Il sessismo del governo Renzi si vede (anche) dalla foto di gruppo

Renzi, Napolitano e le otto ministre

Fare sessismo significa guardare una persona, e cioè valutarla, giudicarla, fotografarla, riprenderla in video, in una parola “definirla” (con parole e/o immagini), per il suo sesso, punto e basta. Non per ciò che sa, pensa, dice, sente. Non per quel che ha fatto o potrebbe fare. Non per la sua storia personale e/o professionale. Ma solo per il sesso che le si attribuisce, con tutti gli stereotipi che si porta dietro: vestiti, posture, comportamenti, tic vari. Ed è sessismo, attenzione, anche quando lo sguardo – il giudizio, la valorizzazione, la definizione – sono positivi, non solo quando sono negativi. Anche quando dici che donna è bello, che le donne sono più capaci degli uomini, più organizzate, più pragmatiche, e tutti gli ammennicoli di cui molte donne sono le prime a vantarsi, mettendosi da sole in un ghetto ammantato di positività, salvo poi lamentarsene appena si accorgono che le imprigiona. (Una donna non è più capace, organizzata, pragmatica e bla-bla-bla di un uomo, in quanto donna. Dipende: dalla donna e dall’uomo. Ovvio.)

Insomma, se Renzi mette assieme un governo evidenziando il fatto che metà dei ministri sono donne, sta facendo un’operazione sessista, come ha spiegato anche Eretica sul Fatto Quotidiano. Dici: ma lui le ha scelte per competenza, professionalità, capacità. Rispondo: e allora perché si fa fotografare, con Napolitano, beatamente in mezzo alle ministre? Perché non «Renzi con i/le ministri/e del settore economico», ad esempio? O «Renzi con x e y», selezionando i/le ministri/e per funzioni e obiettivi? Ma soprattutto: perché nessuna delle ministre si è opposta a quella foto di gruppo? Si chiama pinkwashing, si chiama: operazione d’immagine, belletto, superficialità. Ancor prima di cominciare. Il che indebolisce le ministre soprattutto, ma anche il governo. Specie se i media abbondano, come ha fatto persino Repubblica, di annotazioni sul vestito, il look, i capelli delle signore. Ancor prima di cominciare.

80 risposte a “Il sessismo del governo Renzi si vede (anche) dalla foto di gruppo

  1. Pingback: Il governo donnificato: chi lo critica è sessista! – Al di là del Buco

  2. Il post centra il problema. Non c’è dubbio che già nella decisione di scegliere metà donne c’è qualcosa che non va. Se il sesso è così determinante per non mettere dentro anche qualche omosessuale? (in realtà c’è, ma non viene detto). Ma ci sono caratterizzazioni che sono più importanti del sesso: per esempio la condizione sociale: dove sono gli operai?

  3. Condivido Giovanna. Temo che la foto del premier con le ministre sia diventata purtroppo una tradizione…

  4. Sinceramente io ritengo Renzi una persona veramente spregievole nel senso letterale del termine.
    Lo premetto.
    L’analisi sulla formazione e valorizzazione sessista della squadra mi sembra debole.
    Credo che ben altre sia le valorizzazioni, le assiologie e le scelte che andrebbero valutate e che purtroppo, ahinoi, sorreggono in profondità le scelte di Renzi.
    La prima che mi viene in mente è l’utilizzo di un linguaggio fintamente giovane e inutilmente giovanilistico che ammanta un essenza da vecchio cattolico incarognito e arrogante.
    Potrei continuare per ore…

  5. Ho visto anche una lunga inquadratura della Boschi da dietro, che evidenziava il suo, peraltro bellissimo e non per questo da celare, fondoschiena.
    Qualcuno dirà “non doveva evidenziarlo”, ma non è una colpa vestirsi come ci pare, però è SI una colpa indugiare a lungo.
    Come è una colpa parlare della Madia come “la ministra incinta”.

  6. Mi interessa la definizione:

    “… fare sessismo significa guardare una persona, e cioè valutarla, giudicarla, fotografarla, riprenderla in video, in una parola la “definirla”… per il suo sesso, punto e basta”

    Domanda: anche quando l’ eventuale giudizio che si forma in questo modo puo’ definirsi “accurato”, stante i vincoli a cui è sottoposto?

    Ovvero: per non essere accusati di “sessismo” bisogna rinunciare a parte della razionalità?

  7. Secondo me questo articolo è il risultato di una notte di insonnia forse dovuta ad una cena pesante.
    Dopo la lettura di questo articolo scopro di essere sessista anch’io dopo tutti i miei compleanni passati a fare le foto prima con gli amici e poi con le amiche!
    Mah….

  8. La cosa più squallida è l’essersi vantato di aver messo “il maggior numero di ministri donne”: in questo paese non usciremo mai da questo trip, da questo delirio collettivo.
    Anche per la Boldrini il problema sono le percentuali, a voler fare la battutaccia ché tanto so’ femmina e me la posso permettere, le misure.
    Come se Gino Strada e Beatrice Lorenzin fossero speculari per conoscenza, competenza e professionalità, diversi solo per genere quindi meritevoli di ricoprire lo stesso ruolo.

    Far notare il particolare è ancora peggio del discriminare.

    Nei paesi normali la percentuale uomo e donna nei ruoli chiave, politici e di impresa è alla pari per delle regole civili che si sono imposti per legge, leggi volute anche da governi di destra. E senza nemmeno una quota rosa.

    Qui ancora una donna che va a fare un lavoro solitamente e storicamente, soprattutto, svolto da uomini deve essere un fenomeno da baraccone su cui fare la precisazione. Che poi, se si cominciasse a guardare alle competenze e alla preparazione e chi se ne importa se uomo o donna non sarebbe male.
    Giusto per non ritrovarsi due semplici diplomati come ministri della giustizia e della salute.

    La questione è che ci siamo fatti abbindolare dalla teoria che “giovane è bello e meglio”, come se il merito oggi fosse quello di essere nati dopo o se il riferimento si potesse trovare solo nella gerontocrazia al potere. Mentre ci sono tante persone capaci e competenti pur avendo un’età matura senza essere vecchie. Penso alla scienziata che Napolitano ha nominato senatrice a vita, Elena Cattaneo, che avrebbe potuto essere una eccellente ministra della salute al posto della Lorenzin che imputa allo stile di vita il cancro dovuto allo stile mafioso.
    Le donne italiane ancora costrette a scegliere se fare i figli o lavorare, pena il licenziamento o la non assunzione e un ministro può essere nominato malgrado lo stato avanzato di gravidanza: a parità di “quote rosa” non ce n’era un’altra più libera dagl’impegni precedentemente presi. Ma non chiamiamola casta, ché poi s’offendono.

