Renzi sarà il leader di un nuovo centrodestra?

Renzi

Ogni tanto faccio qualche esperimento. Stamattina, dopo aver letto le dichiarazioni che Renzi ha rilasciato a Repubblica e al Corriere della sera, così intitolate “Pd, parte l’offensiva di Renzi: ‘Subito al voto, io sono pronto'” e “Renzi: ‘Ora patto con il Pdl oppure alle urne. Bersani si è fatto umiliare dagli arroganti M5S”, ho scritto sulla mia bacheca Facebook:

Quando andremo a votare, Renzi avrà ottime chance di vincere. E sarà il nuovo centrodestra. A sinistra resteranno i residui del Pd e cosa d’altro? http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20130404_080709.shtml

In mezz’oretta lo status ha ricevuto una trentina di “mi piace” e una cinquantina di commenti (alle 15.30 circa erano 69). Che ho letto con grande attenzione, ringraziando tutti i commentatori alla fine, perché credo che abbiano ben rappresentato una discussione che da tempo si agita nel centrosinistra italiano. E che continuerà sempre più ad agitarsi finché al Pd non capiterà qualcosa che a molti appare probabile: spaccarsi. O dissolversi.

Riporto qui una selezione dei commenti più rappresentativi (li ho resi anonimi per ovvie ragioni), sia perché credo che assisteremo spesso a discussioni del genere nei prossimi mesi, sia perché su Facebook tutto si perde, qui invece resta. E fra qualche mese potremo giudicare meglio ciò che divide l’elettorato del centrosinistra oggi:

A: Ancora con la storiella sul Renzi di destra? È stata una campagna non solo denigratoria ma politicamente sbagliata. Ovvero come tacciare il 40 per cento del proprio elettorato di essere di centrodestra.

B: Renzi: un Rutelli più organizzato e agguerrito. O, in altri termini: Dentro il camper, niente…

C: cara A, li hai visti – tanto per dire – i finanziatori? secondo te se pensavano che faceva politiche di sinistra lo votavano? e se sì perché?

D: Renzi è, momentaneamente, nel centrosinistra solo perché territorialmente (a Firenze e provincia) era l’unica area dove emergere. Eppoi ha iniziato dal PPI, quindi si tratterebbe di un ‘ritorno a casa’.

E: da toscana condivido D., quello che mi fa incavolare è perchè la sinistra del Pd si è fatta rubare la carta del rinnovamanto da Renzi? ora sono scesi dallo scranno, o meglio si sonof atti buttare giù, ma purtroppo è tardi

F: I finanziatori almeno sono visibili e le politiche criticabili alla luce degli stessi. voi li avete i finanziatori dei partiti? escono fuori solo con le inchieste della magistratura, buon ultimi ILVA e MSP. È storia vecchia che si ripete. Il vecchio Pci, è stato il mio partito e posso dire pour cause che fu, insieme alla Dc, il padre di tutti quei finanziamenti poi degenerati in tangentipoli. Purtroppo a sinistra siamo abituati a raccontarci un sacco di storie che fanno parte del mondo del voler essere.

G: Chi è sostenuto da grandi imprenditori e finanzieri con società in paradisi fiscali non difenderà mai l’interesse dei cittadini. Renzi dice che così ha dimostrato che non serve il finanziamento ai partiti. Il solito furbo. Non c’entra niente questa cosa. Il finanziamento pubblico ai partiti serve, eventualmente, per la gestione dei partiti stessi, non per le campagne personali di chi aspira alla scalata del Palazzo. Quindi, tira fuori un tema che non c’entra niente. Casomai, la sua vicenda dimostra che invece vanno messi limiti ai finanziamenti privati e alle spese personali dei singoli candidati, per impedire che vincano sempre le lobbies e i poteri forti.

C: sono visibili al 72% caro F, comunque se altri hanno sbagliato ciò non pone nel giusto nessuno

G: In più, l’elenco non comprende coloro che hanno inviato bonifici senza indicare nome e cognome, e coloro che hanno fatto valere la clausola della privacy, una regola che il comitato Renzi avrebbe potuto ritenere incompatibile con la propria linea sulla trasparenza, decidendo di non accettare i soldi di chi non desiderava comparire.(privacy e trasparenza )

H: Ma che bello sentire Renzi rispondere alla precisa domanda se è favorevole all’accordo PD-PDL «non necessariamente». Oh, questo sì che è un passo avanti: basta con queste risposte «sì», «no», che confondono gli elettori. Eccolo, il futuro leader. Oddio… non necessariamente.

I: La tua previsione mi pare ok. Ma solo partendo dall’assunto che un Tony Blair fosse di centrodestra. Non credi?

L: COMPAGNI, METTIAMO LE COSE IN ORDINE

1) Le primarie costano come qualsiasi campagna elettorale. Bersani, per la segreteria, se l’è fatte pagare da Penati, senza rendicontazione. Renzi ha raccolto fondi e li ha rendicontati. Come dice Luciana, la differenza è tutta lì. Il finanziere Serra, al quale Bersani dovrà probabilmente versare cospicui risarcimenti per diffamazione, è uno dei più stimati professionisti della City, come hanno scritto praticamente tutti i giornali.

2) Il Movimento 5 Stelle ha 163 parlamentari costati poco o niente. La storia che senza il finanziamento pubblico non si possa fare politica è una balla messa in giro da qualche segretario amministrativo come Misiani e Lusi. Poi saltano fuori i Fiorito&C (anche a sinistra).

3) Sfido chiunque a trovare il pelo nell’uovo nell’intervista di stamattina di Renzi al Corriere della sera: legge elettorale “dei sindaci”, abolizione del finanziamento pubblico e massima trasparenza su quello privato, abolizione del Senato, abolizione delle Province. Tutti temi che se venissero offerti agli italiani in un referendum sarebbero accolti con maggioranza bulgara. Parlate con chi vi sta intorno…

4) Indice di popolarità di Renzi a Ballarò. 19 marzo: 32 per cento. 26 marzo: 39 per cento. 2 aprile: 55 per cento.

5) Indice voti Sel+Ingroia a Ballarò: sempre sotto il 5 per cento. Questa è la sinistra “dura e pura”.

6) Ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto. Centrodestra: 32. Centrosinistra: 31. Grillo: 25 in calo. Vi dice niente?

I: Il 71 per cento dei finanziatori di Renzi ha accettato di comparire in pubblico sul sito. Il rimanente 29 per cento è rendicontato a disposizione della magistratura o di altri organi di controllo. Non giriamo la minestra!

L: Ti sei dimenticato la condanna della Corte dei Conti. Ma vabbè, capita…

M: Renzi centrodestra? Solo se la comunicazione è di destra, e qui l’esperta sei tu. Se parliamo di fatti, il suo lavoro di sindaco a Firenze parla per lui come di un sindaco di sinistra. Ma evidentemente i fatti contano meno della comunicazione.

L: Oh, bene caro M. Visto che abiti pure te a Firenze, mi dici che ha fatto? Io ci sto da soli 7 anni, e forse non me ne sono accorto.

I: «Il bilancio è in equilibrio e sono garantiti il pareggio finanziario nonché il rispetto degli obiettivi del patto di Stabilità interno», ha specificato l’assessore al Bilancio Alessandro Petretto. Anche sull’apertura di un fascicolo della Procura (senza ipotesi di reato né indagati) su un presunto illecito pagamento di indennità a premi (in tutto pare 65 euro netti a dipendente comunale) Palazzo Vecchio ha spiegato che si trattava di una vicenda ereditata dalle passate giunte. «Quella del salario accessorio è una vicenda che risale al 2001 e non ha niente a che fare con le spese relative alla segreteria del sindaco o alle assunzioni, come qualcuno ha falsamente ipotizzato mettendo in giro notizie senza alcun fondamento», ha spiegato l’assessore comunale al Personale, Elisabetta Meucci. Intanto infuriano le polemiche. «Non è casuale che la Corte dei conti esca adesso su Firenze — ha detto ieri alla Zanzara su Radio 24 Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale di Matteo Renzi —, ci sarà qualche amico di Bersani anche alla Corte dei conti». (30 Novembre 2012).

