Poliziotti che si tolgono il casco: un gesto perfetto

Poliziotti che si tolgono il casco

Le immagini dei poliziotti che l’altro giorno a Torino si sono tolti il casco, fra gli applausi dei manifestanti, fanno ancora discutere: l’hanno fatto per dimostrare che condividevano le ragioni della protesta? l’hanno fatto per solidarietà umana? o perché è per loro normale farlo, ogni volta che vengono meno le condizioni di pericolo che li costringono a proteggere la testa da percosse e lanci di oggetti? Già la sera di lunedì una nota della questura precisava che i poliziotti avevano tolto il casco perché «erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo»; nella stessa direzione è poi andata anche la spiegazione che Pietro di Lorenzo, segretario provinciale del Siap, ha dato a diverse testate giornalistiche. Dove sta la verità? Che significa quel gesto?

Il problema è che il gesto, nel contesto in cui è stato fatto, è perfettamente ambivalente, cioè può esprimere più o meno tutti i significati che gli sono stati attribuiti. Anche le facce dei poliziotti che, in piedi immobili, guardano i manifestanti mentre applaudono, mentre gridano «Bravi!» ed espongono cartelli con scritto «Via i caschi, sedetevi con noi» esprimono emozioni ambivalenti: stupore? disappunto? sollievo per le cessate ostilità? stanchezza? solidarietà trattenuta? Qualcuno in effetti sembra trattenere un sorriso, ma anche il sorriso può esprimere una gamma di emozioni molto vasta, che include tutte quelle che ho appena elencato. Dunque?

Che nel momento in cui i poliziotti si sono tolti il casco la tensione fosse scemata è evidente in tutti i filmati. Che poi il gesto abbia contribuito ulteriormente ad abbassare il livello di tensione è altrettanto indubbio. Conclusione: credo che l’ordine di togliere il casco sia il risultato di una grande intelligenza strategico-comunicativa da parte di chi lo ha dato. Qualcuno che, in una frazione di secondo, ha capito non solo che si poteva fare (non c’era pericolo), ma che era esattamente ciò che in quel momento era più opportuno: per i manifestanti, per i giovani poliziotti, per sciogliere gli ultimi residui di tensione. E persino per far parlare i media, che da giorni ci marciano. Cosa poi ciascuno di quei ragazzi in servizio stesse davvero pensando e in cuor suo provando, mentre tutti applaudivano, non è dato saperlo.

Questo articolo è uscito oggi anche sul Fatto Quotidiano.

13 risposte a “Poliziotti che si tolgono il casco: un gesto perfetto

  1. …è una vita che la situazione in Ps (nei carabinieri aria un pò diversa..)è pesante,nel senso che per 1540 euro molti iniziano ad averne le palle piene di difendere i palazzi del potere

    cmq un minimo di”socializzazione” c’è stata,fosse voglia di allentare la tensione o una qualche simpatia verso i manifestanti

    da qui a parlare di una adesione alle loro idee,ce ne corre,ovvio,come si dice anche in uno dei filmati..

    cmq al Viminale non la avranno presa benissimo..

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  4. Torno su questo saggio e spesso illuminante blog dopo un periodo di latitanza.
    Anch’io ho pensato la stessa cosa. Un gesto ben calibrato, quasi certamente studiato a tavolino, che ha i vantaggi di coprire tutte le possibili fughe interpretative e allo stesso tempo di non prendere posizione. .

  5. beh non proprio,era da tempo che non venivano pagate alcune diarie(pagamenti pare poi sbloccati nelle ultimissime ore),probabilmente la pazienza era finita davvero,on credo fosse studiato a tavolino

  6. Giovanna, confesso che ho letto con un pò di sollievo il suo commento.
    Sollievo perchè, da quanto ho visto i metodi, il linguaggio, la “qualità” sociale dei “Forconi” hanno un sapore ri-fascista che mi mette molta inquietudine. Anche la prontezza dell’ex premier a cercare un incontro/abboccamento e il non-diniego dei “forconiani” (ma chi più dell’ex premier è rappresentante di quella casta che vorrebbero a chiacchiere mandare a casa?) porta in quella direzione. E, infine, quei caschi abbassati… come non metterli in contrasto con i manganelli contro gli studenti a Via Arenula alcuni mesi fa, con le zone rosse marcate dai gipponi e dai blindati, con quelle manifestazioni bolognesi, mi pare, contro la mamma di uno dei purtroppo non infrequenti casi di pestaggi di teppistelli finiti malissimo…
    Io penso che una deriva fascista sia percepibile in questa protesta e mi mette timore, perchè in questa silenzio assordante, in questa paralisi catatonica in cui è caduto il popolo italiano potrebbe essere facile accendere una miccia e … dare fuoco alle polveri: purtroppo ho l’età per ricordare che sono numerosi gli “interventi” per ristabilire l’ordine pubblico.
    Bombe, attentati, violenze varie hanno lasciato una scia di mala-giustizia in questo stramaledetto paese (lo chiamo così con amore e dolore).
    Mala-giustizia perchè ci sono troppi morti che non conoscono ancora i nomi dei loro vigliacchi assassini o dei mandanti di quelli, ci sono figli, sorelle, mogli, mariti che quando piangono i loro morti si chiedono ancora perchè siano stati trucidati e lo Stato non gli sa dare una risposta.: quello che è terribile è la cappa di silenzio calata su queste situazioni. A contarli, saranno vicini a mille, quei morti senza pace!
    Questo momento, nella nostra storia è pericoloso, io lo sento così. E’ come il 1992,/1993, come il 1977, il 1969… momenti di rottura, di crisi, di profondi scricchiolii del sistema/regime… e in questo clima, “ripristinare l’ordine” diventa compito di qualsiasi uomo di buona volontà: e loro, i forconi, così si definiscono, uomini di buona volotà!

