L’estetica pubblicitaria del maschio adolescente allupato

Nell’ultimo mese ho fatto un gioco: ho sfogliato le riviste femminili più diffuse in Italia per verificare qual è l’immagine della donna che più spesso la pubblicità associa ai prodotti destinati al pubblico femminile: calze, cosmetici, gioielli, biancheria intima, e così via. Ne è emersa quella che definirei “estetica del maschio adolescente allupato”. Detto in altri termini:

i pubblicitari si rivolgono alle donne mostrando loro uno stereotipo visivo che non ha nulla a che vedere con le donne reali, né tanto meno con il modo in cui le donne pensano a loro stesse (o meglio: penserebbero, se non fossero a loro volta condizionate dalla ripetizione ossessiva di certe immagini). Uno stereotipo che ha invece molto a che fare con le fantasie di cui si nutre, da decenni, la sessualità maschile più rudimentale e meno matura, più solitaria e meno capace di entrare in relazione effettiva con le donne (perciò parlo di “adolescente allupato”). Un immaginario di cui sarebbe interessante ricostruire origini e ingredienti (mi aiuti?), che vanno dai B-movies degli anni ’70-’80 ai porno attuali. Guarda che collezione (clic per ingrandire):
Fendi

Guess

Be in love

Intimissimi

Liu Jo

My Shape

Tu Style

Fotodepilazione

52 risposte a “L’estetica pubblicitaria del maschio adolescente allupato

  1. B-movies è una categoria filmica predittiva che già negli anni “70-“80 si riferiva a lui e alle sue escort?

  2. non capisco questo accanimento contro i modelli femminili della pubblicità:non han uno scopo educativo,han uno scopo commerciale!

    peraltro gli uomini preferirebbero modelli femminili piu torniti e meno eleganti/sofisticati…gia loro non sono il target,ma perchè le donne si scagliano contro “ogni”modello?

    siete voi che vi sentite sempre sotto esame,ma è strano,lo sanno tutti che nella realtà le donne nn sono come nella pubblicità,manco visivamente…

  3. però sono prodotti dove l’estetica è centrale. (non si vendono viaggi, auto o corsi di cucina, ma prodotti destinati alla cura del corpo e della propria immagine).

    In generale, l’estetica della pubblicità fugge dal reale. Non solo in fatto di donne. I prodotti per il pubblico maschile presentano sempre uomini fuori dalla media. Stessa cosa per tutte le altre “realtà”. La Casa perfetta, la famiglia impeccabile e patinata, la location sempre meravigliosa e luccicante.

  4. Una battuta di un film, diceva (più o meno) che i chirurghi plastici disegnano con il bisturi donne tutte uguali perchè tutti hanno ancora in mente soltanto la donna ideale a cui pensavano quando, adolescenti, si masturbavano.

  5. Premesso che anche il sexy e la sensualità in vari modi esistono e vanno raccontati (il contesto pubblicitario spesso la racconta in maniera becera), mi preme dire che i B-movies sono un mondo notevolmente complesso. come lo sono i film d’autore
    Sarebbe anche interessante capire cos’è che distingue una sessualità matura da una immatura.
    Sarò ingenuo ma mi ostino a credere che la maggioranza delle donne sappia come pensa a se stessa da vari punti di vista

  6. Essendo io nata negli ’80, i “modelli” che mi vengono in mente da associare a questo tipo di pubblicità sono svariati. Automaticamente però direi:
    La donna esplosiva di John Hughes del 1985, dove due adolescenti frustrati dall’insuccesso con le ragazze della loro età, creano questa donna che ha le fattezze di Kelly LeBrock.

  7. ah. La sessualità maschile immatura è l’autoerotismo?..bè quel “solitaria” avrebbe dovuto farmelo capire.
    In effetti l’immagine di un uomo adulto che si masturba magari davanti a un pornazzo non da’ un’idea di “maturità”.
    Ma sarebbe bene tenere presente che la masturbazione non è una pratica esclusivamente maschile

  8. già,o quasi

    20 anni fa o poco meno lessi su un settimanale di quelli”moderni”(lascio pensar se fosse il venerdì,l’espresso o panorama)una articolo dove si diceva che-in forma anonima,il questionario- ammettevano di masturbarsi ben l’80% degli uomini e il 30% e poco piu di donne

    4-5 anni fa ne lessi un altro,su una rivista di psicologia,dove i dati erano:

    un 88% di uomini che ammettevano,e la percentuale femminile salita quasi al 42 %

    morale?che le donne(italiane?si in svezia i dati sarebbero diversi) han un idea elegante di se stesse e certe cose fan fatica ad ammetterle,fortunatamente il tempo passa e sdogana un sacco di cose

