Contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini

Da qualche giorno è partita la campagna di Intervita contro la violenza sulle donne, quest’anno curata da cOOkiesADV. Noto con soddisfazione il cambiamento radicale di Intervita: dalla campagna «Stai zitta, cretina» del 2011 a oggi, siamo in un altro mondo. Il focus sugli uomini, peraltro, accomunava già l’anno scorso diverse iniziative organizzate per la  Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre (vedi: Violenza sulle donne: finalmente ne parlano anche gi uomini). La differenza fondamentale della campagna

di cOOkiesADV – mi pare – è che è stata pensata come un impegno a lungo termine, un processo che va oltre l’occasione del 25 novembre, che coinvolge molti media e prevede diverse azioni, nella consapevolezza di quanto sia vasto e difficile il lavoro culturale da fare su questo tema.

Qualche esempio: per ora sono stati coinvolti diversi attori italiani come testimonial – un po’ come ha già fatto Noino.org – ma il 21 novembre alle 11 presso la Casa del cinema Intervita presenterà a Roma la prima indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne in Italia. A Milano, inoltre, il 22 novembre ci sarà l’inaugurazione di «Siamo Pari», una rassegna cinematografica “per donne non rassegnate” (Teatro Litta, corso Magenta 24, alle ore 19). Altre iniziative seguiranno per tutto il 2014.

Queste sono alcune immagini della campagna (clic per ingrandire):

Ci servono altri uomini

Ci servono altri uomini, Boni

Questo è lo spot:

Questo è il “rationale” della campagna, i pensieri che l’hanno ispirata:

«In rete si possono trovare centinaia di campagne che rappresentano, direttamente o simbolicamente, varie forme di violenza perpetrate (e perpetuate) ai danni delle donne.

Ma dietro questi atti di solito ci sono uomini. Possiamo fare nuove leggi, possiamo inasprire le pene, ma non elimineremo questa piaga senza una maggiore partecipazione degli uomini e un cambiamento culturale al quale gli uomini stessi devono contribuire.

Contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini. È un appello qualitativo prima ancora che quantitativo. Ci servono uomini capaci di alzare una mano per e non sulle donne.

I primi a raccogliere il nostro appello “contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini” vengono dal cinema. “Io Donna” di sabato 16 novembre dedica alcune pagine a questa risposta. E sappiamo che altri sono pronti a rispondere. Personaggi illustri e illustri sconosciuti.

Ci servono altri uomini. Non è solo un appello quantitativo. Ci servono uomini capaci di impegnarsi al punto di guardare dentro se stessi.

Al punto di capire che in una società che si trascina un pesante fardello patriarcale, non basta non picchiare una donna per essere migliori. Occorre prendere consapevolezza del contesto “a misura di maschio” in cui si è cresciuti, e fare uno sforzo, piccolo o grande che sia, per prenderne le distanze.

Perché è così importante il contesto? Perché una certa tolleranza nei confronti anche solo della prevaricazione dell’uomo sulla donna, funziona inevitabilmente come ossigeno per i singoli atti di violenza. E sono infiniti i modi i cui tutti i giorni le donne italiane sono prevaricate.

Solo cambiando il contesto culturale si toglie quell’ossigeno. Il film e i soggetti stampa della campagna realizzata da cOOkies per Intervita sono il primo passo di molti altri che seguiranno.

Non si cambia un contesto culturale in una settimana. “Quello che ci ha convinti a lavorare per Intervita è stata proprio la promessa di un impegno di lungo termine su questa battaglia culturale”.

Un ringraziamento a Fabio Lovino per scatti e riprese, e a Luca Berardinelli per il montaggio del video. (Andrea Baldelli, Roberto D’agostin e Massimo Guastini)

11 risposte a “Contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini

  1. ciao,
    cosa si può aggiungere a quello che dici, oltre al fatto che è surreale/assurdo/allucinante che nel 2013 esista ancora questa problema?
    In veste di uomo mi vergogno per i miei “presunti simili” colpevoli di tali atti (so che non basta, che non risolve)
    Daniele Vanoncini

  2. M.Gilda Murani Mattozzi

    Carissima,
    Sono del Lions Club Matelica distretto 108 A.Officer per il 2013-2014 del Tema di studio:contro la violenza sulle donne combattiamo il silenzio.Ho organizzato degli incontri nelle scuole superiori con il centro antiviolenza di Macerata.Potrei avere anche un vostro supporto o testimonianze per il 29 novembre?Grazie

  3. È lodevole, ma a gente che di mestiere si occupa di comunicazione, non uno di passaggio come me, non è venuto in mente che il verbo “servire” non fosse il più adeguato?

  4. Campagna modesta creativamente e dalla scarsa influenza media: le due cose sono connesse. Se l’unica tua idea sono dei testimonial che si prestano gratis per una campagna sociale (e capirai che novità ), avrai un interesse vicario per i raulbova di turno, la copertina di un magazine femminile che è già dalla tua e tutto finsice lì. Invece ci vogliono idee creative, media più creativi ( come ha saputo fare ad esempio S&S per Coordown ), oppure veri budget, per vere campagne tv come fanno nella civilissima inghilterra con messaggi meno consolatori e assolutori. Ma stiamo ancora qui con la magliettina, il braccialetto, il gesto finto iconico.

  5. facendo il verso ad un vecchio slogan:

    #Noncontatesudime

  6. O so’ io che nun c’ho capito ma questi omaccioni cun la mano arzata pronti a menà me piacciono assai che mi vien voja de dargli manforte a prende a sberle er fotografo e quelli che c’hanno i biscottini. A me me pare la continuazione de Stai zitta, cretina e, se nun sei stata ancora abbastanza zzitta adesso chiamiamo a raccolta artri uomini veri che sostengano il brand intervita, quello sì il vero protagonista della campagna. Volete fà una vera campagna? Cumperatevi na zappa, che è mejo.

  7. Pingback: Dei diversi modi in cui si declina la lotta contro la violenza sulle donne – Al di là del Buco

  8. e così ancora una volta la donna passa per debole, abbiamo addirittura bisogno degli uomini che ci proteggano, noi da sole non ce la facciamo!

    E poi cominciamo nelle campagne a far capire che la violenza non sempre lascia i lividi!

    Quando si capirà che le campagne pubblicitarie vanno bene per vendere un prodotto ma che per una rivoluzione culturale (che è l’unica che possa cambiare qualcosa) non servono a nulla, avremo già fatto un bel passo avanti e la smetteremo di fotografare donne vittime e uomini con le mani alzate!

  9. perché non vi fate un giro per negozi e grandi magazzini di giocattoli per bambini/e ? forse quando uscite vi sentite come me in questo momento….

  10. Di mio, posso dirlo?
    Le donne che ho conosciuto che ne hanno subita, poi, hanno avuto moltissimi amici Uomini!
    Di Uomini ne esistono…forse l’errore é ritenerli tali!
    Ma loro é da sempre che lottano per questo…trovo giusto ricordarlo!

  11. Pingback: Discorso attorno alla comunicazione sul fenomeno della violenza maschile contro le donne | Nuvolette di pensieri

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