L’Italia che vuole cambiare, fra le primarie del Pd e la piazza di Grillo

Qualche giorno dopo il confronto su Sky fra i candidati alle primarie del Pd e il V-Day di Beppe Grillo a Genova, ho partecipato a «Impronte digitali» su radiocitta’fujiko, il programma condotto da Filippo Piredda e Inkiostro, con i quali ho ragionato sulla differenza drastica che separa la comunicazione  – e il mondo – di Cuperlo, Renzi e Civati dalla comunicazione – e dal mondo – di Grillo e delle sue piazze. A confronto con la piazza di Genova, i tre candidati su Sky pareva avessero preso tè e biscotti in un salottino elitario, lontanissimi dai problemi reali del paese. C’era di positivo che i tre candidati erano stati – finalmente! – più attenti a seguire alcune tecniche (superficialmente intese) di comunicazione (battute a effetto, storytelling, slogan ripetuti e amenità del genere), ma questa loro attenzione era a tratti troppo marcata, quasi ostentata (soprattutto in Renzi, ma anche in Civati), a tratti incerta (soprattutto in Cuperlo), sicché tutto sembrava troppo studiato a tavolino per essere autentico, e l’effetto complessivo era freddo, esangue, poco coinvolgente.

Ovviamente non si può paragonare un comizio in piazza in cui il leader carica la folla come fa Grillo, con un confronto televisivo (contesto, regole, stile: tutto è diverso), ma lo scarto fra i due eventi (quello del Pd e quello del M5S), a distanza di due giorni, mi era parso talmente grande da essere comunque illuminante: anche in un confronto televisivo, infatti, un candidato può portare emozioni, calore, autenticità, pur diversamente da come li porta in piazza, e questi ingredienti erano mancati a tutti e tre i candidati del Pd, incluso il “bravo comunicatore” Renzi.

Che vincesse Renzi era scontato da mesi. Meno scontato era il numero dei votanti e io, sbagliando, mi collocavo fino a ieri fra i meno ottimisti: avevo sempre pensato che ci sarebbe stato un calo drastico di partecipazione alle primarie, e lo pensavo a maggior ragione dopo aver rivisto Grillo in azione. «Se Grillo ricomincia a scendere in piazza come a Genova – mi ero detta e avevo detto a radiocitta’fujiko – alle prossime elezioni politiche, altro che 25%: il M5S stravince e basta». Invece a votare sono andati in molti, come abbiamo visto. Un numero di tutto rispetto se lo confrontiamo con le primarie del Pd e del centrosinistra degli ultimi anni, strabiliante se lo pensiamo sullo sfondo delle recenti delusioni che il Pd ha dato ai suoi elettori e alle sue elettrici: elezioni perse, inseguimento di Grillo fallito, alleanza col Pdl altalenante, larghe intese che non fanno le riforme e così via. Questo è lo schema pubblicato su Repubblica oggi:

Numeri delle primarie dicembre 2013

Ma se il Pd negli ultimi mesi ha deluso, perché tanta gente è andata a votare? Per votare Renzi e ribaltare il Pd che ha deluso, che domanda. Ma questo allora vuol dire che il “bravo comunicatore” Renzi, che non ho mai considerato – almeno finora – così bravo come tutti dicono, è invece più bravo di quanto io voglia ammettere? Be’, innanzi tutto va detto che la bravura è sempre relativa (come tutto lo è), e se Renzi non è niente a confronto del Barack Obama da cui pretende di trarre ispirazione, è sicuramente più bravo degli altri leader del Pd e del centrosinistra che finora sono circolati. In secondo luogo credo che la piazza di Grillo a Genova possa aver contribuito negli ultimi giorni a convincere ad andare a votare tutti coloro che desiderano un cambiamento rapido e radicale (elettori del Pd ma non solo), ma non sono convinti dalle modalità, dai toni, dalle parole e dalle azioni di Grillo e del M5S. «Se non andiamo, lasciamo tutto a Grillo», si sono detti. E sono andati.

Insomma credo si possa dire ora, col senno di poi, che la piazza di Grillo a Genova e poi anche, nei giorni successivi, tutta l’attenzione che i media hanno riservato al movimento dei Forconi e alle sue minacce, abbia incentivato la partecipazione alle primarie. Sta ora a Renzi dimostrare – e in fretta – di poter realizzare quel cambiamento radicale per cui molti l’hanno votato.

