Dopo il voto, M5S nega l’evidenza. Come tutti i partiti

Marcello De Vita M5S

Per il Movimento 5 Stelle il peggio di queste amministrative non sta tanto (paradossalmente) nella perdita di voti rispetto alle politiche (pur notevole), quanto nelle immediate reazioni degli esponenti M5S. Prendi il candidato sindaco M5S a Roma, Marcello De Vito: «C’è stato un calo, ma non drammatico [nooo?]. Non è un risultato così negativo come viene detto» [no? alla faccia!]. E aggiunge: «Il nostro 13-14% va paragonato al 16,64% delle regionali di febbraio [e perché mai?]. In Consiglio faremo una bella opposizione [premio di consolazione]. I partiti hanno fatto un grosso investimento economico [ma l’avevano fatto anche per le politiche] e hanno intercettato i voti. I giornali hanno parlato poco di noi [tutta colpa dei giornali, lo dice sempre anche Berlusconi]. Marchini col suo 10% ha tolto anche a noi [e dunque? si compete con tutti].

Qual è per esempio la differenza fra le dichiarazioni di De Vito e quelle di Alfio Marchini, altro sconfitto? Andrea Pugliese, del comitato di Marchini: «La prima risposta è di soddisfazione [ci vuole un bel coraggio!], tre mesi fa non esistevamo, eravamo lo zero per cento, per cui da zero a dieci in tre mesi, dà la misura di un passo veloce [è la stessa dichiarazione che fece Mario Monti, dopo le elezioni politiche di febbraio, prima di sparire nel nulla].

Qual è la differenza fra De Vito e Gianni Alemanno? «Il dato importante è che arriviamo comunque al ballottaggio [bicchiere mezzo pieno], che non è il secondo tempo di una partita ma una partita tutta diversa [e allora? è sempre un bel rischio, no?].

Si chiama negazione dell’evidenza, che nella retorica politica può anche avere una certa efficacia. A volte. Se usata con intelligenza e senza esagerare. Ma ormai è una tecnicaccia talmente usurata che l’ultima cosa che dovrebbe fare un partito è rifugiarvisi per l’ennesima volta. Il che vale a maggior ragione per il Movimento 5 Stelle, che fa della differenza fra sé e i partiti tradizionali, della trasparenza, del parlar chiaro, il perno non solo della sua comunicazione, ma della sua stessa esistenza.

L’unica cosa da fare, in questo caso, sarebbe ammettere senza mezzi termini la sconfitta. Facendo subito seguire alle parole azioni concrete che mostrino come il Movimento vuole rimediare all’evidente perdita di consensi. Lo farà Beppe Grillo? Riuscirà a rimediare al disastro comunicativo dei suoi? Riuscirà a farli uscire dall’impasse in cui si trovano in Parlamento?

Questo articolo è uscito oggi anche sul Fatto Quotidiano.

15 risposte a “Dopo il voto, M5S nega l’evidenza. Come tutti i partiti

  1. Il dato del calo del M5S è ancora più eclatante se lo si legge con l’aumento dell’astensionismo. Il M5S non è stato capace di attrarre gli elettori delusi della “vecchia” politica. Anzi, ne sono fuggiti altri e l’affluenza è ai minimi storici. Il nuovo del M5S è già diventato vecchio agli occhi degli elettori. Se non è una sconfitta questa…

  2. Non so se riuscirà…
    Sarebbe una cosa utile per tutti, però.

  3. Io sono esterrefatto, Giovanna.
    Negare l’evidenza di una sonora sconfitta significa assomigliare pesantemente a quei partiti tanto vituperati da M5S. E meno male che il Movimento di cui faccio parte voleva evitare a tutti i costi l’omologazione con i partiti non partecipando ai talk show: sta usando tecniche e linguaggi tipici della vecchia politica, gli elettori cominceranno a non notare la differenza.
    Anzi, probabilmente siamo già quasi a quel punto, se M5S non è riuscita a convincere gli astenuti e se il loro numero è aumentato nonostante la sua comparsa sulla scena politica.

