La sindrome di alienazione parentale esiste? E se esiste, è opportuno caricare solo sulla madre tutte le colpe e l’aggressività?

Doppia Difesa, spot sull'alienazione parentaleSimona, lettrice di questo blog e a sua volta blogger, mi ha scritto le sue perplessità a proposito dell’ultima campagna della fondazione Doppia difesa sulla cosiddetta sindrome di alienazione parentale” (Parental Alienation Syndrome, PAS, o Alienazione Parentale, AP), un ipotetico e controverso insieme di disturbi psicologici che riguarderebbe i figli di coppie che si separano in modo gravemente conflittuale. Condivido la riflessione di Simona e tutte le sue perplessità, che sono anche le mie:

Gentile professoressa, le scrivo a proposito della campagna sull’alienazione parentale (AP) di Doppia difesa. Come avrà avuto modo di leggere, da più parti sono state sollevate perplessità sull’opportunità di questa iniziativa su una sindrome inesistente, che reca con sé numerosi messaggi e implicazioni negative. Segnalo il comunicato di D.i.Re. in merito: http://www.direcontrolaviolenza.it/lalienazione-parentale-e-uno-strumento-di-pura-invenzione-di-chi-vuole-paralizzare-le-scelte-di-vita-delle-donne/.

Mi preoccupa il modo in cui sono tratteggiate le figure di due delle tre madri presenti nello spot, in particolare quella interpretata da Ambra Angiolini e quella interpretata da Barbora Bobulova. Uno spot che rischia di trasmettere una informazione sbagliata, perché trascura e in queso modo oscura tutte le situazioni di violenza che a volte sono la causa della decisione della donna di separarsi. Nello spot, infatti, la donna, incastonata in un contesto post-separazione, appare “isterica”, vendicativa, astiosa, e l’insieme mi sembra che alla fine suggerisca che la donna deve “sottomettersi” ed essere docile, perché così va tutto per il meglio, soprattutto per i figli. Come se il problema fosse unicamente la madre, come se non ci potessero essere altre ragioni alle origini di un conflitto coniugale.

Sappiamo bene quali danni comporti la violenza assistita, il raggio di ricaduta di una violenza a cui si è assistito in ambito familiare. Inoltre, c’è da considerare che lo strumento giuridico dell’alienazione parentale limita di fatto l’attendibilità del bambino, la cui voce cessa di essere ascoltata. Ammettere e propagandare qualcosa che non esiste (visto il parere della comunità scientifica internazionale, dell’ONU, dello stesso governo italiano e della Corte di Cassazione), l’alienazione parentale che viene usata nei tribunali per criminalizzare le madri, in un paese come il nostro, afflitto da una grave arretratezza culturale sul tema della violenza, e con enormi pregiudizi sulle donne in generale, rischia di produrre effetti pesanti, allontanando il cambiamento culturale. Lo spettatore medio, che non ha gli strumenti, il tempo o la voglia per approfondire, rischia di assorbire il messaggio di questa campagna come se fosse la “Verità”, con il rischio che si continuino a rinforzare cliché e stereotipi su donne e uomini e sul ruolo della madre e del padre nella gestione conflittuale dei figli.

Cosa ne pensa? Grazie, Simona

Penso che sono completamente d’accordo con lei, cara Simona. Come prima cosa, non mi pare opportuno semplificare in una campagna, come si trattasse di cosa certa e univoca, una sindrome che al contrario è assai controversa nella comunità scientifica internazionale. Inoltre, lo spot avrebbe come minimo dovuto rappresentare in modo più chiaramente paritetico e meglio distribuito sui due ruoli del padre e della madre la conflittualità e l’aggressività, i torti e le ragioni, le qualità e i difetti, la dolcezza e la durezza, e così via. Così com’è, invece, il filmato ci lascia il ricordo netto di un padre vittima e una madre carnefice che solo alla fine, per fortuna o miracolo, si ravvede. E tutti vissero felici e contenti. Cosa che non accade quasi mai nella realtà, purtroppo.

24 risposte a “La sindrome di alienazione parentale esiste? E se esiste, è opportuno caricare solo sulla madre tutte le colpe e l’aggressività?

  1. Ma la circostanza che i bambini protagonisti del video sappiano cosa vogliono, come è da interpretare? Seppure fosse vera la alienazione parentale con correlata patologia, non riguarderebbe le storie raccontate nello spot.

