Apple: per chi non vuole confondere la comodità con la gioia, l’abbondanza con la scelta

Apple, Intention

Da quando Steve Jobs se n’è andato, il livello di qualità dei prodotti Apple si sta abbassando, temo (non ho dati oltre alla mia esperienza personale: qualcuno/a ne ha?). Ma la comunicazione Apple offre ancora spunti interessanti. Questo video è stato appena inserito al decimo posto fra i migliori spot del 2013 da Creativity, una delle più prestigiose riviste statunitensi di advertising e comunicazione. Ho deciso di pubblicarlo perché suggerisce una visione della vita che va ben oltre il design dei prodotti Apple e mi pare adatta alle riflessioni di fine anno. 🙂 Detto in altri termini, si rivolge a tutti coloro che non ne possono più di «confondere la comodità con la gioia, l’abbondanza con la scelta» e che desiderano mettere attenzione e concentrazione in ciò che fanno. Cercando di fare le cose bene. E con calma, prendendosi il tempo che ci vuole.

Lo spot si intitola «Intention». Sarebbe bello che non fosse solo un’intenzione. Per Apple e per tutti/e.

7 risposte a “Apple: per chi non vuole confondere la comodità con la gioia, l’abbondanza con la scelta

  1. Ma in fondo non sono guru, sono ottimi produttori e pretendere da loro una filosofia esistenziale mi sembra troppo. Bella l’idea comunque: si potrebbe esprimere anche dicendo che è la tecnologia che deve seguire l’uomo e non l’uomo la tecnologia (come succede spesso oggi, dato che è fonte di automatismi e distrazioni). Un po’ ritratto quello che avevo detto: mi è davvero piaciuto, sempre però se la prendiamo come pubblicità e non come omelia

  2. PS “Designed in California” sarà anche vero ma è sottilmente ipocrita (tipo occhiali “Assembled in Cadore”) perché lo sanno anche i sassi che è made in China a ritmi serrati

  3. Veramente molto bello! E soprattutto, come sempre, in controtendenza. Si potrebbe dire che qui si vede la sua mano…

  4. Steven Jobs non era un’inventore, e nemmeno un grande tecnico, ma era sicuramente un uomo che credeva che si potesse vivere in un mondo migliore, era un innovatore per vocazione. Trovo lo spot certamente ben fatto, innovativo e anche portatore di una filosofia che io già conoscevo in quanto possessore di strumenti Apple da 30 anni. Come si è formata in me la filosofia Apple. Il mio primo computer è stato un Olivetti M24 del 1983, fabbricato a Ivrea l’ha dove molti sostengono che di fatto sia nato negli anni 60′ il primo PC. L’Olivetti aveva già allora una fabbrica a Cupertino e vendeva M24 negli USA, in quell’anno era la seconda azienda produttrice al mondo di PC dopo IBM. Per la nostra azienda M24 era una specie di miracolo, superava di gran lunga XT di IBM che costava anche molto di più, ma quando vedemmo il Macintosh‎ 128 (1984) capimmo che questi avevano una marcia in più, perché avevano capito come sfruttare al massimo la tecnologia e come far innamorare il cliente dei propri MAC con un’arma fantastica e attesa: la semplicità, noi non lo sapevamo ancora, am Jobs aveva “inventato”un modo di fare impresa: innovare stupendo con la semplicità. Per chi ama Apple ciò che comunica non è percepito come pubblicità, nemmeno come un’omelia, ma il racconto di un mondo che esiste ormai quasi naturalmente. Per tutti coloro che possiedono uno strumento Apple qualsiasi cosa immettano sul mercato è innovativa, meravigliosa ancora prima che esca, Apple ci ha abituato all’innovazione continua, a prodotti che non si fermano mai, a sistemi operativi sempre più friendly, a sentirci sempre dei privilegiati perché possediamo un MAC. Non inventare, ma innovare, andare oltre. I cellulari c’erano già da 10 anni quando è uscito il primo iPhone, nelle auto della giapponese Lexus i computer di bordo avevano il touch screen, iPhone ha stupito il mondo usando la tecnologia esistente per costruire un prodotto migliore. Tutto questo produce fedeltà e un immaginario fantastico che supera ogni confronto tecnologico reale; ogni enorme differenza di prezzo a parità (o quasi) di tecnologia utilizzata. Apple racconta una storia, non solo con i suoi strumenti, ma con il loro modo di essere che si esprime in ogni comunicazione dal portale agli Apple store, dalla pubblicità alle confezioni. Quando morì Jobs nella home page c’è stata la sua immagine per settimane, anche quando è morto Mandela la sua foto è stata una settimana o più in home. Questa è Apple. I fedeli ad Apple sono diffidenti di quasi tutto quello che si produce in Cina, ma per loro Apple è designed in California, e il fatto che le fabbriche siano in USA, Cina e in altre parti del mondo, non è tenuto in minima considerazione, Apple è Apple, ovunque. Apple fa poca pubblicità e molta comunicazione e conta sul fatto che ogni possessore di un prodotto Apple diventi un ambasciatore Apple. E ci riesce sempre.

  5. Insomma Apple sa vendere bene. Lo sapevamo ma tu stesso ammetti che quando si va su confronti basati su parametri oggettivi (non sull’ hype, non sulla filosofia aziendale, non sulla fidelizzazione) salta fuori come ci sia un sovrapprezzo esagerato. Quello che tu chiami “immaginario fantastico” è descritto come fede cieca, un qualcosa di irrazionale che un acquirente attento dovrebbe evitare il più possibile, per quanto possa essere naturale da sviluppare verso chi ti ha servito bene. Prendendo per vera la tua analisi, se Apple peggiorasse in tutto tranne che nella comunicazione nessun acquirente Apple di lunga data se ne accorgerebbe, neanche fosse una groupie di una rockband. Intendiamoci, Apple fa prodotti buoni e coraggiosi ma non vende il Santo Graal e anche se lo facesse lo fa a peso d’oro

  6. Preferisci lavorare con un PC o sognare con un MAC. I beni immateriali esistono, le differenze anche se piccole possono fare la differenza. C’è gente che compra un tavolo e altri che comprano il Valmarana di Carlo Scarpa. Certi beni ti fanno felice e si pagano. Se fosse solo una questione di soldi e di convenienza da anni andremmo tutti in giro con macchine coreane e avremmo l’abbonamento del telefono con Tele Due, ma come vedi le cose non stanno così.

  7. Non banalizzare, non sto dicendo che bisogna pensare al risparmio sempre e innanzi tutto, piuttosto che la differenza è appunto minima e non giustifica una reputazione così stratosferica né l’aumento di prezzo correlato più a quest’ultima che non alla reale differenza, anche qualitativa. Non so che farmene di comprare la reputazione della Apple o il suo prestigio, se compro Apple compro la sua cura, la sua attenzione alla qualità, quella sì ha un senso

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