    Fortunatamente diversi parlamentari ammettono che una delle cause della sconfitta è la pessima comunicazione di questa forza politica, ulteriormente dimostrata in queste ore negando la sconfitta, imponendo ai parlamentari il no comment dei risultati e proponendo come lettura ufficiale una “non-vittoria” di bersaniana memoria. È un’arrampicata sugli specchi così evidente che lo stridio delle dita che scivolano sulla superficie riflettente si sente a chilometri di distanza.

    Io sapevo che ci sarebbe stata una batosta, magari non così evidente, ma lo sapevo: i segnali erano le elezioni in Friuli e la reazione degli elettori di fronte a tanti errori commessi a livello nazionale da M5S. Dobbiamo fare autocritica per evitare di commettere quegli errori, magari anche di porvi in parte rimedio. Altrimenti questa forza rinnovatrice perderà per sempre la sua carica rinnovatrice.

  4. Il M5S non fa quasi nulla, che si sappia, per prepararsi ad amministrare e governare. Questo è il suo problema principale, e non è un problema di comunicazione (a meno che si prepari senza farlo sapere, che sarebbe cosa assai strana).
    Si capisce che questo sarebbe un compito difficilissimo, che richiederebbe anni e anni di paziente investimento. Inoltre, questo compito sarebbe incompatibile con le rodomontate di Grillo, che hanno permesso il successo del movimento.
    Sembra perciò estremamente probabile che il M5S non cambi linea, e quindi si estingua in breve tempo. I movimenti di pura protesta sono effimeri, specialmente in situazioni, come quella attuale, che reclamano forti azioni di governo.

  5. @Ben Correggo alcune cose che hai scritto:

    1. Il problema di comunicazione c’è – ed è evidente! – anche perché non dimentichiamo che politica è anche comunicazione: puoi fare tutte le cose migliori del mondo ma se non le fai conoscere o le spieghi in modo inefficace, agli occhi dei cittadini rimani un pessimo politico.

    2. Riguardo la formazione politico-amministrativa ti do in parte ragione. Invece di fare una scuola vera e propria per i parlamentari, non è stato fatto nulla a livello centrale: ogni gruppo regionale ha dovuto arrangiarsi a prepararsi da solo, organizzando incontri e corsi intensivi. Tuttavia, l’efficacia di tali corsi non è paragonabile a quella di una vera scuola di formazione.

    3. Non è un movimento di pura protesta, questo è quello che i media vogliono far apparire, raccontando anche che M5S si è occupato solo di scontrini. Le proposte sono tante, stanno anche portando in Parlamento diversi disegni di legge. Inoltre tutti gli eletti lavorano davvero e si presentano in aula, a differenza dei colleghi di altri partiti. Dove avete letto per esempio la denuncia di M5S riguardo i parlamentari finanziati dalle lobby delle slot machine? O quella riguardo Letta che ha sottoscritto in Europa l’UEM (Unione Economica Monetaria) per svendere i beni pubblici alla grande finanza?

  6. Quelli del M5S non sono bravi comunicatori, è evidente. Non c’è paragono con chi della comunicazione ne fa un mestiere. L’unico comunicatore nel Movimento è Beppe Grillo e non è candidato a nulla, quindi da solo non può reggere tutto questo peso. Assodato questo limite il M5S sta andando non benissimo, ma trionfalmente! Infatti non si attesta nessun’altro risultato minimamente paragonabile a quello delle elezioni dell’altro ieri in 60 anni di votazioni!!! Oppure qualcuno è in grado di indicarmi un partito e/o un movimento che ha preso le stesse percentuali che ha preso il M5S con lo stesso impegno economico e, soprattutto, senza soldi pubblici e apparati politici strutturati!!! Poco più di un anno fa, poco prima di Parma, Grillo sosteneva che il Movimento avrebbe vinto se fosse riuscito ad eleggere 1 solo consigliere in ogni giunta in cui si candidava. Poi il tiro è stato alzato, forse eccessivamente e quindi c’è stato un riequilibrio fisiologico, ma non capisco in nessun modo chi parla di flop o di crollo! Crollo rispetto a cosa? Non capisco!

