alla pressione e alla vischiosità della rete di interessi e poteri. Non è in questione la comunicazione di un’immagine, quelli che sono in gioco sono reali rapporti di forza: quando ti trovi dalla parte della forza fai quello che ti conviene, certo, ma ciò significa che puoi scegliere la strategia e che questa può contemplare la non-dimissione come la dimissione. Anzi, io credo che scegliere di non dimettersi indichi un certo grado di debolezza: le loro attuali poltrone garantiscono a Berlusconi, Alfano e Cancellieri una difesa delle loro posizioni che, evidentemente, non potrebbero difendere in altro modo se si dimettessero. Il che significa che non hanno molte altre risorse, ovvero che sono politicamente deboli. Ovvio che la Idem era politicamente debole fin dall’inizio, lei sì che aveva solo il ruolo di immagine.

  15. come no..è vero il contrario,Renzi parlò d ridurre l’f-35 quando bersani ancora diceva”uhm vediamo..vedremo”(e dire che quello piu a sx doveva esser bersani..)per non dire che ha parlato anche di ridurre l’enorme numero di “impiegati” nelle forze dell ordine(420-48mila persone..non ha eguali in europa)che di solito è un argomento da cui tutti si tengono lontani….chissà perchè…

  16. (x erica: ottimo il riferimento a cossiga

    ma sul resto: perchè citare ancora oggi nel 2013 guy debord?vi prego,basta coi filosofi francesi… 😦 n spagna germania e gb manco li leggono,è solo una fissa italiana…)

  17. (x davide: non so se ti riferissi a me ma il guydebord a cui mi riferisco io è il commentatore lassù)

  18. sorry erica,non leggo i nicknames di tutti,pardon…rimane la mia antipatia per i filosi francesi anni 60-70 …

  19. il vero sorriso sulle labbra mi (ci?) tornerà se
    1) domani in Parlamento si comincia così : Analisi del testo \ estratto per es. dall’Etica di Aristotele
    Analisi come si insegna a scuola \Informazioni principali, ,secondarie \tesi \argomenti \ e quesiti finali collegati alla teoria del filosofo e alla realtà. Migliaia di lavoratori della scuola , nel loro piccolo, possono fornire griglie di lettura e valutazione . Obiettivo : produrre un po’ di pensiero
    2) un qualche esperto di sentimenti (vergogna\ imbarazzo\ inquietudini varie\ dissonanze cognitive ed emotive ) può finalmente illuminarci tutti su come tali espressioni possano non albergare mai in un animo umano e questi condurre una vita spregiudicata e ammirata (addirittura, a volte ,anche con sembianze timide e goffe) GRAZIEEE

  20. Sono in quel 14% per cento degli italiani che pensa che la telefonata fatta al Dap dalla ministra Cancellieri sia stata un intervento legittimo ed anzi doveroso. Quella telefonata è stata paragonata a quella per affidare Ruby alla Minetti. Invece: la telefonata della Cancellieri al DAP era per far rispettare la legge (accertarsi che le condizioni di salute di una carcerata fossero note e la carcerata fosse curata); la telefonata di Berlusconi in questura era, almeno secondo il tribunale che lo ha condannato in primo grado, per fare in modo che non venisse rispettata la legge. Quindi, se un paragone fra le due telefonate si vuol fare, si dovrà farlo per dire che la telefonata della Cancellieri le fa onore, quella di Berlusconi lo disonora.
    C’è poi la famosa telefonata ai Ligresti, dove la Cancellieri promette che avrebbe fatto tutto quello che le era possibile fare. Su questa telefonata i media hanno costruito tutta la montatura che ha indignato il 42% degli italiani. Nessuno però ha dimostrato che “fare tutto il possibile” anziché avere il significato normale che la frase ha quando si parla fra persone normali, avesse, nel caso della Cancellieri, il significato perverso di “fare tutto il possibile illecito”.
    Resta l’amicizia della Cancellieri con i Ligresti. E questa davvero non le fa onore. L’unica scusante è che data da parecchi anni. Ma comunque certe amicizie non sarebbe bene coltivarle. Almeno a me pare.
    Tuttavia queste brutte frequentazioni erano note da molto tempo e nessuno aveva finora chiesto alla Cancellieri di farsi da parte per questa sua amicizia. E, d’altra parte, dal mio punto di vista l’amicizia di Alfano e tutti i ministri PDL con Berlusconi, è un’amicizia assai peggiore di quella con Lingresti e dovrebbe essere la ragione per chiedere a tutti di dimettersi. Ma in questo caso l’Italia dovrebbe restare senza governo dato che gli italiani sono divisi sostanzialmente in tre partiti: PD-PL-M5S. Nessuno dei tre ha la maggioranza e uno dei tre (M5S) aspetta di avere il 100% dei consensi per fare qualcosa (intanto però i suoi parlamentari sono pagati perché facciano qualcosa). Personalmente sono più indignato con il M5S che con la Cancellieri. Se siamo in questa disastrosa situazione politica lo dobbiamo al fatto che quelli che vogliono mandare a casa tutti, sono serviti e servono a tenere al potere chi è stato la causa del degrado della politica in Italia.