  2. Magari la sindrome (che forse dovrebbe essere finalmente tradotta in genitoriale e non parentale) non esisterà ma le situazioni illustrate nello spot esistono eccome. Io comunque non vedo solo la donna nel ruolo di manipolatrice, nell’episodio con la Francini il manipolatore è l’uomo, e in quello con Angiolini i ruoli mi sembrano reciproci. Almeno da questo punto di vista lo trovo bilanciato, anche se del valore scientifico del concetto si può discutere. Francamente è ora che si parli di queste falle familiari, anche in contesti di non separazione ma di dinamiche familiari quotidiane, aggiungerei. Medee e Saturni entrambi esistono.

  3. La sindrome non e’ controversa e’ una baggianata che non e’ riconosciuta da nessuno. Quello che se l’e’ inventata non lavora neanche piu’ nell’universita’ per cui lavorava ed e’ anche stato accusato di giustificare la pedofilia come cosa naturale in famiglia. Questa una selezione delle sue perle

    http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/RAG.html

  4. nell’universita’ per cui lavorava

    anche perche’ si e’ suicidato… me ne ero dimenticata

  5. “Magari la sindrome (che forse dovrebbe essere finalmente tradotta in genitoriale e non parentale) non esisterà”: come se fosse una questione di poco conto. Se io chiedessi soldi per combattere Nessie, il mostro di Loch Ness, immagino che la gente si indignerebbe parecchio.

  6. Pingback: La sindrome di alienazione parentale esiste? E se esiste, è opportuno caricare solo sulla madre tutte le colpe e l’aggressività? | SARTORIE CULTURALI

  7. Anche se una coppia si separa, non si deve mai separare dai figli e questi ultimi devono vedere che rimangono comunque amici e che loro non vengono messi nella situazione di dover scegliere tra voler bene l’uno e odiare l’altro. E’ diverso il discorso se uno dei due è violento.

  8. Perfetto essere mitologico, non decontestualizziamo “Magari la sindrome (che forse dovrebbe essere finalmente tradotta in genitoriale e non parentale) non esisterà ma le situazioni illustrate nello spot esistono eccome”.
    Se devi chiamare qualcosa che non esiste, almeno chiamalo col suo nome. Magari se dice Luch Niss nessuno sa di che parli, se dici Loch Ness non esiste il referente, ma almeno il nome esiste ed è corretto. Nel caso della pubblicità, in più, ripeto, il nome non esiste/è sbagliato, poco mi importa, il fatto è che esistono le situazione evocate.

  9. Voglio dire, come fai a dire che la sindrome tal dei tali non esiste se non la nomini? Se non la nomini non puoi nemmeno dirlo, e se la devi nominare tanto vale farlo per bene. Credo.

  10. “come fai a dire che la sindrome tal dei tali non esiste se non la nomini?” La sindrome da alienazione genitoriale esiste, se con “esistenza” intendiamo il fatto cvhe qualcuno l’ha nominata e descritta.
    Quel qualcuno si chiama Richard Gardner, il quale sulla questione ha scritto una marea di libri.
    Potremmo dire quindi che la sindrome da alienazione genitoriale esiste in quanto creatura letteraria, frutto della fantasia del suo creatore, proprio come il mostro di Loch Ness è il frutto della fantasia di chi ha raccontato di averlo incontrato.
    Ci sono invece un’infinità di modi in cui l’alienazione genitoriale non esiste: non esiste in quanto patologia, né come disturbo relazionale, perché non esiste ricerca a supporto della sua esistenza. La comunità scientifica ha decretato che non c’erano i presupposti per citare l’alienazione genitoriale fra i disturbi mentali, né in nessun altro elenco di malattie. Essa non può essere diagnosticata, perché i criteri elencati da Gardner per stabilire se un bambino è “alienato” o meno hanno dato prova di impedire di “discernere (…) fra la veracità o la falsità dei “maltrattamenti/abusi sessuali/negligenza” esercitati da un padre definito come vittima”. Ciò potrebbe portare alla rivittimizzazione delle vittime di maltrattamenti (i bambini e/il partner del “genitore alienato”) o persino aumentare il rischio che subiscano nuove violenze. Queste parole le ha scritte il Collegio Professionale degli Psicologi del Costa Rica, uno dei tantio organi che si è pubblicamente espresso sull’opportunità di utilizzare la sindrome di alienazione genitoriale nei in cui un bambino rifiuti una delle figure genitoriali.
    La situazioni rappresentate esistono, ci dici, Lucia.
    Ma tu cosa vedi rappresentato? Io vedo degli attori che ripetono qualche battuta, senza che ci venga fornito alcun contesto. Non sappiamo cosa è accaduto prima, né quello che accadrà subito dopo che l’attore ha terminato con la sua parte.
    Ci viene detto che un genitore, per mezzo di “un lavaggio del cervello”, procura l’insorgere di un disturbo nei bambini.
    Ci viene detto che l’alienazione genitoriale procura gravissimi danni ai bambini che la subiscono. E dove sono gli studi scientifici a supporto di di queste affermazioni? Non ci sono. Ci sono solo delle persone che sostengono che sia vero.
    Proprio come ci sono un sacco di persone che hanno affermato di aver visto il mostro di Loch Ness.
    In entrambi i casi, non ci sono elementi scientifici a supporto di quanto affermato.

