#Remember – I limiti della didattica online: quando la presenza in aula è necessaria

Faccio parte del Centro per l’Innovazione didattica del mio Ateneo. Come tale, nell’aprile 2020 ho realizzato un breve video (dura circa 13 minuti), in cui illustro i limiti della didattica online. In questo lungo anno di pandemia, le tecnologie digitali ci hanno permesso di non perdere nemmeno un’ora di lezione, almeno nella mia università.

La didattica a distanza permette agli studenti e alle studentesse fuori sede di seguire le lezioni anche da casa, di risparmiare tempo, denaro e spostamenti inutili, anche ai frequentanti e persino ai residenti nella stessa città in cui si trova l’ateneo. Eppure, resta qualcosa di ineliminabile nel condividere lo stesso spazio nello stesso momento, nell’incontrarsi in aula, nei corridoi dell’università (o della scuola), nello studio del/la docente e per strada. Nel guardarsi in faccia reciprocamente. Senza che il volto sia coperto da una mascherina né mediato da uno schermo. Torneremo a questa immediatezza? Certo, o prima o poi. Intanto, queste sono le mie riflessioni.

2 risposte a “#Remember – I limiti della didattica online: quando la presenza in aula è necessaria

  1. Grande Gio, ti seguo sempre con grande piacere, anche se dal mio piccolo angolo della scuola superiore!

  2. D’accordo sulla rilevanza storica,biologica,psicologica, emotiva, cognitiva e sociale della didattica in presenza ,i cui pregi sono stati da Lei magistralmente illustrati,anche quando ha parlato dell’atto formativo e di apprendimento come processo di azione,interazione e feed back ,in una ricca relazione complemetare tra soggetto, gruppo e viceversa.I volti che si osservano vicendevolmente sono una metafora ineludibile della comunicazione nelle varie civiltà.
    Per me però anche la didattica a distanza potrebbe avere dei risultati efficaci per potenziare l’apprendimento e le competenze degli allievi a patto che i contenuti ,i programmi e le unità didattiche siano preparati con professionalità, puntando sulla chiarezza degli stessi e dei vari passaggi, preparando le videocassette ed i programmi da studiare e su cui esercitarsi a casa.Purtroppo la pandemia ha dimostrato che un piano per la DAD non era stato studiato e organizzato,e sottolineo organizzato, bene.Credo che abbia funzionato solo nelle Università e in qualche isola felice delle superiori,ma nelle scuole medie e primarie,secondo la voce degli interessati nei vari ruoli, è stata un fallimento.Ora che abbiamo più esperienza ed imparato dai nostri errori, applicherei la DAD anche durante i mesi estivi per il consolidamento,l’approfondimento, lo sviluppo delle conoscenze e competenze degli allievi,tramite videoconferenze individuali e di gruppo o per le verifiche degli apprendimenti.Stato e EE:LL, con le commissioni tecniche, dovrebbero predisporre e finanziare un elenco basilare di mezzi e susssidi di cui fornire le famiglie e gli allievi.

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