Perché sono felice che l’Italia abbia perso

Sconfitta dell'Italia 2014

Ebbene sì, quando ieri la squadra italiana ha incassato il goal della sconfitta, ho tirato un respirone di sollievo. Fiuuu. E perché mai? Perché sono una snob? Perché sono donna? Ma va là.

Perché questo calcio italiota è – da molti anni ormai – sempre più corrotto, finto, sporco e simboleggia tutto ciò che di corrotto, finto e sporco c’è in Italia.

Perché con la crisi economica i guadagni milionari dei calciatori e di chi ci mangia intorno sono il simbolo durissimo e crudele, oggi più di ieri, delle grandi ingiustizie economiche e sociali. In Italia, in Brasile, nel mondo.

Perché questo calcio italiota non è più capace di far crescere giovani speranze italiane, ma preferisce acquistare stranieri.

Perché se la squadra italiana fosse andata avanti nel mondiale, il discorso mediatico sul calcio avrebbe continuato a mangiarsi – inevitabilmente e insopportabilmente – tutto il resto: economia, politica, riforme istituzionali, problemi da risolvere. Bleah.

Perché se l’Italia fosse andata avanti nel mondiale molti politici – non tutti, la maggioranza – avrebbero cavalcato il discorso mediatico sul calcio per mostrarsi – e finanche sentirsi – anche loro sempre più forti e vincenti.

Perché se l’Italia fosse andata avanti nel mondiale molti italiani – non tutti, la maggioranza – si sarebbero loro stessi sentiti – inutilmente e scioccamente – un po’ più forti e vincenti.

Perché se per caso l’Italia avesse vinto il mondiale… – Dio ce ne scampi e liberi… e infatti ce ne ha scampato – molti politici – non tutti, la maggioranza – avrebbero ostentato la vittoria come fosse un simbolo di rinascita e ricrescita e resurrezione. Avrebbero cioò cominciato a raccontarci la Graaande Storia Bella della Definitiva Uscita dell’Italia dalla Graaande Crisi.

Perché sono donna, lo ammetto, ma nonostante questo distinguo benissimo un fuorigioco e ti dirò di più: anni fa anch’io tifavo e gridavo e mi emozionavo per i mondiali insieme agli altri. Mi divertivo. Ma ora no. Da molti anni non più. Per questa Italia no.

199 risposte a “Perché sono felice che l’Italia abbia perso

  1. Che brutto post intriso di moralismo.Con la solita tirata che una volta andava tutto bene adesso no.
    Sull’uso dei mondiali da parte della politica basterebbe leggersi qualcosa su Argentina ’78.

  2. Giovanna, ti voglio bene!

  3. e non vogliamo parlare della pace nel mondo?

  4. Però io per un po’ c’avevo sperato.
    Certo, tutta la questione retorico politica mi avrebbe infastidito non poco, ma in un Italia alla canna del gas, forse – e dico forse – vincere un Mondiale ci avrebbe dato un po’ di forza a quella fascia della popolazione per cui è così importante vincere un mondiale.
    Perché esistono e sono lavoratori, imprenditori, precari come noi e forse un mondiale gli avrebbe tirato sul morale e dato un po’ di coraggio per il futuro.
    Non che io sia d’accordo, la speranza io la prendo altrove, ma mi sembra che per alcuni risieda lì.
    Ora partirà la retorica della sconfitta e il pozzo nero che ci scaverà intorno sarà sempre più buio e profondo.

  5. Sono d’accordo su molti punti!

  6. rivoglio indietro i 2 minuti della mia vita persi a leggere quest’accozzaglia di luoghi comuni e semplicistica moralità.

  7. avevo dentro tutto quello che hai scritto….grazie!

  8. perchè mi dispiace che l’Italia sia uscita ? Perchè è bello riunirsi con una passione, emozionarsi insieme, sperare, soffrire (in senso sportivo) e gioire (in senso sportivo). Perchè tra i mille problemi, le tante serie difficoltà, il divertissement serve, serve eccome, anche quando è ingenuo, anche quando non è prettamente razionale. Perchè non è (solo) il calcio italiano in sè ad avere gravi problemi ma è il calcio tutto ad avere problemi e prim’ancora lo sport e la società tutta di cui essi sono un’espressione, una parte integrante, a vivere devastanti problematiche. Perchè l’Italia del calcio stride con la nostra dura realtà quotidiana, ma le squadre del calcio africane e sudamericane forse stridono ancor di più con le rispettive realtà… Eppure troverai tante persone, italiane, colombiane, ghanesi, etc che nella pochezza materiale della vita trovano un motivo di senso e di emozione nella partita della loro nazionale, nella partita giocata da persone milionarie, che comunque vada rimarranno milionarie. Ma la passione va oltre la ragione, la vibrazione della speranza e il sentimento sportivo ci regalano sussulti e ci chiedono di lasciarci andare, con incoerenza, con irrazionalità, con quello che vuoi, ma di certo con il cuore. “Torna a divertirti Giovanna”, magari troveremo più giocatori che daranno l’anima in campo, senza recitare il perenne ruolo di vittima dell’incomprensione altrui; magari ai prossimi europei o ai prossimi mondiali ci innamoreremo di una squadra fatta si di milionari ma che quand’è il momento vogliono e sanno dare anche l’anima. Tutti, dal primo all’ultimo. Non solo Verratti, Buffon e pochi altri. Non si vive di pura realtà o forse ancor meglio la pura realtà è fatta anche di piccole pagane magie. Sciocche e inutili per chi non le può vivere.

  9. Ma come!? Una persona illuminata come te, che segue il calcio! Che wolgawità! D:

    Sottoscrivo pienamente, inoltre aggiungo che il risultato finale è stato falsato dalla politica, appunto in qualità di maggior finanziatore per mezzo della federazione giuoco calciuo (leggere la gazzetta)

  10. io invece molto banalmente sono stata contenta perché i miei simpatici vicini quest’anno ci eviteranno “festeggiamenti” a base di finestrini spaccati, bottiglie rotte, autobus assaltati fino al tettuccio, guerriglia per strada e magari qualche dito saltato per aria grazie ai petardi.

  11. Il nostro calcio è corrotto? Con la nostra uscita aumentano le probabilità che vinca un calcio mediamente più “corrotto”. Che ne dici di quello dell’ ottima Colombia?

    Il nostro calcio non valorizza giovani talenti ma preferisce acquistare dall’ estero? Vincevamo quando l’ Italia era meta ben più ambita dagli stranieri che oggi.

    I guadagni dei calciatori sono il simbolo delle diseguaglianze? Tra i pochi guadagni stratosferici, quelli più meritati appartengono agli sportivi; si ottengono in modo trasparente grazie ad un talento messo in vetrina e constatabile da tutti. Che colpa hanno Maradona, Michael Jonson o Neymar se sono unici nell’ intasare stadi e tubo catodico?

    Il discorso sull’ economia e sulla politica rischiava un’ eclissi di 10 giorni? Ma se ci tritura i maroni 365 giorni l’ anno!

    Detto questo, anch’ io non nascondo un certo sottile piacere: odio il nazionalismo e risparmio dunque le motivazioni in qualche modo “anti-nazionaliste” che enumeri. In fondo, da cattolico, constato che nel ritiro del Costa Rica si prega e si dice il Rosario tutte le sere. Perché mai la nazionalità dovrebbe per me essere più importante della fede? E potrei fare molti altri esempi che mettono in competizione la nazionalità con altri valori.

  12. standing ovation per Giovana Cosenza, perché era chiaro che con questo post si tirava addosso l’ira funesta dei tifosi e dei fautori del pensiero unico. ma l’ha scritto lo stesso

  13. Il calcio sarà malato, è vero. Cercare di nascondere i problemi dietro una vittoria è facile tentazione. Ma la nazionale è anche occasione di stare insieme, di fuggire un attimo dalla dura realtà quotidiana. Che è anche la malattia, non solo la ripresa economica che non c’è. Allora non condannare, tu che distingui il fuorigioco, chi ha già altre condanne sulle spalle. E lasciaci ancora provare a divertire, che non nuoce a nessuno.

  14. Analisi lucida, perfetta.

  15. Giovanna, ti sei mai chiesta per quale ragione tanti industriali investono nel calcio molto più che nelle loro aziende? Quale giro vorticoso di “nero” c’è intorno alle sponsorizzazioni, quanti pubblicitari –magari non quelli che seguono questo blog– vivono di fatture false, di prestazioni mai effettuate, di trasmissioni in tv locali mai andate in onda… insomma, quando mondo della comunicazione lucra e imbroglia e traffica sullo sport e in particolare sul calcio? E le scommesse on-line, fondate sugli apporti tecnici e di scienza della comunicazione –non solo merendine– che sconvolgono menti e famiglie?
    Anch’io sono felice, per molte delle tue ragioni, e per il fastidio, il rumore inutile che questa assurda costosissima kermesse produce.
    L’unico vantaggio l’ho avuto agli inizi degli anni ottanta, durante la finale: sono uscito dallo studio e ho percorso quindici chilometri in città senza incontrare una sola auto o una persona, un’esperienza quasi inquietante, con quei boati repressi provenienti dalle finestre aperte. Una città mai più vista, bellissima.

  16. Sono d’accordo tranne che su un punto: quando la nazionale vince fa un po’ di piacere a tutti; questo non è sciocco, è un meccanismo irrazionale però un po’ funziona, diciamoci la verità.
    Per il resto totalmente d’accordo con Lei: questa squadra non meritava di vincere, e l’Italia ha bisogno di vincere sì, ma in altri campi, non su quello da calcio.

  17. Io sono felice che siano invece passati due paesi come il Costa Rica e l’Uruguay. Il primo è uno stato che paga molto meno i suoi giocatori e il resto dello staff: Prandelli guadagna 2,5 milioni di sterline mentre Jorge Luis Pinto prende 262 mila sterline l’anno.
    La seconda è invece una nazione emergente, con un presidente intelligente che sta cercando di attuare politiche intelligenti, smarcato da chiese varie e pressioni esterne.

  18. Perché non le hai scritte prima queste cose? Facile sparare sul cadavere…meno sull’esaltazione degli italiani tutti quando il cavaliere è ancora in sella al giocattolo. Ci vuole il CORAGGIO DELLA COERENZA…adesso sei una dei tanti che dice cose che diranno tutti.

  19. …risparmiandoci una notte insonne fatta di studipissimo ed incivile vandalismo “ammesso” e giustificato in queste occasioni… ove tutti possono sfogare il solito malcontento sociale.

  20. Non eviterò di commentare. Capisco ma non condivido perché di fronte al calcio mi piace emozionarmi e pensare che per quanta corruzione possa esserci dietro, davanti ci sono le gambe, il fiato e il cuore di uomini che ci mettono l’anima e lavorano con passione e questo è impagabile, oltre che emozionante (e se lo facessero anche i nostri politici probabilmente ora saremo da un’altra parte). Tifo l’Italia che voglio vedere vincere, che mi fa essere orgogliosa di chi ogni giorno lotta e spera in qualcosa di migliore, ma senza permettermi di gioire la sconfitta alla faccia delle poche cellule contaminate che sporcano e uccidono ogni cosa che toccano, perché è come una malattia: la sconfitta del corpo uccide anche le cellule sane. Non è smettendo di tifare che il calcio diventerà una cosa migliore, come non è smettendo di votare che l’Italia diventerà una cosa migliore.

  21. giusto! che bello che abbiano perso i miliardari viziati contro i campesinos come Cavani (notoriamente un povero straccione, che a fine partita va ai semafori a palleggiare per prendere elemosina), Suarez (capo del sindacato dei minatori) e Muslera (cantore della revolucion)!
    Hasta sempre!

  22. Propio brutto hai fatto quello che rimproveri agli altri al contrario noi abbiamo meritato di essere sconfitti ma farsi la portavoce dei verginelli e puliti che sono persone serie e che non si sarebbe vantata ddella vottoria dei mondiali dimostra esattamente il contrario questo articolo avresti dovuto publicarlo prima dei modiali non aspettare il goorno della sconfitta in italia sparare sulla croce rossa è lo sport nazionale come quello di salire sul carro dei vincitori 2 facce della stessa medaglia

  23. Io speravo che perdesse semplicemente per non dover vedere ancora lo stesso schifo di gioco! Forza Ghana!

  24. Se posso aggiungere, io sono felice del fatto che non vedrò più gallery su mogli, fidanzate, carellate sulle “più belle dei mondiali” .
    Tutte cose create ad hoc per avere accessi in più, a discapito di tutto quello che succede nel mondo e non viene narrato nemmeno nella minima parte.
    La vita è altro, di sicuro non è una partita di calcio.
    Grazie Giovanna per il coraggio che hai avuto nello scrivere questo post.

  25. Tutti difetti imputati in questo post alla nostra nazionale, al nostro calcio e al modo in cui l’opinione pubblica si rapporta e confronta sono globali e non solo italiani. Quindi la lista dei luoghi comuni di una snob che dice di non esserlo lasciano il tempo che trova

  26. In una società sana i mondiali sarebbero i mondiali e la politica sarebbe la politica..trovo veramente scontato questo discorso..quello che osserviamo non è altro lo specchio di quello che abbiamo dentro e pensiamo sempre che il nostro futuro sia determinato da eventi esterni come una partita di calcio oppure da un decreto legge..è vero, gli eventi possono emozionare sia negativamente che positivamente ma una persona dotata di coscienza personale e non collettiva saprebbe guardare una semplice partita di calcio senza farci troppi ricami sopra..scusa ma trovo che questo post non serva a molto, riporta solo alla solita depressione collettiva senza dare nessuna idea di come poter provare ad uscire da questa grave situazione in cui ci troviamo..ed in questo momento deprimere non serve a nulla..si continuano a tenere le persone schiacciate su problemi di varia natura..il radiogiornale di questa mattina ha citato in ordine:
    La morte di Ciro Esposito
    L’uscita dai mondiali in modo tragico
    La politica con annessi e connessi negativi

    E già con queste tre fanno in modo di riportarti nella depressione collettiva, se inoltre iniziamo a mescolare eventi come la partita di calcio con la politica siamo fritti..meno parole più esempi

  27. Applausi. Non sono donna ma condivido in pieno.

  28. Questa volta l’articolo non mi è piaciuto proprio. Mischiare le cose o elencare luoghi comuni e banalità non è da Lei.

  29. thread ingiusto e disfattista,professoressa :molti economisti han fatto notare che una vittoria ai mondiali,per ogni paese,porta una ventata di ottimismo (e spesa)pari quasi a mezzo punto di pi.l.,o cmq a un giro di boa:nel 2006 qualche benefico effetto,si ebbe,per un paio d’anni ma nell 82 la vittoria al mundial segnò proprio n giro di boa e il distacco definitivo dall aria dagli anni 70,lo fan notare molti studiosi

  30. cit broncoblly:

    “”I guadagni dei calciatori sono il simbolo delle diseguaglianze? Tra i pochi guadagni stratosferici, quelli più meritati appartengono agli sportivi; si ottengono in modo trasparente grazie ad un talento messo in vetrina e constatabile da tutti. Che colpa hanno Maradona, Michael Jonson o Neymar se sono unici nell’ intasare stadi e tubo catodico?

    Il discorso sull’ economia e sulla politica rischiava un’ eclissi di 10 giorni? Ma se ci tritura i maroni 365 giorni l’ anno!WWW

    applauso!

  31. Quante banalità tutte d’un fiato. La corruzione, i giocatori strapagati, gli stranieri. L’antipolitica. Manca giusto un accenno al razzismo, alla fame e alla pace del mondo: se ci pensi è colpa di Balotelli forse. Ti prego, prometti che per almeno 4 annetti tornerai a occuparti di altro (perché avrai una materia in cui vai forte, no?). Più che la tristezza post eliminazione sono le “riflessioni” come queste a distruggerti. Ci meritiamo tutto.

  32. Sono sostanzialmente d’accordo con questo articolo, ma arrivo ad essere d’accordo per una via lunga. Ritengo che lo spettacolo dello sport debba essere distinto dalle vicende politiche ed economiche di un paese. Cosa dovrebbero dire i paesi africani, che continuano a fare un tifo incredibile per le proprie squadre, nelle quali spesso comunque giocano calciatori arricchiti all’estero? Sono pochi i paesi che possono considerare i propri successi sportivi come frutto di una democrazia matura, per gli altri lo sport è comunque un gruppo di connazionali che giocano per tenere alto il buon nome di tutti. Rispetto a questo, l’Italia si pone senza dubbio in una scomoda posizione intermedia, dove sport, politica, affari e corruzione spesso si emscolano in una amalgama unica, della quale alla fine pagano il conto innanzitutto i “poveri” giocatori, abbandonati a una assenza totale di progettazione e programmaizone, e di conseguenza noi spettatori, che ci dobbiamo vergognare due volte. Per questo alla fine sono d’accordo con Giovanna: rispetto alla posizione di chi dice: accontentiamoci, e tifiamo a prescindere, perchè almeno da questo ricaviamo qualche motivazione, io preferisco credere che dobbiamo fare un passo avanti, e cercare di giungere ad un sistema sportivo degno di un paese davvero democratico – e meritocratico!

