Galbusera: «Si può essere buoni senza essere zuccherosi»

Lo spot Galbusera

Da un paio d’anni va in onda lo spot dei biscotti Galbusera “Buoni così”, interessante per l’ironia con cui mette in scena una relazione fra uomo e donna diversa dal solito. Mentre lei, giovane manager in tailleur impeccabile, sopporta una pesante riunione in cui si parla dei «risultati del primo semestre deludenti», dalla finestra appare lui che, travestito da coniglio rosa, canta stonando, accompagnandosi con una chitarrina e pure ammiccando «I love youuuu Lucia». Alla fine la giovane, dopo l’imbarazzo iniziale (un collega la prende in giro), abbraccia beata il suo lui, sempre travestito da coniglio rosa, mangiando di gusto un Galbusera.

La storia costruisce un’opposizione fra bontà e zuccherosità (in senso sia letterale sia metaforico), e propone come valore positivo la combinazione di bontà e non-zuccherosità, una combinazione rappresentata letteralmente dai biscotti Galbusera e metaforicamente dalla giovane manager: lei è buona in azienda (è chiaro dall’inizio che non condivide la “cattiveria” aziendale, perché non è grigia come i colleghi e sembra annoiata), ed è anche non-zuccherosa, perché sobria e composta, ma la ragazza è buona soprattutto perché alla fine corre dall’amato perdonandogli di averla messa in imbarazzo e accettando la sua zuccherosità.

Il finale, però, allude a qualcosa in più, perché lei non si limita a tollerare, da non-zuccherosa che è, la zuccherosità del compagno, ma la condivide (l’abbraccia) in quanto gioiosa e liberatrice, dunque da quella zuccherosità si fa in qualche modo prendere e contagiare. Sullo sfondo, inoltre, sono in arrivo gli uomini della sicurezza: porteranno via l’uomo-coniglio e lei lo seguirà abbandonando per sempre la logica aziendale? Lo happy end, insomma, sembra alludere a una rottura delle regole, a una trasgressione che permetta, a lei, di cambiare vita fuggendo dal grigio-azienda e correndo verso il rosa-coniglio, e a noi di mangiare biscotti anche zuccherosi, se ci piace farlo. Lo spot va oltre Galbusera, insomma, oltre lo stesso prodotto reclamizzato. Uno spot, a ben guardare, più denso di quanto il coniglio buffo e il jingle facile facciano pensare.

12 risposte a “Galbusera: «Si può essere buoni senza essere zuccherosi»

  1. ..se non è zuppa è pan bagnato: lei che sbaglia tipo di lavoro,(e in più si annoia) lui che le indica la strada .. lei che comprende e forse ..lo segue.Fantastico!

  2. ma veramente Luciana niente nello spot fa pensare che lei abbia sbagliato tipo di lavoro o che non farà più la manager (si lascia intendere che non è una manager “stronza” come di solito sono o sarebbero i manager d’ambo i sessi). A me sembra una bella storiella

  3. Come spot piace molto anche a me. E’ diverso dal solito.

  4. Non era sempre galbusera che qualche tempo fa aveva proposto una serie di spot che prendeva le mosse dall’interpretazione letterare di alcune espressioni idiomatiche? Ricordo quella del “fare una lavata di capo” e “cadere dal pero” con molto piacere perché a modo loro erano geniali 🙂

  5. A me piace parecchio. Lui è simpaticissimo: è un maschio che ha il coraggio di mostrare i suoi sentimenti in maniera plateale, disarmante, buffa e ingenua facendo il ‘tenerone’ (infatti il costume da coniglio ricorda quello del Tenerone di Drive In). Lei, quando lascia il lavoro, non lo fa per seguire un bellone arrogante sull’auto sportiva di lusso, ma appunto un ingenuo ‘tenerone’.

  6. In effetti raccontato così… potrebbe essere un vero manifesto del post-femminismo 😀

  7. A me sembra che il valore del messaggio si ponga in modo contraddittorio rispetto al personaggio positivo e sul quale si vuole attirare l’attenzione. Il coniglio è infatti sia buono che zuccheroso , risulta istintivamente simpatico e soprattutto è su di lui che cade l’occhio, non a caso è un coniglio rosa. Perché allora sostenere che si può essere buoni senza essere zuccherosi nel momento in cui il tanto simpatico coniglio è senza dubbio entrambe le cose? Per quello che riguarda la ragazza invece il messaggio è coerente coi valori del messaggio anche se secondo me è poco immediato come messaggio e colpisce meno di un coniglio rosa. Io ad esempio che ho visto lo spot molte volte non ricordavo lei e tutti quei particolari ma solo un grosso e peloso coniglio rosa.

  8. Io leggo lo spot dal punto di vista gastronomico e salutista.Che sono i problemi e gli interessi che ha oggi la classe media.Sono d’accordo con la bella ed efficace ricostruzione in premessa della prof,.supportata dai successivi commenti,soprattutto quello di Mario.Alla fine dovrebbero piacere le cose semplici e sane come è il biscotto “Galbusera”:buono senza esssere zuccheroso,tanto che gli uomini della sicurezza tentano di prenderlo(di acquistarlo).Confesso però che prima della storia della Prof. lo spot buffo e strano non mi ha invogliato all’acquisto.Ora la sua “storia” sul coniglione rosa,sull’atmosfera della riunione ,sul richiamo alla sicurezza,ed i commenti successivi mi hanno incuriosito ad assaggiarli.Che ogni spot,semplice o complesso,abbia bisogno di un interruttore,cioè di un successivo contatto per far scattare il desiderio commerciale?Prima non l’avrei acquistato ,adesso dopo il commento sono invogliato.

  9. Io a questa cosa del fatto che piacciano i maschi che si mostrano fragili o dolci non ci credo più. Sarà “truth in television.” Lo spot è bello come satira ma resta, appunto in quanto comico, parecchio sopra le righe con personaggi caricati.

  10. Può essere divertente pensare che sia una storia realmente accaduta, e che i due tizi che nel finale inseguono il coniglione lo facciano per convincerlo a girare lo spot.

  11. L’ha ribloggato su D I S . A M B . I G U A N D Oe ha commentato:

    Ripropongo oggi la riflessione che ho fatto l’anno scorso sullo spot “I love you, Lucia!” di Galbusera, che è tornato in onda in questi giorni e mette in scena una relazione fra donna e uomo diversa dal solito, valorizzando, in apparenza, la “bontà non-zuccherosa”, ma andando verso un finale di accettazione trasgressiva e sorridente di vita, mascolinità e alimentazione… anche zuccherose, perché no. 🙂

  12. Io l’avevo interpretata che alla fine la donna molla il lavoro perché l’amore è più importante! Esagero? 😀

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