    Sdogana anche le pubblicità,grazie al cielo

    quanto a :

    “” Un immaginario di cui sarebbe interessante ricostruire origini e ingredienti (mi aiuti?), che vanno dai B-movies degli anni ’70-’80 ai porno attuali.”

    son due universi così vasti che è difficile metterli in relazione fra loro,figuriamoci con altri argomenti

  9. altra cosa:
    le immagini di quelle ragazze quasi tutte eteree e quasi sofisticate,sono l’esatto opposto di quello che amano i giovani brufolosi e i maschi di medio livello socioculturale,,che davvero da sempre preferiscono il modello Moana…ergo ai pubblicitari interessa che le donne vogliano sembrare sofisticate o eleganti così,ergo non vedo cosa centri il discorso su “la sessualità maschile più rudimentale e meno matura”

  10. In realtà la maggior parte degli esempi riportati non sono campagne pubblicitarie sviluppate da pubblicitari, ma da fotografi. E la differenza è decisiva. Non c’è dietro una vera strategia, non c’è un pensiero di comunicazione mirato. Solo immagine. I fotografi usano per le campagne le stesse modelle che usano per le sfilate. (A difesa della categoria! Sono un pubblicitario.)

  11. Secondo mè,
    è una caccia alle mosche. In periodi di crisi gli stilisti accorciano le gonne e l’opinione pubblica punta il dito sui pubblicitari su l’utilizzo di stereotipi. Il problema sono i Direttori marketing, che prendono decisioni strane a seconda di cosa mangiano.
    Andate a dire ai “Dadi” della Star di cambiare immagine nel Packaging, sono 50 anni che propone un modello che non esiste. Che 50 anni fà era moderno, ora è offensivo. Ma Star non si tocca, perchè muove un sacco di soldi in termini di creatività.
    (http://www.migliorecarta.it/img/DST10_246831419108289.png)

    Le critiche che si fanno ai pubblicitari, riguarda solo il 2% delle campagne che escono. Quindi è una caccia alle mosche.

  12. Leggo il post, di conseguenza leggo i commenti a seguire e sorrido notando che provengono da uomini (non è banale sarcasmo ma dato di fatto). Dobbiamo davvero ripetere che per ovvi motivi le donne percepiscono la femminilità diversamente da come la percepiscono gli uomini?! @Paolo1984 a mio parere la sessualità matura di cui si parla concerne principalmente il pensiero e non solo l’immagine di mera carne cruda scoperta. Per quanto trita quoto l’ironica vena polemica e tralasciando il discorso su brand e target di consumatori, rimango inquietata dal “per piacerti di più” dell’ultimo esempio quando è palese sia sottinteso “per piacere di più”. The same old story…

  13. evidentemente non ci si spiega mai abbastanza:

    ma dire cose come :

    “”Dobbiamo davvero ripetere che per ovvi motivi le donne percepiscono la femminilità diversamente da come la percepiscono gli uomini?!””

    che scoperta!
    potrei ribattere (ma sarebbe anche piu ovvio ovvio)

    “”gli uomini percepiscono la femminilità diversamente da come la percepiscono le donne!”

    al che il dibattito non proseguirebbe di un centimetro

    morale: mica tutto può esser calcato su “l’altra metà del cielo”,o no?

    O davvero,per caso un altra metà si da troppa importanza?

  14. mmmmmmah! Sarebbe interessante una ricerca sul genere dominante nei team creativi che hanno dato vita a questi ad. E sarebbe anche interessante una ricerca analoga sui team marketing dei clienti che hanno avallato certa comunicazione. Il discorso dei porno e dei b-movie mi pare un po’ buttato là. Per il resto quella di Intimissimi ha raggiunto livelli di bonaggine inauditi difficili da farci i conti, ne prendo atto. 🙂

  15. @Paolo1984: lei dice
    Sarò ingenuo ma mi ostino a credere che la maggioranza delle donne sappia come pensa a se stessa da vari punti di vista

    frase oscura ma il punto rimane che i/le pubblicitari/e si rivolgono alle donne (le riviste in oggetto sono femminili) proponendo un ideale di donna seduttrice. Quindi pensano che le donne si vogliano vedere così o che è questo che le spingerà all’acquisto. Questo è il punto sottolineato da Cosenza. Poi è ovvio che le donne si vedano ANCHE madri, lavoratrici, sportive etc. Ma su quei giornali non vengono mai o quasi proposte quelle immagini (la tipa con gli addominali scolpiti fa sportiva ma chissà quale!). Perchè? Perchè non è ritenuto commerciale? E perchè? Perchè non fa presa?