  33. Pingback: Perché sono triste per l’uscita dell’Italia dai mondiali. E perché non capisco chi gioisce – Il Paese che non ama - Blog - L’Espresso

  34. Mai letto tanto qualunquismo così poche righe.

  35. d accordissimo… brava

  36. Bravo , Michele ! E tu , Giovanna , per favore , torna a divertirti . Umberto Arisi Rota

  37. Posso tranquillamente scrive che di calcio non capisci nulla.

  38. Insomma per una serie di motivi straordinariamente qualunquisti. Beh, hai fatto bene a scriverlo, era importante.

  39. Uno dei post più brutti e qualunquisti di sempre. Le vittorie sportive, indipendentemente dalla disciplina (ovvio che il calcio è lo sport più popolare in Italia), hanno la capacità unica di unire, dare entusiasmo, fiducia e forza alla gente comune anche e soprattutto nei momenti difficili e di crisi come questo. Che non significa dimenticarci dei problemi che ci sono, ma semplicemente affrontarli con un sorriso (anche se effimero) in più e positività.
    Leggere una frase come questa è davvero triste: ” la maggioranza degli italiani si sarebbero loro stessi sentiti – inutilmente e scioccamente – un po’ più forti e vincenti”
    INUTILMENTE E SCIOCCAMENTE? Dai su, questo è un malcostume italiano, tutti moralisti e spara sentenze.
    La sconfitta è stata meritata e la nostra mentalità, il nostro approccio remissivo e difensivo resta la cosa che mi fa più male, perché c’è bisogno di carattere, di reagire, di attaccare, di credere e valorizzare le nostre qualità, nell’Italia del calcio così come nell’Italia stato. E se l’entusiasmo, la spinta per una rinascita dovesse partire “banalmente e scioccamente” da un successo sportivo, io non me ne vergognerei affatto.

  40. Che post schifoso: populismo e ggggentismo a gogo.

  41. Peccato Giovanna, se avessi aggiunto che non esistono piu le mezze stagioni avresti vinto il premio per la banalità e il qualunquismo.

  42. Ti sei dimenticata di dire che non ci sono più le mezze stagioni e che si stava meglio quando si stava peggio.

  43. …e poi voglio che non ci siano più guerre e la fame nel mondo. L’unico punto su cui hai sacrosanta ragione è quella del movimento calcistico italiano che preferisce acquistare bidoni dall’estero piuttosto che far crescere i nostri talenti. Insomma, una piaga trasversale a tutta l’ecomomia italiana. E poi quell'”italiota” non si può proprio leggere nè sentire, un po’ come “apericena”

  44. infatti l’ultima volta che l’Italia ha vinto il mondiale tutti l’avevano interpretato come una svolta, una rinascita… invece poi abbiamo toccato il fondo e cominciato a scavare. bisognerebbe chiamare le cose con il loro nome. il calcio è uno sport, può interessare oppure no, divertire oppure no, ma non ha niente a che vedere con la politica e con l’economia. perchè dargli tutta questa importanza non l’ho mai capito. forse perchè non abbiamo altri argomenti?

  45. non concordo. I polítici a tutte le latitudini cercano sempre di approfittare di questo e altro, ma non per quello dobbiamo smettere di essere italiani. Gli stipendi abnormi dei calciatori di spicco offendono? Concordo a parto che ci si ricordi anche degli sportivi professionisti di altri sport, dei cantanti e attori superpagati. Le colpe sono molto piu a monte. Nel calcio ad esempio le colpe sono dei club, tutti in passivo. Sono societa e come tali dovrebbero garantire il pareggio di bilancio e invece no. Loro, e solo loro, possono sforare. Le nazionali rappresentano la nazione e io sono e saro sempre al fianco della Italia e contro quelli che la riducono cosi e di quelli che festeggiano contro l Italia. Non confondiamo lo Stato con la politica, la religione con i sacerdoti, la nazionale con i clan…

  46. Altri 2 punti:
    – immagina il danno economico subito da molti commercianti in termini di mancato guadagno, visto che milioni di persone non si troveranno più a vedere la partita insieme nei bar, locali, piazze ecc. Senza tenere conto della ventata di ottimismo che avrebbe portato una (improbabile) vittoria dei Mondiali e che potrebbe dare sicuramente una marcia in più rispetto alla coltre di pessimismo che tu invochi
    – il calcio è uno dei pochissimi settori economici in cui la meritocrazia funziona perfettamente. Se sei bravo e porti risultato guadagni, se no non sei nessuno. Che colpa hanno i calciatori nel guadagnare tanto? Loro danno vita ad un giro economico miliardario, è giusto che prendano la loro bella fetta

  47. Una serie di luoghi comuni che non hanno senso. Ho letto molti dei suoi articoli e ne sono rimasto affascinato, ma questo poteva anche evitarlo. A mio parere è vergognoso quello che è stato scritto. E aggiungo: chi non capisce di calcio, prima di parlarne, dovrebbe farsi una cultura.

  48. Tuttavia non furono le dimensioni della folla che mi colpirono maggiormente, o il modo in cui gli adulti potevano gridare la parola «COGLIONE»! forte quanto volevano, senza attirare l’attenzione di nessuno. Ciò che più mi colpì fu proprio quanto la maggior parte degli uomini intorno a me odiasse, veramente odiasse, essere là. Per quel che riuscivo a giudicare, nessuno sembrò trarne piacere, nel senso in cui io intendevo la parola, da niente di ciò che accadde in tutto il pomeriggio. A pochi minuti dal calcio di inizio ci fu vera rabbia («Sei una VERGOGNA, Gould. Una VERGOGNA!», «Cento sterline a settimana? CENTO STERLINE A SETTIMANA! Dovrebbero darle a me per guardarti»); man mano che il gioco continuò, la rabbia si traformò in indignazione, e poi sembrò coagularsi in un torvo, silenzioso disagio. Sì, sì, conosco tutte le battute… Che cos’altro avrei potuto aspettarmi a Highbury? Ma sono stato negli stadi del Chelsea, del Tottenham e dei Rangers, e ho visto la stessa cosa: che la condizione naturale del tifoso di calcio è l’amara delusione, indipendentemente dal risultato. (p. 18) (Nick Hornby, “Febbre a 90 gradi”)

  49. Ahahahahahha cari commentatori e care commentatrici… posso confessarvi che mi sto divertendo moltissimo? Grazie di cuore a tutti/e, specialmente agli haters e a coloro che mi accusano di aver elencato una serie di luoghi comuni. Siete fantastici! 😀

  50. Bello e in gran parte condivisibile quanto hai scritto. Aggiungo solo che il calcio è così dappertutto, in Spagna ad esempio, Barcellona e Real Madrid acquistano i migliori giocatori e vincono le coppe facendo montagne di debiti con le banche che non rimborseranno mai mentre per il fatto che che i calciatori sono strapagati (assolutamente troppo), ricordo che tutti, società, procuratori, manager, ci guadagnano sopra. Tutto finto o quasi, un po’ come una certa finanza che nulla ha a che fare con l’economia.

  51. Sei l’analfacalcio per eccellenza

  52. Perché haters?
    Leggendo il suo post, mi è sembrato che fosse una tirata contro il calcio italiano, contro i calciatori che giocano in Italia, contro l’attuale nazionale e – in fondo – contro chi la tifa. Ma non ho pensato che fosse stato scritto da un’hater, o che fosse un esempio di hate speech.
    Altrimenti, dovremmo parlare di una “cultura dell’hate speech”, che incoraggia gli haters, eccetera. In una progressione che si allarga a macchia d’olio a qualsiasi cosa uno dica o faccia, e comunque la dica o faccia. Fino alla completa paralisi del linguaggio e del pensiero.

  53. “haters”? Hai scritto un post di imbarazzante pochezza e, in molti casi con ironia immeritata, ti è stato fatto notare. “Haters”…

  54. Grazie Uruguay ci ha salvato da altri giorni di solo calcio su tutti i media.
    Grazie di cuore.

  55. quei palloni gonfiati meritavano solo di perdere … e così è stato. Ora torneranno a casa, daranno una controllatina alle gomme della ferrari parcheggiata in garage e al saldo del C/C … e sorrideranno alla faccia nostra.

  56. certo…perchè ora le cose andranno meglio…ma per piacere….

  57. I Mondiali sono una tra le cose più belle che possano esistere. Siamo noi azzurri, contro tutto il resto del mondo: la colpa sarà sempre dell’arbitro e le trombette inizieranno a far casino da qualche ora prima della partita. Si respira un’aria diversa, migliore. Sembra che per un mese la crisi non esista più e che tutto vada bene. Ma poi ci siete voi, che dovete vedere sempre le cose sotto il loro lato negativo.
    La forza non la trovo nella vittoria di una coppa Mondiale, ma tutti dentro di noi penseremo ‘cazzo, se abbiamo stracciato il Brasile possiamo fare di tutto!’. Perdendo, invece, tutti non fanno altro che parlare di quanto faccia schifo il nostro paese, del calcio che è tutto programmato, dei calciatori italiani che prendono i milioni e non fanno nemmeno un tiro in porta.
    Nel 2006, però, ci siamo voluti tutti bene.

  58. Pingback: Un nuovo eroe | Suprasaturalanx

  59. il discorso”il calcio è corrotto” poi centra poco,perchè nell 1980 il nostro calcio italico fu travolto dal primoscandalo maggiore (e avvenne anche nel 2005)ma nel 82 e nel 2006 si vinse al mondiale comunque

  60. Forse hai ragione ma non perché sei donna ; anche io pallonaro da una vita ho le palle piene di questa gente che non sa cosa sono i sacrifici di chi riesce a portare a casa uno stipendio di 1200€ . Loro milionari e senza palle pensano a fare Le Star.

  61. Questo articolo è qualunquismo allo stato puro, con informazioni sul pressapoco ed inesatte. Ed anche se scrive il contrario è palesemente snob. Se l’Italia avesse vinto avrebbe scritto “perchè sono felice che l^italia abbia vinto”. Ma va la…

  62. @Fiorenza da Rold: in effetti lo ha scritto apposta per provocare codesto clamore, non è mica una vittima 😉

  63. Contenta che l’Italia abbia perso solo perchè ha meritato di perdere, giocato male, non ha messo cuore, ne tecnica, ne tatticismo. Sembrava sempre avere un uomo in meno, centro campo slegato da attacco e difesa, zero grinta. Per il resto, non concordo col post, condivisibile certo, ma che dimentica appunto come la nazionale unisca e alleggerisca una popolazione attualmente troppo divisa e arrabbiata. La nazionale è uno svago, la politica è la vita, non mischiamole.

  64. Ti diverte moltissimo avere elencato una serie di luoghi comuni da bar? Guarda che non è obbligatorio scrivere.

  65. Poi sarebbe carino smettere di usare il termine “italiota”, moda orrenda nata sul Fatto Quotidiano. L’aggettivo per è “italiano”, e usare “italiota” per dileggiare gratuitamente è brutto, proprio brutto.

  66. Sinceramente mi sembra di leggere “I Milanisti votano Berlusconi” in chiave Brasile 2014. Sarei curioso di sapere cosa avrebbe scritto se la nazionale avesse passato il turno.
    Comunque è innegabile che il calcio, le persone e la nazione hanno bisogno di ritornare a certi valori non numerabili e che la politica abbia bisogno di contenuti… purtroppo non è solo un problema della politica

  67. Fra i mille motivi per cui poteva essere contenta per l’eliminazione dell’Italia (cosa di per sé del tutto legittima), l’autrice ha elencato le ragioni più banali e scontate

  68. Siamo alla sagra della banalità?

    Come negava (ammettendo) l’incipit, è un post di una donna snob, farcito di populismo che neanche i vecchi al bar.

    Giovani speranze, guadagni milionari, politici che cavalcano l’onda, corrotti… è così da sempre, in tutti gli Stati, anche in quelli che vinceranno questo mondiale. Perché, cara prof, qualcuno lo vincerà. E se sarà un paese del terzo mondo, dove magari non vengono rispettati i diritti umani?

    Svegliaaaaaa! Parliamo di calcio, non della sagra della bontà, della fratellanza e dell’uguaglianza.

  69. Giovanna, dicano quello che vogliono, ma per me, con quest’articolo colpisce nel segno!

  70. Sono d’accordissimo sul discorso sportivo, non su quello economico (che vale per tutto il mondo del calcio, perché bisogna essere contenti che l’Italia abbia fallito?) e tantomeno su quello politico/sociale; nessuno (neanche i nostri idioti che ci governano) oserebbe mai paragonare la vittoria di un mondiale o comunque i buoni risultati di una squadra a un’ipotetica ripresa del paese, semplicemente perché non ha alcun senso, e lo capiscono persino loro.. E non è neanche vero (finiamola con questo discorso una volta per tutte!) che gli italiani quando vedono una partita di calcio si dimenticano di tutto il resto! E’ vero, per 90′ stiamo davanti al televisore, ma una volta finito il match e le chiacchiere da bar non è che ci dimentichiamo di Renzi & C., non è che ci dimentichiamo delle tasse, del lavoro precario o delle bollette da pagare.. e non è neanche vero che l’italiano medio pensa di essere più forte e vincente perché l’Italia vince; un po’ di orgoglio nazionale si risveglia, certo, ma non siamo noi che incassiamo i bonus dalla FIGC, non siamo noi che finita la partita torniamo a casa con la Porsche… Tanti, troppi discorsi sul calcio sono fatti da chi il calcio non lo ama, anzi lo teme e mal lo sopporta, e cade troppo spesso in estremizzazioni e banalità che fanno rabbrividire.

  71. Articolo davvero da far ridere, finto moralismo da quattro soldi. Se lei pensa che il problema dell’Italia sia il calcio non ha capito nulla. Il clima che si respira durante un mondiale è uno dei rari momenti in cui in Italia ci sentiamo uniti e emozionati da qualcosa, e questo non PUO’ FARE ALTRO CHE FARE BENE DURANTE UN MOMENTO DI CRISI COME QUESTO, NON SI RISOLVE LA CRISI USCENDO DA UN MONDIALE. Gli italiani in caso di vittoria si sarebbero sentiti più forti e i politici si sarebbero mostrati vincenti? ma che sta dicendo? Distinguiamo una volta per tutte lo sport dalla politica per favore, io guardo la mia NAZIONALE DI CALCIO E VEDO 11 GIOCATORI CHE COMBATTONO PER VINCERE, QUANDO GUARDO LA POLITICA ITALIANA VEDO TUTTA GENTE PAGATA PER NON LAVORARE CHE RUBA. Perchè mai sempre tutti a dire che i giocatori sono strapagati per quello che fanno? Ho visto opere d’arte di grandi artisti essere vendute a cifre assurde ( e magari che fanno pure schifo ) bhè per me un bel gol è un ‘opera d’arte molto più bella che un taglio in una tela. Mi dispiace per la sua ignoranza, cordialità.

  72. L’ha ribloggato su Marisa Moles's Webloge ha commentato:
    Un post che avrei voluto scrivere io … a parte l’uso dell’aggettivo “italiota” che sinceramente detesto.

  73. mi spiace dirtelo, ma la tua è una lettura molto, molto banale, intrisa di quello stesso pensiero populista che mi par di capire tu intenderesti criticare.
    se il calcio è corrotto, non significa che un amante del calcio non debba godere dell’epica regalata da questo sport. sperare e tifare per la vittoria della nostra nazionale significa prendere parte a questa epica. punto. poi che uno voglia prendervi parte o meno, chi se ne importa. ma il «tifare contro» è da vigliacchi.
    come dire: la scuola italiana è intrisa di carenze, molte delle quali riguardanti tanti docenti tanto pagati quanto impreparati, corsi di laurea che offrono gli stessi programma per interi decenni senza un minimo sforzo per incrementare l’offerta e la ricerca che ne sta alla base. e brandendo a stendardo questa pigrizia tutta italiana dovremmo sperare nel collasso del sistema scolastico? non credo proprio.

    per cui, calma la tua rabbia populista, e se non ti va di tifare per la nostra (e pure tua) nazionale, semplicemente, spegni il televisore.
    è facile. e ricorda: nel momento in cui parli di qualcosa (anche se contro di essa) le conferisci importanza, come del resto dimostrano le risposte ricevute con questo post. per cui, se davvero vuoi contrastare questo calcio che ti schifa così tanto, sarebbe più efficace ti limitassi a ignorarlo.

    e poi, detta tra noi: non sarà certo un post banale e superficiale come il tuo a poter sperare di convincere qualcuno del contrario.