L: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/5-agosto-2011/danno-erariale-condannato-renzi-1901248176997.shtml

M: Non abito a Firenze, ma ci vado per lavoro. Parlo con le persone. Seguo il lavoro della giunta via web. E visti i chiari di luna mi sembra che non ci si possa lamentare, a Firenze o a Bologna. Ecco, davvero non capisco perché a Bologna il sindaco è di sinistra e a Firenze no: guarda il lavoro degli ultimi anni, e scova le differenze (io sinceramente ho altro da fare :).

L: Ahah! Ecco, messi di fronte ai fatti se la squaglian tutti. Ti lascio alle tue cose da fare 🙂

N: bene, se Renzi è di centrodestra allora inizierò a dichiararmi di centrodestra anch’io. Francamente, mi pare il minore dei problemi rispetto all’incapacità palese di questo centrosinistra non tanto di vincere le elezioni, ma di affrontare concretamente i problemi del paese.

O: Se PD sta per Pensionati sulla Difensiva e sognate una sinistra vera (e Berlusconi al potere), cacciate Bersani e Renzi e tornate a D’Alema. Altrimenti, liberatevi dell’idea che ‘centro’ vuol dire democristiano. In Europa, ‘centro’ vuol dire maggioranza social democratica che sa convivere con il mercato (tasse, lavoro, iniziativa). …In alternativa, guardate con invidia le primavere arabe (e M5S).

R: Giovanna, sinceramente non credo che la questione sia posta nei termini giusti, e nemmeno che infiammerà l’Italia.

L’ultimo commento è rivolto a me, che a un certo punto sono intervenuta dicendo:

Amici miei, siete fantastici: avete anticipato su questa bacheca la discussione che infiammerà l’Italia nei prossimi mesi.

Insomma volevo solo fare una prova: se dico che Renzi potrebbe guidare con successo una nuova formazione di centrodestra, cosa si scatena? Di tutto, si scatena.

62 risposte a “Renzi sarà il leader di un nuovo centrodestra?

  1. L’ha ribloggato su CIRCOLO VALDENGO.

  2. e io che non sono di “nessuno”ma voto in funzione delle necessità dell’italia e dei programmi dei partiti voterei ad occhi chiusi Renzi: E sapete perchè? sia dal centrodestra che dal centrosinistra nessuno ha detto-come lui-che il debito pubblico và abbattuto ma con la messa a reddito del patrimonio dello stato e non con l’aumento delle tasse.

  3. Mi sembrano delle chiacchiere tanto per….Renzi prenderà i voti se se li guadagnerà, perché nessuno vota a prescindere….destra, sinistra? mi sembrano solo stereotipi..stiamo tutti aspettando che accada qualcosa. e quel “non necessariamente” mi ricorda tanto “si ma anche” e non portò bene per niente!

  4. Ammetto che quasi ci stavo per cascare anche io stamani quando ho letto, come sempre faccio 😉 il tuo status. Poi mi sono trattenuto proprio immaginando una delle tue provocazioni sul tema destra/sinistra e volendo quindi leggerne i risultati ho atteso qualche ora. Bene…hai ragione Giovanna.
    Oggi il vero tema di confronto politico è questo infatti, non altri ( nemmeno se il Mov5stelle sarà un fenomeno duraturo o una meteora passeggera). Il focus sarà soprattutto sull’accezione che vorremo dare al concetto di “sinistra” “centro” e “destra”, ai valori vecchi e nuovi che in queste storiche definizioni si riconoscono/riconosceranno ed ai nuovi interpreti di nuove accezioni che si stanno affacciando in questa stagione politica,
    Tutto questo in una macedonia di criteri interpretativi legati: al tempo ( la cosiddetta contemporaneità legata a concetti come la tattica e la strategia politica dei vari Renzi piuttosto che altri che si affacceranno adesso); allo spazio ( la cosiddetta visione internazionale ed europea piuttosto che localistica del pensiero politico) ed all’etica dei valori ( imprescindibili e incontrattabili vs. valori in movimento/liquidi ).
    Il paese odierno ( inteso come la reazione alla necessità di affrontare in termini culturali e politici problemi di natura strutturale e riforme mai realmente messe in moto, con lo scopo di adeguarsi al passo degli altri paesi dell’occidente moderno) sarà pronto per una forte e drammatica revisione di questi “dogmi” ? Questa è l’altra vera questione in gioco e la risposta non è così scontata come sembra. Io non ne sono così tanto sicuro.
    Certo che qualcosa del genere accadrà, perchè le vicende ed i rischi che corriamo ci stanno sbattendo contro e stanno aprendo falle enormi nelle Strutture ed anche nelle Sovrastrutture che faticosamente ci siamo dati nel dopoguerra.
    Parlare di Renzi e di cosa potrà essere il Pd domani è solo per me un piccolo dato contingente nella più grossa revisione dell’idea stessa di politica, apertasi dai cambiamenti dei bisogni, dell’opinione pubblica, della stessa demografia che trasformerà nel profondo l’Italia dei prossimi anni .
    Proviamo dunque a far fare al paese un passo avanti ( prendendoci anche dei rischi e aprendo un grosso dibattito culturale sull’originalità e peculiarità di una non così schematizzabile classe dirigente di destra e di sinistra, per riportarlo tra le potenze politicamente più avanzate) o rimaniamo alle nostre ” vecchie certezze” che stanno oramai facendo acqua da ogni parte?

  5. Non ho capito il senso dell’esperimento.
    A me sembra ovvio che, per un buon 70% degli elettori di “sinistra”, chi non dica qualche frasetta da nostalgico comunista, anche molto all’acqua di rose (“di’ qualcosa di sinistra”), è di destra.
    Quindi per quel 70% Renzi è di destra.
    Alla fine molti di loro lo voteranno lo stesso, per non fare vincere Berlusconi, ma lacerati dal dubbio di avere tradito i loro sogni.

    Il problema vero è che la maggioranza degli italiani è ancora in larga misura fascista — statalista e corporativa. In buona parte credendosi sinceramente di sinistra. Per la restante parte, facendosi affascinare dai Berlusconi e dai Grillo.

    Renzi, in fin dei conti, è detestato da molti — non meno a sinistra che a destra — perché è troppo poco statalista e corporativo.

    O almeno io non riesco a trovare un’altra ragione per cui sia così visceralmente avversato da tanti.

    Per fortuna, Santo Spread farà il miracolo, prima o poi.
    Forse.

    My two cents.

  6. Renzi è uno di quei politici bravi a vendersi, grazie soprattutto alla protezione del suo partito, dei media “disponibili” a censurare i suoi problemi a Firenze e alla cura del suo staff di comunicazione, capace di farlo passare per un leader capace e competente.

    Pochi hanno potuto leggere o sentire riguardo l’indagine della Corte dei Conti sui 20 milioni di euro – dico, 20 milioni! – spesi in 4 anni alla guida della Provincia di Firenze. Oppure sui 2500 dipendenti comunali che protestavano sotto il Comune: a Parna 300 dipendenti sono finiti in prima pagina nazionale, di Renzi nulla di nulla invece…

    Pochi hanno potuto sapere che prima di diventare Presidente della Provincia, Renzi ha firmato un contratto come dirigente comunale di Firenze e godrà di una pensione non meritata. Oppure di come le aziende di famiglia e degli amici lavorino a pieno ritmo tramite contratti con il Comune.

    Sopra il prodotto c’è scritto “Rinnovamento”, ma io sento puzza di cibo scaduto da anni.

  7. Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 04.04.13 | alcuni aneddoti dal mio futuro

  8. ..altro che puzza di cibo scaduto da anni è una puzza che ha almeno seimila anni !!!! e vi ostinate ancora a dare ai maschi la governance del mondo in cui hanno chiaramente fallito. In cinquemila anni più di settemila guerre (documentate) e oltre 250 milioni di morti fra militari e civili..buon lavoro!!

  9. @Luciana

    Ora mi è tutto chiaro: tutta colpa del cromosoma Y. Però la donna appare corresponsabile più dell’uomo stesso. Primo perché le piace e poi perché lo vota pure.

  10. Mi sembra che piano piano le previsioni di Spinoza si stiano realizzando:
    http://www.spinoza.it/2013/03/12/futurland/
    v. 25 ottobre 2018 x Renzi.
    🙂

  11. ..mi sembra che stai scadendo … ll piacere è bilaterale ! In quanto al cromosoma Y hai perfettamente ragione: è un minus perchè porta (soltanto) poco più di una trentina di geni..