  11. Sì ho capito, ma ho rispiegato bene il senso di ciò che mi interessava evidenziare, e in ogni caso non mi piace che le mie parole siano messe fuori contesto, specie da chi si pone come obiettivo ricercare la verità 🙂 Non complichiamo troppo le cose, io sto solo dicendo che bambini che vengono messi contro l’uno o l’altro genitore per forza subiscono danni, che questi danni siano poco o per nulla considerati perché ritenuti trascurabili non lo trovo almeno moralmente corretto. E trovo che lo spot, pur calcando necessariamente la mano per necessità di centrare in modo immediato l’argomento, ben rappresenti queste situazioni.
    E la traduzione rimane sbagliata! anche se ho capito per te sarebbe meglio non ce ne fosse alcuna.

  12. Lucia. Dire che esiste un disturbo non vuol dire che esiste anche quella malattia. Disturbi o psicosi da traumi dovuti alla separazione, ce ne sono e sono ben conosciuti, ben studiati, e c’è una nutrita letteratura medico scientifica al riguardo. Quindi nessuno li considera trascurabili. ma ogni disturbo o psicosi ha una sua definizione, una sua sintomatologia, l’alienazione parentale riunisce tutto in un’unica definizione, in un’unica sintomatologia, in un’unica diagnosi, terapia e prognosi, attribuendo il tutto alla madre malevola che ha fatto il “lavaggio del cervello” al minore. Alla madre, perchè al padre è improponibile. Sei a conoscenza di casi di padri alienanti? No! Dicono il 10%, ma sono dati inventati per ovvi motivi.
    Come è nata la PAS? Osservando i minori nei conflitti coniugali? No! è “nata”, per difendere imputati accusati di pedofilia, perchè sposta l’attenzione sull’accusatore. La parola del minore non è più credibile, la parola dell’altro genitore lo stesso. Quindi non stiamo a filosofeggiare, la salute dei minori ai sostenitori della Pas non interessa.

  13. @Lucia

    “e in ogni caso non mi piace che le mie parole siano messe fuori contesto”

    stai sostenendo che le teorie di una persona che giustifcava la pedofilia in tribunale sono valide. E come te purtroppo anche i tribunali. questo e’ come la storia dei vaccini che provocano l’autismo: un deficiente, per motivi pecuniari, se ne viene fuori con una teoria mai provata in un articolo che e’ stato ritrattato dallo stesso giornale che lo ha pubblicato, e adesso ci ritroviamo con un ritorno di malattie considerate debellate fino a 20 anni fa perche’ i genitori non vaccinano i figli.

    I bambini sono e saranno sempre vittime collaterali di divorzi acrimoniosi. Io sono figlia di un tale divorzio, e parte di una famiglia estesissima di divorziati. Talvolta i figli non hanno voluto avere a che fare con uno dei genitori per anni e allora? Non dovrebbe essere il tribunale a forzare le cose, possibilmente anche peggiorandole. Oltretutto quello che l’uso di questa sindrome fa e’ confondere un matrimonio acrimonioso con un matrimonio dove ci sono violenza domestica e abuso. Perche’ chi sa qual’e’ la verita’ se non accetti piu’ la testimonianza dei bambini? siamo agli estremi che applicando questa teoria un giudice in America ha mandato i bambini in prigione – sentenza pi convertita al summer camp lontano dalla madre – perche’ hanno rifiutato di pranzare col padre (padre che mentre tutto questo succedeva se ne e’ tornato in Israele dove vive con la nuova famiglia) e la colpa era della madre. Questo e’ l’estremo…. certo ma tanto per dire non sarebbe mai successo se non ci fossero queste teorie dell’alienazione parentale.

    http://nypost.com/2015/07/10/judge-frees-jailed-kids-who-refused-to-have-lunch-with-dad/

  14. AF, No. Tu stai dicendo che io lo sostengo. Non manipolate le parole degli altri per sostenere le vostre idee. Anche se giuste, è assolutamente controproducente. E qui chiudo, chi vuole capire, capisse.