  9. sono d’accordo con cristina. Conta pure il contesto in cui le riprese video avvengono, nel caso in esame sì c’è sessismo

  10. Cito un titolo del Corriere dell’altro ieri “16 ministri, 8 sono donne”, come dire che comunque sono SOLO donne e dell’incarico di ministra non interessa a nessuno/a.

  11. “ma lui le ha scelte per competenza, professionalità, capacità. Rispondo: e allora perché si fa fotografare”
    così sembra che siano tutte incompetenti però.
    Sono d’accordo sull’errore di comunicazione (e sulla superficialità) ma personalmente è un’azione positiva. Da qualche parte bisogna pur cominciare. La cosa triste è che così si tenderà a giudicarle in blocco. In quanto “scelte perché donne”.

  12. In termini statistici la popolazione carceraria italiana è per il 98% maschile e solo il 2% di sesso femminile. Le statistiche valgono in quanto tali, in genenrale e non possono essere applicate al singolo. Però fa riflettere. E’ sessismo? è statistica 🙂

  13. Più che una questione di sessismo e antisessimo ci sarebbe da chiedersi, come fanno notare nel blog di “abbatto i muri”, quanto sia giusto che le donne di potere, inserite nel potere, che quando fanno politica contribuiscono in solido a fare leggi anche contro le donne, vengano poi difese da quelle che il potere non ce l’hanno solo per la solita questioncina piuttosto misera della cosiddetta “solidarietà femminile”.
    Io non solidarizzo di default con una donna “in quanto donna”: lo faccio quando ritengo che una donna sia davvero una vittima perché impossibilitata ad avere mezzi e strumenti per difendersi da un’ingiustizia, da un abuso, da una violenza.
    Nello stesso identico modo in cui lo farei per un uomo, per una lesbica, per un omosessuale.

  14. L’ha ribloggato su nopenguinsincaliforniae ha commentato:
    Superficialità e velocità saranno sicuramente lo stile a cui è improntato il governo Renzi ?
    Già è partito male con l’intervista di Delrio che vuole aumentare le tasse sui bot. Ci vuole uno spin doctor migliore per le finezze un po’ facilone a cui il ggggiovanilismo di Renzi , per altro ben poco spontaneo, ci sta sottoponendo da mesi e ahimè ci sottoporrà in futuro.
    Alice

  15. Non sono d’accordo. Se Renzi le avesse scelte *solo* perché donne sarebbe stato un governo sessista, ma noi questo non lo sappiamo. Comporre la lista dei ministri distribuendo i posti in base al sesso in maniera eguale è una scelta arbitraria che va incontro alla nostra idea di società. La società è fatta di donne e uomini ( lasciamo per il momento il discorso della transessualità e dell’identità di genere ) e pensiamo sia giusto che le istituzioni rappresentino questa composizione. Non perché le donne sono più brave, infatti il numero è ripartito equamente, ma perché esistono. Poi c’è ovviamente una questione di immagine, ma dovremmo guardarla nel contesto. Non saremmo dovuti arrivare a queste scene senza un passato discriminante. E non c’è niente di male nel testimoniare un cambiamento. Se nei media lavorano persone idiote, non è colpa di Renzi.

  16. concordo sul messaggio sessista “accaparra-un-certo-tipo-di-consensi” di Matteo Renzi. Tante si son pure sentite soddisfatte, ma de che?

    la quota rosa? è la gazzetta dello sport

  17. qui si stanno accusando delle persone per la comunicazione sbagliata che stanno facendo i giornali. perchè non sappiamo quante foto sono state scattate quel giorno, sappiamo che solo quella è stata pubblicata. e poi, nella confusione del momento, un momento che avrebbe emozionato chiunque, secondo voi le donne in questione si sarebbero dovute ribellare e opporsi, dire “no, io questa foto non la faccio!”. ma per favore, in questo paese si trova sempre qualcosa di cui lamentarsi, e pur di mostrarsi più perspicaci degli altri si passa da un’eccesso all’altro. allora siccome non vogliamo essere sessisti diamo per scontato che le 8 ministre siano delle incapaci. poi ormai sono un tutt’uno, non esistono le singole persone, ma un blocco unico da giudicare in toto, tanto non stanno lì per le loro capacità ma perchè sono donne, quindi automaticamente tutte uguali, tutte incompetenti. magari un’approfondimento sui curriculum di ciascuna di loro sarebbe anche interessante, invece sulla stampa italiana l’unico approfondimento sulle singole persone riguarda il modello di scarpa scelto e il colore dell’abito indossato.
    a chi ha parlato della Lorenzin, bistrattata da tutti al momento della nomina perchè non aveva la laurea, si è rivelata un ministro assolutamente dignitoso, che si è comportata egregiamente su questioni delicate come il caso Vannoni – un pasticcio generato dal giurista Balduzzi suo predecessore.
    poi la questione della “ministra col pancione” (ma non vi accorgete di quanto sia grottesco l’uso di questi nomignoli?), inorridisco nel leggere che una donna si scandalizzi del fatto che sia stata nominata nonostante l’avanzato stato di gravidanza… vi meritate tutte le dimissioni in bianco e i licenziamenti in gravidanza, se la pensate così.
    e vi meritate tutti i ministri ottuagenari con i capelli bianchi e “il vizietto”, perchè tanto comunque la si fa per voi è sbagliata.

  18. Mah… sarò una donna semplice, ma secondo me, se Renzi mette assieme un governo evidenziando il fatto che metà dei ministri sono donne, non sta necessariamente facendo un’operazione sessista, come scrive lei: sta riconoscendo quella che anche noi sappiamo essere, purtroppo, un’anomalia. Ma è una prima volta, e per me è benvenuta. In attesa di sapere che farà, per ora mi tranquillizza il pensiero di una donna alla difesa. Pi magari cambierò idea. E sa che le dico? Mi è parsa assai più sessista la reazione da lesa maestà di Civati, incattivito e offeso perché la “sua” Lanzetta ha accettato di diventare ministra. Lì non ci trova nulla da disambiguare?

