Le relazioni interrotte nella società delle immagini e dei consumi

Le relazioni interrotte

È questo il titolo della conferenza che il 20 febbraio scorso ho tenuto presso l’auditorium Enzo Biagi della Biblioteca Salaborsa di Bologna, nell’ambito della rassegna “Il lettino e la piazza. L’amore ai tempi di Internet” organizzata dal Centro Psicoanalitico di Bologna, assieme al docente e psicoanalista Nicolino Rossi (moderatore Walter Bruno). Qui il video dell’evento, che in tutto dura poco più di un’ora (la mia parte circa mezz’ora):

5 risposte a “Le relazioni interrotte nella società delle immagini e dei consumi

  1. ma come non ci sono esempi italiani? E la tipa del latte che precipita in casa del suo vicino? 🙂

  2. quella di embrace life è ME RA VI GLIO SA.

    Comunque credo ti possa piacere tantissimo, ma davvero tantissimo una coppia di ballerini di Tango “salon” … devo trovare come si chiamano. Quando li ho fotografati piangevo. Come un sacco di altre volte (viva l’autofocus).

  3. mi piacerebbe mostrare il video di quel balletto su Like Spinning Plates ad altre persone … è pubblico?

  4. da fotografo ti posso dire che “il corpo isolato” è anche più facile da fotografare, sia sul bianco (facilissimo), sia sul nero (molto più difficile usare gli stessi effetti di luce in un ambiente complesso, con molti oggetti). Il corpo isolato, come lo chiami tu, è davvero magnificato e celebrato ai massimi livelli: è una statua, messa su un piedistallo ed è ciò che di più vicino esista al nudo, o nudo artistico, che nella bidimensionalità (che vuole sempre restituire tridimensionalità, però) della foto è proprio ciò che corrisponde ad una statua, con la differenza che l’angolazione di luce non può essere scelta dall’utente finale come nel tuttotondo.

    Quello che però posso dirti da fotografo di immagini di massa (vendute in massa nel mondo, ma non del tipo del grande marchio ovverosia una immagine fruita da milioni di persone contemporaneamente) è che le immagini sul bianco sono comode da usare, tecnicamente. Non è un aspetto secondario: lo spazio negativo e quello positivo sono facilmente combinabili come nel lego. Una persona usata come una statua è un solo elemento grafico: una immagine totale, da considerare come un rettangolo pieno, pone diversamente tutta l’impaginazione: richiede altro a chi compone.

    E qui però c’è la sorpresina: quando parlo con i grafici mi dicono che loro cercano sempre le immagini sul bianco per il motivo è davvero prosaico che le possono incollare con facilità dove gli pare… ma quando guardo quali sono i best seller mondiali le immagini sono ben lungi dall’essere su fondo bianco: sono complesse, con molte persone, vestiti accuratemente “finti informali”, con tonalità di colori molto precise ed effetti di imitazione della luce naturale molto marcati: luminosissimi o con il sole che entra in camera (finto). Quindi diverso dalla foto in studio, anche se è fatta in studio, anche se le luci sono artificiali: la riproduzione è quella della luce solare più bella: questo, nei numeri, premia.

    Non si scappa, invece, nella rappresentazione della bellezza: come ti ho già detto (ma non ho idea se tu legga i commenti) ho tentato per un certo periodo di *esagerare* con il “natural body” visto che iStock lo suggeriva: i numeri danno ampiamente torto a questa proposta. Le immagini più richieste hanno sempre “model like” come protagonisti: motivo per cui ovviamente io uso ragazzini e ringrazio sentitamente la cultura narcisistica, visto che non vedono l’ora (alcuni proprio per “farsi la foto profilo fica”).
    Sono pur sempre ragazzini reali (natural bodies, real people) ma con la fisicità più vicina alla perfezione della giovinezza.

    Il grasso vero non va nemmeno se devi rappresentare la grassezza. La realtà nuda e cruda non se po’ vedè: sa da horror (“tu mi rapisci il cuore / donna di plastica / hai gli occhi un po’ sbarrati / ma sei fantastica […] non ha peli non ha odori / non ca** neanche!” dicevano gli Ustmamò un po’ di tempo fa). Questo che ti dico non è a supporto di un’idea, ma per darti dei numeri: lo ribadisco: per me fotografare una tipa in carne con le smagliature e la cellulite non un problema tanto quanto (ma per il mio senso estetico avverto che è DAVVERO la stessa cosa) dei denti sporchi. Non è un problema: vende? Serve? I grafici e i “creativi” la richiedono? Te la faccio.

    Il punto è che NON la richiedono.

    E inviterei chi lo sa a dare due numeri su quante grafichE ci siano rispetto ai grafic-i, che scelgono direttamente quale modello di donna mostrare (e richiedere).

    Due altri dati che forse ti possono interessare: tra le mie “casual model” (gente comune) ho moltissimi stranieri, Italiani-da-poco (qualche anno) … e i modelli sono sempre diversi: una indonesiana ODIA avere i suoi splendidi, meravigliosi occhi a mandorla e si depila tra le sopracciglia (ha il monosopracciglio alla Elio o se preferisci sfigheggiamo con Frieda Cahlo) esattamente come Rumene e Polacche: disegno perfetto. Io ti dico che non chiamo quasi la truccatrice. Gli mostro le foto in HD e si depilano da sole.
    Posso dire che però le donne se lavano poco e puzzano e i maschietti, sorpresa, forse abituati dalla precedente generazione di mamme e sorelle con noi fratelli fetenti, sono profumati come gigli. Ci sono ragazze perfette (secondo lo standard della moda) che si trovano orrende, le ho piccole, le ho grosse, guarda che naso. Sono bellissime, tutte: contatto solo quelle belle.

    Altro dato? Tendenzialmente il modo in cui dei perfetti non-professionisti si sciolgono va più nella direzione del modello (“sono fico”) che non dell’attore (“impersono qualcosa, ad esempio soffro, rido, penso felice, penso triste ma non affettato… ecc) motivo per cui la famosa immagine del corpo isolato viene più facilmente ottenuta perché è appunto l’idealizzazione della bellezza del corpo nudo, dove invece un’ambientazione significativa mi richiede anche espressività del modello/attore.

    Io lavoro direttamente con il fruitore di ciò che creo. Il mio fornitore è anche l’utilizzatore finale e il suo “adattarsi” al ruolo di soggetto da fotografare (io lavoro solo con chi lo vuole fare, i soldi non sono il punto) è davvero interessante. Cosa sono a disagio a rappresentare? Cosa non voglio rappresentare? Chi sono entusiasta di essere nella tua foto?

    Però è anche vero che io vivo in provincia 😉 Da noi due che si baciano sono ancora contenti 😉

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