  74. tranne qualche vera signora sposa di qualche giocatore il calcio,non mi sembra che meriti meno .(non solo perché belle femmine)

  75. In primis vorrei ringraziarla per lo spunto di riflessione offertomi attraverso la lettura del suo breve testo. È davvero difficile commentare quello che Lei scrive cara Signora. È difficile perché si tratta di una mendace sovrapposizione post factum di due piani tematici (situazione italiana e non italiana) e di molteplici livelli metodologici (etico, economico, sociale, calcistico, sportivo). A suo avviso il calcio italiota è corrotto. Bene, su quali dati e basi lei fa un’affermazione di questo genere? Fa riferimento a precise situazioni che sono state oggetto dell’attenzione della magistratura? Queste situazioni analizzate e valutate dalla magistratura possono ridurre la complessità del mondo del calcio in Italia? Lei basa la sua affermazione su una riduzione mereologica pars pro toto? Oppure la sua affermazione è un’affermazione figlia di una vaga percezione di un fenomeno dinanzi al quale Lei nutre un certo sdegno morale? Lei ha conoscenze precise dell’orizzonte calcistico degli altri paesi? Ha una vaga idea in materia di regolamenti della Fifa? Conosce ad esempio in termini economico-finanziari il rapporto tra le banche spagnole, l’Unione Europa ed il Real Madrid? Lei pensa che il calcio italiano sia da “ristrutturare” su quali basi? Che il calcio sia un mezzo di distrazione di massa, mi sembra palese. Che il calcio strumentalizzato in base a finalità dispercettive sociali, mi sembra ancora più evidente. Che l’Italia abbia perso mi ha lasciato indifferente, ciò che non mi lascia indifferente è il livello del suo testo. Per quanto mi concerne, penso che dovremmo ricordarci del valore rivoluzionario dell’esse est percipi di Berkeley: siamo responsabile dell’esistenza di un insieme di fenomeni a livello locale e globale per il semplice fatto di farci attenzione. Tifare contro è una posizione interna ancora al negativo. Essere indifferenti, in certe situazioni, significa rompere quelle catene che il suo intervento forse voleva goffamente a suo modo distruggere. Provocazione a parte, Le auguro buona vita.

  76. Ben detto!!! 🙂 Condivido tutto anche se sono un uomo.

  77. Mio post di questa mattina appena sveglio: Amiamo vedere le partite tutti insieme perché la condivisione di una birra, di un urlo o di un dispiacere è più bella o più sopportabile se vissuta insieme.
    Siamo calorosi, siamo comunque una popolazione attiva, dinamica, un popolo di artigiani,venditori e professionisti che oggi vede una situazione calcistica pari al fallimento del nostro governo e delle limitrofi istituzioni. Siamo capaci di lamentarci che sono solo 3 le partite che abbiamo visto e condiviso in questo mondiale e non riusciamo ad avere lo stesso calore, tutti insieme, per ribellarci. In ogni caso, tra le mie potenziali ipotesi, c’è anche che si siano venduti tutti e non riuscirebbe difficile crederlo dato quello successo in passato..

  78. idem. e godo.

  79. Condivido le critiche: è un articolo approssimativo e qualunquista che rivela una snobismo culturale di fondo e che sembra scritto apposta per provocare e scatenare le reazioni indignate dei lettori (e quindi, anche, per aumentare il numero di visite al blog). Obbiettivo raggiunto quindi, ma ce n’era davvero bisogno?

  80. Se consideriamo il calcio come uno sport, allora hai torto marcio.
    Se il calcio non è uno sport, allora hai ragioine da vendere.

  81. Ci avete sfinito con questi elementi esiste un ‘altra Italia di persone che vogliono fare ripartire non è un brutto questo post come dice Frank77 siamo stufi di vedere tutto questo denaro sperperato in tasca di 4 zoticoni e ora di aprire gli occhi siamo noi questo stato dovete capirlo

  82. Mettiamogli lo stipendio a 1000 euro al mese poi riparliamo di “gioco del calcio”.
    Questo sport è ridicolo.. ma sono indubbiamente molto dispiaciuto che l’italia sia fuori.. fare la spesa ieri pomeriggio con il centro commerciale vuoto è stato qualcosa di magnifico.

  83. Hate speech costruito per innescare un flame, o semplice post in cui una blogger dice la sua, e i commentatori fanno altrettanto?
    L’importante è non usare i famosi due pesi e due misure.

  84. Ma porca puttana, perché stupidi post come questo raccolgono centinaia di commenti e migliaia di visitatori?!?!?!?
    Se i calciatori hanno ingaggi milionari (e solo in Serie A, tra l’altro, ma l’autrice non lo dice perché è populista marcia, o come si direbbe una volta, una semplice casalingua!) non è perché rubano, ma perché dietro ci sono i soldi dei biglietti, sponsor, tv e dei presidenti, i quali immettono milioni e tanti altri ne incassano, anche trasferendo tutti questi calciatori.
    Allora se vogliamo prendercela con i riccastri, prendiamocela anche coi presidenti, dirigenti, allenatori, procuratori, ecc., ecc.

  85. eh, non esiste più la mezza stagione, anche! va detto. E sono sempre i migliori quelli che se ne vanno!

  86. Pensieri banalissimi, davvero. Io credo che lo specchio di un Paese stia nelle tue parole e ancora di più in chi le appoggia qui sotto. Nessuna capacità di andare a fondo, e il solito errore di accostare calcio e politica. E quel finale, mio Dio, quel finale: “anni fa anch’io tifavo e gridavo e mi emozionavo per i mondiali insieme agli altri. Mi divertivo. Ma ora no.” Forse, cara Giovanna, perché anni fa eri una giovane ragazza senza troppo disincanto che se c’era da gioire per una cosa bella, gioivi. Adesso scrivi cose boriose. Per rimanere sul tema, mi sembri un terribile e soporifero 0-0.

  87. Per niente d’accordo.. come se fosse solo in Italia così. In altri paesi è paggio tanto che due squadre non italiane sono state punite dalla UEFA per bilancio negativo. Forse documentarsi meglio, e anzi, le italiane sono quelle che stanno meglio tra le grandi d’europa. Luoghi comuni, qualunquista etc etc etc. Senza cognizioni di causa e storica. Poi i soldi sono privati, e i privati fanno cio che vogliono. Quindi nessuno spreco di soldi. Forse invidia da parte tua.

  88. Io non sono una donna. Il calcio giocato da altri mi ha sempre annoiato e la presunzione che dovessi avere una”fede (porcoddio!!!) calcistica” mi ha sempre fatto incazzare parecchio.
    Ben detto, Giovanna!

  89. Giovanna, hai ragione e condivido tutto, ma anche altri sono messi male ( vedi Spagna e Inghilterra) ma con la differenza che la serietà, da loro, è di casa ( almeno un po’)
    Un sorriso
    Mistral

  90. I commenti triplicheranno appena uno dei commentatori maschi scriverà qualcosa tipo che le donne non capiscono di calcio e di matematica. A quel punto, il thread sarà ribloggato, linkato e twittato ovunque, con tag: stereotipi di genere, violenza di genere, cultura dello stupro. #YesAllWomen

  91. nessuno l’ha mai pensato. almeno non io. se tu diait sei una donna, è triste constatare che sia stata proprio una donna a tirar fuori questo stereotipo misogino. peccato…

  92. Giovanna, mi sto maledicendo perchè con questo commento faccio solo il tuo gioco.
    C’è poco da dire, una persona contenta della propria nazionale che perde non è una bella persona. Non serve nemmeno spiegare il perchè.
    Spero almeno che questo tuo abbassarti a scrivere certe boiate sia servito a portarti un sacco di visite al blog, anche se sono visitatori unici che non torneranno a leggere i tuoi prossimi articoli, come me.
    Non me ne frega niente del calcio, non sono un hater, lover o qualsivoglia categoria del web. Sono una persona che si dispiace nel vedere una sua connazionale che avendo un minimo di impatto mediatico si abbassa ad accumulare un tot di parole per fare numeri.
    Se il tuo essere “esperta di comunicazione” (detto da un tale di un blog dell’espresso) si riduce a pubblicare articoli pseudoprovocatori per la massa, mi spiace. Mi spiace e mi rattrista, tutto qui.
    Adesso mi raccomando, crogiolati e fai la superiore di stocazzo leggendo il tuo nuovo commento, addio.

  93. secondo me era tutto gia’ organizzato che l’italia doveva perdere…….. xche” lo stato italiano purtroppo cn le scommesse ci deve vincere e’ nn perdere…. se l’italia vinceva lo stato doveva rendere conto alla gente cn le schedine giokatee ‘ nn gli conveniva….purtroppo le pecore siamo noi che quando gioka l’italia nn dobbiamo mai giokare la schedina x la vittoria ……. secondo penso che ci dovrebbe essere un’altra possibilita’ il fatto che sti giokatori giokano e’ quando c’e’ un fallo o qualcos’altro .le registrazioni dovrebbero fermare il gioko x capire il fatto…….. ma siccome sono tutti corrotti …. ricordiamocci sempre che il gioko e sempre stato una truffa …….un fallo rosso nn lo mai sentito e visto…. un morso nella spalla che doveva fermarsi il gioko,,,,, bha’ tutto fa schifo… e la nostra italia e gia’ caduta da un bel pezzo ormai ..grz sempre a napolitano e compagnia bella………………… dico solo una cosa… a parte tutto …ricordiamocci sempre che noi italiani un tempo abbiamo salvato tanta gente estracomunitaria…… e dico solo …grz di essere italiana a parte tutto………….. saluti

  94. Io credo che l’articolo sia profondamente giusto, per nulla banale, noooo, e che la sconfitta dell’Italia risolva i problemi tutti del Paese, cosa che un mondiale vinto avrebbe impedito. Purtroppo, senz’altro per esigenze di spazio, vengono omessi alcuni approfondimenti che ritengo fondamentali. Un’Italia così vergognosamente viziata che esce dal Mondiale a giugno dimostra chiaramente che non ci sono più le mezze stagioni. D’altronde, prima che si costruissero quelle orrende e immorali cattedrali del calcio, in Brasile, una volta, era tutta campagna. Mi fa inoltre piacere che a buttarci fuori sia una nazionale come l’Uruguay, squadra composta da dilettanti, che giocano solo per passione, non certo in grandi club a suon di milioni, e il cui fairplay è noto, mica come i nostri, che non sono sufficientemente mordaci. Per non parlare di un arbitro di certo incorruttibile, e che vive in una nazione come il Messico, ai primi posti del mondo per civiltà, parità sociale, e giustizia, lotta alla droga. Che poi, tutti a lamentarsi del caldo, ma ieri prima della partita era piovuto a catinelle, bastava osservare il cielo a pecorelle, eh. Anzi, io sarei anche per abrogare il Natale, a questo punto, che, siamo onesti, da 2000 anni di Gesù non ne sono nati e mediamente la levatura morale dei suoi successori è un filino peggio.
    Insomma, siamo usciti, evviva, ci siamo risparmiati un sacco di retorica e ipocrisia.

  95. Ma perchè necessariamente bisogna accostare il calcio e lo sport in generale, alla politica, ai problemi che ci sono etc etc??
    Tifare, gioire, commuoversi per una vittoria sportiva non hanno niente a che vedere con tutto il resto delle faccende della vita e mischiare le cose è stupido e senza senso!!
    Io sono Italiana, fiera di esserlo, mai e poi mai dirò che questo paese fa schifo, che me ne voglio andare; sono stata un’atleta, pratico sport, piango se uno dei nostri vince una medaglia, piango se una nostra nazionale vince un titolo… SONO FIERA DI QUESTO!
    Trovo vuoti i discorsi di chi dice di pensare ai problemi, forse non ne ho, ma se anche ne avessi non vedo perchè non dovrei gioire per una vittoria… i problemi restano li sia che la nazionale vinca sia che perda… ma quando si vince ci si sente tutti un po’ più uniti e sul carro ci salgono tutti!!! Io ho visto le prime due partite all’estero e li tutti gli Italiani che avevi a fianco diventavano un po’ fratelli e sorelle mentre insieme si soffriva e tifava per i ns ragazzi…
    Non provate queste cose? beh che dire per me peggio per voi vuol dire che vi manca il patriottismo e la capacità di gioire per vittorie sportive di cui forse non conoscete nemmeno il significato e il valore!!!

  96. buon giorno dotoressa.
    mi scuso de scrivere che so capitato sur sito per caso. epremetto che so tifoso dea roma e che andadvo allo stadio a tutte le partite che poi man dato er daspo pe corpe non mie. e che dei numinari delal cultura come lei io so niente. ma ci volevo dire che noi come curva sud come collettivo siamo d accordo con lei su tutaa linea e che lo diciamo da anni cher calcio è malato terminare. che lei c ha azzeccato cher calcio è malato termiare e che tifare l italietta è na cosa che non se po’. complimenti che noi pensiamo uguale. solo volevo dirci che forse s è dimenticata de dire che poi se uno lavora co a politica c ha sempre interesse a farse vede anche con cose impopolari basti che se parla de lui.
    grazzie che un numinare come lei da voce a quelli come noi.
    arrivederci forza maggica

  97. AAA pensieri anti qualunquisti cercasi! Davvero si possono pubblicare così tanti luoghi comuni in una volta?! Che poi, ce la prendiamo tutti col calcio perchè sono 11 cretini strapagati ecc ecc ecc bla bla bla…davvero vi viene in mente SOLO il calcio? Nba? Football americano? E per uscire dallo sport, dirigenti che ce la cacciano al culo quotidianamente? Ok rega, sará finzione e finto patriottismo, ma se a uno piace GUARDARE il calcio? Sicuramente meglio che atteggiarsi a giornalisti e pubblicare cosette!

  98. Bah. Puntuale come una cartella esattoriale, arriva un articolo come questo in occasione di qualsiasi campionato calcistico.
    Da alcuni anni non pratico più alcuno sport. Il mio interesse per il calcio è sempre stato alquanto marginale (due volte sole allo stadio da spettatore in tutta la mia vita, da bambino); e il mio rapporto diretto con quello sport mi ha visto quasi sempre giocare in porta, da ragazzino: il che la dice lunga sulla mia naturale predisposizione. Ho sempre preferito altre pratiche sportive e, quanto al ruolo di spettatore, prediligo di gran lunga una gara di salto in alto (se il regista televisivo è bravo) o uno slalom gigante.
    Indipendentemente dallo sport, però, mi piace osservare quello praticato con intelligenza e classe. Per dirne una, odio il pugilato; ma difficilmente mi sono perso un incontro di Cassius Clay. Così mi guardo anche le partite di calcio e, quanto alla nazionale, preferisco le partite della Under 21: quando c’è un bravo allenatore, le trovo più belle e più umane. Ma non disdegno quelle della nazionale maggiore: presumendo che esprima il meglio del calcio italiano del momento.
    Non sono nato ieri e conosco abbastanza le logiche e i misfatti che si annidano ANCHE nel calcio italiano. Quando guardo una partita, però, vedo un paio di decine di giovanotti in mutandoni che inseguono una palla, non i loro conti in banca, non i bilanci delle loro squadre, non il generale degrado culturale e morale del paese. Se lo spettacolo che offrono è gradevole e interessante, apprezzo. Altrimenti cambio canale. Tutto ciò non mi cambia la vita. A volte si può leggere una partita come espressione di valori, mentalità, organizzazione di una nazione: valorizzazione del talento, organizzazione del gioco, strategia e attiche adottate, spirito di squadra, possono essere legati episodicamente a un singolo evento, ma anche manifestare il modo di lavorare e agire in un paese. Molto interessante da osservare, anche se con distacco.
    Rivendico però il diritto di chi gioisce o soffre per le sorti della nazionale italiana di farlo e di esternare le proprie emozioni; ovviamente nei limiti delle leggi e della decenza. Quanto agli strumentalizzatori, non agiscono solo sul calcio, ma su qualsiasi evento di risonanza nazionale o mondiale: da una qualche guerra a un delitto particolarmente efferato, a una catastrofe naturale. Fa parte degli elementi basici della comunicazione, soprattutto in campo politico.
    In un paese che evitò un ritorno di fiamma della guerra civile grazie alla vittoria di Gino Bartali al Tour de France, è anche troppo facile prendersela con le grandi manifestazioni dello sport professionistico. Però dovremmo essere onesti e riconoscere che quella vittoria di Bartali fu solo un alibi: valsero di più le parole di Togliatti dall’ospedale, dopo l’attentato, a calmare gli animi; valse di più la consapevolezza del quadro internazionale in cui si trovava l’Italia a calmare i bollenti spiriti; valse di più il ricordo del sangue versato pochi anni prima.
    Perciò evitiamo, se possibile, certo facile moralismo di grande superficialità. Magari studiamoci un po’ meglio la sociologia. Ma, soprattutto, non facciamo gli snob, per favore! Che tra l’altro è un’attività inflazionata.

