Amministrative: candidati/e, non mandate più mail e messaggini anche durante il silenzio elettorale. Danno fastidio e (forse) aumentano l’astensionismo

Elezioni-amministrative-2016

Come sappiamo, dopo ogni campagna elettorale (anche la più infuocata), il giorno prima e il giorno stesso delle elezioni, i/le candidati/e, i partiti e le coalizioni devono tacere: è il silenzio elettorale, disciplinato da una legge del 1956, che vieta i comizi e le riunioni di propaganda elettorale, diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, l’affissione di manifesti e, nei giorni destinati al voto, ogni forma di propaganda entro i 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali. La stessa legge permette, invece, la distribuzione di volantini a mano o nelle buche della posta, le telefonate e la messaggistica personale. È per questo che, nei giorni scorsi, siamo stati sommersi (chi più, chi meno) da mail, sms, messaggini su Whatsapp e Facebook che invitavano al voto, con testi più o meno improbabili e a volte persino scorretti, foto del/la candidato/a, simulazioni della scheda elettorale con la croce nella posizione desiderata, promesse, incitazioni e appelli dell’ultimo minuto.

Ho sentito e letto il fastidio di molti per strada, in rete, sui social media: «Basta, non se ne può più!», «Continui a tampinarmi? E io non ti voto!», «Mi chiedi di votare? Ragione in più per non farlo», e via dicendo. Come l’ho vissuto io? Ha dato molto fastidio anche a me, lo ammetto. Ho trovato questa messaggistica last minute e last second invadente (ti arriva sul telefono o sullo smartphone privato), piatta (i messaggi erano tutti simili), irrispettosa (se il comizio in luogo pubblico e l’affissione sono vietati, perché mi perseguiti in privato?), a tratti patetica (hai paura di non prendere abbastanza voti?).

In generale, poi, mi pare che in questa tornata elettorale la messaggistica dell’ultimo secondo sia stata più frequente, affollata e trasversale. Segno del maggior uso, da parte di tutti/e, dei dispositivi digitali e di Internet? Mah. Direi piuttosto, purtroppo, che invece sia stato un brutto segno, da parte dei/delle candidati/e, di nervosismo e timore di non farcela, ma soprattutto di paura dell’astensionismo. È questo il fantasma che ha indotto molti/e, ad esempio, a invitare semplicemente al voto: non importa chi voti, non votare me, ma va’ a votare, era questo il senso di molti messaggi, forse i peggiori, perché esprimevano, da un lato, l’impotenza generale della politica, dall’altro, una certa dose di ipocrisia (chiaro che il/la mittente cerca voti, inutile dica di no).

Ora ci sarà il ballottaggio e insomma, cari candidati e care candidate, magari stavolta risparmiateci. Chissà che, nel silenzio dell’ultimo giorno, un silenzio rispettato davvero e fino in fondo, a qualcuno/a in più venga voglia di votare.

2 risposte a “Amministrative: candidati/e, non mandate più mail e messaggini anche durante il silenzio elettorale. Danno fastidio e (forse) aumentano l’astensionismo

  1. Alessandro Pecoraro

    Nelle ultime due campagne per le amministrative a Bologna, la prima per un candidato sindaco e la seconda per una candidata al consiglio comunale, in veste di curatore della comunicazione web, ho totalmente vietato l’utilizzo di facebook e di messaggini dell’ultima ora su telefono a partire dalle 23.59 del venerdì precedente le elezioni.

    Ho notato che quest’anno, invece, il candidato sindaco ha continuato ad invitare al voto (anche se non per chi votare..) fino all’ultimo. Personalmente ho trovato la scelta sbagliata.

    L’idea che un candidato solo perché la legge non è chiara a proposito (o per meglio dire non è aggiornata al tempo dei nuovi media) utilizzi questi strumenti per continuare a proporsi (direttamente o indirettamente tramite uno sbiadito e generico invito al voto) è alquanto fastidiosa e insensata. Come scrive lei, tra l’altro dà l’idea di nervosismo e di debolezza.

    Comunque non mi meraviglio di nulla, c’erano candidati sotto ai seggi che abbracciavano chi entrava al seggio facendo terrorismo psicologico.

  2. Alessandro Pecoraro

    Dimenticavo, io ho addirittura bloccato le inserzioni sponsorizzate facebook pubblicate nei giorni precedenti… sia per la candidata al consiglio sia per la pagina facebook del partito di appartenenza.

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