  19. “Vi meritate”, chi? Della Madia il fatto che mi preoccupa meno è proprio che sia incinta, anche se chi parla di lettere in licenziamento in bianco dovrebbe comprendere che questo è il paese dove le donne sono costrette a scegliere SE lavorare o fare un figlio e non sarà la Madia ministra all’ottavo mese mi pare, ad interrompere questa tradizione. Dunque per il timore di passare per sessist* non azzardiamoci a dire che [forse] anche la scelta dei ministri di Renzi [donne e uomini] non è stata fatta basandosi sulla competenza, preparazione, merito eccetera ma che i giochi sono stati fatti altrove dai palazzi della politica e hanno portato nei vari ministeri persone che dovevano essere quelle [donne e uomini] e non altre. E che l’unica persona che sarebbe stata guardata con favore proprio per la sua competenza, che ispira fiducia per i suoi trascorsi professionali, ovvero Nicola Gratteri che ahimé, ha un difetto genetico, è un uomo, è stato lasciato fuori dalla porta del palazzo proprio per eccesso di capacità e di serietà. No: l’esaltazione della meritocrazia al femminile è nominare ministro una che di mestiere fa l’imprenditrice come se la lezione di berlusconi non fosse bastata a spiegare che l’imprenditore [uomo o donna] più sta lontano dalla politica meglio è; un’altra che ha saputo di essere diventata ministra mentre guardava Peppa Pig. Poi che casualmente sia la stessa persona il cui padre era in rapporti stretti di amicizia con Veltroni, nipote di un avvocato di gridom che è stata fidanzata col figlio di Giorgio Napolitano e che ora è sposata con Mario Gianani, un produttore cinematografico che lavora in società con Lorenzo Mieli, che non è un omonimo di Paolo ma è proprio il figlio, sono solo dettagli trascurabili. Per non parlare delle dichiarazioni di Marianna Madia circa le questioni attinenti ai diritti civili. Per me, e l’ho detto mille volte, basterebbe accettare serenamente quella che è una realtà: donne e uomini hanno le stesse potenzialità di fare bene o male, e nella maggior parte dei casi quando sono riuscite ad arrivare ai vertici di qualsiasi potere hanno, e chissà perché, acquisito una perfetta dinamica tipicamente maschile; ‘sta lagna non la reggo più. Ho un pensiero preciso in materia di lotte femminili. Chi ha voluto fare carriera anche in tempi diversi e più difficili di questo c’è riuscita.Oggi molte accettano di fare il grazioso complemento d’arredo. Si prestano volentieri. La società prima che di donne e uomini è fatta di persone, ecco perché se si tratta di responsabilità da affidare a qualcuno parto sempre dall’assunto della capacità, della competenza, dai trascorsi professionali che possono garantire un’affidabilità; se sono in pericolo di vita non mi interessa se chi me la deve salvare sia uomo, donna, nero, asiatico, europeo, lesbica, trans o gay. Mi interessa che sia una PERSONA che sa fare bene il suo lavoro. Renzi non è andato a prendersi i ministri [donne e uomini] fra le persone che si attivano sul serio, fra quelle, e ce ne sono, che ogni giorno sono a farsi il mazzo sul territorio a contatto con le realtà tragiche e drammatiche di questo paese, no. Li ha cercati e trovati nello stesso posto in cui sono andati a prenderli tutti i suoi predecessori che almeno non hanno avuto l’ardire di parlare di rinnovamento, rottamazione. Li ha cercati e trovati nel solito establishment composto da persone che devono rispondere a chi si occupa di altre cose, di altri interessi sempre in contrasto con quella politica che invece dovrebbe fare gli interessi di tutti, in special modo delle persone in difficoltà proprio per colpe e irresponsabilità di chi ha sempre fatto gli interessi di qualcuno e non di tutti. E non mi interessa proprio unirmi ai lai di chi mette su pagine di solidarietà per Laura Boldrini che ha la possibilità di mandarmi l’esercito a casa in meno di 24 ore se scrivo una cosa su di lei che a lei non piace. Posso pensare e anche scrivere che non è giusto che venga bersagliata da insulti ma la questione lì inizia e lì finisce. La solidarietà è una cosa seria da riservare alle situazioni serie.

  20. Assicuro di non essere un sostenitore di Renzi. Ma ricordo che la foto del premier con le ministre donne è ormai una tradizione, io me la ricordo almeno dai governi D’Alema degli anni Novanta in poi. Qualche link per verificare:
    Letta: http://i.huffpost.com/gen/1334168/thumbs/o-LETTA-facebook.jpg
    D’Alema: http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightImg?a=&t=s&bpos=77&name=23POL05A.pdf&query=Laura%20%22Laura%20Balbo%22&file=/golpdf/uni_1998_10.pdf/small/23POL05A.76ccaac3.jpg
    Purtroppo non ne trovo altre.
    Al limite, nel caso attuale, il fatto che il governo sia paritario (il che non può essere considerato di per sè un elemento sessista, anche perché una maggiore presenza femminile in parlamento, nei governi e nei CdA rientra tra le rivendicazioni di larga parte del femminismo) rende la tradizione della foto “con le ministre donne” un po’ paradossale. Ma è una tradizione che non ha certo creato Renzi.

  21. non condivido il modo di Renzi di arrivare al governo, non condivido diverse delle sue proposte ma dargli del sessista perchè ha scelto otto donne come ministro proprio no Non difendo nè i nomi nè il governo. Ma trovo non vera l’accusa di sessismo.
    le otto ministre sono lì perchè hanno alle spalle ognuna un proprio percorso professionale e sono state scelte per quello (altrimenti il discorso varrebbe anche per gli uomini-sono otto pari pari)e anche la storia della foto … se è la prima volta che in un governo italiano ci sono otto donne ministro forse vale la pena immortalarle non fosse altro che per i posteri! Niente ghetto ammantato di positività (negatività) ma possiamo ancora dirci diverse o siamo sessiste?

  22. “Specie se i media abbondano, come ha fatto persino Repubblica, di annotazioni sul vestito, il look, i capelli delle signore” – purtroppo non mi sento piu’ di dire: “come ha fatto persino Repubblica”. Ormai articoli di questo tipo su Repubblica non sono piu’ l’eccezione, ma la regola.