  12. Io credo che Renzi sia fondamentalmente un uomo di sinistra. Forse è la strana ottusità in cui si è rintanata gran parte del PD (non parlo delle scelte politico-istituzionali recenti e contingenti) a giustificare la provocazione, comunque intelligente perché rivelatrice, o il marasma in cui siamo calati a dare adito a interpretazioni di destra dell’uomo politico Renzi. Poi il dibattito sul senso o meno che ha, o che avrà, parlare ancora di destra e sinistra è un altro fatto.
    Se penso a Renzi, attualmente, penso a un politico di sinistra.

  13. E’ pur vero che l’Italia ha urgente bisogno di un nuovo centrodestra con un nuovo leader, più ancora di un nuovo centrosinistra. E chi abbia le qualità per essere leader dell’uno potrebbe forse essere leader anche dell’altro.
    Tanto le cose da fare per uscire dai guai realisticamente sono più o meno le stesse, con differenze minori, per quanto importanti.

    Ma i maggiori partiti non sono ancora come i grandi club di calcio, che si scambiano i giocatori migliori sul mercato. Ed è molto improbabile che diventino come i club di calcio, per varie ragioni. Analoghe a quelle per cui le nazionali di calcio NON si scambiano i giocatori migliori sul mercato.

    L’ipotesi che Giovanna ha prospettato viene comunemente usata per sostenere che Renzi non è di sinistra, da parte dei moltissimi che identificano la sinistra con uno statalismo dirigistico, oggettivamente in continuità con quello corporativo del socialista di Predappio.

    (Peraltro, Renzi come leader del centrodestra sarebbe avversato a destra anche dai molti che identificano la destra con lo statalismo dirigistico del fascista di Predappio.)

  14. Ot
    @Luciana

    “.mi sembra che stai scadendo … ll piacere è bilaterale ! In quanto al cromosoma Y hai perfettamente ragione: è un minus perchè porta (soltanto) poco più di una trentina di geni..”

    Io ero ironico ma lei sembra non aver colto la mano tesa a farla risalire dalla buca in cui è (s)caduta. Però se crede davvero a ciò che scrive può sempre rivolgersi alla neurodeliri. Chissà che non vi siano professionisti che l’aiutino. Magari paradossalmente donne.
    Quanto a Renzi, e al suo gene sbagliato, proponga lei la Renza. Vediamo se alle donne, che notoriamente snobbano il proprio sesso e votano per quello opposto, piacerà.

  15. @ugo
    per quanto riguarda le ultime tre righe , hai ragione
    Questo vale per la maggioranza delle donne, ma moltissime donne e alcuni uomini (pochi) stanno crescendo e sviluppando una riflessione critica sui modelli maschili dominanti
    Ps. è facile buttar tutto sull’ironia…a volte un pò scaduta anche questa

  16. Come dico sempre, Renzi è a sinistra come la corsia d’emergenza.
    Pistola alla tempia, dovessi decidere per chi votare, Matteo Renzi sarebbe l’ultimo cui sarei disposto a dare un voto. Lo darei persino a Bersani, a Monti, addirittura, ma a Renzi no.
    Perché Renzi è un Berlusconi catechista.
    Ovvero, è Berlusconi al netto dell’unico aspetto salvabile di un “vaccino” (come lo definì Montanelli) tanto straordinario quanto sciagurato per l’Italia.
    Mi spiego meglio.
    La mia teoria (e non solo mia) è che l’unico merito di questi vent’anni di Berlusconi sia stato quello di permettere un parziale disfacimento dei valori sessuofobici imposti dalla Chiesa: ha permesso, insomma, quell’emancipazione dei costumi, soprattutto sessuali, che così prepotentemente era esplosa e già esaurita in Europa e nel Mondo, ma ancora sopita, sino alla venuta di B., in Italia – paese ancora adesso in piena sbronza libertina: per questo non si combina nulla.

    Renzi ha le caratteristiche del peggior Berlusconi, e gli manca persino quella componente folle, erotica, che può normalizzare un leader rendendolo più vicino alla gente comune.
    Cosa si diceva di Berlusconi (e cosa continuano a sostenere, ancora, taluni)? Che avrebbe potuto tranquillamente porsi come leader di sinistra, tanto nessuno se ne sarebbe accorto: ma i posti erano occupati.
    Per Renzi è il contrario: avrebbe potuto muoversi nelle fila del centro-destra, ma sarebbe sempre stato oscurato da Berlusconi, e la toscanità esige prima di tutto la patente di Compagno.
    Ma la differenza sostanziale è che Renzi, oltre che ultra-liberista clamoroso, è anche democristiano – la coincidenza con una potenziale rinascita della Chiesa grazie a un Papa del Popolo rende la leadership di Renzi pericolosa per il principio di laicità che pareva di lì ad agguantarsi. Almeno questo, di morire cioè democristiani, Berlusconi ce l’ha risparmiato.
    Poi. E chiudo.
    1) Renzi è un grandissimo comunicatore: dopo Grillo e Berlusconi, è il più bravo. Si riproporrebbe quindi, anche per il Pd, lo scenario elettorale leaderistico visto negli altri due partiti. Se Bersani ha vinto come capo di un apparato, Renzi il suo 40% se l’è guadagnato come Matteo Renzi, non come parte del Partito Democratico. Ne viene di conseguenza che, stante Renzi, il Pd non ha più ragione di esistere. Ovvio che lo detestino.
    2) Renzi non esprime mai un contenuto. Mai sentito da lui uno straccio di programma politico. Non si capisce bene (ma si capisce di striscio) se sia più interessato ad abbattere la povertà o ad innalzare nuove infrastrutture, se sia un pacifista o se per lui gli F – 35 siano la priorità, addirittura se le mafie esistano oppure siano come Babbo Natale.
    E’ completamente vuoto. E io ho paura, avendole ben impresse, delle parole del professor Taviani alla fine di “Draquila”. Non voglio assolutamente un altro ventennio di vuoto che duri.
    3) Personalmente spero in questo: che Renzi venga fatto fuori definitivamente dall’apparato del Pd. Si produrrebbe, a mio modo di vedere, la seguente catena: Renzi non può accasarsi al Pdl perché “la destra è il male”, quindi fonda un suo partito — il partito è trasversale, e potrebbe incrociarsi con il declino del Movimento 5 Stelle se si ostinerà, quest’ultimo, con la linea dura — Renzi prende un botto di voti da solo — Muore il Pdl, muore il Pd — si riforma un bipolarismo tra Socialdemocraticicristiani (Renzi) e una nuova Sinistra estrema guidata da Vendola, destinata al ruolo che ebbe il PCI nei confronti della DC.

    In ogni caso, andrà tutto malissimo.

  17. L’ha ribloggato su Amolanoia.

  18. BileOnAir,
    rifletta un momento sulla sua diagnosi della crisi italiana: “paese ancora adesso in piena sbronza libertina: per questo non si combina nulla.”

    Rifletta anche su come possano stare insieme queste sue due asserzioni: “Renzi… ultra-liberista clamoroso” e “Renzi non esprime mai un contenuto. Mai sentito da lui uno straccio di programma politico.”
    Come minimo, dovrebbe sostituire “clamoroso” con “tacito”. E cortesemente spiegare, in breve, cosa intenda lei per ultra-liberista e come desuma che Renzi lo è.

    O forse c’è un nesso fra la “sbronza libertina” (ovvero “l’emancipazione dei costumi, soprattutto sessuali” di cui dà il merito a Berlusconi) e la sua idea di ultra-liberismo?

