Burger King: con la campagna “King of umarells” l’affetto bolognese verso gli #umarells si fa nazionale

Umarells Burger King 2016

Mi piace molto la campagna “King of Umarells” con cui Burger King sta comunicando e mantenendo alta l’attenzione sulle prossime aperture dei nuovi fast food (oltre 300, a quanto pare) della catena in tutta Italia. In bolognese il termine umarell indica quel pensionato tipo che ama trascorrere le sue giornate osservando e commentando i lavori in corso nei cantieri della sua città. Da anni il termine umarell è diventato virale grazie al lavoro dello scrittore e blogger Danilo Masotti, che ha valorizzato e diffuso l’ironia affettuosa con cui i bolognesi trattano i loro umarells.

La campagna di Burger King ha preso il via in marzo a Milano con una operazione di vero e proprio recruiting, mirata a coinvolgere pensionati over 65 con annunci sulla stampa locale e su riviste di parole crociate, e con locandine affisse in balere, bocciofile, giardinetti, circoli di carte e bacheche delle chiese. Dopo alcune settimane sono stati selezionati cinque pensionati appassionati di cantieri (Franco, Ugo, Salvatore, Clemente e Adriano, quelli del video qua sotto), che per una giornata intera, con tanto di divisa e caschi da lavoro, hanno avuto la possibilità di supervisionare un cantiere già aperto per la costruzione di un nuovo ristorante Burger King.

Perché mi piace questa campagna? Perché trovo positivo, bello, incoraggiante che lo sguardo affettuoso che da sempre i bolognesi riservano ai loro umarells superi la stessa viralità che Danilo Masotti è fin qui riuscito a regalare al fenomeno, diventando a tal punto popolare, a tal punto “di massa”, da raggiungere un fast food. A Bologna gli umarells stanno simpatici a tutti/e, non importa quanti anni hai (anche i ragazzini li conoscono e li rispettano), cosa hai studiato o che lavoro fai. Detto in altri termini, parlare di umarells con sempre maggiore frequenza anche fuori da Bologna implica diffondere in tutta Italia, e fuori dalle nicchie delle comunità in rete, quella capacità di fregarsene di barriere e pregiudizi generazionali, culturali e sociali, quell’apertura mentale, quella disponibilità all’ironia e all’autoironia, quella voglia di dialogare con tutti su tutto, che sono tipiche della migliore bolognesità. Viva l’umarell che è in noi, insomma.

5 risposte a “Burger King: con la campagna “King of umarells” l’affetto bolognese verso gli #umarells si fa nazionale

  1. Io sono quanto di più distante possa esistere, caratterialmente e professionalmente, dalle scienze della comunicazione.
    Però per obbligo di legge ho dovuto seguire un breve corso di marketing.
    Il docente continuava a porre l’accento su quanto fosse importante e utile la sua disciplina mentre io tra me e me mi chiedevo “ma utile a chi?” a chi vende, a chi magari vende merci non tanto buone e deve convincere il cliente di una realtà che non è quella oppure utili all’umanità, alla società, alla comunità?
    Questo signore, insegnando marketing, era in effetti molto bravo a “vendere” il marketing e di fronte al fiume delle sue parole ho trovato un’unica difesa : non lo ascoltavo e mantenevo il pensiero fisso di avere davanti un “fregone”, un “furbetto”, un ladro di polli.
    La cosa ha funzionato, ancora oggi non mi fido del marketing e preservo il mio pregiudizio che sia una scienza dannosa e fine a se stessa.
    Il video del BK mi ha fatto tornare alla mente tutto questo, un video del genere non bisognerebbe proprio vederlo, bisognerebbe mantenere il pensiero che questi vendono carni di infima scelta, dannose per la salute, per quanto possano cercare di venderle in maniera simpatica.

  2. Bellissima campagna! L’avevo vista in rete qualche giorno fa. Complimenti a Burger King per la scelta dei “nostri” umarell e a tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto.

  3. Mal74 pone un problema di fondo rispetto al marketing e alla pubblicità: guardare non solo alle forme e all’efficacia della comunicazione, ma anche (e in primo luogo) a ciò che si intende promuovere. Un ente cattolico ha assegnato il premio “San Bernardino” per la pubblicità a Sky a una campagna che aveva come riferimento anche programmi porno, sia pure senza nominarli.
    L’etica del marketing e della pubblicità richiede attenzione non solamente al come, ma anche al che cosa si comunica.
    Adriano Zanacchi

  4. Io queste osservazioni diffidenti sul marketing non le capisco. Ma se scrivete un commento qui lo fate sgrammaticato e senza punteggiatura o no? Se pensate una poesia scegliete con cura le metafore o buttate là due rime cuore/amore? Al primo appuntamento vi presentate curati o in tuta tanto poi la vita di tutti i giorni è quella? Non mi è nemmeno mai capitato di leggere brutte preghiere. Se poi ritenete che dietro al bello si possa nascondere la menzogna, quello non è un problema del marketing in sé ma della vita in generale. Tra l’altro in questa pubblicità non si decanta nemmeno la qualità del prodotto, ma si propone in modo simpaticamente umano e affabile un invito a provarlo nei nuovi punti di ristorazione in apertura. Dove starebbe l’inganno? Mah. Chi diffida di tutto alla fine non diffida di niente.

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