  99. Forse è un esperimento di comunicazione e marketing.
    98 commenti nel giro di poche ore. Successo pieno. Lectio magistralis.
    ad antonio dico:
    chenfatti pure ammiocuggino janno dato er daspo peccorpe non sue, ma lui ce va nincognito uguale.

  100. Tutti voi che criticate questo post fate cacare, siete la rovina dei nostri tempi.
    Vi meritate questo calcio, questa Italia, la pochezza della vostra vita, affidata alla gioia inutile, effimera e connivente di un risultato calcistico, vi meritate di essere presi per il culo, di essere usati, spremuti e traditi e di fare altrettanto con il vostro prossimo
    Vi hanno dato il calcio, un po di fregna in Tv e la pizza surgelata e vi sentite al centro dell’attenzione, appagati e risolti
    Fate pure, della vostra vita fate pure, se non fosse che voi siete la massa di coglioni che trascinano tutti gli altri in quest’epoca di ignoranza, populismo, stasi e volgarità
    Vi direi emigrate e lasciateci questo paese che potrebbe essere meraviglioso ma non saprei dove mandarvi visto che non esiste un paese dove i vostri “valori” sono così ufficialmente radicati come in questa Italia azzoppata
    Chiedo scusa alla blogger per l’impeto di questo mio post

  101. La perdita dell’Italia mi è dispiaciuta molto, ma le osservazioni dell’articolo sono vere , non so se serviranno a cambiare strada al nostro calcio. Ricominciamo dalle scuole calcio con l’educazione allo sport , vita sana , alimentazione, gioco e non la raccomandazione e il futuro milionario.

  102. sono quasi pienamente d’accordo con te,su alcuni punti nn totalmente, ma ok. ora vogliamo aprire una parentesi su quest’eroe “nazionale” deceduto perche’ andava ad una partita? questo e’ anche lo schifo del calcio che trasforma le cose i fatti e le persone, ed intanto l’italiano medio e’ sempre di piu’ spremuto!!!!e qui mi fermo anche se non vorrei

  103. Ho letto il post, ma solo alcuni commenti. Mi permetto di dire due cose:

    1. La vera sconfitta/delusione sarà per il Brasile e sopratutto i brasiliani, nel caso in cui la loro squadra vinca questi mondiali. Non seguo gli sport ma mi sento di dire che tale vittoria – se non strategica – sarebbe quanto meno “troppo giusta”. Il Paese che aveva trovato la forza di reagire protestando contro gli sprechi e la corruzione (ma anche contro tante altre cose che da qui non possiamo né vedere né immaginare), sarà magicamente drogato – più di quanto accada in Italia – dall’euforia della vittoria, e tutti dimenticheranno le proteste e ancora più in fretta i motivi che le hanno mosse. Panorama dell’informazione globale, ovviamente, compreso.

    Per questo mi sembra che le vittorie e le sconfitte sportive possano effettivamente deviare il corso degli eventi, se non altro la percezione che si ha di essi. Non sempre per il meglio, però.

    2. Mi piace pensare che quando la squadra italiana gioca, in campo ci siano loro – i giocatori – e non “noi italiani”. Vale per tutti gli sport. Gli sportivi in qualche modo ci rappresentano, ma non ci sostituiscono. Sono bravi e preparati, ma non lo siamo tutti e non mi sembra che la loro preparazione/talento dipenda dal paese in cui nascono, crescono, vivono e si allenano.

  104. Aggiungo, sempre in scia all’analisi politica, sociale e sportiva dell’articolo, e premettendo che anche a me vengono malinconie su un passato non necessariamente bello, ma che lo diventa con gli occhi della memoria e della gioventù, che la chiosa fa riflettere: una volta si gioiva, era giusto e divertente farlo, per l’Italia ai mondiali. Ora no. Per questa Italia no.
    Bene. Deduco che fosse moralmente fantastico gioire nel 2006 per un mondiale vinto, in piena estate calciopoli, con Mastella che un minuto dopo il trionfo proponeva amnistia per tutti, corrotti e corruttori. Oppure, per l’Italia dell’82, quella figlia del primo enorme calcio scommesse, che ebbe in Rossi, appena rientrato da una squalifica di 2 anni, il suo eroe. Un’Italia che mediamente, e parlo di normalissimi cittadini, credo fosse migliore, più genuina e onesta, ma che veniva da 10 anni di terrorismo, entrava nel craxismo spinto, nelle tangenti e, mi si perdoni il “campanilismo”, due anni prima piangeva oltre 80 morti alla stazione di Bologna per l’ennesima strage di stato. Quelle erano Italie degne di commozione e gioia, di tifo e senso patriottico. Questa no. Ne prendo atto. E mi tengo volentieri un po’ di stupido, semplicistico, retorico, borghese sentimento da tifoso, se l’alternativa è dover per forza sostenere posizioni tanto “diverse”, radicali, da risultare ancor più scontate.
    Ma tanto chic.

  105. Michele ti serve il divertissement? guardati gara sei scudetto Siena-Milano e lascia stare uno sport stupido e insulso come il calcio!

  106. Quanto siete esagerati,possibile che ogni cosa la dovete ricondurre alla politica e ai soldi ?i calciatori guadagnano molto,ok,e’ cosi in ogni stato,c ‘e’ un gran giro di soldi,e tanti lavoratori dietro questo sport,quindi invece di lamentarvi di continuo,godetevi almeno i momenti di divertimento della vita

  107. Giovanna ti stimo!

  108. Su quella degli stranieri sottoscrivo, la vergogna è che ormai anche il campionato primavera è pieno di calciatori stranieri

  109. Giova’, sono tutto con te!
    1) tutte cose giuste, hai detto
    2) in Italia ci vuole vero coraggio a dire quelle cose (da livello notorietà 0 a livello 100)
    3) sei stata proprio grande e non ti curerai, lo so, di tutti quelli che spaccano il capello in quattro per dimostrare che si puo’ sempre dimostrare che qualsiasi cosa detta è sbagliata. E’ il loro modo di giocare a chi ce l’ha più lungo.

  110. L’ha ribloggato su Giuse Iannelloe ha commentato:
    Anch’io trovo giusto che l’Italia abbia perso, ma un po’ mi dispiace.

  111. Perché sapevo già che l’Italia avrebbe perso? Perché ormai i calciatori che vengono scelti per giocare in nome del nostro Paese sono solo degli strapagati inutili ragazzini che non fanno nulla per meritarsi i soldi che prendono. Perché non me ne frega niente che l’Italia abbia perso? Perché già da anni non vale nulla la squadra italiana e perché il calcio mercato (quello delle scommesse clandestine) la fa da padrona più di 20 anni fa.

    Ormai non guardo più nemmeno i mondiali di calcio, per questi motivi e quelli che continuano a dire che sarebbe stato bello vincere proprio perché in un momento come questo di grande difficoltà economica e sociale, ci avrebbe dato la forza di reagire, denota la stupidità infantile italiana legata a questo sport.

    interessatevi di più di quello che accade al mondo e meno di queste stronzate, forse allora ce la faremo. Altrimenti sappiate che con gente come voi siamo già rovinati!!!! Ottimo post con il quale mi trovo perfettamente d’accordo..

  112. Brava, condivido tutto. Questa Italia troppo distratta dalle stupidaggini, troppo vuota, senza etica nè morale, ha soltato il calcio come ultima scappatoia. Tolta questa non ci sono più scuse. E basta con questi calciatori viziati e supermilionari.

  113. Non sono un’appassionata di calcio ma…

    1- Come se solo il calcio italiano fosse corrotto;

    4- Quindi bisogna parlare solo ed esclusivamente di crisi economica, omicidi e problemi; nient’altro. Chi volesse respirare o sognare un attimino….al rogo!

    6-Dobbiamo quindi continuare a sentirci perdenti e stupidi. altro non si può fare.

  114. Che il calcio italiano sia corrotto hai perfettamente ragione. Forse è per questo che mio cugino non è stato mai chiamato a giocare in serie A!

  115. Francamente della nazionale me ne frega poco.
    Del calcio corrotto men che meno.

    Ma vedere 100 e passa commenti su un articolo del genere
    vedere che la gente si scalda quando si parla di nazionale e non delle atrocità quotidiane
    leggere “chi è contento del fatto che la propria nazionale abbia perso non è una bella persona” [maddeché!? perché se perde essere contenti della perdita dell’Uruguay sarebbe stato bello, invece?]

    mi fa cascare le braccia.

    che tristezza.

  116. posso capire il tuo pensiero…però per me che son sportivo vedere casa mai affollata di amici ieri sera eravamo in 15 qui….emozioni brividi e gioie nelle varie partite sono tutti sentimenti che si provano in questi casi…la politica a noi non ci interessa…interessa stare insieme sperare e far festa insieme…e penso che questo sia il rammarico piu grande del fatto che l’Italia è uscita…pensa che ora stiam cercando di mettere ai voti su che nazionale puntare per continuare a trovarsi ma sicuramente le emozioni non saranno le stess

  117. messaggio censurato..parole parole parole…complimenti!!
    che tristezza….

  118. Complimenti prof. Se l’obiettivo era ottenere risonanza “sociale” ci è riuscita appieno. Per la prima volta ho visto un suo post condiviso su Facebook da una persona che sicuramente prima di oggi non la conosceva. Come al solito scaltrissima a sfruttare i “nuovi media” e questa volta ancora più brava visto che ha ottenuto un immediato ritorno in termine di notorietà seppur negativa. Non bastava pontificare di comunicazione politica senza mai aver curato una campagna elettorale, adesso urgeva l’intervento in campo calcistico pur non essendo Federico Buffa. Ma in fondo, come disse Oscar Wilde: “non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.

  119. Cara Giovanna mi complimento innanzitutto per le doti di preveggenza: se qui, se la, se su e se giù….. Grazie. D’altra parte è così disdicevole una nazionale italiana che per la prima volta e per precisa volontà si “apre” all’esterno, si da un codice etico, si fa multi-etnica, abbandona un gioco utilitaristico cercando il risultato in maniere propositiva, è sensibile al sociale e si fa piacere e stimare all’estero quanto la personalità della sua (ex) guida tecnica, il Signor Prandelli. D’altra parte, ma che noia questi assembramenti di ragazzi e ragazze nei bar e nelle piazze, che si abbracciano, urlano, si colorano la faccia, i bambini con le magliette e palloncini azzurri, suvvia! Le grigliate, le birrate, le rimpatriate tra amici nella case e nei giardini, che scempio! Il popolo deve pensare alla crisi palestinese ogni minuto, ai propri politici ogni secondo, alla situazione economica ogni istante, alle crisi umanitarie, e che diamine! Sarebbe bene e logico invece, che chi non ha, non “soffra” direi, una data passione, abbia l’intelligenza di non parlarne. Lei sa per chi NON ha la passione della musica, ad esempio, cosa sia un concerto dal vivo in una piazza? Traffico appesantito, difficoltà di parcheggio, assembramento insopportabile di gente, di giovani (!), sporcizia del giorno dopo e quant’altro… “invece di pensare all’economia, ai politici… ecc. e che diamine.” C’è chi guarda il dito e c’è chi guarda la luna. E i giocatori di altre nazioni, di Paesi considerati sempre e comunque più degni del Nostro, che lei sappia, guadagnano meno e sono più umili e sportivi dei nostri, comprendendo anche quello milionario che ha preso a morsi un nostro giocatore? E gli arbitri, lei dice che subiscono il condizionamento della grande tradizione calcistica italiana ai mondiali, o ci trattano sempre come immigrati pezzenti, sbagliando quando serve (agli altri), per la pena dei nostri connazionali all’estero e la gioia dei radical in patria? Lei dice, donna e lo ammette (???), che esultava e riusciva ad emozionarsi per la nazionale italiana ma “oggi non più”. A quale si riferisce, a quella uscita dal toto-nero Campione 82 o quella uscita da Calciopoli Campione 2006? E’ molto probabile che, NON avendo mai avuto in animo per davvero la passione del gioco del calcio, Lei non esulti più perché sta invecchiando, perché ha meno occasioni di incontro e poco entusiasmo nel condividere un’esaltazione, una grande bugia, un evento popolare, non riesce più a sopportare la bellezza dell’effimero. E fin qui, siamo in un paese libero, ognuno dice la sua e soprattutto fa quel che può. Però c’è un limite, titolare ‘”sollevata” che l’Italia abbia perso’ sarebbe stato più rispettoso ed educato nei confronti di chi, suo malgrado, vive una tensione viscerale nei pre-partita e durante, per pura passione, in eventi intensi (un mese) e straordinari (quadriennali) come questo. Scrivere “felice” “che l’Italia abbia perso” é un po’ da stronzi Signora Giovanna.

  120. Ci godo anche io! 😀

  121. Innanzi tutto complimenti per l’articolo.
    Condivido in pieno, solo che ora dopo aver letto I commenti spero che l’Italia del calcio non si qualifichi nemmeno per la coppa del nonno nel futuro prossimo,..anzi che magari che il calcio in Italia implodesse in un enome “flup” facendo sparire con se giocatori, allenatori e tifosi.. tanti tifosi per favore… cosi’ in una botta ci liberiamo del circo e dei suoi pagliacci di spettatori ..e magari rimane piu’ pane per chi il cervello lo usa.

  122. Theo Sava Andrea Pitto
    12 giugno alle ore 13.00

    CALCIO ISTITUZIONALIZZATO
    ll degrado psicologico, sociale-politico, ideologico, sta per esprimersi nuovamente. Tra qualche ora i 22 milio-miliardari di turno rincorreranno il santo pallone e molti ottusi spettatori favoriranno con il loro trito e ritrito tifo da strapazzo un settore dell’economia che, in barba a qualsiasi necessità sociale, porta avanti i suoi sporchi interessi di casta. Trovo che ci sia una certa analogia con quanti (esempio italiano) sostenevano (e sostengono) un certo malfamato personaggio, adesso giudicato colpevole di…”furto”. Lo sostenevano nonostante tutto, così come molti adesso si appassioneranno al mondo del calcio, efferato, stupido, redditizio, cinico, prodotto di una società aberrante, fondata sul lusso, la ricchezza smodata, la bellezza prezzolata, sfruttata e naturalmente su un sistema politico ed economico corrotto, costruito ancora sull’estorsione e, vorrei ripetermi, sullo sfruttamento del lavoro (quando c’è) e la creduloneria dei poveri multifrustrati rappresentanti del cosiddetto popolo. “Popolani” che rammenteranno nelle loro ignoranti menti sclerotizzate, il sentimento della nazionalità (o faranno finta perchè intanto aumenta l’adrenalina), di per sè altro desueto orpello di un sistema iniquo e degradato, ritornando al primo sostantivo di questa nota. Quanto mi spiace aver colpito il vostro ardore calcistico! Sono davvero spiaciuto, sì! Forza ai vostri gridolini di entusiasmo nell’ovattato gregge raccolto davanti al televisore. Tutti uniti appassionatamente all’insegna del… nulla. segue (se ne ho voglia) dopo gli eventuali interventi degli incazzosi commentatori.

  123. Cavalcare la sconfitta non è molto meglio.

  124. dare al calcio tutto questo peso politico e’ semplicemente da idioti! Ya Basta!

  125. Purtroppo il rincoglionimento dell’opinione pubblica é un risultato ormai acquisito e non sarà la mesta figura della nazionale di calcio a risvegliarla.
    Mi chiedo se tiri un sospiro di sollievo ogni volta che finisce una puntata di uomini e donne o che si scopre l’assassino di yara &co (armi di distrazione di massa al pari del calcio), o se ti indigni anche per gli stipendi dei golfisti o degli attori o di un benigni o celentano qualsiasi.

  126. RIPENSANDOCI è stato un bene che l’Italia abbia perso ieri ai mondiali. SE avesse pareggiato 0-0… Tutti avrebbero scritto che siamo dei fenomeni, dei geniali machiavellici, dei furbetti del quartierino, degli allievi di Frossi e poi avremmo perso la prossima senza intervenire sui difetti del calcio italiano.
    stefano.bacchelli1@libero.it

  127. Un’altra maestrina dalla penna rossa. Che moralismo banale e datato. Profumo di muffa!!

  128. Dei campionati mondiali di Hockey 2014 all’ Aja ne ha parlato nessuno? http://www.rabobankhockeyworldcup2014.com

  129. Pazzesco, mai visto tanto accanimento negativo su temi davvero seri e importanti.
    Forse la passione calcistica in Italia non tira fuori il meglio dalle persone.
    Anche – e non solo – per questo, è un grandissimo e coraggiosissimo post.
    Geniale Giovanna!