    Non è una domanda retorica, sto solo cercando di capire una serie di affermazioni che mi sembrano un po’ avventate.
    Tenga conto che anche quando ci si sforza di dire cose sensate, coerenti e basate su dati oggettivi, il più delle volte non ci si prende. (Ma non sto suggerendo che esprimendo pensieri in libera uscita ci si prenda di più. 🙂 )

  19. @BileonAir (punto 3)
    La scommessa di Renzi consiste nel voler evitare di fare un proprio partito succhiando la base elettorale del Pd.
    La sua strategia è predente perché basata su una contraddizione: da un lato scalare il tuo partito senza fondarne un altro poggia sulla consapevolezza che il voto al partito è simile al tifo di tipo calcistico: la maggioranza delle persone tende a tifare per la squadra di sempre, anche se cambiano i giocatori. (Il risultato elettorale del M5s va invece rubricato come il classico rifiuto di guardare il campionato rinnegando la propria squadra del cuore causa scandalo calcioscommesse).
    Dall’altro, una volta scalato il partito si ritiene di poter coinvolgere anche gli elettori tifosi delle squadre altrui. Tuttavia ciò è una contaddizione in quanto il tifo per una squadra implica almeno una squadra nemica a priori. Un milanista può cambiare squadra ma tifare inter sarebbe l’ultima delle sue soluzioni. Idem per un torinista o un fiorentino cambiare casacca in favore della la juventus, o per un romanista cambiare curva e tifare Lazio.
    Ne segue che se Renzi ottenesse più consensi al centro ne perderebbe a sinistra. È una legge ineludibile. Seguirebbe una prevedibile scissione.
    A che gioco sta puntando quindi Renzi? Quanto al Pd si salverà tirando i remi in Barca.

  20. Pingback: Renzi sarà il leader di un nuovo centrodestra o di un nuovo centrosinistra? | Roberto Carta Post!

  21. @BileOnAir: Forse più che un Berlusconi catechista Renzi è una Bindi liberista. Come direbbe Maroni/Crozza: il PDI è già democristianizzato.
    Sul resto non so. In fondo Renzi è un buon frontman per chiunque. O ci prova.
    Neanche in america il candidato premier è così potente da poter pensare che una volta eletto farà quel che gli pare.
    Il problema del pdi è che non intercetta (e sembra non volerlo fare) un’ampia fascia di elettori che prima gli “competevano” e che da anni preferiscono votare lega e m5s.

  22. @Ben, ha ragione, mi perdoni. Ho tralasciato alcuni sintagmi.

    Renzi è un ultra-liberista clamoroso ai miei occhi. Purtroppo, non avendo – per l’appunto – Renzi mai espresso un contenuto, non ho basi oggettive per affermarlo se non le frasi che qua e là si captano nei suoi discorsi.
    Per ultra – liberismo intendo il liberismo all’ennesima potenza, dove dominano il libero mercato e le sue logiche in un contesto in cui la mano dello Stato, invisibile nel liberismo, viene addirittura ritratta per permettere alle aziende – multinazionali, mai le piccole e medie imprese – di attecchire sul territorio facendo il bello e il cattivo tempo in fatto di rapporti fiscali, esternalizzazione dei costi ambientali e sfruttamento del personale.
    Sono fermamente convinto che Renzi sia per politiche ultra-liberiste in questo senso, nel favorire quanto detto sopra. Purtroppo non ho le prove: interpreto dal niente che Renzi esprime.

    Sullo stato comatoso dell’Italia, ribadisco. Non è un caso se Youporn ha il top di visite al mondo – al mondo – a Milano.
    Basti pensare a come venga gestito, e come si muova, il mercato della prostituzione, della droga, del gioco d’azzardo. In un gioco infinito di divieti, infrazioni e ipocrisie, l’italiano medio prova a sfogare frustrazioni mal sopite e mai sopite fino all’avvento di Berlusconi. Internet moltiplica alla trentaduesima le possibilità di sfogo. Ci siamo finiti dentro come degli adolescenti che non vogliono crescere, e non si toglieranno il chiodo fisso finché le frustrazioni accumulate atavicamente non si saranno esaurite.
    Tale ansia di soddisfare voluttà personali impedisce ancora oggi di pensarsi come parte integrante di una società, poiché i problemi che gli italiani – soprattutto i più giovani – sentono maggiormente sono quelli di cui si stanno ubriacando.

    Spero di averLe risposto adeguatamente. Forse vedo più in là di Lei, forse Lei ci vede meglio di me sul breve. Forse entrambe le cose.
    Date le idee espresse nel Suo precedente elogio all’economia cinese, capisco come possa apprezzare la vacuità di Renzi, il miglior viatico per quel tipo di economia che farà tanto bene agli italiani.

  23. @Ugo
    Renzi corre certamente il rischio che dici, e il PD con lui, se lo prendesse come leader.
    Però il PD, senza un Renzi (o forse anche un Barca) che attragga gran parte dei molti voti fluttuanti, rischia di non potere governare mai — do per scontato che “milanisti” e “interisti” siano meno della metà degli elettori.
    Molto poi dipende dalla legge elettorale e da altre riforme dell’assetto istituzionale.

  24. @Ugo, ho dovuto rileggere il commento un paio di volte perché, come al solito, è arguto e complesso.
    Mi pare comunque che la tua analisi sull’erroneità di fondo della strategia di Renzi non vada troppo in contrasto con quanto ho detto nel mio punto 3.
    Sicuramente Renzi sta provando questo, ma secondo me non ce la farà perché il Pd, nel tentativo di salvarsi, tirerà i remi in barca rassegnandosi, però, a dare la segreteria a un Civati (dopo nuove primarie, chiaramente: spingeranno Civati come hanno spinto Renzi, e il nuovo, ma fedele alla linea, vincerà).
    Proseguendo con le metafore calcistiche, direi per esperienza (meramente campionaria e forse fallace) che chi tifa Sinistra ha votato e voterà sempre la squadra del cuore, anche se perdente; chi invece abbia un percorso variegato alle spalle, un’ideologia non ben definita di riferimento ma che poggi unicamente sull’anti-berlusconismo, è portato a votare Renzi (pensiamo a Giulia Innocenzi: lei è il prototipo dell’elettore renziano: mai stata “rossa”, didascalicamente anti – Silvio, stravede per Renzi e Napolitano).
    Se Renzi fondasse un proprio partito che si ponga come alternativa ancora più moderata, quasi centrista, ma sempre con un profumo vagamente socialista in lontananza, al Pd, secondo me prenderebbe una marea di voti tra tutti coloro che, foss’anche per ignoranza o per inesperienza, non hanno una visione storica di tipo ideologico e sono più inclini a votare il rottamatore socialdemocratico pacioso e rassicurante.

    @Caterina: appunto, Renzi è un buon frontman (direi uno straordinario front-man, viste le prerogative richieste dal post-modernismo al leader politico) per CHIUNQUE. Hai detto tutto tu.

  25. @BileOnAir
    Mi è anche difficile capire come lei possa dire che Renzi e Berlusconi sono eguali in tutto, tranne che B. avrebbe il merito di essere più “laico” di R., e poi ritenere R. ultra-liberista.
    Lei per caso pensa che B. sia ultra-liberista? 🙂 (Nei fatti, non a parole: a parole B. è capace di tutto.)

  26. @Ben, mi affascina questa teoria per la quale Renzi, se è chierichetto, non può essere ultra-liberista. Me la spieghi.
    Per come la vedo io, Renzi si pone sulla scia della comodità elettorale. Va ancora di moda spruzzarsi di cattolicesimo (per gli elettori più anziani, ma anche per i tradizionalisti che considerino monogamia e matrimonio la massima aspirazione, per esempio); e va di moda proporre soluzioni che mettano toppe al problema del “mettere insieme il pranzo con la cena”, che rimettano in moto il ciclo consumo-produzione-consumo: sul breve termine, l’unico approccio che può permettere tale ripartenza è quello ultra-liberista.
    Tutto qui. Le “idee” di Renzi sono quelle dettate da provvidenza e convenienza.
    Credo che Berlusconi sia un liberista nell’accezione di “facciamo quello che ci pare”. E’ solo un genio del male.

  27. @Ben scrive: “[…] do per scontato che “milanisti” e “interisti” siano meno della metà degli elettori.”