    Sui film di serie B credo che, per quanto generica, la frase si riferisse ai film di Pierino e Giovannona coscia lunga e non ai film di Bava o simili men che meno stranieri. Si deduce dal contesto, no? O vogliamo dire che in quei film la donna ha un ruolo edificante? Va bene Tarantino ma non esageriamo.

    @davide: “per caso un altra metà si da troppa importanza?”

    Qui si parla di riviste femminili e immagini di sè proposte alle donne e lei parte parlando di porno e ideale maschile reale. Chi è che si da troppa importanza?

  16. guardi che io non ho solo parlato dei due sopra argomenti suddetti …anzi l’ho presa molto piu”composita”,la discussione….vedasi sopra

    e ora piccolo apologo:
    giusto sabato pomeriggio scorso ero a casa di un amico che:

    -fa l’educatore in una cooperativa sociale “di sinistra”

    -è ultra pacifista

    -vota Vendola

    ma al discorso “donne” (e costui peraltro passa per belloccio non fa fatica a trovare compagne,insomma non un frustrato)se ne esce con :

    “dio santo che importanza si danno quelle..davvero troppa..ma secondo te era così anche 30 anni fa?”

    e sto parlando di uno che non vota reagan o cossiga,o silvio b,o fratelli d’italia etc etc..

  17. Sabrina, tutti vogliamo piacerci e piacere…non è una vergogna

  18. solo come spunto: che influenza ha nella costruzione di questa immagine il desiderio delle donne, magari quelle meno adulte/mature, di esercitare un potere/manipolazione nei confronti del “maschio”, sollecitandone la componente meno matura? può essere un sostitutivo di una consapevolezza de sé che non è patrimonio di questa società?

  19. viene da molto lontano la cancellazione della differenza sessuale sia femminile che maschile.. perché entrambe sono state e sono ancora sottratte alla loro libertà di dispiegarsi, schiacciate come sono (ambedue) nei dispositivi culturali che ben conosciamo e che poco hanno a che fare con la realtà e con il senso del sé. Anch’io come Sabrina T. ho sorriso leggendo i commenti prevalentemente maschili ..
    sono anche convinta che la donna si dovrebbe ” vedere” come diavolo
    le pare!

  20. L’ha ribloggato su Amolanoia.

  21. Antonio, gli uomini “manipolati” a volte si fanno “manipolare” volentieri non sono passivi, e sono responsabili delle loro azioni almeno quanto le vere o presunte “manipolatrici”
    E quando ho scritto: “anche il sexy e la sensualità in vari modi esistono e vanno raccontati “..ciò vale anche per la seduzione (altro “gioco” in cui nessuno è passivo davvero)

  22. L’ha ribloggato su Women Not Afraid.

  23. “o meglio: penserebbero, se non fossero a loro volta condizionate dalla ripetizione ossessiva di certe immagini”. Cara Giovanna, con questa frase ha portato a un livello successivo la discriminazione dell’intelligenza delle masse, creando una questione di genere. Le donne non sono panda da preservare, e non sono né meno né più stupide e condizionabili degli uomini. Attribuire tutta questa capacità di influenza a immagini di dubbia esteticità, per me, significa dare delle dementi a tutte le donne. Non nego che il prototipo Donna-che-legge-riviste-per-donne possa essere equiparata al Maschio-che-legge-la-Gazzettadellosport, e che quindi non abbia un QI di partenza elevatissimo, né tale da scudarla da pressioni mediatiche modellanti. Ma l’idea che vi possano essere pubblicità che aiutino il progresso è quantomeno singolare. Il consumismo ha le sue regole, e un modello che dica alle donne Sei bella come sei, anche con la cellulite e senza i nostri push up, ammettiamolo, creerebbe qualche buco finanziario. Per funzionare, il meccanismo deve alimentare desiderio rispetto a una condizione di partenza necessariamente diversa da quella delineata dal desiderio proposto come modello. Fine. Finché esisterà la civiltà consumista, e quindi anche la pubblicità, non ci sarà un miglioramento in questo senso.

  24. mah, io credo che in effetti questo tipo di modelli sviliscano sia gli uomini che le donne.
    le donne perchè è data per scontata l’aspirazione ad essere così… diciamo provocante e sofisticata.. e perchè? perchè evidentemente è la strada giusta per la seduzione di chi? del maschio adolescente allupato…

    Queste proposte escono spesso dal feed-back di focus group, non solo da team di marketing o creativi.. quindi temo che questi stereotipi in effetti siano rappresentativi.