  15. E tanto per essere chiara, le chiedo espressamente di non mettermi più in bocca parole del genere, AF.

  16. Questa cosa che si nega l’esistenza di figli alienati dall’affetto di un genitore a causa del plagio dell’altro mi ricorda un po’ quelli che negano l’esistenza dei campi di sterminio per gli ebrei. Estrema ignoranza o pericolosa malafede sono le uniche motivazioni possibili che accomunano questi due negazionismi.
    Il fatto che esistano delle associazioni femministe che negano l’esistenza della PAS, e che qualcuno abbia avuto la bell’idea di accusare di pedofilia Gardner – una perfetta replica di una delle basi dell’alienazione, che spesso si materializza nelle false di accuse di pedofilia verso i padri – non significa che il problema non esiste. Semplicemente, qualcuno vuole negare quel problema perché esso impone una riflessione sui diritti dei figli ad avere DUE genitori, ovvero una madre ma anche un padre, anche quando questi si separano. Se magari si evitasse di andargli dietro così, giusto come tifosi, e si riflettesse di più, la civilità ne avrebbe dei benefici. E anche i nostri figli.

    Sull’idea, invece, che la PAS non sia riconosciuta scientificamente né legalmente, suggerirei di informarsi perché si rischia di rimanere un po’ indietro (a livello di gossip):

    DSM-5 in Camera di consiglio – Marco Casonato (Università Milano-Bicocca)

    In breve: ne sono in discussione le definizioni, i limite, la diagnostica, anche il nome (genitoriale/parentale, sindrome/

    È anche punibile con il risarcimento nei confronti della vittima (che non è il genitore alienato, ma è il figlio alienante):
    http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_15508.asp

    Pensare che sia giusto e non punibile far in modo che il proprio figlio si alieni dall’altro genitore è una cosa immonda e che andrebbe perseguita penalmente, esattamente come qualsiasi altra violenza sui minori. Non comprendo con quale coraggio ci si voglia arrogare il diritto di plagiare le menti dei bambini ritenendosi non giudicabili e impunibili.

    Poi, vabeh, se si vuole giocare alla partita di calcio donne contro uomini prendendo a calci i figli come se fossero dei palloni, si tratterà di una forma di civiltà più avanzata di quella a cui appartengo, che per mia incapacità non riesco ad afferrare.

  17. Max. Scusa ma chi è che nega l’esistenza di possibili plagi su un minore? I plagi o gli abusi vanno dimostrati. Un po di storia, nel 1985 Gardner che era un medico legale non uno psichiatra infantile inserisce la pas in un processo. Ma di pas si inizia a parlarne nel 1993, quando un ragazzo di 16 anni si suicidò perché il tribunale lo obbligava a frequentare sue padre che abusava di lui. Mi dici, ma oggi, ne sono in discussione le definizioni, i limite, la diagnostica, anche il nome. Quindi cosa cambia? Se terapia, sintomatologia e prognosi è la stessa?
    La psichiatria infantile, già ci fornisce una serie di fobie su rifiuti di oggetti, persone e situazioni, che bisogno c’è di nuove e presunte malattie? La pas o alienazione parentale o comunque la chiami, non fa altro che racchiudere tutte queste malattie in una unica causa, nel genitore alienante che è la madre calunniatrice e malevola. In realtà sappiamo che le problematiche relazionali tra i figli e un genitore, hanno molte cause, tra cui ci può essere il plagio, ma anche gli abusi sessuali, la violenza, e tanti altri motivi. Se un figlio denigra un genitore, non è per forza colpa dell’altro genitore, va dimostrata questa relazione. Questo è il problema nell’inserire questi concetti non scientifici nei tribunali, che minacciano la sicurezza dei minori che dite di proteggere.
    Problemi relazionali tra figli e genitori esistono anche fuori dalle aule dei tribunali, Tutti alienati? Perchè queste teorie valgono solo nelle aule di tribunale?
    I figli hanno il diritto di vedere i due genitori, ma è un diritto dei figli, non dei genitori.

