Quanto vale Ignazio Marino?

Il senatore Ignazio Marino si è candidato alle primarie del Pd. Sulla carta, ha il profilo giusto per proporsi come leader in tempi di crisi della politica. Nato a Genova nel 1955, non è un politico di professione, ma ha studiato e lavorato come medico negli Stati Uniti per 18 anni, entrando a Palazzo Madama solo nel 2006.

Pur cattolico, ha fatto della laicità uno dei tratti distintivi del suo impegno politico, sostenendo la legge sul testamento biologico quando il Senato discusse il caso Englaro e trovandosi per questo isolato nello stesso Pd.

I vertici del Pd già si chiedono quanto vale sua candidatura, e se toglierà più consensi a Franceschini o Bersani. Stretto fra i due, pare che Marino sia al momento valutato fra il 5 e 10% di voti.

Sono andata a vedermi i suoi discorsi più recenti. Non ho ancora un’opinione precisa, ma mi sembra che Ignazio Marino, pur non essendo un drago dell’oratoria, sia convincente quando parla dei «suoi» temi (il testamento biologico, la medicina, la ricerca scentifica), perché mostra competenza e spiega le cose in modo chiaro; ma è più noioso quando parla in generale, perché cede alla retorica del nuovo (perdendo subito novità) e a quella del neofita entusiasta, senza però averne la grinta.

Prenditi 15 minuti e confronta questi due video. Il primo è un discorso sui problemi della ricerca italiana, destinato a YouTube. Il secondo è il suo intervento al Lingotto il 27 giugno scorso (ne abbiamo già parlato QUI, a proposito di Debora Serracchiani).

Sulla ricerca scientifica in Italia

Al Lingotto il 27 giugno 2009

9 risposte a “Quanto vale Ignazio Marino?

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  2. Vero, le capacità comunicative di Marino hanno dei limiti, anche se mi sembra in grado di superarle (poi per carità, a rimanere delusi si fa sempre in tempo, vedi la Serracchiani).
    Secondo me, però, il punto di forza di Marino, quello che, se usato bene, può portarlo dal 10% a percentuali competitive, è il numero di simpatizzanti e sostenitori sul territorio, che per una candidatura come la sua possono agire con più entusiasmo e quindi fare una campagna capillare sul territorio. Non è scontato che succeda (con Scalfarotto alle europee non è successo), ma è quello su cui dovrebbe puntare, a parer mio.
    Al momento, però, il problema serio per Marino è potersi presentare alle primarie: se ho capito bene il regolamento del PD, ci vuole l’appoggio del 15% dei tesserati, che mi sembra una percentuale davvero eccessiva (e fatta apposta per tranciare i candidati non di apparato); se riesce a raggiungere questo obiettivo, potrebbe anche ottenere un suo momentum.

  3. Io credo che Marino non abbia l’oratoria e nemmeno la stoffa del leader, francamente. Però mi pare, tra i tre, quello più “libero”, meno legato alle storiche divisioni interne della sinistra italiana, e dunque anche quello che potrà affrontare i temi decisivi dell’oggi (benché a lui poco congeniali) con maggiore lucidità e fermezza. Dipenderà molto dalla squadra che saprà creare intorna a sé e da quanto verrà o meno schiacciato sulla questione della laicità e dell'”eutanasia”… Indicativo l’articolo di oggi sul “Giornale”, che lo chiama signor “Buona morte”.

  4. Articolo 3 (Presentazione delle candidature a Segretario nazionale)
    Comma 2. Tutte le candidature debbono essere sottoscritte:

    da almeno il 10% dei componenti l’Assemblea Nazionale uscente, oppure, da un numero di iscritti compreso tra 1500 e 2000, distribuiti in non meno di cinque regioni, appartenenti ad almeno tre delle cinque circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo.

    Tutto sommato non è così proibitivo come mi sarei aspettato e Marino può giocarsi le sue carte. E’ sicuramente un personaggio di valore ma lo vedo più come colonnello che come generale. Troppo raffinato il suo argomentare, più consono a Micromega che al comizio, dove dimostra chiari limiti nell’oratoria prestata ad un pubblico di non addetti ai lavori.
    Mediano, ala tornante. Non regista capitano.

  5. io c’ero quando ha parlato al lingotto e secondo me è stato estremamente efficace e ha fatto vibrare la platea, è stato di gran lunga il più applaudito e credo che abbia deciso di candidarsi dopo quel discorso e quel successo

  6. Mai sentito prima di ieri, comunque non credo che Marino sia l’Unto dal Signore di Sinistra e del resto ha già cominciato la sua campagna elettorale con Bettini, uno di “apparato”. Il Pd, a cui non sono iscritto e che non voto, ha però bisogno di una ventata laica ed almeno in questo senso, Marino è un buon candidato. Chiunque vinca il Congresso, dimentichi per sempre il Pd a vocazione maggioritaria che tiene assieme (?) Bonino, Binetti, Marino e Rutelli…! Anche sulle alleanze, il Pd deve decidersi: riesumare l’Unione non va bene? Ma che dire di un Partito che guarda a Di Pietro e a Cuffàro…? Basta con i “ma anche”! Ci vuole un Partito: DEMOCRATICO, LAICO E DI SINISTRA, a cominciare dalla collocazione internazionale.

  7. un bel discorso da sacrestia. I neofiti hanno sempre questa convinzione d’essere nel giusto, non sono disturbati neppure dai dati oggettivi, sono comunque convinti di stare dalla parte dei buoni e che i buoni siano maggioranza. 😦

  8. L’oratoria è ecumenica, un mix tra Giovanni XXIII alla terrazza e fratello Mogwli alla riunione degli scout. Lo sguardo, un pò miope, a volte si sperde nella platea, senza una direzione precisa, oppure cade sul foglio degli appunti con goffaggine. E, come tutte le persone serie e preparate, incespica nelle parole, quando parla di cose che non conosce bene.
    Ma…
    La voce è sempre limpida, chiara.
    Il tono è circostanziato, pacato ma deciso.
    Le parole trasmettono passione.
    Passione: non c’è elemento più importante nel discorso politico. E’ il significante dell’emozione che diventa significato di verità, o almeno effetto di verità. E’ la chiave che apre la porta del cuore di chi ascolta. Più di qualsiasi strumento retorico, la passione riscatta qualsiasi altra imperfezione comunicativa.
    Ed in Marino, a mio modesto avviso, passione c’è abbastanza per tentare l’impresa impossibile.
    Certo non chiediamogli di essere Obama, perché non è Obama.
    Per di più a volte, dimentichiamo che per avere Obama, bisognerebbe prima aver avuto anche JF e Bob Kennnedy, Bill Clinton ed Al Gore…

  9. Marino vale poco, è una bolla che potrebbe gonfiarsi, durare un poco, attirare qualche giovane o qualche scontento e poi… pluff.
    Il momento richiede gente che ci sa fare, persone che sappiano lavorare sull’economia e sulla politica, non gente che porta avanti battaglie ideologiche.
    Vi ricordate cosa è successo sotto il governo Prodi? La destra a bella posta ha aizzato la discussione sui Pacs-Dico. E’ riuscita a portare la disvione là dove voleva, Veltroni ha avuto buon gioco, ha fatto leva e ha fatto cadere il governo. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e le stiamo pagando tutti (o quasi).
    Riproporre l’uomo di Veltroni è immorale, Veltroni se ne deve andare per sempre, e i suoi delfini con lui. Proporre Marino? Per parlare di testamento biologico e famiglie gay, mentre siamo in mezzo alla crisi (e il peggio non è ancora arrivato)? Scherziamo?

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