    E’ anche un’immagine di sè molto semplificata, molo basica: poche esigenze del pubblico sul prodotto, anzi, una sola e per qualsiasi cosa: sedurre con il corpo: per vendere l’orologio mica guarda l’ora, per vendere la valigia basta la minigonna.. in acluni immagini onestamente ho dovuto leggere per capire quale fosse il prodotto..

  25. Una provocazione: che sia un post leggermente sessista? Perché l’immaginario “adolescenziale” imposto dalla pubblicità (e dalla cultura popolare) è lo stesso sia per la donna che per l’uomo. Non credo che si possa andare avanti nella ridefinizione dei ruoli, dell’immagine di sé dei due sessi e della comunicazione di questi se si parte con una considerazione sul maschio “eterno adolescente segaiolo” come unica fonte dei mali del mondo.

  26. la cultura popolare propone e racconta, non impone

  27. Salve a tutti, mi occupo di pubblicità e anche di psicologia e ho letto con molto interesse diversi commenti. Secondo tante ricerche si è visto che tutti gli uomini, a livello globale in maniera istintiva, quindi indipendentemente dalla pubblicità, sono attratti a livello estetico da un certo tipo di donna e specificamente quella che rappresenta la massima fertilità esercita un’attrazione massima. Ne consegue che una donna intorno ai 20 anni, dal volto simmetrico e proporzionato, in forma fisica (=salute) ma con del grasso nei posti giusti per poter portare avanti una gravidanza raggiunga un voto 10/10. L’aspetto seduttivo delle foto serve per trasmettere il messaggio all’uomo che lei è anche disponibile sessualmente cosa che una donna bella ma algida non ha e quindi risulta meno attraente. È normale quindi che la foto di Intimissimi sia così attraente per me come per tutti gli uomini. Anche le donne riconoscono istintivamente quali altre donne sono le più attraenti per gli uomini, così come gli uomini riescono facilmente a riconoscere quali uomini intorno a loro sono più desiderati dalle donne.
    In conclusione devo purtroppo dire in generale alle donne che è importante che accettino a livello conscio quanto il loro aspetto fisico sia decisivo nella loro capacità di attirare sessualmente un compagno, ma che allo stesso tempo altre qualità sono ovviamente decisive per una relazione di lunga durata di conseguenza la competizione per il miglior partner è una partita comunque aperta dove però le donne giovani e belle avranno sempre una marcia in più come la hanno gli uomini in salute (ma non necessariamente bellissimi) e dominanti.
    Ho scoperto l’acqua calda, ma sono cose che ufficialmente non si possono dire apertamente pena di essere sotterrati dalla maggior parte delle donne

  28. Ben detto, Paolo.

  29. Due cose.
    1 Nel mio intervento, il primo in alto, ho, fuori tema, fatto riferimento alla B, dato che la lettera da sola (allo stesso modo della M per Mussolini) è ormai direttamente evocatrice di Berlusconi. E, se questo non accade solo nella mia testolina, il fatto è gravissimo.
    2 Credo che vi siate persi per strada. La comunicazione pubblicitaria, estremamente costosa, si pone come fine ultimo quello di recuperare gli investimenti e produrre reddito per il Brand. È evidente che non può proporre l’immagine delle donne così come sono nella vita reale ma deve ricorrere a “uno stereotipo visivo che non ha nulla a che vedere con le donne reali”. Deve agire sulle insicurezze, sul senso di inadeguatezza che le donne reali possono provare di fronte ai modelli proposti, stimolando la competizione intra-genere. Queste donne-immagine e immaginifiche impaginate non si pongono il fine di stimolare o attrarre i maschietti, ma quello di dire alle lettrici dei settimanali su cui compaiono: io sono più gnocca di te grazie a questa Marca. Che poi l’idea di gnoccagine da maschio adolescente allupato sia quella proposta dalle cronache su B e dai settimanali di B e dalle TV di B a dal Paese di B, degli stereotipi di quando era giovane, calvo e immaturo il B, è una mera conseguenza.

