Quanto è difficile comunicare il rischio di un vulcano che dorme

Nel sonno del vulcano

La sezione di Bologna dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si sta ponendo il problema di comunicare in modo efficace – a scopi preventivi – i rischi che provengono alla vita di tutti noi da terremoti e vulcani. Un bel problema, visto che la cosa è difficile in generale e lo è a maggior ragione in Italia, dove la comunicazione del rischio è sempre stata un disastro. All’interno di un progetto finanziato dalla Protezione civile,

che aveva come obiettivo lo studio dei segnali precursori generati dai vulcani quando si risvegliano, alcuni studiosi dell’INGV, assieme allo staff di Formica Blu, hanno creato un video a scopi divulgativi sui precursori del vulcano dei Campi Flegrei. Questo vulcano è infatti densissimamente popolato, è attivo e, anche se non erutta da secoli, la sua evoluzione è assai difficile da prevedere e potenzialmente pericolosa. Dice Micol Todesco dell’INGV:

«Crediamo che parlarne sia doveroso e che sia necessario (anche se non sufficiente) a mitigare questo rischio. Abbiamo scelto un video perché è un mezzo per noi molto flessibile: come altri video che abbiamo fatto lo useremo in vari contesti, a partire dalle manifestazioni pubbliche alle quali partecipiamo spesso e volentieri (notte dei ricercatori, notti bianche, vari festival della scienza), e dalle nostre sedi istituzionali (musei o sedi in cui accogliamo pubblico).

Abbiamo in mente di usarlo anche con le scuole, per introdurre l’argomento e suscitare domande (riguardandolo, penso che il lessico sia un po’ più complesso di come speravo, ma il disegno aiuta più delle parole) e in particolare le colleghe di Napoli lo useranno in loco, anche all’interno di progetti specifici sulla mitigazione del rischio vulcanico. Ovviamente, poi, starà in rete e quindi conto di farlo rimbalzare sui siti che si occupano di divulgazione scientifica e di rischi naturali. Cosa ne pensi? Cosa ne penserebbero i lettori e le lettrici dei tuo blog? Aspetto critiche come se piovesse: ci aiutano a migliorare.»

Dico solo due cose e lascio subito la parola ai lettori e alle lettrici: dal mio punto di vista il prodotto è ben fatto, ma il suo limite principale sta proprio nell’eccesso di «flessibilità» con cui è stato pensato. Troppi target (o nessuno abbastanza specifico): un conto è mostrarlo a ragazzi delle scuole superiori, un altro è presentarlo alla cittadinanza, un conto è presentarlo al pubblico “del Nord”, un altro è destinarlo seriamente ai chi corre i rischi di cui il video parla: in quest’ultimo caso un bell’accento partenopeo, qualche espressione dialettale e un po’ di ironia e autoironia tipiche della zona avrebbero aiutato.

Il video presuppone inoltre troppi contesti di fruizione (o nessuno abbastanza specifico): un conto è progettare un video immaginando di usarlo solo nelle presentazioni in pubblico, un altro è pensarlo affinché circoli soprattutto in rete e magari diventi virale. Ma ora mi fermo e lascio la parola a chi vorrà intervenire.

Nel sonno del vulcano:

7 risposte a “Quanto è difficile comunicare il rischio di un vulcano che dorme

  1. Mi sento di fare solo due appunti al video in sé: un po’ di “piattezza” nella narrazione, e una lunghezza eccessiva. Inoltre, difficilmente lo utilizzerei al di fuori di un contesto scolastico, o quantomeno con un pubblico adulto.
    Per il resto, la scelta del video (specie se accompagnato da disegni!) mi sembra ottima. Solo, il doppiaggio andrebbe forse maggiormente adattato al destinatario (perfettamente d’accordo sul discorso dell’accento e dell’ironia!), per renderlo più accattivante.

  2. simpatico il video e ottimo l’iniziativa.
    Se devo proprio fare delle critiche:
    – il testo è un discorso letto e monocorde. Nonostante la voce giovane sarebbe stato utile inserire delle parti più colloquiali e informali che coinvolgano di più chi ascolta.
    – non ci sono “suggerimenti”. E’ un’esposizione di quello che fanno i ricercatori. Benissimo. Ma viene da chiedersi: e allora? io che c’entro? Cosa vuol dire che il quadro appartiene ai cittadini?

  3. Molto bello questo video. E’ utile nelle scuole per il suo linguaggio semplice. Dicono che anche il vulcano sottomarino Marsili potrebbe essere pericoloso, se si svegliasse. Sarebbe in pericolo anche la terra dove abito, che è asismica! Non abbiamo abbastanza problemi!

  4. Aggiungo qualche osservazione a quelle già fatte.

    La facilitazione grafica mi piace molto e ho visto molti esempi in inglese (molto belle le animazioni di RSA Animate, ma se ne trovano molte cercando scribing). Anch’io trovo che anche questo filmato sia un’ottima idea, forse però un potenziale problema è che la voce narrante sembra descrivere i disegni e quindi non è molto naturale, mentre in questo tipo di formato ci si aspetta il contrario: i disegni illustrano a posteriori una registrazione audio, ad esempio di una conferenza.

    Di solito in questo formato viene fatto un uso particolare del testo, e si fanno apparire parole chiave o numeri, in modo da evidenziarli e renderli più facilmente memorizzabili. Qui invece non tutte le (poche) parole sembrano rilevanti, ad es. i nomi relativi all’esempio del Monte Nuovo (o Novo?), che non vengono nominati dalla voce narrante e possono distogliere l’attenzione.

    Se l’intento è divulgativo, andrebbe chiarita la terminologia usata. Esempio: al minuto 0:56 viene usata per la prima volta la parola caldera, al 1:23 viene detto dove sono diffuse le caldere ma non viene mai spiegato esattamente cosa siano, e se siano una caratteristica di tutti i vulcani. Non tutti sanno che differenza ci sia tra solfatare e le fumarole e, specialmente alle scuole medie, anche magma potrebbe essere un concetto poco noto.

    Un ultimo particolare: mi ha colpita la forma del vulcano, molto “tozzo” e con cratere molto largo rispetto all’immagine stereotipata che abbiamo dei vulcani, ricollegabile a Etna, Vesuvio e Stromboli. A me fa pensare a vulcani extraeuropei e quindi non immediatamente riconducibili a una situazione italiana, però forse è proprio questo l’intento, per non allarmare?

  5. Il video è bellissimo!

  6. tutte donne!

  7. Quanto è difficile comunicare un’imminente ciclone!

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