  23. Queste sono solo aberrazioni mentali, visioni distorte della realtà a causa di pregiudizi.
    Le critiche sono sacrosante ma ben altra cosa è vedere cose che non ci sono, farsi problemi che non esistono.

  24. Che brutta cosa non avere niente da fare/ a cui pensare…

  25. E, giusto per “infierire” un altro po’ certamente non sul genere ma sulla preparazione di nominate e nominati che dire della nuova inquilina della Farnesina che non sapeva nemmeno chi fosse Staffan De Mistura, la persona più vicina ad Emma Bonino? Visto che si parla sempre di ignoranza riferita ai nuovi arrivati a cinque stelle che si dovrebbe dire di una signora che si appresta ad occupare uno dei ministeri più importanti e non sa nemmeno chi sono le persone che hanno lavorato a faccende importantissime come ad esempio la questione dei marò? Non sapere chi è Sraffan De Mistura significa non aver mai letto due righe di un giornale qualsiasi che da mesi si occupano della vicenda. La competenza, per dire. Sempre per dire.

  26. Della serie: il nuovo che avanza. 😀

  27. roseluise mi riferivo alla frase “Le donne italiane ancora costrette a scegliere se fare i figli o lavorare, pena il licenziamento o la non assunzione e un ministro può essere nominato malgrado lo stato avanzato di gravidanza: a parità di “quote rosa” non ce n’era un’altra più libera dagl’impegni precedentemente presi. Ma non chiamiamola casta, ché poi s’offendono.” che ho letto qualche commento più su. non l’hai detta tu, ok, infatti non mi riferivo a te.
    riguardo alle competenze delle ministre, mi sta bene quello che dici, anche se mischi il gossip al curriculum, ma comunque è un dibattito che ci sta tutto. è proprio quello che volevo dire, parliamo di questo, ma di questo a parte appunto qualche pettegolezzo non ho ancora sentito parlare. in questo e in altri post che inneggiano al sessismo di Renzi comunque non se ne parla. riguardo al ministro degli esteri, con me sfondi una porta aperta, io avrei voluto la Bonino e devo dire che trovo che questa sia una delle scelte più gravi, e non ha niente a che vedere con il sesso del ministro. riguardo alla Madia, della quale appunto si parla solo attraverso il suo pancione o attraverso sue passate relazioni, ma non si parla del suo lavoro negli ultimi anni – il fatto che non ne parlino i blog e i giornali non vuol dire che non abbia fatto niente fino ad oggi. ci dicono quello che vogliono farci sapere, solo che questo principio vale solo quando si parla di Grillo e 5 stelle, secondo alcuni. il fatto che stesse guardando peppa pig… giudichiamo ancora in base al gossip. non vedo cosa ci sia di male, ha un figlio di 2 anni, cosa doveva fare? anche io guardo peppa pig con i miei figli e non mi sento intellettualmente sminuita per questo.

  28. che due balle però… se non ce ne sono è sessismo, se ce ne sono 2 o 3, non sono abbastanza, se sono 50/50 è pinkwashing…
    e la domanda a questa risposta quale sarebbe?
    “Ma soprattutto: perché nessuna delle ministre si è opposta a quella foto di gruppo?”

  29. Invece l’ho scritta io e la confermo e ribadisco. Sfido qualunque donna a fare una domanda di assunzione da incinta all’ottavo mese; vediamo quante saranno quelle che avranno un contratto a tempo indeterminato.
    E visto,@cosmic, che parli in toni così entusiatici della Madia probabilmente saprai cose che i più ignorano: ad esempio cos’ha fatto di bello per meritarsi il ministero.

  30. “ad esempio cos’ha fatto di bello per meritarsi il ministero.”

    a occhio, direi nulla di diverso da quanto ha fatto andrea orlando per meritarsi il ministero della giustizia

  31. Ehm, non sarò breve e qualcuno mi accuserà di andare OT. Ma già dall’incipit “fare sessismo significa…” si comprende come mai Cosenza inanelli spesso “perle nere” (stonature) nei post in cui si occupa di decodifica dell’immagine pubblicitaria sessista o presunta tale. Questo spiega altresì come mai la paranoia “sessismo si/no” dopo essere dilagata in ambito neo-femminista (grazie soprattutto alle Zanardo e alle Lipperini) stia ora implodendo su sé stessa rivelando pateticamente una certa confusione fin dall’elementare significato di una parola per la quale basterà linkare il Treccani.

    Cosenza : «Fare sessismo significa guardare una persona, e cioè valutarla, giudicarla, fotografarla, riprenderla in video, in una parola “definirla” (con parole e/o immagini), per il suo sesso, punto e basta.»

    Eretica aka fikasicula (FQ23feb): « … sessismo. E’ quella strana cosa per cui guardi una persona e la valuti, la offendi, la giudichi, la fotografi, la definisci, per il suo sesso e per il ruolo di genere che le imponi. »

    Le due definizioni si somigliano ma la seconda esce da un evidente impasse logico (comune a entrambe) quando ricalibra l’enunciato iniziale chiamando in causa il concetto di “imposizione”. Il che significa che se impongo un’immagine a qualcuno il risultato sarà sessista nella misura in cui il sesso della persona verrà usato per discriminare, subordinare, abusare, punire, condannare. Ma solo in questo caso sarà legittimo parlare di sessismo. Non posso infatti parlare di “sessismo” in riferimento alla modella che fa le fusa per vendermi un profumo, perché qui starei semplicemente facendo appello al comune senso del pudore che vive in me e che come tale è, e rimane, un fattore in evoluzione o involuzione; un fattore determinante nel mio giudizio, ma non nel merito oggettivo del concetto di sessismo ma in quello di “bene” e “male” riferito alla messa in scena di Eros. Questo spiega come mai tanti interventi di Cosenza sul “sessismo” finiscano per essere identificati (bollati) come propaganda neo-puritana.

    Treccani alla voce “Sessismo”: «termine coniato nell’ambito dei movimenti femministi degli anni Sessanta del Novecento per indicare l’atteggiamento di chi (uomo o donna) tende a giustificare, promuovere o difendere l’idea dell’inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale».