  130. Speravo, evidentemente sbagliando, che 40 anni fa il sublime sarcasmo fantozziano sulla Corazzata Potemkin avesse messo in riga tutti. Il “gregge”, come leggo, dei calciofili, e l’élite snob e autoreferenziale da cineforum con dibattito, che sa rendersi altrettanto ridicola. Appartengo, senza vergogna né particolare orgoglio patrio, al gregge. Un gregge variegato, che con molta dabbenaggine radical chic si vuole credere formato da pecore inconsapevoli, socialmente disimpegnate, codine e qualunquiste, dei Fantozzi, appunto. Insensibili ai problemi veri, del Paese o privati, accecati dal tifo, indifferenti alle tante iniquità del mondo pallonaro. In quel gregge invece, conosco migliaia di persone attive di intelletto e impegno, consapevoli della propria debolezza chiamata passione, che prima e dopo la partita per cui si emozionano tornano a occuparsi della vita reale, e sanno perfettamente distinguere il limite, la differenza, tra gioia e dolore da tifoso e l’ignobile circo che il calcio alimenta., qui come in tutto il mondo. Persone dotate di coscienza civica, civile, politica, di cultura. E non a caso, sono migliaia anche gli intellettuali, gli artisti, che la malattia del pallone hanno sinceramente ammesso di averla contratta senza alcuna ricerca di cura, anzi sublimandola in opere letterarie o altre forme di espressione.
    E conosco anche, visto che oltre a dover lavorare, pensare al mutuo, ai problemi del Paese, salvo 90 minuti ogni 4 anni, ho avuto la fortuna di scrivere, pubblicare, frequentare presentazioni, kermesse culturali, eccetera, coloro che, spesso solo per posa, e ancor più spesso grazie a dinamiche di compromesso e vipperia non dissimili a quelle di altre realtà di questo Paese poco serio, hanno un atteggiamento identico a quanto leggo sopra. Una pletora di “faccio cose vedo gente” di morettiana memoria, che, infestando contesti accademici, saloni del libro, festival culturali, salotti bene, giudicano la presunta massa dall’alto, e poco importa cosa sia, questa massa. Non importa se in quella massa c’è gente che vale, merita, si impegna molto più di loro, e con modestia ammette le proprie debolezze. Distinguersi, autoproclamarsi diversi e bacchettare come poveri subumani coloro che vivono una passione plebea, è più importante. Quando non si ha molto da dire, tanto vale dirla grossa.
    Ma rimane a me incomprensibile il senso. Non è obbligatorio seguire i mondiali nè tifare Italia, nè volersi lordare col popolo bue che ogni 4 anni si concede una distrazione. Ma mi permetto un muggito di dissenso. Che senso ha, appunto, proclamarsi felice per una cosa “andata male” che si detesta? Non varrebbe la pena ignorarla? Si ha paura di non esistere se non ci si autodefinisce “contro”?
    Come dicevo, mi è capitato spesso e mi capitano certe frequentazioni. E pur facendomi ribrezzo, specie in ambito culturale, letterario, accademico, riscontrare le stesse dinamiche raramente meritocratiche presenti ovunque, anche nel calcio ovviamente, non mi sono mai augurato che il cinema, i libri, le mostre spariscano, facciano un flop dietro l’altro. Semplicemente spero di distinguere chi e cosa mi comunica emozioni e ritengo di valore, da parvenue, inspiegabili casi letterari che invece una spiegazione molto concreta, viscida e triste ce l’hanno, cinema di scarsissima qualità ma agganciato bene dove conta.
    E se mai non amassi queste cose, troverei una perdita di tempo pontificarci sopra, dare pubbliche lezioncine.
    Sia chiaro, non paragono una partita con Balotelli a espressioni certamente più alte della creatività umana. Ma non mi pare esistano analoghe crociate, o generalizzazioni così retoriche e banali, o addirittura auguri di disastro, quando, che so, esce un film mal interpretato da un attore stramiliardario e seguito da milioni di fans.

    Dopo di che, basta.
    Credo che oggi, chiunque abbia trovato qualche minuto per scrivere qui sopra, l’abbia fatto ritagliandoseli in una giornata, in una vita, con problemi, impegni, preoccupazioni. Alte o basse che siano, non credo dipendano da Suarez. E non credo abbiano bisogno di annoiate reprimende snob.

  131. Brava! Per tanti motivi. Condivido tutto e, come te, mi diverto da morire. Ti seguirò più assiduamente 🙂

  132. Anche io sono felice…non più traffico bloccato per ore e niente vuvuzele! Ve le inficherei nel sedere le vuvuzele e le farei suonare

  133. Sì e no.
    Io ho tirato un sospiro di sollievo perché questa squadra ha giocato malissimo e ha fatto di tutto per meritarsi la sconfitta. Ecco, una sconfitta meritata era quello che ci voleva, e devo dire che finora incredibilmente ho trovato più di un giornalista che non si è messo a dire che è-tutta-colpa-dell’arbritro-di-Balotelli-di-Prandelli, ma ha preso atto con distacco e onestà, che QUESTA squadra era mediocre, come probabilmente tutto il calcio italiano di adesso. Mi riferisco in particolare a un servizio di stasera in onda alla Rai.
    Sul fatto che l’Italia come altri paesi si nutra di calcio per la rinascita economica, e che questo ci accomuni ad altre democrazie immature, per carità è tutto vero, ma… penso che l’Italia ha iniziato a rinascere dopo il terrorismo con i mondiali dell’82, e altre democrazie non è che non abbiano sogni, semplicemente forse si nutrono meno di calcio. Gli USA sono usciti dalla Depressione guardando Shirley Temple al cinema.

  134. Tutti a dire “MoralistA!!1!!!1”
    Invece di stare a riflettere, invece di indignarvi per le vite che sono state sacrificate al Dio denaro in maniera così lugubre solo per una bella figura agli occhi dei media stranieri, invece di riflettere su quanto l’Italia ritrovi la sua unità come nazione (ma allora è davvero unita?) solo quando ci sono partite della nazionale, invece di agire come esseri pensanti, come persone consce dei problemi che ci attanagliano, ecco che fate voi la crocifissione a chi non è d’accordo con la vostra religione calcistica del cazzo. Tranquilli tenetevela, tenetevi questo modo di non pensare guardando l’equivalente con una palla del Wrestling. Contenti voi, basta che non rompete il cazzo a chi il cervello ce l’ha e chiede di più a questa Italia oltre a una squadra di calcio, se voi vi accontentate non devono farlo tutti.

  135. Perfetto ben detto…sono completamente d’accordo

  136. Pingback: Il piacere della sconfitta | Milocca - Milena Libera

  137. Quanto fa’ male la verita’ eh? In Italia e’ meglio non dirla mai…altrimenti sei un buffone, un criticone…divertimento?!!! Ma quando mai il calcio e’ stato un vero divertimento?? Forse 60 anni fa’…ci si ammazza per il calcio, c’e’ chi vive di solo calcio, devono separare i fans, e’ una guerra e non certo uno sport divertente…per tanti e’ una vera angoscia….e tutto e’ fatto per mantenere questa atmosfera…vi siete mai chiesti perche’, come nel tennis e nel football americano, la moviola di un’azione dubbia non e’ istantanea, li’, al momento, sul grande schermo, dove tutti possono vedere? Perche’ dopo? Quando e’ troppo tardi…quando crei l’ingiustizia…per chi ha pagato per vedere una cosa pulita…che schifo di sport!!! Ma come fate a farvi prendere per il c…cosi’?….ma si…continuate a criticare chi vi sbatte in faccia i fatti…e godetevi quell’Italia che vi meritate…dallo sport nazionale corrotto ai politici sporchi…ma non vi lamentate pero’!

  138. Il calcio è anche sogno,speranza,gioia.ora,donne o uomini che siate, provate a toglierci anche questo. Il mondiale poteva essere positività,desiderio di condividere.spiegamolo a bar,pizzerie e tutto l’indotto legato alla partita:io dico che molti non sono contenti!io mi sento italiano,voglio un calcio sano e amministratori onesti che certo non si otterranno con l’uscita, meritata da un mondiale. Saluti.Giuseppe saponaro

  139. finchè faremo questi discorsi, non cambieremo l’Italia, forse dovremmo cambiare prima ognuno di noi (rispettando tutto ciò che vive) forse allora lo sport avrà altri valori e la gente starà meglio……………………..ma è solo un UTOPIA

  140. Peccato Giovanna speravo rispondessi nel merito ad alcune questioni che ti vengono poste. Di certo parlando di calcio hai suscitato parecchia attenzione. Mi auguro che il tuo unico scopo non fosse quello……………………..

  141. Mi permetto aggiungere un motivo per cui sono contento che Brasile 2014 sia andata così: per tutti i cafoni che dopo la prima vittoria hanno festeggiato fino alle tre di notte come se fosse stata vinta una finale.

  142. CONDIVIDO OTTIMO COMMENTO.E AGGIUNGO PER L’ITALIANETTO CHE ASPETTA I MONDIALI O IL CALCIO,CHE SCENDE IN PIAZZA A ROMPERE , UNA VOLTA NELLA LORO VITA QUESTA UNIONE LO FACCIA PER FERMARE L’ITALIA ONGNI QUALVOLTA CHE LA POLITICA RUBBA E SPERPERA IL NOSTRO DENARO E SI FANNO LE LEGGI PER NON FINIRE IN GALERA.
    ALLORA SI SARO’ ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO E VORREI CHE L’ITALIA VINCESSE.

  143. In questo post noto 4 categorie di commentatori:
    -la femmina contro calcio a priori, perchè sono tutti ladri schifosi ecc.
    -il maschio pro calcio
    -la femmina maschiaccia (o solo con una passione),,pro calcio
    -il maschio snob che va controcorrente e cioè contro il calcio

    La categoria che preferisco è la terza 😀

    Detto ciò, una cosa che mi fa dannatamente incazzare è la considerazione del calcio come uno sport che DEVE essere snobbato e colpito ripetutamente. Perchè? Perchè ne parlano quotidiani, canali televisivi, siti web.. insomma è troppo celebre e pacchiano.

    Ma è colpa sua se è riuscito ad affascinare la gente più di ogni altro sport? Dico questo perchè molti commenti sono intrisi di questa teoria, anche se non lo dicono esplicitamente.

    Poi rispondo a quelle persone che dicono di essere felici perchè sono passate Costa Rica e Uruguay, sulla prima vi posso dar anche ragione, ma voi pensate veramente che calciatori uruguaiani come Cavani, Suarez, Muslera. Caceres oppure Forlan guadagnino di meno dei nostri? Cavani che è stato ingaggiato dal Psg con uno stipendio da pezzente, qualcosina come 10 milioni di euro. Aahahahaha no sul serio, AHAHAHAHHAH.

  144. .. eh gia, 3 o 4 partite di calcio ogni 4 anni sono davvero una grande distrazione, per un popolo che invece, senon era per i mondiali, sarebbe stato un campione di impegno civico. Il calcio poi é davvero un mezzo di controllo e distrazione sociale, non come I blog o facebook, che ce li portiamo in tasca 365 giorni l’anno.. non si tratta di essere donna, si tratta che sei una frustrata e ti rifai con la morale a basso costo per avere 15 minuti di notorietà e 4 commenti… li hai avuti, puoi andare a comprarti le scarpe da 200 euro..

  145. Italiano. Sentirsi Italiano. Mi ripeto la formuletta in testa . Mentre giro il Paese su e giù per lavoro , almeno quello che è rimasto da fare. Me lo ripeto mentre guardo Italiani che rallentano solo prima degli autovelox o dei tutor autostradali ( dando esempio di quanto ne hanno assimilato il funzionamento ) . Li guardo mentre in corsia centrale tengo i 120km/h , superarmi a destra perchè hanno fretta , loro. Li osservo negli autogrill dove ordinano caffè senza ” grazie ” e “prego” a chi lavora dall’altra parte del bancone . Osservo i laghi di piscio attorno ai water , le strisciate di merda dentro ; tanto qualcuno che pulisce ci penserà. Li ascolto quando mi chiedono di gonfiare i prezzi , dare materiale in nero o per entrare in qualche gara d’appalto con sottintesi nemmeno tanto sotto , chiedermi qualcosa per loro ( un viaggettino , una bustina , una donnina , tutto assieme ). Li vedo fermi ai semafori con il povero Cristo d’Africa di turno che elemosina . Quello che gli poggia la mano al vetro con fare petulante e dentro l’abitacolo colli rigidi danno gas per allungare di qualche metro , nemmeno guardare in faccia . Che non costa niente. Li vedo tramutarsi in CT durante i Mondiali , Ministri dell’Interno dopo l’ennesimo gommone di morti , Presidenti del Consiglio alla vigilia di qualche DDL fresco di approvazione. Grandi discorsi con lo spritz in mano , tornando a casa grattandosi il culo davanti alla vetrina con l’ultimo smartphone , con occhio bovino. Li sento sentenziare tra le pareti ed i sedili dei Freccia Rossa a proposito di gay e lesbiche con battute da caserma . Ma persino le caserme non ci sono più. Guardare il culo di una ragazza , dandosi un colpetto di gomito ed un commento banale come il caffè nel latte. Li osservo all’estero , in un inglese incomprensibile , metri di misura di casa propria , sforzarsi di capire usi e culture diverse per poi lasciar perdere e tornare ai propri schemi nazional-popolari . Pitturarsi la faccia per una partita di calcio , vivendo un successo in terza persona come fosse il proprio . Evitare con cura librerie , quotidiani , mostre d’arte , concerti che non siano di Vasco Rossi o i Modà. Guardarti come fossi un pazzo , se dici che ti sei fatto fare una vasectomia.

    Essere Italiano. Sentirsi Italiano. Non ci siamo proprio. E’ come chiedere ad una mela di essere mangiata per chicchi.
    A conti fatti più che ad eliminare la Nazionale dai Mondiali , auspicherei l’eliminazione di questa parte d’Italia .

  146. È fantastico rileggersi articolo e commenti. Perché, in contraddizione netta con il senso madre di tutto questo, emerge che la sopravvalutazione del calcio, che offusca le menti semplici coprendo i reali problemi dell’Italia, che rappresenta il peggio del Paese, o addirittura una pericolosa deriva figlia dei tempi e, nel caso di una nostra vittoria, avrebbe impedito il cambiamento, è tutta di coloro che mostrano compiacimento per l’eliminazione, che solidarizzano con la retorica non originalissima dell’autrice, che impalano con livore alle loro imperdonabili colpe quelli che speravano di vedere vincere la nazionale. Di contro, leggo invece commenti quasi unanimemente ironici, disincantati, molto più centrati, formati, distaccati e consapevoli dei problemi del Paese, della sua storia, degli squallori del calcio, da parte di chi ha seguito la partita, ha sperato e si è concesso un po’ di amarezza e delusione, ritornando poi, presumo, alla propri vita, a quei problemi, a quel disincanto.
    In sostanza, sono molto sorpreso, ma anche compiaciuto, che le posizioni ultras, vagamente dittatoriali e da piedistallo etico, siano sostenute con veemenza da chi pensa di distinguersi dalla massa, di essere più “serio” perché non si concede un’ora e mezza di stupido svago, da chi pensa di “non farsi fregare” dalla logica “panem et circenses” di cui accusa gli altri, ma così facendo dimostra il contrario.
    E mentre i pecoroni del football che mi tengono qui sopra larga compagnia, hanno già decantato la delusione e sono tornati alle loro vite che credo siano molto più consapevoli, attive, e socialmente coscienti di come le si dipinge, i soldati semplici della retorica di seconda e terza mano non hanno ancora digerito l’eliminazione, non basta loro, schiumano ancora rabbia.
    Nella certezza che poi gli passi, attendo di vederli nelle strade, nelle piazze, nelle sedi più opportune, ovvero dove vedo quelli che seguono ANCHE il calcio a dare battaglia attiva sui problemi del Paese. L’occasione è unica. Il gol di Godin ci ha evitato la catastrofe è liberato da impegni, su, non restate ancorati alla tastiera della morale. Agite.
    Io è qualche milione di pecore risponderemo presenti, che senza balotelli non abbiamo più un cazzo da fare per 4 anni.

  147. …CHIARO, COINCISO E BENE ESPOSTO! “sacrosanto direi!….

  148. concordo, aggiungo che ho uno strano sentore…è già successo agli inizi del secolo scorso, quando l’ incertezza era dilagante e ci fu una persona che decise di prendere una posizione netta – nn credo nei salvatori della patria , nemmeno nei personaggi “tutto bene, ce la faremo”, ecc..
    non vedo l’ ora che avvenga quello per il quale ‘ho il sentore’.. sono stanco di far parte della categoria delle persone ‘colpite a prescindere’
    un detto dice: attenti all’ ira del buono.. basta. basta. basta.
    stiamo rovinando il Bel Paese, ormai da troppo tempo.
    nn siamo più in grado di distinguere il buono dal cattivo, il bello dal brutto, REAGIAMO, CASPITA!

  149. già non ce l’abbiamo, un c*** da fare, se stiamo qui a fare salire il numero dei commenti.