  30. Bileonair dice: “Attribuire tutta questa capacità di influenza a immagini di dubbia esteticità, per me, significa dare delle dementi a tutte le donne.” Sinceramente non mi aspettavo da te una ingenuità del genere. Ma non devo stupirmi: l’inconsapevolezza sui meccanismi elementari della comunicazione di massa è talmente diffusa. Un po’ come quando qualcuno se ne esce con l’affermazione: “La pubblicità a me non fa un baffo, mica sono scemo io: se vedo uno spot su un certo dentifricio, non vado certo immediatamente a comprare quel dentifricio…”. No, certo, ma quale dentifricio vai a comprarti? Non quello dello spot appena visto, d’accordo. Ma quale? Sicuro sicuro, di essere completamente libero nella scelta del dentifricio? A quanti e quali spot di dentifrici sei stato sottoposto in vita tua? Sicuro sicuro che certe aspettative sulla consistenza della pasta dentifricia, sui colori, sulla forma del tubetto non siano “date per scontate” solo e semplicemente perché tutti gli spot sui dentifrici, da quando sei nato, ti hanno portato in quella direzione? Parlo di spot, semplificando. Nel caso dell'”estetica del maschio adolescente allupato”, non si tratta solo di spot, naturalmente, ma di cinema, tv, carta stampata, e mille altri ingredienti della comunicazione di massa.

    Vi ricordo qual è la prima regola della comunicazione di massa: la ripetizione. Ripeti, ripeti, ripeti: anche il messaggio più idiota, se ripetuto, da qualche parte e in qualche modo passa. Banale? No, semplice ed efficace. Talmente efficace che un sacco di gente pensa di essere immune dal fatto di subire la ripetizione. Pensate a quante volte è ripetuta – identica a se stessa – una certa estetica del corpo femminile e maschile. Certo, poi arriva uno come Max, sedicente esperto di pubblicità a psicologia, che ci fa la predica sulla “naturalità” di certe caratteristiche fisiche di “bellezza”. E vabbe’. Peccato, caro Max, che nessuno qui stesse negando la sua acqua calda del “è meglio essere belli piuttosto che brutti”.

    Ultimo punto. Non ho mai detto (né tanto meno pensato) che la pubblicità abbia a che fare con pedagogia, educazione e così via. Sarei idiota se pensassi una cosa del genere. Vi fa comodo pensare che io sia idiota? Non so, forse. Se la cosa vi rassicura, continuate pure a pensarlo. Il punto è semplicemente questo: la pubblicità è uno dei mille ingredienti della cultura di massa. La pubblicità deve vendere, certo: dunque spregiudicatezza, razionalità mezzo-scopo e tutto ciò che vi piace predicarmi quando mi fate la predica come se io fossi l’ingenua che vi piace pensare che io sia. Peccato che l’attenzione agli “effetti collaterali” della ripetizione di alcuni messaggi, alcuni stereotipi e alcune immagini sia un tema, da un lato, di etica professionale del “mestiere di pubblicitario” (dico così per semplicità, visto che i ruoli nella categoria sono molteplici) e infatti i pubblicitari più colti, preparati, intelligenti se lo pongono; peccato che l’attenzione a certi “effetti collaterali” della ripetizione sia anche un tema, dall’altro, di creatività e inventiva: riproporre sempre le stesse cose è un indice evidente della crisi di creatività che il mondo della pubblicità italiana (e non solo) sta attraversando da anni. E anche di questo problema i pubblicitari più colti, intelligenti e preparati si stanno occupando. La ripetizione nuoce anche a pubblicitari e aziende, insomma. Non solo ai consumatori e alle consumatrici. Non ne siete certi? Andate a studiarvi i numeri del calo di investimenti pubblicitari in Italia negli ultimi dieci-quindici anni. È un calo spaventoso.

  31. faccio fatica a considerare il cinema, anche quello più “popolare” mera comunicazione di massa ma vabbè.
    Max, ogni cultura e ogni epoca ha dei canoni estetici maschili e femminili, possono cambiare ampliarsi ma non svanire (poi i gusti estetici personali si formano dentro una cultura ma sono comunque “nostri” e la bellezza anche fisica ha una sua pluralità) però quando si parla di “attrazione” può capitare (e vale per entrambi i sessi) di essere attratti da chi è bellissimo/a come da chi non lo è (ma forse lo è per noi)

  32. Leggo questo post e i commenti a seguire e non posso fare a meno di pormi due domande:
    – Perché questo genere di post tende ad “attivare” uomini che, continuando di fatto a proporci stereotipi, si prodigano per convincere che il problema del sessismo in pubblicità non esista? Sarebbe bello – e assai utile direi – sentire anche la voce di chi ha un punto di vista diverso e il filtro degli stereotipi se l’è tolto dagli occhi da un po’ grazie al cielo
    – La dimostrazione che questi stereotipi sono anche il frutto dei condizionamenti veicolati attraverso i messaggi pubblicitari viene dal semplice studio della storia della pubblicità, argomento su cui chi si occupa di questo tema per professione o per “opinione” dovrebbe sforzarsi di riflettere un poco.
    Vi invito a guardare questi filmati (in inglese, sorry) e a riflettere sul fatto che – udite udite – VENIAMO DA QUESTO.