  18. Confesso che l’argomento mi intriga e potrebbe illuminare anche i vari e diversi rapporti uomo-donna in generale nonché in una famiglia quelli dei coniugi con i figli nati o nascituri.Cosa ne penso,senza essermi informato esaurientemente? I rapporti ,qualunque essi siano,non vanno analizzati in astratto come fossero distaccati dal contesto.E’ una riflessione ovvia,codesta.Quindi la violenza,la sopraffazione ,il plagio,il conflitto e il rifiuto reciproco tra gli attori avviene nell’ordito di tutte le relazioni e controrelazioni dinamiche che si registrano in un contesto.In genere,un contesto a certe condizioni può avere delle misure “curative” verso i vari disturbi quando essi sono episodici,eccezionali o non causati dallo stesso ambiente relazionale.I figli naturalmente hanno bisogno della figura di entrambi i genitori:questo viene affermato dalla cultura tradizionale e corrente.Se non funziona la diade parentale ci potrebbero essere delle reazioni rabbiose o frustrate da parte dei figli…Tuttavia,la strada da seguire è ,a mio avviso,quella di chiarire quanto i figli aiutino i genitori a sentirsi responsabili del loro ruolo parentale e come esso deve essere esercitato.Probabilmente,in questa direzione ,che è naturalissima,si scoprirebbero delle conoscenze pratiche assai efficaci e si potrebbe giungere ad accettare anche l’alienazione parentale ,ovviamente in casi eccezionali,purché il contesto alternativo sia efficace alla pari di quello naturale di origine.

  19. A Giulia rispondo che non mi interessa dare un nome a un disturbo (ma se ne parlate fra voi almeno si traduca per bene, tutto qua), mi interessa che vengano rispettati i diritti dei minori, sia che si parli di genitori separati che, aggiungo di genitori sposati ma magari in perenne lite. Un genitore può essere reso incapace di instaurare un rapporto affettivo e di dialogo stabile con il figlio (che poi si dica isolato, alienato, manipolato fate voi), anche in famiglia, a causa dell’eccesso di dominanza dell’altro genitore, esercitato in modo continuativo e sottile, non solo con violenza. Maschio o femmina che sia. Negare queste situazioni e i danni che i figli ne subiscono, significa negare la realtà. Le questioni di DSM le lascio a chi conosce e a chi interessa l’argomento.
    “Magari la sindrome (che forse dovrebbe essere finalmente tradotta in genitoriale e non parentale) non esisterà ma le situazioni illustrate nello spot esistono eccome”, non significa affermare che sono
    una sostenitrice della sindrome in sé per come è stata elaborata la sua definizione e l’uso del concetto.

  20. Lucia. Ma davvero pensi che ci sia il deserto della psichiatria infantile in questi argomenti? Che solo la pas alienazione o come la vuoi chiamare può dare una rispostà? Non ti interessa di sapere se ha delle basi scientifiche o se sono solo costrutti ideologici? Ti interessa solo che entri nelle aule dei tribunali.
    Al momento che viene “diagnosticato” alienazione parentale, sai quale sono le prassi da adottare? Qual’è la terapia e la prognosi? Sai in cosa consiste la “terapia della minaccia”?
    Alienazione parentale o genitoriale è solo nei tribunali, fuori non esiste, per questo è una minaccia al sistema della giustizia, e alla sicurezza dei minori.

  21. ” Oh Romeo Romeo perché sei tu Romeo!?
    Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti.
    Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu.
    Che vuol dire “Montecchi”?
    Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome.
    Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo “rosa” anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.
    Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stessa.” scriveva William Shakespeare.
    Qui si pretende di sostenere che il problema con l’alienazione genitoriale sia solo un problema di etichette, che se non la chiamiamo “sindrome”, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.
    Ma le cose non stanno affatto così.
    La comunità scientifica ha rigettato il costrutto ideato da Richard Garnder perché i criteri da lui elencati per riconoscere un bambino “alienato” non permettono di distinguerlo da un bambino davvero abusato. Il rischio che si corre è la rivittimizzazione di chi ha già subito abusi e maltrattamenti.

  22. Giulia: No, non lo penso, altrimenti non avrei fatto menzione di questioni disciplinari :), che non mi sembra possibile poter approfondire qui. Però se volete fatevi avanti voi, eh, amministratore permettendo. Sto solo dicendo: che c’è di tanto male in questo spot così come è presentato? anche se al posto di PAS fosse indicato un altro termine magari più confacente per voi, per la scienza o per chi ritenete giusto? Non c’è bisogno di attaccare, io stessa ho descritto, sommariamente è vero, un tipo di queste situazioni, e anzi ho addirittura aggiunto che si estendono oltre l’ambito della separazione tra coniugi. Forse non avevi letto bene.

  23. Novità dal versante delle istituzioni pubbliche.Il Consiglio regionale dell’Emilia Romagna impegna la sua Giunta “ad attivarsi verso il governo e tutte le sedi competenti, considerati i pareri sfavorevoli della comunità scientifica internazionale, affinché detta sindrome, in qualsivoglia sua accezione (PAS o AP), non sia inserita all’interno del nostro ordinamento e ne venga immediato bloccato qualsiasi suo utilizzo o richiamo”.

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