Per approfondire, ascolta la puntata di «Impronte digitali» andata in onda su radiocitta’fujiko martedì 3 dicembre. La trasmissione dura un’ora, ma è una chiacchierata facile da seguire, che puoi tenere in sottofondo mentre fai altro:

19 risposte a “L’Italia che vuole cambiare, fra le primarie del Pd e la piazza di Grillo

  1. Mah, non penso che sia solo questo. Intanto c’è il fatto che noi piddini siamo dei poveri illusi, prendiamo le bastonate dai nostri stessi leader ma torniamo a votare alle primarie perché ogni volta ci diciamo: “Dai, voto per cambiare questo partito, sono una persona responsabile, restare a casa significa lasciare scegliere gli altri, non amare la politica [e così via]”. C’è un’alta propensione al senso di colpa nell’elettore piddino. Per me la vera e positiva sorpresa è stata che per la prima volta il candidato dell’apparato è stato sonoramente sconfitto. Penso a quell’esercito di anziani che per la prima volta ha disobbedito e ha votato Renzi. Io ho votato Civati. Non penso che i partecipanti siano aumentati per causa di Grillo. SEcondo me questo aumento, oltre ai motivi che ho detto, è stato dovuto anche alla decadenza di Berlusconi. Ora che Berlu non è più in Parlamento, si è voluto dire: “Decaduto lui, spazziamo via anche tutta quella classe dirigente (D’Alema&C., l'”apparato”) che è stata assieme a lui in questi 20 anni, togliamoci dai piedi queste facce – di centrodestra o centrosinistra – che ci hanno governato per tutto questo tempo”. Secondo me la decadenza ha dato una grossa spinta. Un’altra grossa spinta è stata la notizia che Romano Prodi aveva deciso di votare. Io per es., scoraggiata, stavo meditando di non andare a votare a questo giro. Poi ho sentito che Prodi avrebbe votato. Questo mi ha restituito una motivazione in più per il voto. Penso che sia successo a molti. Tra l’altro, annunciando che votava, Prodi ha fatto chiaramente capire che non avrebbe votato Cuperlo ma probabilmente Renzi. Pensi che questo non abbia contato? (comunicazione data con tempistica perfetta, a due giorni dalle elezioni).

  2. La partecipazione è in ripresa rispetto al trend, ma è distante anni luce rispetto a Prodi. Prodi, che è stato capace di vincere Silvio 2 su 2 e che poi si è fatto di tutto per farlo cadere. Prodi che è stato proposto e poi silurato per la presidenza della Repubblica. Prodi leader della sinistra, lui democristiano doc. E la sinistra dov’è andata a finire? Che sia quel 50% di persone che non vanno a votare durante le elezioni?

  3. Io ho sempre votato destra. Per tradizione. L’ultima volta ho votato M5S… Chi potevo votare se no? Renzi reincarna la DC e una classe moderata che in politica non è rappresentata più da un pezzo.

  4. Sicuramente Grillo avrà contribuito alla scelta. Ma non sopravvalutiamo: io ho votato (a Roma) e ho votato perché volevo scegliere “il mio preferito”; così molti miei amici. Il vaffa day nemmeno sapevo che si tenesse a Genova.

    (per quanto riguarda le delusioni che il PD ci ha dato: intanto scelgo “il mio preferito”, ora vediamo come si muovono le cose, poi alle prossime elezioni “vere” vedremo…)

  5. non mi risulta che renzi incarni “la dc”(2.0 o meno)e non mi risulta manco che la dc fosse tutta di destra,anzi…

    quanto al renzi”bravo comunicatore” è una definizione troppo ristretta:la gente sente che è antropologicamente,non solo generazionalmente,diverso

  6. Pingback: L’Italia che vuole cambiare, fra le primarie del Pd e la piazza di Grillo | D I S . A M B . I G U A N D O | NUOVA RESISTENZA