    Siete proprio certi che il nostro modo di pensare di oggi non sia figlio dei messaggi che abbiamo ricevuto in abbondanza e attraverso tutti i canali possibili? Siete proprio certi che quel che ci sembra normale oggi lo sarà anche tra vent’anni? Siete proprio sicuri che non valga la pena di porsi delle domande sugli effetti collaterali che certi messaggi inevitabilmente passano, prima di dar loro il via libera perché sono semplicemente riflesso dell’umana natura?
    Un tempo si pensava che l’omosessualità fosse una malattia e che tutti gli omosessuali fossero pervertiti. Si pensava anche che le donne avessero il dovere di essere belle, brave, sottomesse, e non si lesinavano messaggi esplicitamente giudicanti, con tanto di sigillo di garanzia fornito dal testo di psicologia di turno.
    Oggi questa roba ci fa ridere.
    Voglio augurarmi che domani rideremo anche di quel che ci propinano oggi facendocelo passare per normale, e che chi oggi difende a spada tratta una cultura che in realtà è solo e soltanto condizionamento, domani non debba ridere di sé.
    Buona visione.
    P.S.: per favore, risparmiateci commenti del tipo “questi sono esempi estremi che non fanno testo” ecc ecc. Questa era NORMALITA’. Riflettiamoci.

  33. ma vi siete accorti che quasi tutte le modelle prese ad esempio non sono neanche maggiorenni? io credo che oggi nemmeno la donna abbia una giusta visuale di se stessa, siamo bombardate da 4° di seno e culi taglia 40 da quando siamo nate. purtroppo siamo diventate quel che i media volevano, cioè, ottime comprartici per cercare di raggiungere forme che non otterremo mai. ma badate, anche voi uomini siete succubi dello stesso inganno: oggi per voi può essere definita “figa” solo se corrisponde a quegli standard, in caso contrario non ci si può vantare con gli amici. e se non raggiungete un certo tenore di vita, siete degli sfigati! se ce la fate invece,urge trovarvi una compagna all’altezza del vostro conto in banca.
    niente da fare, siamo tutti schiavi dello stesso sistema. purtroppo però noi donne siamo ancora sotto.

  34. Direi che le pubblicità d’esempio mostrano due tipi d’immagine: l’immagine della donna che è irresistibile oggetto (in primis, del desiderio) per qualsiasi maschio, e l’immagine della donna che si piace (anche, se non soprattutto, perché capace di conquistare).
    ho capito bene?

    Per quanto riguarda l’immaginario:
    anni ’70: vada per i movies (in generale: Fellini, Totò o Pierino, davvero fa differenza?)
    anni 80: fotomodelle e televisione (pochissimo cinema)
    anni 90: MTV! (e qualche modella, e Madonna)
    anni ’00: Grande Fratello (e reality in genere)

    my two cents.

  35. Ross@ veniamo ANCHE da questo ma non solo, ovviamente dice bene Giovanna la “ridondanza” ha i suoi effetti..
    comunque non rimaniamo indifferenti , chiunque lo pensi sa di volersi illudere

  36. interessante,Fortebraccio,ma per come la penso,è un filo diverso:

    anni 70:il cinema (e,almeno nel mondo anglosassone)dominavano l’immaginario,anche coem immagine della donna

    anni 80:ebbero un vero momento di gloria i settimanali “impegnati”-ricordare le loro copertine molto “naked”-Espresso e Panorama-sono anche gli anni dell esplosione e successo del porno,al cinema o vhs,almeno in italia-trnado ai settimanali,all epoca la lotta politica era meno forte,nel decennio successivo sarà diverso

    la televisione di allora dava modelli femminili abbastanza ammodo sulla rai-simona fanti,mylly carlucci-gia un po più scosciati sulle reti commerciali -drive in e addirittura Colpogrosso in finale di decennio..-

    non credo che il cinema non incidesse come modelli,negli 80’s:il cienma hollywodiiano era allora all apice della gloria,le varie melanie griffith e jennifer beals e kim basinger eran davvero famose,fece flm anche Madonna..