    Le sue parole Giovanna mi danno sollievo perchè attenuano la mia preoccupazione e, dato che stimo la sua competenza e sensibilità, le sue parole danno valore ad una tesi diversa dalla mia: ed io temo la mia tesi, vorrei che fosse sbagliata davvero.
    Un saluto
    Pierperrone

  7. L’ha ribloggato su REPUBBLICA INDIPENDENTEe ha commentato:
    Per riflettere su questi giorni molto, molto speciali….

  8. ..il 92-93 fu una passeggiatina rispetto ad altri momenti storici del passato,,sopratutto come scontri di piazza..e cmq sono anni non accomunabili

  9. Ho avuto la netta sensazione che i poliziotti si siano tolto il casco in ragione di un sentire comune di ordine ideologico. Certo i poliziotti non fanno un bel lavoro e non sono trattati come meriterebbero, però sono anche persone con scarsa cultura, qualunquisti che si trovano a loro agio più negli stadi e con la feccia che li abita che nella piazza e con la sua complessità. Inoltre la selezione, nel percorso di carriera, premia fondamentalmente non tanto la capacità quanto l’appartenenza ideologica. Gli ultimi Ministri degli Interni (dal G8 di Genova, almeno) hanno contribuito, e non poco, a precisi ringalluzzimenti. Vorrei ricordare che, nel mondo degli uomini in divisa, alcuni degli eroi di Nassirya avevano adornato la loro caserma con gagliardetti inneggianti al duce e con becere frasi sull’inferiorità dei popoli nordafricani. Le foto apparse, a causa di una svista, in copertina e nel servizio interno di Chi (!) lo hanno documentato. Quindi il gesto del casco io lo leggo semplicemente come un segnale di condivisione: sappiate, cari forconi, che i nostri Superiori sono dalla vostra parte, e noi con loro.
    Fra i Forconi e le Forchette del miserabile e perverso magna magna della classe dirigente (Superiori in divisa compresi) può accadere che la mediazione fra estremismi e massimalismi possa essere data dalla Forca?
    La cosa peggiore e inaccettabile accaduta in questi giorni è che a un Magistrato è stato impedito di fare il suo lavoro a causa di minacce da parte di un detenuto eccellente, baciato da Andreotti. Anche in questo caso lo Stato si è tolto il casco, in segno di partecipe obbedienza. Scusate l’OT.

  10. da sopra…:( :

    “””Certo i poliziotti non fanno un bel lavoro e non sono trattati come meriterebbero, però sono anche persone con scarsa cultura, qualunquisti che si trovano a loro agio più negli stadi e con la feccia che li abita che nella piazza e con la sua complessità.”””

    questo è davvero qualunquismo,inciso uno degli ultimi vincitori del Premio Calvino nella vita fa il poliziotto…

    peraltro il discorso sopra poteva gia esser vecchiotto prima della riforma della Ps avvenuta a fine anni 70/primi 80 quando si cambiarono regole,livree,divise,comportamenti,e entrarono pure le donne in polizia

    nassyria non centra un tubo perchè colà eran stanziati solo soldati e CC ovvero carabinieri,in tutt altro contesto operativo e geografico, molto differente dal lavoro che si chiede a cc e ps in italia!

    “guydebord”,qualche tempo fa se ricorda bene sbadigliavo vedendo il suo nickname ,ora vedo che ero nel giusto nel senso che i decenni passano e davvero bisogna un pò aggiornarsi..sennò si rimane di attualità quanto i filosofi francesi del passato (ovvero,poco..)

  11. Concordo pienamente con pierperrone.

  12. Agli studenti invece sono toccate le manganellate!

  13. Sono esterrefatta dal commento del signore nell’ultimo video. “Si sono tolti i caschi perchè avevano paura”. Ma davvero lo stiamo dicendo?!
    La gente ha paura e invece di proteggersi si scopre il volto?!
    mah! Questa è la prova che ognuno interpreta quel gesto come più gli conviene e gli piace!
    Il gesto è stato ottimo dal punto di vista comunicativo,su questo non si discute…da il messaggio “guardate che siamo con voi,non attaccate” e calma gli animi

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