  150. Complimenti a Cosenza Giovanna.
    Un invito alla riflessione e a una presa di coscienza, si spera definitiva: se con questo post scritto a mo’ di temino sociologico da terza media hai ottenuto il tuo record storico di commenti a un singolo articolo è la conclusiva prova del nove sul fatto che sia facilissimo fare numeri. A questo punto la domanda che dovresti farti è: perché continuare a credere di avere dei meriti (qualitativi) sui numeri ossessivamente citati a fianco pagina, con le visite uniche giornaliere dal 2007, con i like di facebook, i followers iscritti alla newsletter. È patetico. Puoi fare anche di meglio, ovvero di peggio, in termini numerici. Ma non osare raccontarti che tutto ciò abbia una funzione sociale diversa dall’infimo marketing di se stessi da cui ritieni di dissociarti prendendone le distanze con la scusa dello studio di un fenomeno.
    E poi parli di haters solo perché hai fomentato l’orda dei commentatori subdotati perfettamente accordati sulla stonatura di un post altrettanto subdotato.

  151. in tutta sicerità? Non condivido una sillaba di quanto hai scritto, ma sono per la libertà di espressione di pensiero (anche se NON viviamo in un paese libero!)
    Il tuo post è colmo di facili ipocrisie, inutili moralismi, insomma LA SOLITA STERILE POLEMICA di quella tanto bistrattata Italia, di cui nessuno sa cogliere l’inestimabile ricchezza, il valore immateriale intrinseco nella stessa aria che respiriamo, nel suo patrimonio materiale e immateriale….
    Condivido ogni parola invece del mitico Paolo Alberti che ti commenta sopra, che con sottile ironica penna (metaforica) ha espresso la dovuta analisi dell’ennesimo commento radicalchic di cui ne ho ben le scatole piene.
    Se ti soffermassi un po’ oltre al tuo nasino coglieresti anche tu quello che vuole esprimere..
    Facile boicottare le partite dei mondiali… ma devi essere coerente. Niente più cinema con strapagati attori, niente più tv con strapagate showgirls, niente più multinazionali milionario… ecc..
    Leggere che avrai più persone che ti seguiranno, conferma il qualunquismo italianota che tu critichi tanto, ma di cui ti sei assunta a paladina, conquistando il podio con questo post banale, di contenuti e forma.
    Cosa aspetti a scendere in piazza, quindi? Sappi che io sono già giù che ti aspetto, e che mi sto muovendo per fare qualcosa in questo paese…
    Una buona giornata

  152. L’ha ribloggato su ilblogdive ha commentato:
    Uno spunto di riflessione non indifferente!

  153. Credo che il commento non sia stato capito: la redattrice non intendeva essere polemica o radical chic o moralista. Voleva semplicemente puntualizzare che spesso i Mondiali di calcio ci fanno perdere di vista i problemi reali o semplicemente ci narcotizzano al punto da non vedere la realtà e da farci abbindolare. Era uno spunto per aumentare la nostra capacità critica. Ci stimolava a pensare….. Per quanto mi riguarda, io , che non amo il calcio, cominciavo a stufarmi di tutti questi commenti in Tv, di tutto questo ORGASMO COLLETTIVO, di questa monopolizzazione dei media. …Per quanti giorni ancora vivere di questa solfa? A tutto c’è un limite di sopportazione, credo.

  154. Il calcio è ed è sempre stato una grande panacea per tutti i problemi non solo per gli italiani ma per tutti quei paesi in cui rappresenta lo sport nazionale. Lo era quando i giocatori erano pagati un po’ meno (comunque sempre tanto rispetto ad un operaio o un impiegato, anche gli eroi di Spagna ’82, o Messico ’70), lo è oggi che sono strapagati tanto quanto quelli di tutte le altre nazionali. Per fare un esempio, i giocatori del Camerun (sì, i leoni d’Africa e non Cassano e Balotelli) hanno minacciato un mese fa di non partire per il Brasile se non avessero ricevuto in anticipo il premio partecipazione ai Mondiali. Tutto il mondo è paese, compreso il Continente Nero. Se ce la prendiamo col fatto che nel calcio girano troppo soldi, smettiamo semplicemente di guardare TUTTO il calcio e che la Nazionale vinca o perda a quel punto non fa differenza. Non esiste neanche un “prima si stava meglio”, perché questo sport ha sempre smosso interessi di ogni genere, da politici (Italia negli anni 30, Argentina 78) ad economici. Così come quelli che vanno in campo, strapagati oggi, ma anche un tempo, a volte lottano, a volte vincono e a volte perdono, a volte piangono. Non penso che le lacrime dei vari Baggio e Baresi nel ‘94, ma anche di Balotelli e Pirlo (due anni fa, nella finale europea) fossero lacrime di coccodrillo preparate a tavolino. O magari pagate da qualche sponsor. C’è sempre una componente umana negli sportivi che tendiamo sistematicamente a rimuovere, perché crediamo che tutti i soldi che pigliano li rendano in qualche modo lontani dalla realtà e distaccati da una sconfitta. Non è così. Il calcio è strapagato, ma questo probabilmente non potremo cambiarlo mai (o forse solo un po’ moderarlo) e se vogliamo continuare a seguirlo, occorre farlo a queste regole.
    Anche il cinema americano è fatto di attori strapagati (ben più dei calciatori), ma continuiamo ad andare al cinema e a vedere le ultime performance di Brad Pitt, Johnny Depp o Julia Roberts. E magari ad emozionarci per i loro film. E se ne fanno uno brutto, come ne hanno fatti, seguendo questo ragionamento bisognerebbe fare invettive all’intero sistema cinematografico.
    L’intrattenimento paga sempre (e paga bene), soprattutto per chi lo fa.

  155. Alessandro Zerbinato

    Lei signora sarà anche italiana mentre io sono veneto ma concordo appieno con le sue riflessioni.

    Aggiungo che da noi di tridolori esposti se ne vedono fortunatamente sempre meno e speriamo riuscire presto nell’impresa di cacciare l’Italia dal Veneto favorendo così la liberazione anche del resto della penisola

  156. Mi dica un settore non corrotto. Dunque dobbiamo tifare contro tutto? Sono italiano ma vivo in Brasile da anni. Quando ho vizio il calendario a dicembre 2013 ho capito che volevano disfarsi dell Italia. Dopo una partita inaugurale nel forno di Manaus, in pena foresta amazzonica, due partite alle 13 nel caldissimo nord est. A nessuna altra selezione è stato pianificato un calendario tanto distruttivo. Nello stesso giorno in cui l Italia doveva giocare alle 13 in una città molto piu fredda si giocava alle 19. Non so se è stato fatto apposta o gli orari sono stati decisi dalle tv per mostrare le partite alle 18 anzichè a mezzanotte. Infatti l Italia è riuscuta a vincere solo la prima partita.

  157. L’ha ribloggato su Amolanoia.

  158. Virtuosi dell’apodittica, dotti medici e sapienti che elucubrano dai loro castelli di avorio, giganti del pensiero, artisti del qualunquismo, depositari del sapere, collezionisti di vuoti a perdere mentali, opinionisti dell’ultima ora, appioppiatori incalliti di significati inutili, missionari della morale, salotti buoni dell’intellighenzia : ogni paese ha quel che si merita, l’Italia ha voi.

  159. Cara la mia TERESA, se per te media vuol dire televisione… vorrei lanciarti una super notizia: esiste anche internet.
    La Televisione, poi, ha qualche canale in più oltre all’1 e al 5, quindi… liberissima di guardarti il canale 23, il 51 o il 56. Se davvero pensiamo che basta una serie di partite per imbambolarci, vuol dire che siamo proprio alla frutta.
    Dovreste smetterla di avere così poca fiducia nei nostri connazionali, non sono questi 90 minuti in cui non pensiamo a Tangentopoli varie a rovinare l’Italia.. anzi, magari accendono una fiammella di patriottismo sano…
    Eh, già. Viaggio tantissimo, e ho a che fare con tanti stranieri, ciò che li accomuna e che li rende più forti è l’amore incondizionato verso la loro patria.. la visione unitaria di un bene collettivo. Anche nel resto del mondo si guardava ai mondiali, e anche il resto del mondo ha i suoi problemi, che, mi ripeto, non devono per forza essere risolti in questi novanta minuti di svago.
    Invece di criticare la televisione e gli italiani, quella televisione spegnetela, o cercate un’informazione più libera, che in Italia non è minimamente concessa!

  160. A mio parere l’articolo ha ottenuto ciò per cui è stato scritto, per il resto ricordo ai calciofili che la FIGC prende dal coni 450 milioni di soldi pubblici, e altri dal preposto ministero, che abbiamo in essere il decreto spalma debiti per cui i soldi pubblici vanno a parare i passivi dei club, più il decreto salvacalcio che permette lo sconto fiscale, ora che il calcio sia meritocratico forse era vero fino agli anni 70, se no un Balottelli non si capirebbe, seconda cosa visto che vengono coinvolti soldi pubblici forse è il caso di rivedere tutte le spese, calcolate che oltre i soldi succitati, gli sconti fiscali i decreti ecc., vengono spesi soldi pubblici per celerini, carabinieri, tutti i week end, più i servizi e le menutenzione dei parcheggi terreni, viabilità, allacciamenti ecc che i comuni forniscono gratuitamente od in convenzione, si tratta alla fine della fiera di svariati milioni di euro, centinaia sul suolo nazionale, quindi informatevi prima di dire che il calcio è privato e vengono pagati dalle pubblicità e dagli sponsor, non parliamo delle false fatture di eventi e quant’altro e la magistratura nicchia perchè se agli italioti togli il calcio, forse qualche casino lo combinano, è ora di guardarsi in faccia e cominciare a fare le cose bene e seriamente calcio o non calcio che sia, tifosi o non tifosi, ci stanno levando tutto, sovranità popolare, soldi, casa, lavoro, siamo gli unici al mondo che utilizzano navi da guerra per importare le truppe di invasione del “nemico” passatemi il termine, stiamo diventando terra di nessuno, ammortizzatore tra l’Africa e l’europa del nord, non siamo più ne tutelati ne rappresentati, ed il calcio purtroppo che piaccia o no ne è uno spaccato e viene usato per intorpidire gli italioti, è sempre stato così fin dai tempi dell’impero romano, quindi ribadisco l’articolo che piaccia o no qualunquista o no, snob o no ha raggiutno l’obiettivo di innescare una discussione un confronto, io non ho la verità in tasca , ma leggo molti più luoghi comuni nelle risposte dei calciofili che nel post che le ha provocate.

  161. io dico solo che questa nazionale è stata fatta per far piacere ad un certo gruppo (juventus).prandelli non hà convocato diversi giocatori molto validi ed invece hà convocato cassano,pirlo marchisio buffon chiellini motta,ci mancava gattuso e poi eravamo apposto….
    comunque per me il calcio è l’oppio dei popoli e si vede benissimo,fuoco e fiamme e morti per una partita,mà possono aumentare le tasse e portare 1kg di pane a100euro e hai tifosi non gli e ne può fregà de meno…

  162. Tutto vero, tutto sensato. Ma sono sicura che la prima ragione di quello scrivi è la prima che non hai ammesso: lo snobismo. Il calcio è una cosa contorta per via di tutti i suoi scandali, ciononostante tutti i suoi problemi -annessi e connessi anche alla nostra ributtante politica in vena di strumentalizzazioni e alla nostra opinione pubblica pecorona – permangono sia che accogli la sconfitta dell’Italia con mestizia sia che te ne compiaci. Capisco che tu cerchi di prendere le distanze da questo sporco mondo corrotto di entusiasmi gonfiati, ma in questo modo deridi sopratutto la passione che milioni di persone hanno per questo sport. Sarà una passione ridicola, ma meritevole persino di rispetto, sopratutto di comprensione… Perché tutti – credimi – vogliamo un calcio autentico e pulito. E le condanne in toto come le tue (anch’esse una moda, legata al nostro declino come paese) sono dannose perché – sotto sotto – è solo un altro chicco di menefreghismo.

    Niente di personale, ero d’accordo su tutto l’articolo tranne sul fatto di esserne contenti.

  163. Mah, questa storia che volevano difarsi dell’Italia mi lascia perplessa…se l’italia perde, la squadra avversaria vince. Per questa le condizioni climatiche sono evidentemente differenti.

  164. Meno male che ha peso ed è fuori, soldi risparmiati per l’Italia, gli aggiungerei di pagarsi loro i 5 milioni di spese avute!! Che tanto ricadranno su noi…sport rispettato ma se fosse veramente un gioco, non un mangia su tutto…da parte di tutti…

  165. Non mi dá fastidio, né vivo come mio problema, se il post iniziale abbia ottenuto una visibilità record grazie ai numerosissimi interventi. Semmai, qualche domanda dovrebbe porsela chi desta tale e tanta attenzione su e da un mondo che proclama di detestare. Se invece, come leggo, si tratta di un’abilissima strategia di autopromozione e marketing, idem, i conti li fará l’autrice con la propria coscienza, le proprie contraddizioni, per altro non nuovissime in ambito radical chic.
    Detto questo, e anzi per non lasciare isolato un siffatto successo, propongo una lista di idee, critiche e futuri indignati interventi, e lo faccio gratuitamente, senza twit, senza orecchini con brillante, senza creste mohicane né tatuaggi, senza veline, nonostante io sia appassionato di calcio.
    1) proposta non negoziabile di abolizione del rock, e nello specifico dei Rolling Stones. Anziani miliardari viziati, da 50 anni inseriti in un corrotto mondo discografico, che, nonostante una carriera onestamente clamorosa, continuano a imperversare, distraendoci da problemi certamente più gravi e prioritari, e che pongono alla collettività insostenibili e intuibili disagi, coi loro concertoni, per il traffico, la sicurezza e la nettezza urbana. Dall’alto dei loro privilegi, di una vita insostenibilmente così diversa e lontana dalla nostra, con tanto di soldi, esperienze sessuali e narcotiche di ogni tipo, hanno pure potuto permettersi costosissime cure di disintossicazione, inaccessibili invece ai loro fans, allontanati dalle lotte anni 60 e 70, quando non lasciati morire con una siringa nel braccio per emulazione. E dopo, a occhio, aver trombato meno e peggio di Mick Jagger e combriccola.
    2) oblio definitivo su Pasolini, Kusturica, e tutti quegli intellettuali, letterati, cineasti che hanno voluto lordarsi e confondersi con la plebaglia da maxischermo e Alé Oh Oh, o addirittura, accidenti a loro, definire il calcio come forma d’arte, dedicandogli opere su opere, sul gioco, il tifo, la simbologia, o perfino protagonisti discutibilissimi come Maradona. Avessero speso il loro talento, la loro sensibilità, sulla poesia uzbeka o documentari color seppia, il mondo sarebbe migliore.
    3) disarmo totale delle Mostre d’Arte sovvenzionate da banche o assicurazioni con sponsorizzazioni milionarie, alibi insostenibile e di facciata, per i loro loschissimi traffici. Gli eredi di Klimt e Frida Kahlo, i critici d’arte, gli appassionati, se ne facciano una ragione. Abbiamo problemi e drammi più importanti di un quadro, qui, e gli istituti di credito, il loro peso politico e finanziario, c’entrano parecchio. Quindi, fine, no pasaran.
    4) retrospettiva d’autore, con tanto di foto e filmati d’archivio e patrocinio equo e solidale, sulla meravigliosa Italia che non c’è più dei Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, con immagini e pellicole su anni di piombo, Moro, strage di Bologna, eccetera. Anche in questo caso propongo gratuitamente l’originalissimo titolo della rassegna, “Si stava meglio quando si stava peggio”, nella certezza che l’autrice sappia trovarne un altro ancor più originale.
    5) serrata per decreto di tutte le Mostre e i Festival del Cinema su suolo patrio.
    Sono kermesse che vedono sfilare in passerella, o addirittura in concorso, attorucoli, registi frustrati, attricette amiche di letto di questo o quel Ministro, o ben inserite nei salotti bene, lautamente pagate per prestazioni, diciamolo, non sempre indimenticabili. E pazienza se bisogna rinunciare a un Lars Von Trier di passaggio. Il sistema è marcio e vive di compromessi e baratti moralmente biechissimi, esattamente e più colpevolmente, dato il contesto artistico, come altri settori del Paese. È il sistema a cui appartengono i Vanzina o trovano ruoli da protagonista ex tronisti, vedi ultimo Ozpetek. Occorre tirare una riga, cari fans di quel danese visionario.
    6) scudisciata carpiata e ritornata in pubblica piazza sulla schiena di. Veltroni, che ha voluto insozzare il suo docufilm su Berlinguer con una testimonianza, un ignobile cameo che distrugge il personaggio e la sua morale, su come il compianto Enrico, e sono serissimo, si fosse interessato, poco prima della propria dipartita, alla finale di Coppa Campioni Roma-Liverpool. Ci sono rimasto malissimo, pensavo che per essere giganti della storia certe colpe fossero più imperdonabili di una tangente di Ligresti.
    7) cessazione, o chiusura definitiva, del Salone del Libro, rassegne similari, e di qualche decina di case editrici. Non facciamoci fregare. Accanto ai Roth, ai grandi classici, ai Garcia Lorca, esiste un ben più nutrito esercito di spazzatura letteraria, con dinamiche corrotte non dissimili da quanto esposto al punto 5), con un giro di denaro enorme, e altrimenti e socialmente meglio utilizzabile, che foraggia autori e autrici di basso profilo, ma molto ben protetti, editor incompetenti, milioni di lettori lobotomizzati che attaccano lucchetti sui ponti di Roma. Con un lucchetto mocciano si mantiene per un mese un bambino africano, non dimentichiamolo, cribbio.
    8) reset completo del mondo accademico, che non solo spesso sforna giovani impreparati alla vita professionale, ma secolarmente, accanto a illuminanti docenti da premio nobel, manutiene una sfilza infinita di professori meno capaci, baroni e concubine, rettori politicamente intrallazzati, con privilegi di casta, sociali ed economici, insostenibili per un Paese in crisi. E, nella forma e nella sostanza, non lontani da quelli di una buona mezzala di serie A.
    9) abolizione della pesca. Cazzo. Anche le trote avranno dei diritti e delle priorità, a sto mondo.
    10) abrogazione del sesso. Non fate quella faccia. Siamo in un periodo di sacrifici, e anche io ho dei bei ricordi, lá sotto. Ma prima il Bene Comune.
    Non si può pensare di copulare ancora, nell’incertezza che Renzi mantenga certe promesse, che Dell’Utri paghi le sue colpe, che le tangenti per expo e Mose abbiano conseguenze penali per i colpevoli. Poi ci sono le malattie, i costi della sanità pubblica già duramente messa alla prova da decenni di tagli. C’é il costo dei profilattici, tutto denaro che confluisce nelle casse delle case farmaceutiche che mangiano alle nostre spalle e sacrificano come cavie umane milioni di emarginati nel terzo mondo. E c’é che, dovesse anche andare tutto bene, metti che ti nasca un figlio. In questo mondo. In questa Italia. Con balotelli alla Tv. E se quando diventa grande la. Giovanna non gli insegna più niente? Meglio non rischiare. Castità.