    In pubblicità la modella che fa le fusa ha una funzione specifica: attrarmi ad essa e invitarmi a Eros (il prodotto reclamizzato è un orpello e come tale può essere sostituito all’infinito). La mamma che fa la pasta al sugo e la porta in tavola evoca in me un desiderio conservatore di “famiglia”. Dove sta la differenza? In una società in evoluzione un papà potrebbe benissimo portare in tavola la pasta spezzando così lo stereotipo sessista che relega la donna all’ambiente domestico, senza altresì negare la figura femminile già esistente, peraltro degna di rispetto, né intaccare il desiderio lecito di “famiglia”. Per logica coatta il neo-femminismo non riesce ovviamente a pretendere (neanche il linea teorico-paradossale) che un modello faccia le fusa per rifilarmi un prodotto, ma pretende che la modella la faccia finita con la sua esibizione erotica. Cosenza invita quindi alla segnalazione presso lo IAP.

    Il sessismo è una cosa seria. Mentre la foto di cui sopra è patetica, borghese, ridicola se volete. Ricorda le foto dei matrimoni… lol!

  32. Rachele Ferrara
    Civati si sarebbe risentito pure se si fosse trattato di un uomo dei suoi che entra nel governo renzi senza avvertire (tra l’altro pare che Lanzetta in direzione nazionale fosse stata una dei 16 che votarono contro l’ipotesi di governo renzi, ma è lecito cambiare idea)

  33. Appunto, ma si parlava di lei mi pare. Perché io parlo di tutti.Il mio blog è testimone.

  34. Il sessismo non sta nel fatto che per la prima volta le percentuali di ministri uomini e di ministre donne siano uguali (che comunque è una grande cosa in un Paese come il nostro!), ma che stiamo tutti a chiederci: cos’ha fatto la tale ministra per diventarlo? perché quell’altra è lì che è una volta gabbana? e l’altra invece che pena!?!

    Nessuno che faccia lo stesso con i ministri uomini! Quante volte hanno cambiato partito o corrente? Come hanno iniziato? Cosa hanno fatto per essere ministri?

  35. Siete ridicoli. Allora facciamo una cosa… mettiamoci tutti il burqa. Cosi’ non ci saranno problemi delle “valutazioni sessiste” di alcuno. Anzi, meglio. Mettiamoci l’uniforme, come a scuola, cosi’ non ci saranno problemi. Fortuna che nonostante chi la pensi come voi, siamo ancora la patria del buon gusto…

  36. C’è poco da fare. Articoli inutili come questo testimoniano che finchè si guardano certe cose, in Italia non si andrà mai da nessuna parte. E vi chiamate giornalisti. Quale sarebbe lo scopo di questo articolo?

  37. Hai pienamente ragione. E’ una foto per far pubblicità a Renzi, come per dire: “Visto che rispetto le quote rosa?”. Andava fatta un’unica foto, tutti assieme, con le donne sparse, senza un ordine logico.

  38. Tutto Renzi(e) e il baraccone o cucuzzaro al seguito, è soprattutto immagine e poca sostanza….
    @Luzy…concorso con te, la tua analisi mi piace e mi sembra molto pertinente!

  39. In ogni caso trovo questo dibattito surreale; si parla di donne alle quali non è stata negata nessuna opportunità. Si parla di persone/donne che fanno parte di un’élite di privilegiati che comunque andrà a finire la loro esperienza col governo di Renzi non avranno la vita modificata si una virgola. Quello che avevano riavranno e nulla verrà loro tolto, anzi, l’esperienza politica garantirà altri privilegi a vita. Non si parla di precarie che lavorano tre, sei mesi e poi devono ricominciare da capo, a qualsiasi età. A volte non capisco come mai ci facciamo avviluppare da queste discussioni inutili con tanta facilità.

  40. Brava Giovanna stavolta condivido in pieno.

  41. Posso capire tutto, ma non i commenti di roselouise1.
    Riguardo al post, ieri mi sono indignata vedendo quella odiosa pagina di Repubblica in cui non solo delle ministre si parlava solo riferendosi al loro look ma addirittura si intervistava sull’argomento una stilista, che stigmatizzava le calze dell’una e il tailleur dell’altra (come se non fosse bastato questo articolo, vengo qui e trovo pure i commenti di roselouise1 che passano le ministre attraverso il filtro del… gossip! Se non è sessismo questo). Comunque quel che penso è che se questa è la temperie culturale nella quale viviamo, il problema non è certo il governo fifty-fifty con foto delle ministre (concordo con chi ha detto che la foto non è una novità, come neanche il conteggio delle donne nei governi, nelle giunte comunali ecc.). Il mio sogno è una società nella quale non ci sarà più bisogno di fare i conti “quanti uomini/quante donne” e nella quale le persone non verranno valutate in base al genere, all’identità sessuale o alla provenienza geografica ma solo per come agiscono nel determinato incarico che sono chiamati a ricoprire. Prima o poi ci arriveremo, ma nel frattempo è del tutto normale che 8 ministre in un governo facciano notizia o vengano rivendicate come “progresso”, cioè non è certo questo che mi scandalizza; il gossip di “Repubblichella 2000” invece sì.

  42. Ah ah, ecco. Siccome sono l’unica che lo pensa e lo scrive, che pensa e scrive che la questione di genere è diventata noiosa e stucchevole allora iIaria non è d’accordo coi miei commenti. C’è confusione, sotto questo cielo. Ma posso capire la delusione di chi porta avanti le istanze di genere [femminile] e poi vede sempre più “donne – copertina” andare ad occupare ruoli di spicco. La delusione è comprensibilissima. Sempre meglio pensare in proprio come ho sempre fatto io, indipendentemente da chi occupa quei pensieri.

  43. Io ad esempio mi indigno quando leggo chiedere rispetto per donne che si mettono sottobraccio ai delinquenti, ai corruttori come berlusconi, che accettano alleanze politiche con alfano e giovanardi; ma capisco che è diventato fuori moda ormai indignarsi per le cose serie.

  44. Guarda, io non voglio proprio entrarci nelle questioni di genere, non fanno per me (infatti passo spesso erroneamente per maschilista mentre non sono né maschilista né femminista); per es. non mi dispiace affatto che in questo governo sia stato abolito il ministero delle pari opportunità, perché era solo una ipocrisia che non serviva a niente (quello delle pari opportunità dovrebbe essere un concetto trasversale, non un ministero). Il problema dei tuoi commenti è che a mio parere come argomentazione fanno pena (dal punto di vista logico), indipendentemente da come ti poni rispetto al genere. E poi vogliono ridurre e abolire la filosofia da licei e università… Passo e chiudo che sono a metà di “Doctor Sleep” e mi aspetta, altro che Renzi e gossip sugli amorazzi dei nostri ministri.