    Mai dare per scontato. Il risultato elettorale ci ha mostrato un risultato in cui tre parti hanno circa un quarto dell’elettorato e un quarto è fisiologico astensionismo. In termini parlamentari il campionato è a quattro squadre: Pd, M5s, Pdl, Scelta civica, in cui i primi tre hanno un quarto d’elettorato e il terzo un decimo.
    Valutiamo l’odio reciproco con tanto di ordini di preferenza. Il Pd ha come nemico il Pdl (Pd>M5s>Sc>Pdl). La cosa è reciproca (Pdl>M5s>Sc>Pd). Il M5s odia tutti ma essendo composto letteralmente dalla sommatoria di esuli di Pd e PDL è indifferente (M5S>=Pd>=Pdl>Sc). Quanto a Sc il nemico è il M5S, la compatibilità con il Pdl (Sc>Pdl>Pd>M5s).
    Cosa impariamo da questo ordine di preferenze? Che Renzi può pescare solo nel M5S perché pescare nel Pdl gli farebbe perdere i voti del Pd. Pescare su Sc potrebbe apparire una strategia neutra poiché negli ordini di preferenza degli elettori Sc è la meno preferita da tutti.
    In ogni caso senza una legge elettorale i difetti che Renzi imputa a Bersani sarebbero gli stessi che verrebbero imputati a Renzi perché l’ingovernabilità non è data dai limiti dell’uno o dell’altro ma dalla legge elettorale. Se anche Renzi riuscisse a far guadagnare al Pd un 10% di elettorato totale (che è tantissimo e lo poniamo come caso limite) subirebbe la stessa impasse di Bersani.
    Quindi la mia domanda è con quali argomenti e aspettandosi quali risultati Renzi sta preparando la sua campagna elettorale ai danni di un Pd che non si suiciderà certo ora per favorire i renziani? Evitare risposte idiote tipo : pressioni sul capo dello Stato.
    Nessuno che scriva qualche articolo mostrando che:
    1) le primarie si sono consumate appena 4 mesi fa e Renzi è stato duramente bastonato. Se vuole ritentare l’impresa passi dall’elezione a segretario, così potrà imporre la sua linea una volta votato.
    2) Le primarie in sé sono state un insulto all’intelligenza in nome del conformismo americaneggiante. Che senso aveva infatti fare primarie di coalizione (che i più tonti hanno scambiato per primarie di partito e decisione della linea pd con tanto di rottamazione degli anziani. Assurdo!) per un risultato che sperabilmente si pensava attorno al 35% e che non è arrivato al 30%? E che quindi avrebbero comunque sottostare comunque alle secondarie di negoziazione in parlamento?

  28. ps “comunque dovuto sottostare”

  29. @BileonAir scrive: “Se Renzi fondasse un proprio partito che si ponga come alternativa ancora più moderata, quasi centrista, ma sempre con un profumo vagamente socialista in lontananza, al Pd, secondo me prenderebbe una marea di voti tra tutti coloro che, foss’anche per ignoranza o per inesperienza, non hanno una visione storica di tipo ideologico e sono più inclini a votare il rottamatore socialdemocratico pacioso e rassicurante.”

    No, decisamente no. Se questa fosse una strategia pangante Renzi l’avrebbe già fatta. Renzi sa benissimo che i giovani sono (stati) attratti dal M5S e che portarli nella casa del Pd, per non parlare di una casa a nome Matteo sarebbe impresa non certo evangelica, bensì titanica. E sa benissimo che proprio perché vale la fidelizzazione e la popolazione è anziana e tende inesorabilmente a diventarlo, scassinare la cassaforte dei voti del Pd è l’unica via per ottenere voti a due cifre. Mica scemo il fiorentino. Scemo sarebbe se volesse appunto fare il suo partito.

    Ps

    Tirare i remi in Barca non vuol dire tirare i remi in barca 😉

  30. @BileOnAir
    Lei chiama “ultra-liberismo” una politica di protezione delle grandi imprese, che purtroppo in Italia è stata prevalente da Mussolini a oggi.

    Lasci perdere le etichette e consideri alcune scelte cruciali, ad esempio:
    – mantenere gli enormi sussidi statali alle grandi imprese o abolirli, riducendo in cambio il carico fiscale sul lavoro?
    – sostituire la cassa integrazione con un sussidio di disoccupazione universale, associato a una politica di formazione, riqualificazione e assistenza nella ricerca del lavoro per i disoccupati?

    Su questi punti, e vari altri simili e connessi, Renzi diverge abbastanza dal resto della compagnia, da Vendola a Bersani e Berlusconi. (Lasciando stare la simpatica follia del reddito di cittadinanza di Grillo.)

    Non dico che Renzi sia un gran che, ma dato il resto della compagnia…

  31. @Ben scirve: “Su questi punti, e vari altri simili e connessi, Renzi diverge abbastanza dal resto della compagnia, da Vendola a Bersani e Berlusconi. (Lasciando stare la simpatica follia del reddito di cittadinanza di Grillo.)”

    Veramente sarebbe il programma ideale di Bersluconi. Solo che Berlusconi si è rivelato addirittura più a sinistra di Renzi stando alle decisioni prese (o non prese) in tema di cassa integrazione e alle proposte sulla riduzione del cuneo fiscale o sulla sua temporanea sospensione.
    Ops

  32. @Ugo
    Una sola obiezione: una parte rilevante o comunque non trascurabile sia degli elettori PD sia degli elettori PDL non sono “tifosi”, come mi pare che tu stesso ammetta.
    Un’analisi dei flussi elettorali permetterebbe di stimarla in modo abbastanza attendibile.
    La mia stima (meno del 50% dell’elettorato) è molto grossolana e impressionistica, e può essere sbagliata, in eccesso o in difetto. Però per correggerla servirebbe un’analisi sofisticata dei flussi elettorali.

    Poi conterà molto l’andamento dell’economia. Quando i soldi mancano, la presa del tifo si allenta e si diventa più propensi a votare chi speri che ti farà vincere. 🙂

  33. @Ugo, scusa, prima dici che sta sbagliando strategia (Renzi), poi dici “mica scemo” (Renzi).
    Cioè, se non sbaglia non è scemo, in teoria, no?
    In che modo dovrebbe “scassinare la cassaforte del Pd”, secondo te?

    Io credo semplicemente che Renzi non fondi un partito suo perché ì: a) E’ estremamente faticoso; b) Vuole giocarsi le sue carte nel Pd.
    Sbagli, decisamente, quando minimizzi il 40% che Renzi ha preso al primo turno delle primarie. Aveva tutti contro, da Bersani a Vendola a D’Alema (quindi dal portaborraccia alla triade dirigenziale), e ha perso tutto sommato di poco. Personalmente la chiamo, parafrasando Bersani, una non – vittoria. Ma non una sconfitta devastante come l’hai dipinta tu.

    Avevo capito il rimando a Barca, infatti ho tolto la maiuscola e messo il “ma”. Forse mi sono spiegato male.

    @Ben: mi spiace ma, come già ribadito l’altra volta, ho una vita sola e preferisco foraggiare il meglio, e non il meno peggio.
    Vorrei solo anticipare i tempi, evitando alla gente la sofferenza di uno schianto che avverrà se non si cambia modo di vivere.
    Il mio voto al M5S l’ho dato anche per questo. La frase sul lavoro, per esempio, che deve far parte della nostra vita ma non ESSERE la nostra vita, non l’ho sentita da nessun altro. Lo so che è difficile, se non impossibile. Ma non voglio favorire in alcun modo politiche criminali che risolvono sicuramente il problema per domani mattina, per ricrearne il triplo a distanza di un anno.
    Le cose da fare le sappiamo tutti quali sono: lotta seria alle mafie (chi sta vicino a Di Matteo, ultimamente? Ne leggo solo sul Fatto e il blog di Grillo, fine); lotta alla corruzione e all’evasione fiscale. Sono cose che immediatamente la politica può fare.
    Per il resto, sui tuoi due punti, sono per l’abolizione dei sussidi alle grandi aziende e l’aumento del carico fiscale sulle stesse: non devono più esistere e nessuno deve avere la possibilità di arricchirsi all’infinito. Sì invece ai sussidi e gli sgravi fiscali per la piccola e media impresa – specie agroalimentare – , che produca eccellenza artigiana e renderebbe l’Italia un paese fuori dalla logica folle e idiota della corsa alla velocità della luce per la “competitività”.
    Sul secondo punto sono completamente d’accordo. Peccato che applicando il mio punto uno qui sopra non esisterebbe la disoccupazione. 😉

  34. @ Ugo
    “Berlusconi si è rivelato addirittura più a sinistra di Renzi “. E’ parte di quello che intendevo dire.
    Tranne che non darei per scontato che la cassa integrazione sia più di sinistra del sussidio di disoccupazione.
    Discorso lungo e complesso, ovviamente. Lasciamolo per un’altra puntata. 🙂

  35. Direi che il sussidio di disoccupazione è di sinistra, la cassa integrazione di Pd.

  36. @BileOnAir
    Avevo capito il rimando a Barca, infatti ho tolto la maiuscola e messo il “ma”. Forse mi sono spiegato male.