    anni 90.gia Madonna era gia inflazionata,ma c’era sta fissa di modelle e top model che vista oggi,era /è davvero risibile-nella 2a parte del decennio nel pop-rock iniziano a vedersi veri modelli femminili

    anni 0/primi del secolo:rimescolamento di tutti i modelli precedenti-non credo gf e affini abbiano avuto peso piu di tanto,erano irrisi,piu che altro

  37. nb:mi son dimenticato tutta la mitologia di cubiste/vocalist/dancer femminili algide e scosciate anni 90 all epoca della disco totalizzante!(post grunge e pre brit pop,metà anni 90)

  38. Fortebraccio, secondo te un uomo non si piace anche perchè capace di conquistare?
    “anni ’70: vada per i movies (in generale: Fellini, Totò o Pierino, davvero fa differenza?)”
    bè, qualche differenza ce la vedo (anche se qualcuno non sarà d’accordo)

  39. eppure in un ragionamento come quello di ari (“più o meno siamo tutti schiavi”) c’è qualcosa di superficiale che non mi convince.

  40. quoto paolo;….che noia infatti il solito moralismo “disfattista”

  41. Eccomi di nuovo, so che vi stavo mancando. Il fatto che non sono sedicente esperto si capisce dal fatto che ho argomentato a livello scientifico le mie riflessioni e non ho fatto discorsi da bar.
    Io sono perfettamente d’accordo che le televisioni e l’azione politica di Berlusconi abbiano danneggiato profondamente l’Italia, infatti ho combattuto politicamente in prima linea Berlusconi per anni. La questione delle Veline di striscia è studiata a livello scientifico in tutto il mondo come un esempio negativo che altri paesi occidentali non avrebbero mai permesso.
    Ho pensato di non ripetere cose che già altri avevano spiegato molto bene sui meccanismi della pubblicità del tipo “se indossi Intimissimi anche tu donna somiglierai a questa figona che fa impazzire gli uomini”.
    La mia riflessione più ampia è che donne e uomini dovrebbero combattere per risolvere alcuni problemi concreti della società come ad esempio che un uomo che vuole mettersi in congedo parentale viene stigmatizzato dai colleghi come un lavativo e questo è uno dei motivi per cui, a differenza della Norvegia che conosco bene, le donne in Italia hanno meno occasione di carriera perché sono costrette a gestire in gran parte il ruolo parentale nell’infanzia dei propri figli anziché dividerlo equamente con i propri compagni. Oppure che le donne in politica tendono a ritardare le gravidanze o a fare carriera tardi perché se dovessero avere figli mentre sono elette verrebbero spinte dai colleghi a dimettersi per non lasciare vacante un posto importante anche solo per pochi mesi (la soluzione danese è di avere dei sostituti temporanei come sul lavoro). Se notate ho citato esempi non così scontati, di cui non si parla mai molto sui media per sottolineare che un ruolo equilibrato tra donne e uomini si ottiene attraverso politiche specifiche, mentre spesso noto che nei per altro giusti discorsi sulla qualità della comunicazione e della pubblicità spesso si inseriscono riflessioni da parte delle donne che sembrano molto degli sfoghi per il fatto che ancora nel 2000 l’aspetto fisico giochi un ruolo così determinante nelle dinamiche uomo-donna e non siano prevalsi invece caratteristiche come la formazione culturale, le competenze professionali ecc. Forse è triste, ma è la realtà e l’accettazione della realtà è sempre il primo passo per incominciare ad essere felici. In maniera del tutto speculare c’è la questione dei bravi ragazzi (bravi studenti, bravi lavoratori, ragazzi dolci) che hanno fatto tutto quello che la società gli dice che è giusto fare eppure si trovano ad avere difficoltà a trovare/conservare una compagna perché mancano di alcune caratteristiche caratteriali, modo di comportarsi e stile di vita che riescano a stimolare sessualmente le donne. Esiste un sacco di infelicità in giro per l’Italia di cui nessuno si occupa perché le cause che portano tanti e tante ad essere single loro malgrado non sono state discusse pubblicamente ma al massimo intuite da alcuni.
    Buona serata

  42. ……..a parte il solito riferimento a B, post suggestivo..

  43. l’aspetto fisico giocherà sempre un ruolo nelle dinamiche uomo-donna specie in ambito sentimentale e sessuale, assieme ad altre caratteristiche caratteriali , intellettive eccetera per il semplice fatto che l’attrazione sessuale è necessaria (anche se non sufficiente da sola) per ogni relazione amorosa per non parlare delle relazioni puramente sessuali ludiche.
    Poi come detto l’attrazione può scattare per chi non è molto bello/a come per chi lo è.