  45. @luzy
    Concordo con lei sull’importanza del concetto di sessismo, e non semplicemente sulla definizione dizionariale su cui lei ha concentrato la sua attenzione. Lo schema dizionariale è uno schema di classificazione, non uno strumento di definizione.
    Se accastella due o tre vocabolari e vi si posa, può appena godersi da una finestra, ad altezza del marciapiede, il transito della gente, vista così soltanto dal basso. Verrebbe l’idea della caverna platonica in cui si vedono ombre e soltanto ombre. Una sorta di prigione, dunque, la sua, ma lontana, in compenso, dalle “sorprese inesauste della vita”.

  46. luzy@ il sessismo è una cosa seria. La foto sopra è patetica e antica .. ma il significato (e l’uso) è sessista .Lo scatto (visto su Repubblica)del duo fotografico Ines-Vinoodh che pubblicizza la nuova borsa Agnona, scatto diretto dal creativo Pilati che è anche il creatore della borsa..è invece moderno ed Ha un risultato sessista, dico nella misura in cui il sesso della persona viene usato per discriminare subordinare eccetera. è talmente una cosa seria, il sessismo, che la borsa è già cult.
    Ilaria@ Beata lei! che pensa che il mondo come dovrebbe essere sia già quello che è..

  47. Dare ad una foto un significato diverso da quello di un banale rito (TUTTI SI SONO FATTI QUELLA RIDICOLA FOTO DI GRUPPO) dimostra chiaramente quanto la fantasia delle persone possa sfociare in critiche senza senso giusto per dare sfogo alle proprie convinzioni di parte, o antipatie e pregiudizi vari.

  48. Capisco che questa definizione di sessismo includa prese di posizione tipo “la donna a parità di mansione deve guadagnare quanto un uomo” o qualche decina d’anni fa: “la donna deve poter votare”.

    Penso la cornice di questo modo di ragionare sia un pensiero logico-atemporale, dove dire che le donne possono / non possono votare sono affermazioni uguali di segno opposto.

    Propongo di introdurre anche la dimensione temporale: parlare di azioni in un tempo 1 e reazioni in un tempo 2.
    In un sistema che discrimina negativamente le donne (tempo 1) la reazione di discriminare positivamente non fa riferimento al genere in sé (come la discriminazione negativa), ma alla discriminazione.
    È come se, sapendo di tendere a guidare verso il lato della strada, mi sforzassi di stare più al centro… funziona, anche se guidare verso il centro o verso il lato non sono cose buone in sé.

    Mi ricorda quel paradosso di chi non va ai gay pride proprio perchè i gay sono uguali agli etero…

  49. Le opinioni si possono non condividere ma non dire che “fanno pena” cara cialtrona amante dei filmetti americani. Perché scrivere che un’opinione “fa pena” significa automaticamente insultare anche chi l’ha espressa. Imparati l’educazione e studia un po’ di netiquette invece di stare davanti alla televisione.

  50. condivido solo in parte il pensiero espresso : purtroppo che si debba valitare quello che accade nell’ottica dell’ “azione positiva”. Per come è la situazione attuale, ben venga ahimè il sessismo, nei termini di rinvigorire la presenza femminile anche in posizioni dove normalmente non è contata, se porta a conquistare pari opportunità. Ed arrivare quindi in futuro a parlare finalmente di persone. Grazie.

  51. Ma che articolo è???? Ma di che stiamo parlando! Mi stupisco di lei che è anche docente di Filosofia del linguaggio. Continuiamo così, distogliamo l’attenzione dai problemi reali di questo governo non votato da nessuno e frutto di giochi di palazzo! Vogliamo parlare di linguaggio? Bene allora ci scriva un articolo in cui spiega a tutti le strategie comunicative di Renzi di eludere le domande e puntualmente non rispondere e dirottare il focus del discorso su altre cose. Ecco forse queste sono cose interessante. Se si vuole fare informazione la si deve fare su temi che hanno una rilevanza utile a tutti.

  52. Qualcuno ha scritto:”In termini statistici la popolazione carceraria italiana è per il 98% maschile e solo il 2% di sesso femminile. Le statistiche valgono in quanto tali, in generale e non possono essere applicate al singolo. Però fa riflettere. E’ sessismo? è statistica!” è inutile continuare a dire che non ci sono differenze di sesso: le differenze, con i loro tratti positivi e negativi, ci sono per entrambi. Governo di competenze si, ma se si riesce a fare il 50 e 50, secondo me, molto meglio. Per quanto riguarda la foto? eddai, su, ma siamo qui a parlare di foto e nel frattempo l’Italia se ne sta andando in pezzi. A me sembra un po superficiale questo attacco a Renzi. Io ho fiducia! E poi si sa, è tipico degli italiani: se non fosse stato questo, ci sarebbe stato sicuramente qualcos’altro da criticare, ovviamente, “Ancor prima di cominciare.”.

  53. E sa che le dico? Mi è parsa assai più sessista la reazione da lesa maestà di Civati, incattivito e offeso perché la “sua” Lanzetta ha accettato di diventare ministra.

    La reazione di Civati non e’ sessismo. Quello di nominare la Lanzetta e’ stato un colpo basso di Renzi non da poco. E anche la Lanzetta ci ha fatto solo la figura dell’arrivista per me.

  54. Giulio | lunedì, 24 febbraio 2014 alle 10:46 pm |
    @luzy Concordo con lei sull’importanza del concetto di sessismo, e non semplicemente sulla definizione dizionariale su cui lei ha concentrato la sua attenzione.
    ————————–

    La voce di un dizionario ci porta all’essenza di un concetto. Può essere “incompleta”? Sì, a volte m’è capitato di trovare una voce passibile di miglioramento, altre volte ideologicamente discutibile. La natura del mio intervento era quella di far notare come con la parola “sessismo” si legittimino oggi pruriti di ogni genere e specie in ambito di questioni di genere; questioni tutt’altro che, come leggo più sopra, “diventate noiose e stucchevoli”; diciamo piuttosto che la cosa è diventata un’arma di propaganda ideologico-reazionaria. In altre parole chi parla di sessismo oggi, al pari di chi ne abusa fin dal concetto, non lo fa per fornirci strumenti di decodifica del nostro tempo ma per determinare un prossimo corso di eventi. E’ questo è ciò su cui mi sono concentrato, caro Giulio.