  7. Le scelte odierne di Renzi lasciano ben sperare, anche per una comunicazione efficace da parte della sua squadra, oltre che per le cose da fare, che naturalmente conteranno di più.
    Filippo Taddei (responsabile economico): http://www.youtube.com/watch?v=fHodotDN7G0
    Davide Faraone (scuola e welfare): http://www.youtube.com/watch?v=LfL4Tnm643A
    Con le idee che esprimono in questi due brevi video, saranno comunque odiatissimi dai molti che hanno interessi opposti.
    Su competenza e integrità di Faraone qualche riserva per prudenza è possibile, su Taddei no. 🙂

  8. Concordo pienamente su Taddei. Quando oggi ho letto le nomine, nel leggere il suo nome ho provato una grande gioia, Renzi mi ha stupito positivamente, mi sembra un buon modo di cominciare!

  9. @Ilaria
    … e tieni conto che la scelta del responsabile economico, nella situazione attuale, conta più di tutte le altre messe insieme. Anch’io felicemente stupito, non credevo ai miei occhi! Dopo Colaninno e Fassina poi! E pensando al rischio, con Grillo, di avere Bagnai o Borghi!

    Adesso vediamo se seguiranno i fatti. Quelli più importanti, che Taddei ha bene in mente, andrebbero cominciati domani, dato che i risultati richiederebbero anni per essere visibili.
    Però i mercati se ne accorgerebbero subito, santa globalizzazione. 🙂

  10. Quando si parla di Brand che hanno bisogno di azioni a rinforzo e sostegno. Si fa riferimento allo Yes We Can di Obama e il video i Will.I.Am. L’ho rivisto ed effettivamente è un’altra roba. http://www.youtube.com/watch?v=SsV2O4fCgjk

  11. Ammesso che Renzi rappresenti -per proiezione dei risultati delle primarie– il settanta percento degli elettori di centrosinistra, posso immaginare che i problemi maggiori verranno dal restante trenta percento in cui si cela lo zoccolo duro della nomenklatura, il giorno prima maggioranza, che ha nominato come suo rappresentante e Presidente del Consiglio Letta jr. Con la sostituzione dei mandanti, sarà Letta il Giovane, teneramente avvinto all’Angelino, a nonno Napolitano e alla poltrona, disponibile a cambiare strategie e obiettivi? Avrà Renzi la forza e il sostegno per imporsi, e se sì, con quali tempi? Credo che il nodo sia questo e che le risposte dovranno necessariamente arrivare in fretta. Diversamente anche Ben 🙂 dovrà trovarsi un altro santino. Auguri a tutti.

  12. Sminuire, che fa rima con capire. Rima, appunto.

  13. Sinceramente non mi tolgo l’impressione che tutti ormai facciano una parte, abbiano un ruolo già scritto. Anche Grillo. Tutte modalità costruite e tutte piuttosto centrate sul candidato e poco aperte al dialogo. E’ il solito gioco della competizione a tutti i costi quando ormai siamo al declino generale e sarebbe ora che si collaborasse per cambiare. Vado a pelle, non avendo seguito più di tanto questi dibattiti, essendo demoralizzato e convinto che la politica oggi si sia svuotata molto di senso a vantaggio dell’economia pura, capace di saltare a piè pari la rappresentanza e di legiferare ufficiosamente sbandierando la propria “obiettività” e “necessità” (virgolette d’obbligo per un’istituzione umana). Renzi mi sembra arrembante e neoaziendalista, una sorta di Berlusconi ringiovanito (parlo di toni e stile, non di programma che ammetto di non aver visionato) mentre gli altri del PD hanno molta meno presa. Grillo è bravo a guidare la piazza per via dei suoi toni accesi, costituiti soprattutto da proteste e poi, solo in second’ordine, da proposte (gli Italiani amano questo genere di retorica da “non se ne può più” e hanno spesso manifestato sostegno a simili proclami, per poi non cambiare un fico secco quando si trattava di agire in positivo. A prescindere dal fatto che stavolta, fuor di slogan, effettivamente non se ne possa più). Con questi approcci al cambiamento il nostro non-eletto Letta rischia persino di risultare un uomo responsabile, dedito al bene comune ed equilibrato (e non il tecnocrate distaccato che è). Forse è proprio tutta questa politica così ripetitiva e in fondo ininfluente che mi ha stancato: una volta ci credevo di più

  14. RENZI HA IDEE,GRILLO NO

    O SE LE HA SON INAPPLICABILI,MOLTE,STRAVAGANTI ALCUNE,PASSABILI ALCUNE..