    Non è che ti sei spiegato male. Non hai proprio capito 🙂
    “Sicuramente Renzi sta provando questo, ma secondo me non ce la farà perché il Pd, nel tentativo di salvarsi, tirerà i remi in barca rassegnandosi, però, a dare la segreteria a un Civati (dopo nuove primarie, chiaramente: spingeranno Civati come hanno spinto Renzi, e il nuovo, ma fedele alla linea, vincerà).”

    Quanto a questo: “@Ugo, scusa, prima dici che sta sbagliando strategia (Renzi), poi dici “mica scemo” (Renzi).
    Cioè, se non sbaglia non è scemo, in teoria, no?

    Dove hai visto la contraddizione? Sbaglia strategia inseguendo ecumenicamente elettori di centrodestra. Ma questo in che modo dovrebbe essere in contraddizione con l’azzeccare la strategia di rimanere nel Pd per acquisirne l’elettorato storico anziché fondare un suo partito?

    “In che modo dovrebbe “scassinare la cassaforte del Pd”, secondo te?
    Io credo semplicemente che Renzi non fondi un partito suo perché ì: a) E’ estremamente faticoso; b) Vuole giocarsi le sue carte nel Pd.”

    1) Non è che sia faticoso: semplicemente non è pagante; 2) Vuole giocarsi le carte nel Pd perché fondare un partito necessiterebbe di un carisma e risorse finanziarie e mediatiche che Renzi non possiede, oltre a un evidente impossibilità di portarsi dietro lo zoccolo duro e anziano del Pd, che quel pd voterebbe comunque (occhio: primo partito d’italia).
    Quindi non fonda il suo partito per i motivi ovvi che abbiamo citato.

    “Sbagli, decisamente, quando minimizzi il 40% che Renzi ha preso al primo turno delle primarie. Aveva tutti contro, da Bersani a Vendola a D’Alema (quindi dal portaborraccia alla triade dirigenziale), e ha perso tutto sommato di poco. Personalmente la chiamo, parafrasando Bersani, una non – vittoria. Ma non una sconfitta devastante come l’hai dipinta tu.”

    Sconfitta devastante: il 39,1% di Renzi su un totale di votanti ha visto diminuire i suoi voti tra primo e secondo turno addirittura da 1104958 a 1095925. In termini assoluti Renzi è un niente che viene mediaticamente presentato da mesi come un candidato capace di attrarre voti dal centrodestra conservandone a sinistra. Pura ipotesi fantasmagorica.
    E indipendentemente dal fatto di avere il partito contro ha perso di tantissimo nel Pd e non è riuscito comunque a portare voti dal centrodestra (anche questa è una fata morgana che i media ripetono spesso volendosi negare l’ovvio, ovvero che la percentuale di centrodestra che andrebbea a votare uno del Pd è e resterà sempre risibile. Sarbebe come cambiare squadra perché il giocatore che giocava nella tua ora gioca in quella).
    Sempre che il 61% del tuo partito che vota per Bersani sia una non-viittoria rispetto alla non-sconfitta di Renzi solo perché letta col senno del poi di un Pd che ha preso meno voti alle elezioni nazionali.
    Inoltre se consideriamo che l’esito delle primarie, in cui Renzi non è arrivato al 40% nel testa a testa, sono di 4 mesi fa, di cosa vogliamo parlare?Ccosa sarebbe successo in questi 4 mesi per far sì che la preferenza espressa dagli elettori del Pd debba cambiare? Se il Pd non ha preso voti alle nazionali mica è colpa loro, che continueranno alle prossime primarie a votare per la loro scelta e contro Renzi.
    Quindi che realtà hai visto tu?

  37. @BileOnAir
    Se mi spieghi la differenza fra “meglio” e “meno peggio”, ti propongo per un Nobel in Logica, da istituire per l’occasione. 🙂
    (Suggerimento: è la stessa fra bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.)

  38. @Luciana ha scritto: “@ugo
    per quanto riguarda le ultime tre righe , hai ragione
    Questo vale per la maggioranza delle donne, ma moltissime donne e alcuni uomini (pochi) stanno crescendo e sviluppando una riflessione critica sui modelli maschili dominanti
    Ps. è facile buttar tutto sull’ironia…a volte un pò scaduta anche questa”

    Pensi che a lei non è riuscita neppure quella. ehehhe

  39. @Ben
    (Suggerimento: è la stessa fra bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.)

    Per quanto mi riguarda sono ottimista al 50% 😉

  40. Ps
    @Bileonair
    Oggi vado di fretta. Dimenticavo di farti notare che se tu non fossi ancora convinto che quella di Renzi è stata una sonora sconfitta che avrebbe già dovuto eliminarlo dal tentativo a breve di voler ritentare, se non fosse per una simpatia mediatica che ha del curioso, si può citare che alle precedenti elezioni per il segretario del solo Pd (!), quindi con meno potenziali votanti a disposizione rispetto alla coalizione, l’anonimo Franceschini ha preso il 34,27% contro Bersani toitalizzando 1.045.123.
    50000 e spiccioli in meno di Renzi
    Interessante che a pari peso tutti invochino di nuovo il fiorentino e abbiano relegato nell’oblio Franceschini. Chissà perché i numeri non parlano a chi non li sa capire ma le parole parlano e straparlano a tutti.

  41. Visto che in questo post Giovanna ci ha propinnato il cazzeggio di facebook vedrò di rendergli omaggio con l’ennesimo commento.

    Perché Renzi, a differenza di Franceschini, è ancora interessanti per i media, e quindi i giornalisti, gli opinionisti e i fancazzisti (sempre che ci sia differenza tra le categorie)?
    È evidente che Giovanna non ha solo lanciato una provocazione ma ha detto una banale verità. Renzi piace a destra, altrimenti non avremmo un interesse del genere per lui.
    L’equivoco che ancora non pare incredibilmente essere chiarito, nonostante il risultato della scarsa presenza alle primarie, comunque aperte a tutti al primo turno, è continuare a pensare al rimpianto di un Renzi che avrebbe portato più voti al Pd delle politiche. E di qui rilanciarlo sperando che la prorpia scelta trombata sia spendibile nuovamente come calamita elettorale.
    Perché parlo di equivoco quando i sondaggi hanno sempre mostrato che Renzi trova consenso bipartisan? Ma perché il fatto di piacere anche a destra non implica in nessun modo che Renzi nel Pd sarebbe votabile da chi ivi lo apprezza. Ovvio che a destra apprezzino Renzi: dice le loro stesse cose!
    Rimanendo alla metara calcistica però tutto diventa più chiaro elettoralmente: se tu sei un tifoso del Milan e trovi un interista che lo lodi, apprezzando le giocate di quel giocatore, la strategia del suo allenatore, la superiorità del gioco e del palmares, ebbene, sei d’accordo con l’interista. Addirittura gli riconosci che lui sì che è un commentatore attento e un tifoso realista. Lo potresti additare per un ruolo di arbitro al bar, di fronte ai suoi livorosi compagni di tifoseria, imbufaliti al solo sentirlo parlare così bene della squadra nemica di sempre.
    Ma in nessun caso tu milanista cambieresti squadra in favore dell’Inter e solo perché questo suo tifoso ti assomiglia.
    Chiara l’analogia?