    Vediamo di chiarire rimanendo in topic. Se la foto sopra è sessista lo sono anche le precedenti, del tutto simili, dei precedenti governi. E per estensione dovremo ritenere sessista qualsiasi foto in cui pochi uomini si facciano fotografare, in posa, tra un certo numero di donne, come se questa fosse sempre e solo una messa in scena allestita per esibire qualcosa che loro, ossia il potere patriarcale, avrebbero acquisito. Rimanendo alle otto ministre, ce le stanno mostrando, offrendo, esibendo, esattamente come in una vetrina, per scopi propagandistici più che politici, ossia per ricevere consenso. Tutto questo però noi lo deduciamo dall’analisi sociopolitica e non dalla foto. La foto non ha particolari decodificabili in cui si possa rintracciare del sessismo, ammenoché non si voglia indicare come sessista l’allineamento geometrico 31213. Quindi è assolutamente arbitrario definire la foto sessista. E la prova sta nel fatto che altre foto simili, in precedenti occasioni, non sono state criticate come sessiste e dubito Giovanna Cosenza lo farebbe oggi collocandole tutte nel medesimo catalogo critico.

    Una foto è un fermo immagine e come tale può essere sovrainterpretato in decine di modi diversi. Lo si riesce a fare con frammenti video, decontestualizzati, figuriamoci con una semplice foto. Certamente è possibile rintracciare sessismo in una foto, ma per farlo devo parlare della foto e non di tutto ciò che ideologicamente ci ruota attorno e abbiamo acquisito da altre fonti. A me questa cosa sembra elementare. Regole accademiche senza le quali tutto diventa soggettivo, pardon, arbitrario.

    Quindi non facciamoci influenzare da un governo che ci offre otto ministre su un piatto d’argento, né pensando che questo sia un passo determinante per la lotta al sessismo, né per attribuire valenza sessista a qualsiasi foto di gruppo che somigli a quella in oggetto.

  55. ” cara cialtrona amante dei filmetti americani”

    se il riferimento è a doctor sleep faccio notare che non di filmetto si tratta ma di romanzo peraltro di uno scrittore di chiara e meritata fama (che è tra i miei prediletti ma questo nulla conta)
    A tutti noi piace irridere l’interlocutore mostrando quanto siamo arguti, ma almeno facciamolo bene.

  56. Analisi breve e P.E.R.F.E.T.T.A.
    Se c’è una cosa che mi ha fatto innervosire, in questi giorni, è il continuo sottolineare sulla presenza di tante donne ministro. Ebbene, il fatto stesso di sottolineare, di eveidenziarlo, non fa altro che marcare ancora di più l’eccezionalità dell’evento. Eccezionale, siamo ancora qui a definire eccezionale la presenza di donne al governo. Questa non è parità, perché la parità implicherebbe il non esserci nulla di eccezionale. Perché il genere sessuale di un ministro non dovrebbe importare a nessuno, così come non dovrebbe importare in qualsiasi altra poltrona, ufficio, settore.
    Donne portare al governo perché donne. Siamo ancora qui.

  57. “Perché il genere sessuale di un ministro non dovrebbe importare a nessuno”
    —————————

    A me non importa. Ma un minimo di isteria di massa per l’eccezionalità dell’evento dovremmo pur accettarla come positiva. Mi prefiguro già la prima donna primo ministro, o presidente della repubblica. Sai le ubriacature!

  58. La foto di gruppo delle ministre è sessismo veniale, com’è razzismo (ancora più) veniale sottolineare che Obama è il primo presidente americano nero.
    Le quote rosa sono sessismo assai meno veniale, e infatti vengono giustificate come un male temporaneamente necessario (che poi sia davvero necessario, o opportuno, è un altro paio di maniche).

  59. Immaginate una vignetta: un gruppo di persone discutono. Io sono di spalle a loro e intervengo per dire: roselouise1 ti trovo particolarmente intelligente. Sarai mica un maschio ?
    …dai su ridiamoci sopra:))) Cmq è vero che trovo gli interventi di Roselouise1 di haut niveau. Bella discussione.

  60. Ben | martedì, 25 febbraio 2014 alle 5:17 pm |
    La foto di gruppo delle ministre è sessismo veniale
    —————————

    Se riesci a spiegarci il perché fai la cosa giusta che manca in questo thread.

  61. “questo governo non votato da nessuno ”
    Luca Russo

    vorrei avere dei soldi per ogni volta che ho sentito questa frase fatta.
    Ricordo che in Italia vige ancora, per quanto sia in crisi, il parlamentarismo il che significa che noi non abbiamo MAI votato i governi, votiamo per la composizione del parlamento che poi per così dire “eleggerà” il governo dandogli la fiducia
    Monti ha ottenuto la fiducia nel parlamento eletto da noi (col porcellum ma eletto da noi) nel 2008, Letta e oggi Renzi l’hanno ottenuta nel parlamento eletto da noi un anno fa pertanto possono fare schifo ma erano governi legittimi sostenuti da parlamenti frutto di regolari elezioni
    Quindi potete ripetere la tiritera del “governo non eletto da nessuno” quanto volete ma dimostrate solo di non sapere la differenza fra repubblica presidenziale e repubblica parlamentare e no non basta mettere il nome del candidato premier sul simbolo del partito per introdurre il presidenzialismo in italia

  62. @luzy
    perché la foto di gruppo delle ministre è venialmente sessista?
    Perché suggerisce, o si può intendere che suggerisca, che il genere sia rilevante rispetto al compito di governare. Chi ritiene che invece il governo debba essere neutrale rispetto ai possibili diversi interessi di generi sessuali diversi, può ritenere sessista una foto che può implicare un suggerimento del genere.
    Scrivendo queste sottigliezze, mi rendo conto che il sessismo ipotizzato è ancora più veniale ed evanescente di quanto mi sembrasse a prima vista.