  15. @guydebord

    “Ben 🙂 dovrà trovarsi un altro santino.”
    Squalifica immeritata nei miei confronti, anche se scherzosa (capisco che tu non resista alla tentazione di una battuta incisiva, essendone capace).

    Non ho santini, ho ciniche preferenze riguardo a:
    (1) chi credo abbia più probabilità di fare
    (2) quello che a me sembra meglio fra le alternative realisticamente praticabili.

    Penso che sia utile esprimersi chiaramente prima su (2), come qui io ho fatto anche troppe volte, e poi su (1), su cui invece ho detto assai meno, per rispetto al carattere che Giovanna dà a questo blog.

    Comunque, da cinico e non credente, ho sempre in tasca qualche santino di riserva. 🙂
    (Meglio, secondo me, che rifiutarsi di fare scommesse sulle partite reali, accontentandosi magari di sognare la luna.)

  16. @ Ben
    Mi permetto di scherzare sia perché un blog non è un luogo di approfondimento (anche se, spesso, soprattutto quando sei intervenuto più e più volte, -per tenacia, per testardaggine di chi ci crede davvero- alla fine hai dato un apporto sostanziale alla maggiore comprensione del tema), sia perché sono sostanzialmente concorde nella sostanza. Mi è parso di constatare, in queste ultime settimane uno scoramento, una voglia di non più discutere di aria fritta, qualche volta di parlare d’altro: è davvero ora di fare. Come dice Giovanna “Sta ora a Renzi dimostrare – e in fretta – di poter realizzare quel cambiamento radicale per cui molti l’hanno votato”. Mentre scrivo è in corso il primo degli appuntamenti che ci dirà se Renzi è in grado di poter fare, saper fare, poter far fare, dato il dover fare improcrastinabile. (Grazie Greimas 🙂 che ci hai resi quadrati!). Io non avrei riservato a Renzi la sera della vittoria il tripudio degli applausi e delle bandiere sventolanti, ho finito da tempo gli entusiasmi, ma vedrò di sostenerlo da oggi affinché possa mantenere le sue promesse. Dato che alla fine condivido il tuo punto (2) lo attendo fiducioso, dato che sono sostanzialmente ottimista, alla prova dei fatti, sapendo che il suo -il nostro- è un percorso lungo su una salita molto scoscesa.

  17. @ guydebord

    Renzi è a capo del pd ora,non del governo..
    son due cose un pò diverse-peraltro non è neanche in parlamento,e a prendersi la briga d mandare a casa il governo,non ce lo vedo

    ok un diverso stato maggiore pd,ma da qui a dire che tutte le sue proposte saran recepite,ce ne corre

    peraltro diam tutti per scontato che sia lui il leader pd alle elezioni,quasi probabile,direi,ma qualche bastoncello altri lo metteran sicuro,tra le ruote

    ok che queste qua sopra son cose assodate,ma se si parla in giro con la gente”comune”,sembra che renzi sia nella condizone di obama nel 2008,e invece non è così

    no, è un passo indietro,proprio perchè non è al governo e manco in parlamento e proprio perchè Napolitano e Letta vorrebbero farci votare nel 2015..se renzi però mandasse a casa il govenro,con un bel coupe de theatre,vorrebbe dire che nel soffuso e soffice mondo del csx,poco incisivo,di solito,qualcosa è davvero cambiato

  18. Per la cronaca: i votanti alle primarie si sono fermati a 2.8 milioni.
    http://www.ilpost.it/2013/12/12/risultati-definitivi-primarie-pd/
    Quindi: neanche una ripresa di entusiasmo rispetto a Bersani e il divario con Prodi decisamente notevole.

  19. assolutamente non è paragonabile,suvvia,quando c’eran le primarie di prodi non c’eran stati i mille mila scandali e la situazione socioeconomica era ben diversa..imparagonabile,il risultato di domenica è super,non altro,vista la situazione di disillusione-peraltro la gente, di prodi, si disamorò facilmente..

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