  42. Parlare della politica come delle squadre di calcio(Milan o Inter)è per me una chiave di lettura del perchè l’Italia si trova in questa situazione critica. La politica non è il calcio! Dovrebbe avere come riferimento la soluzione dei problemi di un paese mediante la definizione di un programma che definisca le modalità di affrontare e risolvere i problemi senza la solita, superata e sterile divisione degli elettori in destra e sinistra secondo una superata ideologia. In queste ultime tornate pèolitiche non ho sentito nessuno che in modo chiaro ed inequivocabile dica che il debito pubblico, alla base di tutti i ns problemi, è la “prima cosa “da affrontare e che la si affronta non mettendo in ginocchio la società aumentando le tasse ma mettendo a reddito/vendendo(NON SVENDENDO come succederà)il patrimonio dello stato. Basta parlare di patrimoniale! Ciò che è avvenuto sulla casa,c/c, depositi titoli etc non è una patrimoniale? Forse chi pensa ad una ptrimoniale ai ricchi/superricchi fà solo finta di ignorare che “questi grandi evasori”i loro capitali li hanno esportato in luoghi sicuri e quindi un a ulteriore patrimoniale(che è certo che si dovrà fare visto che l’economia è ferma ed i conti dello stato col cavolo sono in sicurezza!)non colperibbe che i soliti noti fra i quali qualcuno non arriva a fine mese. Qualcuno mi dica come fà a reggere una pmi con le tasse IMU e TARSU così elevate!
    Smettiamole di chiederci se Renzi è di dx o di sx e valutiamo il suo programma. Ho letto che qualcuno dice di non aver “letto”nessun programma di RENZI!
    Ragazzi è triste affermare una cosa del genere!
    Auguri a tutti noi, ma temo che il peggio debba ancora venire, purtroppo!

  43. @ vincenzo farace
    sottoscrivo.

  44. “A che gioco sta puntando quindi Renzi? Quanto al Pd si salverà tirando i remi in Barca.”
    “Nel tentativo di salvarsi, tirerà i remi in barca rassegnandosi, però, a dare la segreteria a un Civati”
    Avevo capito e ti avevo contraddetto dicendo semplicemente che il Pd si salverà tirando i remi in barca nel senso di rassegnazione ad affidarsi non a Barca (come Lei afferma, da sua opinione), bensì a Civati (come io affermo, da mia opinione).

    La contraddizione è che se uno non è scemo non puoi dire che stia sbagliando. Uno “mica scemo” non sbaglia, punto.
    9.000 voti di differenza non sono un dramma.
    Resta il fatto che quando hai tutti contro, è difficile emergere eppure Renzi, pur nullo elevato dai media (l’ho detto più volte: è vuoto e antipatico, ma gli altri lo vedono diversamente), ha ottenuto un buon risultato. I giovani hanno votato lui, non Bersani.

    Sei molto convinto della tua analisi e mi fa piacere. Spero di non doverti mai smentire coi fatti, perché ciò che meno auspico è un governo forte di un Pd democristiano guidato da Renzi.
    Ma se Renzi acchiappa la leadership del Pd e si va a nuove elezioni, vedrai quanti voti erode al M5S e, in parte, anche al centrodestra. (ti faccio notare quel 55% di popolarità di Renzi).
    Lo vedremo. Io dico che se il M5S prosegue su questa linea e si va a nuove elezioni con Renzi candidato Presidente per il Pd, il Pd ottiene risultati inauditi – con mio sommo dispiacere.
    Scommessina?

    @Ben
    Il paragone col bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è totalmente illogico, questo è certo.
    Se il bicchiere è pieno per metà, la tua interpretazione di quell’oggetto fa sì che esistano le categorie soggettive “mezzo pieno” e “mezzo vuoto”.
    “Meglio” e “Meno peggio” sono categorie oggettive, se si ha il coraggio di guardare ai fatti.
    Se si prende un fatto lampante e inevitabile, come la morte, personalmente la vedo così.
    La morte lenta per dissanguamento è il peggio, l’infarto è il meno peggio, la morte nel sonno è il meglio.
    In politica, attualmente il Meglio non esiste. Esiste il Peggio e il Meno peggio.
    Il Pd è il peggio, Sel è il meno peggio, M5S è l’ancora Meno peggio. Ma il Meglio non esiste e non è mai esistito. Ecco perché è così difficile da immaginare, specie per uno che, a fronte del disastro totale in cui ci ritroveremo, loda l’economia cinese (La vorrei vedere, davvero, a lavorare nei Laogai).

  45. P.S. Ugo, il tuo ultimo commento la dice lunga su quanto tu stia fraintendendo il fenomeno – Renzi.
    Renzi non è di nessuna squadra, capisci? E’ a-ideologico, esattamente come il M5S ma in maniera molto più paracula.
    Il Pd i suoi voti li avrà sempre: Renzi apporterebbe al Pd quel quid che è mancato alle ultime elezioni in termini di comunicazione con: a) i giovani – che infatti lo votano, mentre non votano Bersani; b) con Berlusconi, che Bersani a parole etichetta come il male, il “Giaguaro”, e che invece Renzi, da volpe, chiama “interlocutore” perché “ha preso dieci milioni di voti”.

    Te la rilancio, veramente. Se perdo, non commento più sul blog della Prof.ssa Cosenza. 🙂

  46. @BileOnAir

    Interessante la tua (passiamo al tu, se non ti dispiace) distinzione fra meglio e meno peggio, lo dico senza ironia.

    Per me, che ho una formazione scientifica, non fa differenza: “il meglio” e “il meno peggio” sono il valore preferibile di una variabile che varia da un minimo di preferibilità a un massimo di preferibilità — dove i realisti chiamano quest’ultimo “il meglio” e i pessimisti, o i sognatori incontentabili, “il meno peggio”.

    Ora capisco che, per alcuni come te, esistono variabili il cui valore massimamente preferibile è tuttavia sgradito, e quindi lo chiamano “il meno peggio”, e variabili il cui valore massimamente preferibile è invece gradito, e quindi lo chiamano “il meglio”.
    I realisti come me, invece, ritengono inutile ai fini pratici la distinzione fra i due tipi di variabili. Tanto noi realisti siamo sempre contenti se ci capita il valore massimamente preferibile di una determinata variabile, piuttosto che un valore peggiore, quando l’uno o l’altro ci deve necessariamente capitare –ad esempio nel risultato di una competizione elettorale fra N partiti che hanno partecipano alla competizione elettorale.
    Comunque, ti concedo volentieri, pur senza capirla, la libertà di preferire un partito che non si è presentato. 🙂

    Mi rimane anche da capire perché morire nel sonno, anche per i sognatori incontentabili come te, sia “il meglio” piuttosto che “il meno peggio”. 🙂

  47. Ancora OT (scusate)

    Naturalmente, ho semplificato: la cosa è un po’ più complicata, dato anche che le preferenze personali sono diverse da persona a persona.
    Ad esempio, dovendo morire, cosa che da buon realista accetto senz’altro, io preferirei morire, anche con un po’ di dolore fisico sopportabile, avendo dato un ultimo consapevole saluto ai miei cari.
    Comunque, chiamare questa alternativa, da me personalmente preferita, “la migliore” o “la meno peggio”, mi sembra abbastanza futile. Ripeto, ai fini pratici.

  48. Non posso sognare di vivere per sempre, ecco tutto. L’ineluttabilità del reale mi pone di fronte al desiderare che l’obbligo inderogabile venga espletato nell’unico modo in cui non causi dolore.
    Per me, che ho formazione umanistica e sono un pessimista (il che prevede che io sia, come affermava Pasolini, anche intimamente ottimista e tenda quindi a prefigurare il Mondo come luogo di realizzazione della possibilità concreta di una felicità generalizzata).

    Anche io sono per il “massimamente preferibile”. Vivo anch’io nella realtà, come te.
    E’ solo che non voglio accontentarmi – dato che prima o poi morirò e quindi non ho motivo di pensare meschinamente solo ai fatti miei, all’hic et nunc – di un massimamente preferibile dove per “massimamente” si intende un valore fissato arbitrariamente e soggettivamente da tutti coloro i quali non sognano una vita migliore per più gente possibile.
    Il Massimo è l’annientamento della sofferenza. Mi pare che ci siamo un po’ lontani.
    A saperlo, chiedevo ai miei di divertirsi un po’ meno e di non dovermi accontentare a inseguire la Cina a 24 anni. E giuro che non me la passo affatto male, in termini di felicità.
    Ma sono realista. Nel senso che esigo l’impossibile. E’ l’unico modo per ottenere qualcosina.
    Mi piacerebbe, ma non posso pretenderlo, che ognuno si ponesse così verso il prossimo e, in generale, verso la vita.
    Per questo non posso accettare di avallare tutti i messaggi e i provvedimenti che alimentino le tendenze egomaniacali intrinsecamente connaturate all’uomo. Voglio una società innaturale. E il capitalismo è il sistema più naturale che c’è: figuriamoci le sue deviazioni post-moderne.