  166. Alcuni punti sono condivisibili, ma è pieno di luoghi comuni sul calcio e sullo sport in generale

  167. lasciatemi “La mia ossessione” e “Sepolti in casa” su RealTime, per il resto voto i 10 punti qui sopra, senza rimpianti.

  168. Analisi condivisibile per quanto riguarda i politici in attesa di saltare sul carro del vincitore, cosa che peraltro è nella natura dei politici stessi e non è dovuta al calcio.

    Per il resto, l’articolo è un’accozzaglia di anticonformismo dozzinale (“radicalchic”, come si legge in alcuni commenti) e di luoghi comuni sul football: quello che l’autrice chiama con disprezzo “calcio italiota” non è che un riflesso del calcio internazionale, con la differenza che il calcio italiano va male perchè è il prodotto di un Paese che va male in tutti i settori. Non è il calcio che rovina l’Italia, è il contrario.

    Per il resto quoto Paolo Alberti, seguendo il metro dell’autrice bisognerebbe abolire tutto.

    Comunque, speriamo che non vinca la Germania. Speriamo invece che vinca il Brasile, quello sì che è un Paese senza problemi, e che può permettersi di vincere i Mondiali senza paure per il futuro.

  169. Qui nn si tratta di essere “donne” (ke c’entra?), si tratta di essere i-dioti.
    La funzione degli stadi è “sociale” così come i colossei nell’antica Roma.
    Inoltre il popolo si appassiona e sceglie liberamente di seguire il calcio.
    Ciò innesca dei meccanismi economici attraverso i quali trae beneficio i protagonisti di questo “spettacolo” e lo stato.
    Se l’Italia avesse vinto il mondiale, forse l’economia ne avrebbe tratto vantaggio…
    Io non sono mai stato un calciofilo, oggi meno di prima non seguendo neanche i mondiali.
    Come diceva Dostoevskij tutti siamo i colpevoli, la politica, i nostri rappresentanti, ci rappresentano

  170. Non avevo notato l’opera di spam del proprio verbo su altri blog da parte dell’autrice. Temo quindi prenda corpo l’ipotesi di una sua azione di marketing, o meglio marchetting, personale e intellettuale, piuttosto che un invito alla riflessione e al dibattito, visto che ce la stiamo cantando senza risposta noi.
    E rispetto il suo impegno a combattere il calcio, una sorta di religione, moderna, sostituendolo con un suo personalissimo ovvio dei popoli.
    Però, rendo merito all’originale e ai commenti in sua difesa. Mi sono divertito.
    L’occhio della madre, gli stivali dei soldati, il montaggio analogico, mi hanno sempre appassionato.

  171. Siamo stati usati come cavie! Hanno calpestato la nostra dignità! Violato i nostri diritti umani! Reificato i nostri avatar!
    Qualcuno chiami la polizia postale al grido di Dàje lupi.

  172. pienamente d’accordo,o pensavo proprio queste cose gia durante la partita…è un calcio marcio,marcio cio che rappresenta,marcio per come è gestito,solo business e soldi,una lezione di umiltà ci voleva,sti viziati strapagati che si permettono di dire pretendere battere i piedi,che si interessano solo di gossip e apparire,contratti ecc,italia che ha piu del 50 per cento di stranieri nei club,devono darsi una regolata…ci speravo che perdesse…adesso riflettete,tutti a partire dalla federazione.

  173. BINGO!!!!!!!!

  174. Nik celentano Media-Vertigo

    è stato un piacere leggerti, non sei donna, sei semplicemente intelligente.

  175. …carissima Giovanna…te ci godi?….ebbene sappi che io ci STRAGODO!!!….hai ricevuto moltissimi commenti dettati dall’ignoranza e dalla stupidaggine tipica del tifoso di quel calcio malato e corrotto che ormai e’ sotto gli occhi di noi tutti………se fosse per me, manderei tutti gli esaltati che ti hanno attaccato a zappare la terra ed a lavorare in miniera…..invece di assemblearsi per lottare per i diritti che ormai questo stato ci ha tolto… loro cosa fanno?….. corrono a migliaia negli stadi arricchendo e fortificando questo sport che di “limpido e trasparente” ormai non ha piu’ niente!!!!!!!!

  176. Grazie Giovanna, per la lucidità con cui hai “desacralizzato” il calcio: questo finto sport assurto a sfogatoio della rabbia individuale, questo mito del successo a portata di mano, questo spettacolo autoreferenziale che promuove l’estetica fetish, questo inno alla meritocrazia che ha paradossalmente accumulato solo privilegi, questo cinico carrozzone mediatico che ha ammazzato l’identità a favore del business, era giusto che cadesse dagli altari su cui era stato impropriamente issato. Sono felice di potermi risparmiare la retorica pelosa del patriottismo calcistico, lo stesso che semina violenza e morte negli stadi e fuori.
    L’Italia delle “passioni tristi” ha il calcio che si merita. Ma non mi illudo che questa sonora sconfitta degli italici vizi possa di colpo trasformarsi in una catarsi simbolica. Al massimo sarà prescritto il sacrificio di qualche capro espiatorio, saranno pronunciati fiumi di discorsi retorici, recitati infiniti rosari di mea-culpa e pentimenti. Poi, dal prossimo settembre, tutti ad applaudire i nostri ritrovati campioni, gli eroi della farsa più bella del mondo.

  177. Giovanna leggendo tutti i commenti al tuo articolo, ho fatto una statistica, premetto che sono pienamente d’accordo con te. Il 10% ha capito la situazione, il 30% non ha capito niente ed il 60% e’ contrario con tutte le sue forze! Per tanto il 60-70% della popolazione italiana continuerà a farsi prendere in giro dalle caste di qualunque
    Natura siano (politiche, multinazionali, lobbie varie) facendosi e facendoci portare via non solo il denaro sudato ma anche i diritti e la dignità. Che dire Giovanna siamo ancora troppo immaturi per la rivoluzione di quel 10% che spera di poter fare. Un saluto, un abbraccio per aver provato ancora una volta a spiegare agli italioti come stanno le cose. Io getto la spugna……….

  178. Pingback: Peggio delle chiacchiere da bar, solo le chiacchiere da star! « ilpicchioparlante

  179. Il calcio e’ stato rovinato da sponsor e procuratoria ancor piu’ dei club che hanno anche loro delle grandi colpe.
    Sponsor e procuratori hanno il potere di imporre, a partire dalle squadre di club per arrivare alle nazionali, ai mister o selezionatori di fare giocare i propri assistiti, e questo porta allo spettacolo deprimente visto ieri contro l’Uruguay, contro la Costa Rica e salverei solo il risultato contro l’Inghilterra, senza dimenticare l’amichevole con Lussemburgo e Fluminense.
    Il calcio e’ ormai morto in Italia, i club a partire da allievi nazionali e squadre primavera puntano sugli stranieri togliendo spazio ai giovani ragazzi italiani che trovano le porte chiuse gia’ a quindi o sedici anni e tutto ciò perche’ i club puntano a fare soldi e solo soldi.
    Ma questo non e’ calcio signori, il vero calcio e’ quello che facciamo molti di noi, calcio dilettantistico, facendo sacrifici la domenica per portare i nostri ragazzi a giocare, che andiamo alle trasferte con le macchine con l’aiuto dei genitori, che portiamo avanti i campionati dei nostri ragazzi senza aiuti di sponsor o quant’altro,spinti solamente da una grande passione per questo sport, senza nessun tipo di ritorno economico. Il calcio non e’ quello che vediamo di questi tempi, con una nazionale che va al Mondiale con una carovana di 40 persone tra calciatori e addetti ai lavori, che va al Mondiale con tutte le famiglie al seguito, con personal trainer, cheff personali, baby sitter, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Ma cosa vi aspettavate da questo Mondiale.
    Berzot nel 1982 si chiuse con i suoi ragazzi in silenzio stampa e vinsero un Mondiale fantastico. Anche quello staff e quei calciatori avevano una famiglia ma superarono indenni un mese di distacco dai propri cari, in fin dei conti stavano svolgendo il proprio lavoro.
    Troppi soldi, troppi ragazzi viziati, troppo di tutto, le tv che decidono calendari, orari e giorni delle gare.
    Adesso Balotelli va a guadagnare undicimilioni di euro all’Arsenal, almeno e’ quello che si sente dire in giro, ma non sono soldi rubati? Un MURATORE lavora su un ponte alto venti metri da terra per 30 euro al giorno con la pioggia, con il vento o con un caldo asfissiante, Seedorf da disoccupato guadagna seimilacinquecento euro l’ora, VERGOGNOSO!!!!!
    Non andiamo piu’ allo stadio, non abboniamoci piu’ a Mediaset o Sky, lasciamoli soli, vedrete che qualcosa dovra’ cambiare.

  180. Mah, Giova’, tanto sono in ferie e ho tempo per scrivere.
    Almeno un centinaio di commenti me li sono letti (sono in ferie…).
    E mi sono chiesto: ma, tutti quelli che ti hanno criticato il post, il post, se lo sono letto?
    No, nel post ci sono scritte delle considerazioni personali di una che dice che è contenta per questo, questo e questo.
    E giù attacchi, quell’altri, a dire che sono cose da radical-chic, che considera gregge tutti quelli che seguono il calcio, che l’hai scritto per conquistare clic e tanti altri sproloqui assortiti (non me li ricordo, non cio’ memoria. Mi ricordo il senso di fastidio a leggerli: è fastidioso per la mente leggere critiche fondate sul nulla o, meglio, su alcuni dei “38 stratagemmi” “di” Schopenhauer).
    Che ti viene quasi di metterti li’ a fare considerazioni su cosa ciànno nella testa questi che se uno dice “A” (in tono sommesso e modesto), cominciano a urlare “NON B! NON B!”, “CHI DICE B E’ UN CANE!”, “CHI DICE B CERCA LA FAMA!”
    E poi, voglio dire, il calcio è ormai (anch’io mi guardo qualche pezzo di partita dei mondiali, quando posso e quando spero ne possa valere la pena) quasi sempre una noia mortale. Stai li’ un’ora e mezza a vedere (mentre mangi o lavi i piatti) quattro o cinque minuti in tutto di “gesti atletici” piacevoli. Il resto è noia e scorrettezze e simulazioni e reazioni e insulti.
    Certo, un mio amico ex-calciatore mi dice che lui apprezza tante cose che uno che non ha mai giocato a buon livello non coglie… Ma, la maggior parte quello siamo!
    A me sembra che il calcio sia ormai una cosa che val la pena di vedere solo se ci metti il tifo con tutto l’irrazionale che questo ha. Ma forse è proprio di questo che tanta gente ha bisogno: di tifare per riconoscersi parte di qualcosa di collettivo.
    Io, per me, mi sento parte della “razza umana”, del pianeta. “Tifo” per tutti.
    Mah, Giova’…

  181. Leggo gli ultimi 4 commenti e ritengo doveroso rispondere. Per me, e pur non conoscendo nessuno degli intervenuti, forse anche per chi ha espresso posizioni simili alle mie.

    Alla pacatissima Giuly, che stragode, ed è sacrosanto che lo sottolinei, sebbene lo stragodere credo sarebbe da dedicare ad altro tipo di soddisfazioni, nella vita, che farlo per una sconfitta nel calcio rende identici a chi stragode per una vittoria, a logica, rimando volentieri i misurati giudizi sulla mia (o nostra) ignoranza, stupidaggine e anche l’invito di andare a lavorare in miniera o a zappare la terra, attivitá per altro dignitosissime, ma che per lei evidentemente sono il peggio che si possa augurare. Strano, per chi con tanta veemenza si proclama così attenta ai diritti del cittadino che 90 minuti di pallone pregiudicherebbero. Spero che nella sua indefessa e quotidiana lotta contro uno stato che tutto ci ha tolto, di cui non dubito, non conoscendola, ma mi permetto di esprimere qualche riserva se le lascia il tempo per occuparsi di calcio e suoi tifosi, non trovi mai al suo fianco un minatore o un agricoltore. Nel caso, le consiglio di leggersi Pasolini, poeta, intellettuale e tifoso, che con “quella gente” sapeva integrarsi e trovare empatia nella lotta per quei diritti, di cui è molto facile riempirsi la bocca e la tastiera, ma andrebbero difesi in contesti un po’ più alti e pratici. Le confesso inoltre, con un certo imbarazzo, e credo che la cosa valga anche per gli altri “stupidi” di cui sopra, che martedì non mi sono assembleato (spero di aver coniugato bene il verbo, al contrario mi appello alla clemenza della corte con l’attenuante, nota, della mia ignoranza) allo stadio. Di norma mi assembleo per altre cose. Come scrivo sopra, mi pare che chi ha ammesso, qui, di esserci rimasto male per la sconfitta dell’Italia, lo abbia espresso in maniera molto ironica, disincantata, consapevole del calcio malato di un Paese malato, dandomi l’impressione di essere lontano dallo stereotipo del tifoso ottuso,anzi ho il ragionevole sospetto che molti, nella loro vita, siano attenti e attivi nel sociale. Al contrario la violenza verbale delle Giuly è molto più ultras, o quantomeno da stereotipo classista e barricadero da web. Non la conosco, come dicevo non dubito che tra un post e l’altro Giuly sia in piazza, o partecipi alle lotte per i diritti, ma posso umilmente confidarle, e dovesse servire dimostrarle, che pur seguendo il calcio, ho un lavoro (nel sociale, per altro…), ho studiato, ho interesse più alti, ho scritto libri tra i quali un romanzo crudo sulle guerre nella ex Jugoslavia (capisco che possa non interessare, era un conflitto tra poveracci, alcuni addirittura erano contadini e minatori), faccio attività sociale, e tanto per citarne una, proprio perché vivo in uno stato inefficiente e corrotto, sono stato tra i promotori, insieme, guarda un po’, alle curve di Bologna, Modena, Ferrara, e altre cittá, di una enorme raccolta fondi e generi di prima necessità durante i mesi del terremoto delle nostre zone, che ha avuto risultati eccezionali. Mi scuso per questa autoreferenza, ma era solo per rispondere, nel concreto, in attesa di sapere cosa faccia e dove sia Giuly nel sociale, a parte qui sopra a dispensare giudizi definitivi e trancianti su persone che non conosce.
    Comunque, nessun problema, dicono che porta bene.