  7. Ribadisco, l’unico comunicatore è Grillo:
    http://www.beppegrillo.it/2013/05/vi_capisco.html
    questo post è l’ulteriore dimostrazione. C’è tutto quello che andava detto a seguito del risultato e che i candidati, che non sono comunicatori, non hanno saputo dire.

  8. @Cristian Palmas
    Non ho detto che il M5S non ha fatto errori di comunicazione. Ho detto che il problema principale non è un problema di comunicazione.

    Prepararsi ad amministrare e governare significherebbe principalmente riuscire a portare nelle fila del movimento la parte migliore della classe dirigente italiana, locale e nazionale. Cioè quelli che hanno già la competenza necessaria per amministrare e governare, e sono disposti a farlo in modo radicalmente innovativo. Esistono. Una buona parte, ai livelli più alti, lavorano all’estero, in aziende e organismi internazionali, ma potrebbero tornare, se vedessero la possibilità di operare efficacemente in Italia.
    Ti chiedo se, dall’interno del M5S, tu abbia visto uno sforzo sistematico in questa direzione. Senza di ciò, non amministri e non governi neanche col 60% dei voti.
    Scuole di formazione politico-amministrativa sono utili per creare nuovi quadri, ma per ottenere qualche risultato per questa via servono decenni piuttosto che anni.

  9. P. S. Quando dico “quelli che hanno già la competenza necessaria per amministrare e governare” non intendo certo normali cittadini, anche di istruzione elevata. Intendo specialisti già formati, con esperienza nella gestione di grandi organizzazioni, specialmente pubbliche. Amministrare e governare senza di loro è illusorio.

  10. Se continuano così rischiano di fare poca strada .Tra la scarsa comunicazione,il negare l’evidenza come fanno ipartiti ,il parlare di diarie,le espulsioni i discorsi con bersani e letta via streaming( non hanno fatto belle figure) ecc piuttosto che di temi che stanno a cuore alla gente si ridimensionano a mangiapane a tradimento come tutti. Hanno fatto bene con la storia dei rimborsi ma quello è una goccia d’acqua in un mare.L’elettore che vota di pancia è pure pragmatico e vuole vedere messi in atto i programmi concreti ciò che finora non ha fatto o ha fatto in parte.Mi auguro per il bene mio e di tutti che allarghino gli orizzonti,comincino a fare autocritica,si facciano intervistare dai giornalisti e parlino meno di diarie e futilità e più di cose serie.

  11. Personalmente non ho mai creduto nei 5 Stelle.

  12. Non è principalmente un problema di comunicazione, quello del M5S, ma con la comunicazione c’entra.
    Finché la comunicazione sarà imperniata sulle sparate demagogiche di Grillo (non tutte lo sono, ma molte sì), il M5S non potrà attrezzarsi seriamente per amministrare e governare.
    Quindi, se per caso si attrezzasse, dovrebbe anche cambiare comunicazione.
    Ma come potrebbe farlo, se la sua forza elettorale è dipesa finora da Grillo?
    Non riesco a vedere una via d’uscita, per il M5S, da un destino che purtroppo appare già segnato.

  13. 17.50 del 3 Aprile 2013: Europa, Italia, Nord Ovest, mare, Genova, abitazione privata, divano, la voce che urla nel deserto scrisse le tavole sul suo blog (“Perché hai votato per il M5S?”). Terminava così:

    “Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
    La prossima volta vota per un partito”.

    La voce è stata accontentata. Amen.
    Peccato. Ma anche no.
    Quando uno se le cerca le legnate. Sembra il PD.

    Roba da matti sto’ paese.

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