    Provo a capire comunque il tuo punto di vista. Lo rispetto, nella speranza di non assimilarlo (pur rappresentando, ai miei occhi, il “meno peggio” dei pensieri possibili 😉 ).

  49. preferiscoilrumoredelmarefe

    vorrei correggere un’inesattezza di Cristian Palmas, dove dice “prima di diventare Presidente della Provincia, Renzi ha firmato un contratto come dirigente comunale di Firenze e godrà di una pensione non meritata.”

    Renzi è stato inquadrato come dirigente non dal comune di Firenze, ma dall’azienda di famiglia (dove fino a poco prima era co.co.co.) appena è stata ufficializzata a mezzo stampa la sua candidatura a Presidente della Provincia. Tale inquadramento gli ha consentito di farsi versare i contributi pensionistici dall’Ente locale dove esercitava il mandato (prima Provincia, ora Comune, in ogni caso a carico della collettività), come previsto dalla legge.
    Dal punto di vista legale dunque la pensione è “meritata”: su tutti gli altri aspetti…..a ciascuno il suo giudizio.

  50. @Ben
    Sulla tua equivalenza tra “meglio” e “meno peggio” hai davvero detto una serie di assurdità non da poco, definendo addirittura la tua posizione come realista e pratica e chiamando in causa persino la logica.
    Ovviamente “meglio” e “meno peggio” non sono affatto equivalenti logicamente poiché non sono termini contrari né opposti ma sono l’espressione di ordini di preferenza. Solo immaginando il caso limite di una preferenza tra una coppia di elementi (a,b) possiamo dedurre che meglio e meno peggio equivalgano. Ma appena il numero delle preferenze da ordinare è superiore a due ecco che che “meglio” e “meno peggio” identificano soluzioni di verse.
    Consideriamo ordini di preferenza a tre valori, visto che con n>3 il discorso non cambia.
    Immaginiamo che l’ordine di preferenza di Ben sia il seguente Renzi>Berlusconi>M5S.
    Immaginiamo ora che l’ordine di preferenza di BileOnAir sia M5S>Renzi>Berlusconi.

    Dovrebbe essere già tuttto chiaro: il meglio è il meglio, il peggio è il peggio e il meno peggio è una soluzione intermedia tra le due.
    Quindi indentificare “meglio” e “meno peggio” è in primis un errore logico che tra l’altro non permette di dare valutazioni ulteriori in una trattativa o negoziazione delle proprie scelte nel confronto con quelle di altri.
    Veniamo ora all’utilità pratica di scindere “meglio” e “meno peggio” nell’uso realista e quotidiano.
    Assegnando i seguenti valori (2 al primo, 1 al secondo posto e 0 al terzo) ne segue che dal confronto tra i due ordini di preferenze:
    Renzi prende 3 voti
    M5s 2 voti
    Berlusconi 1 voto.

    Si potrebbe a questo punto ragionare in termini di teoria dei giochi e cercare un equilibrio di Nash tra cooperazione o non cooperazione tra Ben e Bileonair.
    Limitiamoci invece a dire che parlare di meno peggio è sempre il risultato di una trattatativa in cui non è pissible assumere che il risultato sia sempre il meglio per entrambi.
    Cosa vuol dire quindi meno peggio in una trattativa? Se per Ben Renzi è la scelta migliore, per Bileonair non è la migliore ma è la meno peggio. Il M5S è la scelta migliore per BileOnAir ma essendo la peggiore per Ben non si offre alla definizione di meno peggio e quindi è una soluzione non negoziabile.Ancor peggio con Berlusconi che non rappresenta il meglio per nessuno bensì il meno peggio per Ben e il peggio per BileOnAir.
    La trattativa può andare a buon fine perché vi è compatibilità possibile tra questi due ordini di preferenza. Ma tutto ciò non sarebbe possibile in assoluto se il termine “meglio” equivalesse a “meno peggio”.
    🙂

  51. Pingback: Assalto al carro del vincitore | Mono Local Garage

  52. @Ugo
    Non ho parlato di “meno peggio” e “meglio” (tranne che una volta per errore) ma di “IL meno peggio” e “IL meglio”.

    Se dovessi scegliere fra Ugo, BileOnAir e Ben, in termini di intelligenza, direi che IL meno stupido e IL più intelligente coincidono nella stessa persona: UGO. 🙂

    Ammetto di avere incautamente trascurato qualche ambiguità del linguaggio naturale, per cui direi anche che dei tre il più stupido e il meno intelligente coincidano nella persona di Ben.

    Scusa BileOnAir di averti lasciato a metà classifica: meno peggio di me ma non il meno peggio.

  53. La possibilità che ho incautamente trascurato è che il linguaggio naturale consenta di discriminare, riguardo ai valori di una variabile scalare o ordinale, la parte dei valori “buona” da quella “cattiva”.
    In tal caso, in effetti, il meno peggio sarebbe il valore “migliore” (o “meno peggiore”) della parte cattiva e non coinciderebbe con il valore migliore in assoluto, che sarebbe ovviamente il valore migliore della parte “buona”.
    La difficoltà di questo uso consiste nel fatto che la discriminazione fra parte buona e parte cattiva dei valori di una variabile sarebbe generalmente arbitraria.

    Avendo io una mente molto limitata, preferisco evitarmi questa complicazione.
    Ma in effetti sono stato incauto nel pretendere che anche tutti gli altri soffrano di questo mio limite.

  54. L’ambiguità di cui parlavo è la seguente: fra guadagnare 1 milione, non guadagnare né perdere nulla, e perdere 1 milione, non c’è dubbio quale sia il meglio e il meno peggio, almeno per i più. 🙂
    Qual è il meno peggio? Io, coi miei limiti, direi “guadagnare 1 milione”, e non credo che sarei il solo. Ma ammetto che altri potrebbero intendere che sia non guadagnare né perdere nulla.
    Maledetta disambiguazione. 😉

  55. Errata corrige: “quale sia il meglio e il meno peggio”, leggi “quale sia il meglio e il peggio”.
    Pietà! 🙂

  56. Tornando però alla questione più seria, su cui avevo voluto discutere con BileOnAir, ora la cosa mi risulta più chiara.
    Alcuni, in una situazione in cui bisogna scegliere fra, diciamo, 3 alternative, e nessun’altra alternativa è realisticamente possibile, diranno che la preferibile è “la meno peggio”, se tutte e tre sono sgradite in confronto a qualche bella alternativa immaginaria.
    Io invece, e forse altri, dando poco peso alle alternative solo immaginarie, preferisco dire che la meno peggio è anche la migliore.

  57. @ Ugo, e a tutti i parlamentari PD che ci leggono 🙂

    Non so, fra Berlusconi e Grillo, chi sia il meglio, o il peggio.
    Credo che, per il PD nella situazione attuale, l’alternativa sia o un’alleanza di governo, aperta o coperta (mediante sostegno condiviso a un governo “del Presidente”), con Berlusconi, o un quasi immediato ritorno alle urne — essendo realisticamente impossibile un’alleanza di governo con Grillo, per ora.
    Ma posso sbagliare.

  58. Dissento da Ugo solo su un punto, o meglio, vorrei precisarlo.
    E’ vero che se si prendono i tre nomi M5S, Renzi e Berlusconi, il M5S sia il meglio, mentre Berlusconi è il meno peggio (ti devo correggere, poiché la penso così), e Renzi è il peggio.
    Ma questo in tale sequenza, che non tiene conto della possibilità concreta di un’alternativa reale, che chiameremo Dio, e al di fuori della quale, in senso assoluto, Berlusconi e Bersani sono il meno peggio laddove Renzi è il peggio, mentre il M5S è l’un po’ meno peggio e Dio il meglio.
    Effettivamente, però, non posso nascondere dal diffidare dell’esistenza del meglio in senso assoluto e in ambito politico (l’ho già detto chiaramente, mi ripeto), e quindi il ragionamento di Ugo è tutto sommato corretto.

    Resta il fatto che spero di risentirti, caro Ugo, dopo le prossime elezioni per la scommessina (non mi hai detto se la accetti o meno). 🙂

    Un caro saluto a entrambi, lo scambio mi ha fatto crescere.

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  60. Tante, troppe parole, ne bastano tre: Renzi è democristiano.

  61. E’ una speranza o una certezza?
    Ermanno Tarozzi

  62. ……………….magari. Per me è una speranza!

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