  21. @Davide: il bello è che ultimamente non sono d’accordo con Lorella quasi mai, tranne su questo tema 🙂

  22. ..lorella chi?

  23. OT @davide
    Quando devi scegliere un nickname sei nella stessa condizione di quando ti viene richiesto di inserire una pass però composta da lettere e numeri ma i primi quattro non devono essere ecc., così finisci con l’utilizzare la prima cosa che ti viene in mente. E la prima cosa che mi è venuta in mente, anche in relazione ad alcuni degli argomenti che si dibattevano in quel periodo su Disanbiguando, è stato che si stava parlando della “società dello spettacolo”.
    Testo che ho letto quando è stato pubblicato in italiano, che ho apprezzato per la forma aforistica più che prosodica e per certe sottigliezze di alcuni macigni contenuti. Di Guy Debord artista ho apprezzato tantissimo un piccolo disegno, una specie di mappa, che me lo ha reso simpatico, una delle ultime cose fatte prima del suicidio. Simpatici o antipatici che possano essere i filosofifrancesisessantasettanta, e lui non lo era, un po’ di solideriatà umana per chi ci crede così tanto da farsi da parte per l’eternità ce la metterei. E poi si vede – lo dico ora in riferimento al tuo caso ma vale, una volta per tutte, per molti altri- che scrivi con il telefono furbo ma non tanto che costringono a sforzi di decifrazione. (Tutti quelli che scrivono con lo smartphone si giustificano dicendo: l’ho scritto col cellulare! Come se essere impediti dipenda dal mezzo, dallo strumento più avanzato in assoluto oggi disponibile e così pervasivamente utilizzato…).

  24. Acci, nonostante una tastiera qwerty ho scritto disambiguando con la n!
    Il cavalier che non se n’era accorto, andava combattendo, ed era morto…

  25. caro” guydebord”,non solo potrei anche NON scrivere con il”telefono furbo” 🙂 ma davvero penso che i filosofi francesi e dintorni -di varie epoche-ormai ce li filiamo solo in italia,altrove studian ben altro…

    ah detesto cordialmente molto del culturame francese,ma chissà forse è un mio limite

  26. @ gentilisismo davide, insisto nel sostenere che Guy Debord è stato innanzitutto un artista situazionista che non si è mai dichiarato filosofo e forse neppure d’intorno ai filosofi. Però, data la mia arretratezza culturale fondata su testi già vecchi tre quarti di secolo fa, mi piacerebbe conoscere questo paese Altrove e anche i Ben Altro studiati. Chissà se ci puoi dare una breve bibliografia di ciò che è a la page, scusa l’irritante francesismo 🙂 .

  27. dichiarazione di un studente di sc pol,proveniente da bordeaux ,all unibo nel 2003,da me raccolta:

    “certo che qua in italia vi filate ancora idee francesi di 25-30 anni fa..guarda che non le seguiam troppo manco in francia,dico,il tempo passa eh..qua in italia vedo invece che su certi miti d’annata,siete proprio fissati..è proprio vero che avete avuto un ’68 durato 12 anni.. contenti voi…”

    credimi,intervisto tutti gli stranieri da paesi”interessanti” che vivan qui d aun po e che mi capitan sotto tiro(argomento?l’italia,mi par ovvio..),se ne imparano di interessanti

  28. @davide: Pensa che in Francia ancora studiano Benedetto Croce. Pivelli.

    Personalmente vedo una piccola contraddizione: in Italia tutti si dimenticano di tutto, quindi il discorso delle mancate dimissioni come temporeggiamento in attesa che si calmino le acque non regge. Agli italiani non frega nulla di niente, e non c’entra solo la teoria di Prezzolini sull’elogio del sodomizzatore. Il Governo deve tenere e basta, e questi “cattivi comportamenti” da una parte e dall’altra alimentano il trentennale gioco di puro equilibrismo.
    In Italia non si dimette nessuno anche per un altro motivo: essendovi un’oligarchia di nominati, nessuno deve rendere conto all’elettore della propria condotta. E fondamentalmente è giusto così: se l’elettore medio maggioritario è così coglione da farsi portare via quel briciolo di senso attribuibile alla democrazia rappresentativa, vuol dire che va bene così. Il loro condono è il nostro condono. Ego te absolvo, e così sia.

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