  44. Mo` pure la masturbazione e`un segno di immaturita`? Ma cosa si vuole creare, un mondo di repressi infrelici? Quelle pubblicita`sono antiquate non per il modello di donna che espongono, ma perche`con un rapido giro su youporn si trova materiale di ben altra qualita`e interesse, che puo`supportare la masturbazione femminile e maschile in maniera molto efficace. 20 anni fa avevamo solo Panorama e l`espresso, oggi per fortuna c`e` internet.

  45. Enrico Marsili, scusa: chi ha scritto o detto che “la mastrubazione è un segno di immaturità”?

  46. Giovanna, hai scritto:
    Uno stereotipo che ha invece molto a che fare con le fantasie di cui si nutre, da decenni, la sessualità maschile più rudimentale e meno matura, più solitaria e meno capace di entrare in relazione effettiva con le donne (perciò parlo di “adolescente allupato”).

    Mi pare di ricordare dai miei lontani giorni di scuola, che l`esperienza sessuale partiva dalla masturbazione, attivita`tipica degli adolescenti allupati (anche quelli di Porci con le ali, mi pare). E molti, moltissimi adolescenti (rudimentali e meno maturi) partivano, negli anni 80 dalle pubblicita`come quelle che hai postato, dai cataloghi postal market e dalle pubblicita`(a parte quelli con un padre aperto di mente che gli passava Le Ore..).
    Saluti.

  47. Quando Giovanna chiede un’aiuto (spero d’aver ben capito) lo fa per capire i processi di formazione dell’immaginario maschile che costituirebbero le fondamenta su cui, prima i pubblicitari, poi le donne, baserebbero la proiezione della loro “necessità” di bellezza.
    Personalmente rilancerei la domanda (modificandola) così: uomini, il vostro immaginario quando s’è formato? E poi come e quando è mutato/raffinato?
    Non so se si debba dar per scontato che questa “formazione” avvenga durante l’adolescenza. O forse si, puntualizzando anche che questa fase s’è ormai dilatata all’inverosimile…
    Controprova: in una televisione in parte gestita da vecchi, perché stupirsi del fatto che ancora esita Marilyn (come icona visiva dell’erotismo)? Oh, dico: una morta 50 anni fa! Ma del resto quella generazione, qui, ha ghiacciato quasi tutto secondo i propri schemi mentali (bellezza, politica, pensioni).
    Direi che lo strapotere del cinema è finito nell’86 con Kim Basinger e 9 settimane e mezzo.
    Poi un cambio di mezzo: il cinema aveva la censura preventiva, la tv no – oltre al fatto che ormai contava molti più spettatori, molte emittenti e la diffusione del telecomando! I modelli femminili di “vacanze di Natale” sono il riflesso della televisione e non il contrario: il cinema ha alzato bandiera bianca – sia quello d’autore, che quello popolare.
    Inoltre, la televisione ha creato, con programmi appositi (e genitori indirettamente consapevoli) una nuova categoria di utenti: quei giovani che hanno trovato in MTV ed Italia 1 uno spunto di proiezione (dai video alle serie).
    Direi che negli ultimi vent’anni s’è anche creato uno scostamento ulteriore dalla realtà: l’avvento diffuso di photoshop (ed il rinnovato consumo di fumetti-anime) ha contribuito a creare un’immaginario sempre meno reale. Oggi ancora più irreale con il prostrarsi del cinema alle tecniche e alle sceneggiature dei videogiochi (e fantasy vari).
    Ditemi: che film ha fatto Angelina Jolie?

  48. angelina jolie:

    lara croft,piu di uno

    “ragazze interrotte”

    qualche film dove fa la poliziotta anti serial killer,a fine anni 90

    etc etc

    i film si guardano ancora

  49. adesso e la prendiamo pure con gli anime e con il fantasy..mah!

  50. la prima risposta è quella che conta: lara croft!
    (poi avrei aggiunto Beowulf; infine: wanted)
    Certo che i film si guardano ancora! ma quali sono i titoli di successo? quali film hanno a disposizione grandi budget?
    A quale pubblico si rivolgono?

    @Paolo: non me la prendo con nessuno: constato che negli ultimi anni gli anime, il fantasy e i videogiochi stanno contribuendo per la maggiore a formare non solo l’immaginario erotico di chi li consuma direttamente, ma anche quello in altri mezzi come la tv ed il cinema.

  51. ammesso e sottolineo non concesso che ciò sia vero, non vedo il problema

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