    Ad Hank, rispondo invece che la desacralizzazione del calcio mi trova d’accordo, così come quanto afferma di seguito. Ma trovo altrettanto pelosa, e molto più scontata, di posa, o fetish, la retorica anticalcio, vecchia quanto il calcio, e analogamente stereotipata, zeppa di identici luoghi comuni e frasi divenute modo di dire.
    E proprio perché non mi illudo, come lui, che nel calcio e nel Paese cambi qualcosa per il gol dell’Uruguay, continuo a chiedermi dove stia l’utilità e la gioia di Giovanna per la sconfitta. Siamo un Paese triste oggi come lunedì, prima della partita. Cosa cambia?

    Poi, Fabio. Nutro qualche dubbio sulla sua statistica. In primo luogo perché credo che, con posizioni diverse, tutti abbiano perfettamente capito il messaggio di Giovanna. Anzi, lo abbiano compreso (non spiego la sottile, ma fondamentale, differenza etimologica e filologica altrimenti distruggo il mito dell’ignoranza del tifoso a Giuly).
    Il solo fatto di alzare linee di confine tra chi ha capito e chi no, e farlo mettendo fra gli eletti il 10% che la pensa come voi, mentre il 90% può dividersi in gente che non capisce un tubo o che ha irrimediabilmente perso qualsiasi impegno e coscienza immolandosi a calcio, multinazionali, ecc., oltre che un filino autoreferenziale e supponente, è un errore grave. Non è vero che la maggioranza abbia sempre ragione, ma neppure che sia un’accozzaglia di minus habens intellettuale o civile. E lo dice uno che da sempre, politicamente, socialmente, civilmente si trova in risicatissima minoranza, ma che proprio per questo fa lo sforzo di comprendere le ragioni della maggioranza, di chi non la pensa come lui, invece di arroccarsi su pregiudiziali da q.i. autopremianti.
    Di certo siamo un Paese con scarsissima coscienza civica, civile e politica. E sono convinto che la casta, termine molto in voga, sia espressione, conseguenza, di questo, effetto marcio e non causa dei nostri problemi, visto che è casta in virtù delle scelte di milioni di cittadini.
    Ma il 60-70%, o il 90% se si preferisce, che esprime dissenso a un semplice e criticabile parere qui sopra, facendolo anche in modo corretto, consapevole e arguto, spesso, non é un gruppo di persone dure di comprendonio, o che hanno consegnato la loro vita, maturità, dignità alla casta, al potere, alle multinazionali, come leggo. Ha semplicemente guardato una partita sperando che, per 90 minuti, una soddisfazione in un mare di insoddisfazione potesse arrivare. Forse, un bagno di umiltà, provare a capire, anzi comprendere, che esistono milioni di italiani impegnati, arrabbiati, coscienziosi, dignitosi, nel quotidiano, ma capaci di distrarsi per un gioco ogni 4 anni, pur sapendo che quello non è un gioco, aiuterebbe a scendere dal piedistallo morale da cui si vogliono giudicare sommariamente gli altri. Forse, proprio il pensiero “chi la pensa come me ha capito tutto, gli altri no, sono stupidi e immaturi” è alla base di casta, iniquità, globalizzazioni multinazionali.
    E anche in questo caso, come per Giuly, visto che senza conoscere nessuno degli intervenuti si pontifica sulla loro consapevolezza civile e dignità umana, per una partita, mi chiedo, Fabio, fuori di qui, oltre il novantesimo, cosa faccia. Se la risposta è che combatte ingiustizie, disparità, casta e multinazionali, quotidianamente, attivamente, in prima persona, in piazza o nel privato, se non beve mai una coca cola, se non usa Facebook, se non usa google, se i suoi risparmi non li delega a istituti di credito, se evita i prodotti di largo consumo riconducibili ad aziende di portata mondiale, allora ok, è integerrimo, e posso pure accettare che la mia debolezza per la nazionale, sebbene inserita in una vita di attività di altro profilo, venga criticata, per quanto, vedi sopra, sarebbe buona regola scendere un po’ da un podio personalistico e moraleggiante.
    Al contrario, bè, lo invito a farlo. Non vorrei che poi inciampasse giù dal piedistallo e finisse in mezzo a noi, gentaglia che se si incazza per il gol di Godin allora rischia di mettere in gioco la propria coscienza di uomini e cittadini.

    Infine, Saverio. Visto che ha tempo ed è in vacanza, ho letto anche io articolo e commenti, e il consiglio é di rifarlo, perché forse sfugge qualcosa.
    Non credo di essere stato il solo a sottolineare come il pensiero di Giovanna sia legittimo. Si può serenamente non tifare Italia, questa Italia. E si possono sottoscrivere le critiche al calcio e a questo calcio o Paese. Così come pensarla diversamente, credo. O no?
    Ma soprattutto, proprio per il disincanto sul pallone e sulla sua retorica, il suo retroterra culturale e patrio, mi pare che le critiche siano piovute sulla gioia per la sconfitta, per la dedizione veemente che Giovanna e altri hanno dedicato a una cosa che definiscono sciocca, stupida, espressione del peggio. Con tanto di accuse a chi la pensa diversamente, di non avere a cuore problemi più importanti di una partita di pallone. Da lì, discussione e personalmente qualche dubbio. Il tifo contro è identico al tifo, forse pure peggio, forse ancor più indicativo di quanto poco si sia in effetti interessati e attivi su problemi più grossi. E guarda caso, non si apre una discussione su quei problemi, sul potere di banche e politica, di multinazionali o media ipnotici, che avrebbe avuto il mio pieno assenso, ma forse meno risalto. Si cavalca, funzionalmente, tempestivamente, la partita per un’auto affermazione di diversità, anzi superiorità intellettuale o civile che francamente frana presto su se stessa.

  182. Paolo Alberti: TI STIMO.
    Leggo i tuoi commenti e vorrei comprare un tuo libro. Tipo ora. Li ho letti anche al telefono. Non so chi tu sia, ma mi hai steso. Non sto scherzando.

  183. Caro Matteo, sperando di averti steso positivamente, per due chiacchiere o due indicazioni sui libri, scrivimi a paoloalberti71@tiscali.it
    Sebbene siano libri pubblici e pubblicati, es. Rizzoli, insomma, non è che me li stampo in cantina, troverei infatti sgradevole dartene informazione pubblica qui sopra, contesto altrui e di altro argomento, in cui ritengo giusto non smarchettare pro domo mea.
    Grazie.

  184. Ecco, la sensazione di fastidio, nella lettura dei commenti al post di Giova’, era dovuta a questo: che Giova’ dice “Io penso”, o “Io sento”, e le si risponde, molte volte, “Tu sei”.
    Per carità, è una cosa che succede spessissimo, “in questa parte di Universo”, ma questo non me ne allevia il peso.
    Che bello essere in ferie…

  185. perche sono felice di leggere le belle argomentazioni di Paolo Alberti: costruttive, stimolanti, civili, propositive, consapevoli, basate sul buon
    senso-apertura mentale-equilibrio, insomma tutto il contrario delle ottuse posizioni ideologiche di alcuni intellettualoidi “italioti” che si compiacciono dei loro spocchiosi esercizi di retorica sulla malvagità del calcio e sulla stupidita dei pecoroni che lo seguono: per quanto apprezzabili nella forma, nella sostanza non sono altro che l’ennesimo esempio del malcostume che denunciano. Non e’ un caso che alcuni commenti offensivi ed aggressivi vengono proprio da alcuni dei suddetti. Il Presidente Partigiano Sandro Pertini (uno dei pochissimi italiani che mi rendono orgoglioso di essere italiano), ebbe modo di esprimersi su uno dei temi qui discussi, cito testuali parole: alla domanda di un giornalista “Ma non le pare esagerato esultare per una vittoria di calcio ai mondiali, con tutti i problemi che ci sono?” replico “Ma i nostri problemi… ma buon Dio, insomma! Che ci sia una sosta nelle preoccupazioni, nella tristezza, nella insoddisfazione… ci sia un po’ di sosta! Dopo sei giorni di lavoro viene la domenica, no? Chi ha lavorato sei giorni ha diritto alla domenica di andarsene con la famiglia a gioire sulla spiaggia, in montagna o altre robe. E gli si dovrebbe dire: ‘Come mai tu gioisci quando ti attende il lunedì?’ Io penso a gioire la domenica, per il lunedì verrà il suo tempo”.

  186. Paolo Alberti, ho letto la tua critica nei confronti di quello che ho scritto con molto interesse. Ne ho dedotto piacevolmente che sei (scusa il tu, ma le formalità non rientrano nel mio standard, spero non ne abbia a male) che sei persona notevolmente arguta ed intelligiente. Per tanto vorrei dirti che in parte potrei accogliere le tue obiezioni al mio post, o quantomeno mi piacerebbe poterne discutere con te, ma quando arrivi, forse in maniera un po’ irruenta e come dici tu un po’ presuntuosa a chiedere cosa faccio nella vita ecc…, sai cos’hai scritto, te lo spiego con grande piacere, magari così ci conosciamo meglio. Sono un paramedico di 37 anni, da 15 anni svolgo questa attività passato tra ambulanze, pronto soccorso, rianimazione e dialisi. Tutti i giorni da 15 anni ho visto soffrire ed ho cercato di aiutare le persone intorno a me, e fidati non per quei quattro spiccioli che mi danno. Sempre in prima linea caro Alberto ho viso cose che sono rimaste indelebili nella mia mente, che mi porto dietro e che a volte ne hanno dovuto pagare il prezzo, ingiustamente le persone che mi erano accanto. Detto questo sempre per rispondere alle tue domande, si uso Facebook, anche google ed la maggior parte dei miei soldi finiscono nei sistemi di crediti al consumo (mutuo, finanziamenti per ristrutturazione casa, macchina ecc..) vedi io non sono un moralista come credo che tu possa pensare e soprattutto non mi colloco su quel piedistallo che dici dal quale potrei cadere, perché io forse a differenza di te sono già per terra. Per tornare alle poche righe su come e se anche io ingrasso le lobbie la risposta e si e si chiama Alessandro il mio bimbo di 4 anni e lo faccio con la speranza di lasciargli qualcosa. Visto che il 10% non potrà fare la differenza, disse un vecchio saggio SE NON PUOI COMBATTERE IL TUO NEMICO…..ALLEATI. Detto questo se avessi letto il mio post sulla base di quello che ha scritto Giovanna, forse non saresti stato tanto pesante verso la fine. Comunque contento di aver letto delle critiche da parte tua. Come dicevo all’inizio del post sei una persona arguta, ti direi evita di essere così veniale in futro, ma purtroppo anche io ho questo brutto difetto, quindi ti capisco. Spero in una tua replica. Saluti.

  187. Ormai vedo commenti ovunque che citano la moralita come una cosa negativa …………….. ma cavolo io PRETENDO moralita da certe persone, ormai ci siamo abituati che tutto è lecito che l’unico limite è per forza la legalità!!!!! Bhe vi dirò una cosa, io carco di insegnare dei principi a mia figlia e se sono un moralista scusate ma ne vado fiero .
    Adesso ,se qualcuno ha voglia vada pure a cercare gli errori grammaticali in cio che ho scritto per criticarmi ,ma cio non cambia quello che penso

  188. Maurizio Marinilli

    Ciao a tutti. Bell’articolo. Volevo solo dire che non sono donna ma la penso alla stessa identica maniera. E di più, leggere una ventina di post tra le migliaia, sul profilo Facebook di Suarez, in cui gli italiani auguravano la morte, di bruciare all’inferno, tanti insulti razzisti etc etc a Suárez e la sua famiglia (moglie e bimbi) mi ha fatto riflettere sul potere del calcio sulla società, in questo caso quella italiana e mi ha dato soddisfazione il fatto di non essere affatto interessato al calcio. Ho scelto di non appartenere a questo schifo.

  189. L’Italia è sempre stato un paese come tu l’hai descritto. Lo stesso processo di unificazione mostra la corruzione della sua gente. Ma gli italiani hanno perso memoria. L’immagine della penisola data dal Pasolini, di cui si possono criticare le posizioni politiche ovvero la soluzione ai problemi della società ma di certo non la maniera in cui descrive il suo paese, è a parer mio una delle più chiare e veritiere.

  190. Rispondo volentieri a Fabio e forse, di rimbalzo, anche a Paolino.
    Mi scuso per l’irruenza o la provocazione, e rispetto quello che fai, Fabio, sinceramente. La parte più veniale, come dici, del mio intervento, o se vogliamo volutamente provocatoria riguardo alla tua condotta di vita, che molto esaurientemente spieghi sopra, era una reazione a quanto leggevo da te, proprio in associazione a quanto scritto da Giovanna. Credo che sia io che te, e pure Giovanna, sul carrozzone calcio abbiamo visione analoghe se non addirittura sovrapponibili. Ma che ci portano a conclusioni molto diverse. O che, per la mia criticabilissima opinione, dovrebbero avere in sostanza due vie di risoluzione: la prima, la mia, e quella credo di milioni di italiani degnissimi e civilissimi, ovvero seguirlo, “staccare” per 90 minuti da quanto, di ben più frustrante, ci propina la vita, e nonostante le sue storture, identiche a tutti i settori dello show business, emozionarsi lo stesso. Non cambia la vita, non cambia il Paese, non cambia nulla. E mi pare non sia necessario attribuirgli significati o simbolismi di moralità eccessiva, esattamente come utilizzare social, o google, benché braccia armate di poteri più forti di quanto si pensi, non significa consegnarsi alle multinazionali. Ed è li la provocazione: nessuno, me compreso, può essere rigoroso, militante a tempo pieno, esistono compromessi accettabili, che non intaccano la dignità.
    La seconda, quello che farei o farò dovessi arrivare a saturazione, non seguirlo, proprio per le ragioni che esponete.
    La terza via, individuare nel mondiale, nella nazionale italiana e nel suo insuccesso, una fonte di soddisfazione, o gioia, nel suo caso, rimane a me incomprensibile, e non solo perché temo non cambi assolutamente nulla, nel Paese, per questo, ma perché è a mio parere un’iperbole, che come tale potrei pure accettare se non fosse che dentro essa ci mettete il 90% di chi segue il calcio, secondo un’equazione, allusa, o diretta, che tifare Italia in campo sia uguale a tifare questa Italia sfatta, puttana e decomposta.
    Lo ripeto, e non c’è ironia, né purtroppo forse conforto, non c’è solo un 10% di persone impegnate e coscienziose, qui è fuori di qui. Non si misura coi gol, il senso civico, ma nella vita.
    E ne rivendico il diritto, riconoscendoti il tuo.
    Come scrivono altri, se l’articolo e successivi commenti fosse stato che la nazionale che sprofonda è espressione di un calcio e di una nazione che sprofonda, avrei commentato diversamente. Esserne felici e leggere che a non esserlo significa adeguarsi, farsi andare bene quel che nel quotidiano si riscontra, meno. Tutto qui.
    O almeno,per quanto mi riguarda, nessun problema, e ripeto mi scuso se la cosa è stata letta oltre quel che era, una provocazione in risposta a messaggi che io invece ho letto come molto moralisti su un argomento che per definizione di morale ha poco, e non significa null’altro.

  191. Ti amo donna .!!!

    Vuoi sposarmi ?

  192. Giova’ (sempre perché sono in ferie), qualcuno, sotto questo post da record, mi pare abbia tirato in ballo Pasolini e la sua “predilezione per il popolo e la sua autenticità” (mi sono virgolettato da solo).
    Be’, se ricordiamo che Pasolini, dopo il periodo degli anni Cinquanta e forse anche quando già scriveva di essere dalla parte dei poliziotti (in quanto, questi, figli di proletari), e comunque negli anni Settanta, Pasolini piangeva la trasformazione del proletariato.
    Cioè notava che questa classe sociale stava perdendo la sua “cultura” e la sua “autenticità”, e stava diventando una vera schifezza, a causa della televisione ecc.
    Facendo due conti col calendario e un pochino di inferenza logica, risulterebbe che il “popolo” di oggi sarebbe proprio quella schifezza che Pasolini vedeva che stava arrivando.
    Mo’, chi dovesse leggere questo commento, mi si scuserà se non so scrivere tanto bene di queste cose (e a quest’ora…). Poi, io prego, terrà anche conto del fatto che questa non è una vera presa di posizione sul post di Giova’ né una dichiarazione mia sul “popolo” di oggi. Ho scritto solo perché sono in ferie e perché mi sembrava di dover segnalare questa cosa qui che ho detto.
    Buonanotte a tutti e, francamente, spero che chi aveva citato Pasolini voglia dire se mi sbaglio e in cosa.

  193. Non sbagli. Ma dubito che pur denunciandone certe derive con largo anticipo Pasolini avrebbe scelto di autoesiliarsi dal popolo bue e bacchettarlo per futili debolezze come una partita di calcio, per altro sua più volte espressa debolezza.

  194. Dino Risi non si faceva problemi di riderci amaramente su.
    “In nome del popolo italiano”, scena finale.

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