Attenzione, Renzi: il tuo vero avversario è Enrico Letta

Guardando le cose in una prospettiva strategica che vada oltre le primarie del Pd, guardando al possibile futuro candidato premier del centrosinistra, è da mesi che penso che Matteo Renzi abbia (finora) un unico vero avversario: Enrico Letta. È da mesi inoltre che penso che certi eccessi della comunicazione di Renzi, certi giochetti e certe “bischerate” (come lui direbbe), più che farne un «bravo comunicatore», in realtà gli nuocciano (vedi QUI, QUI e QUI). Una conferma mi arriva in questi giorni

dal sondaggio che martedì sera Nando Pagnoncelli ha presentato a Ballarò. Alla domanda «Chi considera più simpatico fra Letta e Renzi?» il campione intervistato da Ipsos ha risposto prontamente «Renzi», con queste percentuali:

Chi è più simpatico, Renzi o Letta?

Bene bravo bis, i giochetti di Renzi lo rendono perlomeno «simpatico». Occhio però che alla domanda «Chi considera più preparato?» la risposta è stata nettamente a favore di Letta, sia per gli elettori del Pd, sia per quelli che votano altro:

Chi è più preparato, Letta o Renzi?

Idem per la domanda «Chi le ispira più fiducia?», a cui la maggioranza del campione ha dato ancora una volta partita vinta a Letta, con questi numeri:

Chi le ispira più fiducia, Letta o Renzi?

Certo, se alle stesse persone chiedi «Chi sarebbe il migliore candidato premier del centrosinistra?», la maggioranza risponde «Renzi»:

Chi è il miglior candidato premier, Letta o Renzi?

Ma attenzione, caro Renzi: un conto è pronunciarsi, oggi, su «chi sarebbe il miglior candidato», un altro è trasformarlo, domani, in un premier di fatto. Un conto è ripetere, oggi, un nome che tutti hanno in testa, perché appartiene al personaggio politico da mesi più visibile, più guastatore, più mattacchione. Più «simpatico» appunto. Un altro conto è affidare a qualcuno che non si ritiene né «affidabile» né «preparato» le sorti del paese. Non dico sia impossibile: lo si può fare per protesta, per «rottamare» il vecchio, per mancanza di alternative. Ma se l’alternativa Letta, un domani, fosse ancora valida o addirittura più forte? Insisto (l’ho già detto): se fossi in Renzi correggerei già oggi il tiro: meno «simpatia», più competenza e affidabilità.

6 risposte a “Attenzione, Renzi: il tuo vero avversario è Enrico Letta

  1. In prospettiva strategica ci sono buone possibilità che Letta si bruci totalmente i consensi, qualcosa di simile a quello che è successo a Monti. A meno che non si voglia credere che la ripresa sia dietro l’angolo. Credo che Renzi vincerà prospettando un inversione politica rispetto a quella delle larghe intese, sempre che il condannato,ma non defunto,non riesca ad assestare l’ennesimo colpo di coda

  2. L’Italia e i moderati hanno votato per 20 anni un ricco imprenditore, barzellettiere e dai costumi allegri, segno che la competenza e l’affidabilità non sono proprio in cima alla lista quando si tratta di urne e affini. Il recinto del centrosinistra con la competenza “triste” e corrucciata, con parole come “responsabilità” e lo slogan “Italia Giusta”, ha già perso tutto quel che poteva perdere. Serve il sogno, la suggestione e la certezza di un orizzonte dinamico, che cambia davvero e che apre a storie, anche ideologiche, nuove. Emozioni che Letta neppure se si rotolasse con un cagnolino, modello Monti, sui prati di Yale, potrebbe suggerire. Se fossi Renzi, semplicemente, diffonderei meglio il tasso di preparazione, che c’è ed è anche corposo grazie anche ad uno staff esperto (vedi il Più uguali più ricchi del suo consulente Gutgeld Yoram). La sua sostanza se diverrà segretario dovrà essere manifestata. Cosa che ha già cominciato a fare, tra l’altro, come ha già dimostrato a Servizio Pubblico.

  3. Penso che il tentativo dell’establishment del PD sia di distinguere due piani: quello della segreteria, da quello del candidato premier. In realtà credo che la prima partita (non il se, ma il come) cambierà il segno anche della seconda.

  4. Renzi e Letta non possono che essere alleati, membri della medesima squadra, se (SE) vogliono davvero modernizzare l’Italia, come dicono.

    Che poi l’uno e/o l’altro lo vogliano davvero e, insieme o meno, siano capaci di farlo — cioè siano capaci di organizzare intorno a sé una classe dirigente capace di farlo — è improbabile. Ma chissà.
    Giudicherei le loro mosse, anche comunicative, a seconda di quanto riusciranno a servire a quello scopo, nei prossimi mesi e anni.

    Il resto può essere pure interessante, ma molto meno rilevante per il nostro futuro.

  5. Le tue considerazioni sono sicuramente valide, ma forse non hai considerato nella giusta misura quanto segue:
    -Letta è al governo e non credo si possa affermare che abbia fatto cose molto positive;
    -Renzi, sia pur a parole,presenta elementi di programma graditi anche ai moderati ed a parte della destra.
    Credo quindi che le % che cirolano per le primarie sono stimabili “corrette”, nel qual caso Letta non dovrebbe avere molte possibilità

  6. le cose più concrete di cui parla Renzi sembrano essere l’asilo nido e il tombino (perchè lui è sindaco, come ci ricorda ogni 10 minuti), di tutte le altre affermazioni io ricordo solo la caricatura -non voglio un antipasto di mare, ma un mare di antipasti!-.
    Il paragone con b. regge fino a un certo punto: b. è un barzellettiere, ok, ma vi ricordate la pubblicità nel 94 sulle sue aziende, a quante persone dava lavoro , quante cose aveva costruito etc etc (che per altro è rispuntata in forma meno invasiva).
    Quindi era un barzellettiere che ‘si era fatto da sè’, che si presentava con il sole in tasca (cit.), con una storia di roboanti risultati.

    Renzi si avvia a ad essere segretario di un partito ‘plurale’, definizione sofisticata per dire che si accoltellerebbero volentieri tra loro, e per altro lo fanno anche… Sarà in grado di tenerlo insieme? Se lo fa.. complimenti.

    Letta sta dato prova concreta di riuscire a cavarsela in una situazione controversa, contradditoria, tenendo, apparentemente, la barra dritta, e imponendo comunque una direzione anche ai ministri pdl.
    Come la prof ha ricordato, la sua comunicazione lo fa percepire uno serio che sa quello che fa (i sondaggi confermano si direbbe).
    Sui risultati concreti, un’altra storia.. la legge elettorale per dirne una.. ma lo scollamento tra realtà e percezione è quello che sposta i voti.

    Detto ciò, non credo sia un caso che Epifani abbia recentemente sottolineato che le primarie per il candidato premier sono un’altra cosa.

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