    Un altro possibile aspetto sessista della foto è questo: le donne, sebbene siano persone svantaggiate, ce l’hanno fatta, e bravi Renzi e Napolitano che le hanno aiutate (e quindi si fanno fotografare con loro!).
    Su questo si potrebbe approfondire, con argomenti a favore sia della presenza sia dell’assenza di sessismo. Fate voi, a me sembrano sfumature poco rilevanti.

  63. Io invece vorrei avere dei soldi per tutti coloro che sul web si divertono a fare i saccenti e fare le pulci a ciò che uno scrive. Tra i tre governi solo quello Letta si avvicinava ad una parvenza di regolarità poichè era successivo a delle elezioni regolari. Gli altri due sono nati da manovre di persone che stavano lì ma che erano state votate in un altro contesto. Ecco così va meglio?

    Infine sono contento che di tutto il mio messaggio solo questa sia la cosa che è rimasta in mente. Torno a ripetere: sono questi i problemi di questo governo oppure sono forse le manovre di palazzo? Le menzogne dette dal nostro premier incaricato sulle modalità con cui aveva detto che avrebbe voluto prendere il potere e gli accordi fatti con forze politiche da lui stesso criticate in passato?

  64. @Paolo1984: è anche uno dei miei autori prediletti! 🙂

  65. Luca Russo
    per la verità non va meglio perchè dovresti sapere che l’articolo 67 della Costituzione dice che i parlamentari agiscono senza vincolo di mandato: non hanno giurato fedeltà a un leader, a un partito e neanche a un programma elettorale, se oggi vogliono dare la fiducia a Tizio mentre fino a ieri la davano a Sempronio la cosa resta nella legalità. democratica , non è il massimo dell’etica ma la politica purtroppo è anche questo, come ben sapeva Machiavelli solo che ai tempi suoi le pugnalate erano vere adesso sono metaforiche, direi che è un passo avanti. Ciò che Renzi ha fatto a Letta è sicuramente indifendibile moralmente ma non è un golpe, siamo sempre nel gioco (schifoso finchè si vuole) della politica democratica italiana
    Se poi gli elettori sono delusi dagli intrighi, i “giochi di palazzo”, le pugnalate alle spalle, le bugie è previsto dalla democrazia rappresentativa che si facciano sentire alle elezioni semplicemente non votando più i partiti che li hanno delusi.
    personalmente sono così schifato o deluso da tutti i partiti presenti in parlamento (compreso il M5S) e così indifferente a quelli rimasti fuori che sto seriamente pensando di astenermi alle prossime politiche, per la prima volta da quando ho compiuto 18 anni. quindi lungi da me difendere il sistema

  66. @Paolo1984
    Nel mio post non ho mai utilizzato le parole “golpe” o “illegalità” per cui la ringrazio per la sua analisi costituzionale ma non era questo il punto del mio post. I giochi di palazzo, come ho scritto, faranno parte delle possibilità che hanno i parlamentari da noi votati ma come per altre molte cose in Italia spesso si fanno delle cose che vanno al di là della logica e legale interpretazione della legge. Ora non sono nè un giurista, nè un costituzionalista per cui mi fermo qui.

    Mi spiace che lei non vada a votare perchè purtroppo è l’unico modo che abbiamo per scegliere questa piuttosto che quella forza politica ma questa è una sua scelta, del resto molto comprensibile e condivisibile visto il tenore di questa gentaglia che arriva sui banchi parlamentari.

    Il punto focale della discussione, della mia discussione, torno a ripeterlo: resto basito dalla “frivolezza” di un articolo di questo genere scritto da una docente di filosofia del linguaggio quando l’intera nazione ha davanti un premier nominato che ha la capacità di parlare di 1000 cose senza dire nulla di concreto. Credo che questo al momento sia il problema più serio di questa persona! Quando avrò un confronto su questo tornerò a rispondere.

    Grazie per le sue risposte ed il tempo dedicatomi.

  67. Appunto, Ben, quoto quel “si può intendere che suggerisca”. E quel che suggerisce, noi lo deduciamo da tutta una serie di informazioni che ci arrivano da altre fonti, ma non dalla foto, che rimane una banale foto ricordo istituzionale. E le analoghe foto precedenti, di precedenti governi, sono lì a testimoniare non certo il sessismo ma il provincialismo delle istituzioni italiane in cui donne e uomini partecipano, con eguali responsabilità, a troppe mascherate.

    Ecco invece una foto dichiaratamente sessista:

  68. Il sessismo non sta nell’aver dato metà dei ministeri a donne. Il sessismo sta poi nello sbandierarlo come una cosa straordinaria. La foto incriminata è infatti una foto con le sole donne. Per citare Gazebo: allora perché non una foto solo con i calvi o solo con quelli rosci? Nella scelta delle ministre è sbagliata la comunicazione, non il fatto in sé. Risultato di ciò trovo che sia poi il pastrocchio giornalistico di alcune testate, stile servizio fashion-gossip, tipo quello di Repubblica.

  69. Il sessismo non sta nell’aver dato metà dei ministeri a donne.
    ——————-
    Ad alcuni di noi invece pare proprio questa una delle operazioni più “sessiste”, avendo deciso la cosa per fini smaccatamente propagandistici e non certo tecnico-politici; così come esporre in vetrina una donna prossima al parto: un bebé in parlamento, meglio se femmina.

    Renzi ha atteggiamenti identici a Berlusconi. Le ministre di B erano usate come immagine di emancipazione femminile con declinazione sessuale; quelle di Renzi pure, ma con declinazione cattolico-conservatrice. Amen!

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  71. I ministri del Governo Renzi sono più social di quelli del Governo Letta: a dirlo, la classifica Oboscore che monitora l’andamento degli incaricati su Facebook, Twitter e Instagram. Il nuovo Governo (compreso il Premier) ha catalizzato 162.981 persone, mentre quello di Letta ne raggiunge appena 65.908

  72. Ecco invece una foto dichiaratamente sessista:

    Mi cito da solo causa refusi: ovviamente non è la foto ad essere “sessista” ma l’atteggiamento immortalato nella foto. Immagino abbiate letto correttamente, ma dopo aver fatto le pulci a Cosenza era meglio precisare. Infatti nel caso di Renzi è proprio la foto ad essere messa sotto accusa per “sessismo” (ma io non concordo), perché si tratta di posa deliberatamente scelta (per tradizione); mentre il fotografo fa il suo lavoro in entrambi i casi e stop, cioè senza aggiungere nulla di suo, ossia fotografa la realtà.

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