Lo storytelling della Lega: riassunto delle ultime puntate

Nei giorni scorsi abbiamo visto alcune puntate importanti del racconto che la Lega sta facendo per gestire la crisi. Come ho scritto venerdì sia QUI sia sul Fatto Quotidiano, la trama principale era subito chiara: Bossi eroe tragico, che ha sbagliato per amore della famiglia ed è stato tradito persino dal successore predestinato.

Mentre scrivevo, venerdì mattina, le dimissioni di Bossi non erano ancora ufficiali, ma sono arrivate qualche ora dopo. Poi si è dimesso il figlio, puntata fondamentale (la seconda) per dimostrare che buon sangue non mente e che tutta la famiglia Bossi ha la capacità di pentirsi e fare un passo indietro. Martedì, in un sol giorno, ben due puntate, la terza e quarta. Ieri la quinta. Vediamole.

Terza puntata: Rosy Mauro prima pare volersi dimettere («Ha la lettera di dimissioni pronta», ripetevano i media), poi invece – colpo di scena – nel tardo pomeriggio di martedì registrando «Porta a porta» dice che no, no e no. Rosy Mauro è perfetta come serpe in seno, prima, e capro espiatorio dopo, perché è tutta nera (al punto che la chiamano così), ha il volto duro e fa le smorfie: pare proprio la strega cattiva. Infatti come tale alla fine tutti la trattano: leghisti e non, capi della Lega e base, giornalisti mainstream e «popolo del web». Vedi ad esempio la raccolta di orrori che ha postato ieri Loredana Lipperini.

Rosi Mauro

Quarta puntata: la sera di martedì, a Bergamo, Maroni, dopo aver detto che bisogna fare pulizia e ricominciare più leggeri, dichiara fedeltà eterna a Bossi, confermandolo pubblicamente capo indiscusso ed eroe innocente, vittima inconsapevole di un raggiro, mentre le camere inquadrano più volte gli occhi umidi e la faccia sconvolta di Bossi. Ovazione per Maroni, che in effetti è stato impeccabile nel suo ruolo. Bossi invece è più confuso (d’altra parte, si sa, se soffri molto perdi lucidità): parla di complotto da parte dei media (ricorda qualcuno?) e dei servizi segreti (?), e solo in chiusura torna ad ammettere di aver sbagliato, accettando che i figli entrassero nella Lega, perché «quando sei giovane è più facile sbagliare». Infine ancora lacrime, ma soprattutto abbracci e baci fra Maroni e Bossi. E tanto agitar di scope, sul palco e sotto, in cerca di pulizia.

Quinta puntata: ieri Maroni si presenta alla procura di Milano, ribadendo che «Bossi è stato raggirato», che la Lega non «vuole nascondere nulla» e anzi, essendo stata danneggiata, si costituirà parte civile in un eventuale processo (da colpevoli a vittime: un bel ribaltone). E la sera Maroni va a «Porta a Porta», con tanto di scopa, per raccontare daccapo tutta la storia e fare quelle che potremmo dire «prove tecniche» da segretario del partito.

Complimenti alla Lega e in special modo a Maroni: è uno dei migliori esempi di crisis management politico a cui negli ultimi anni mi sia capitato di assistere. Il che (lo dico per i pochi, qui, che ancora confondessero i piani) non vuol dire né che simpatizzo per loro (come analista prescindo da giudizi politici), né che tutti i politici, nel gestire una crisi, dovrebbero imitarli: la comunicazione della Lega è perfetta per gestire la crisi di fronte al suo elettorato (convinto o incerto), in vista delle amministrative, e per smarcare l’immagine del partito da quella, screditata, di tutti gli altri. Non mi stupirei se gli elettori li premiassero.

Il discorso integrale di Maroni a Bergamo:

14 risposte a “Lo storytelling della Lega: riassunto delle ultime puntate

  1. Riguardo a Rosy Mauro: ho notato anch’io come i media stanno trattando la sua figura, infatti stavo proprio per chiedere un suo parere a riguardo…
    Mi chiedevo se il fatto di essere una donna dai lineamenti duri, con i capelli neri e scarmigliati avesse rafforzato l’idea della “strega cattiva” che ha soggiogato con i suoi poteri il capo innocente e incorruttibile . E se la Rosy Mauro avesse adottato un look, diciamo così, da “olgettina”? Le sarebbero state rivolte le stesse accuse? Ci si aspetta che venga fatta chiarezza sull’accaduto, sia chiaro…cmq che dire, un segno dei tempi che cambiano? Finalmente una donna che sa gestire il potere come gli uomini della “casta”?
    Mah…se mai fosse una consolazione, è magrissima e lascia l’amaro in bocca… 😦

  2. Ci sarebbe veramente da scrivere un libro! Ci sono così tanti stimoli condensati su leadership, appartenenza, (de)mistificazione, catarsi, contratto fiduciario.. Da convintissimo NON elettore della Lega (rabbrividisco al sol pensiero) credo che la ricaduta politica sarà non sui militanti (per motivi semplici e profondi: sospensione del giudizio e piena adesione alla forma di vita e al progetto propriamente semiotico e simbolico della Lega in una logica di rivitalizzazione del credere e catarsi collettiva..) – troppo presi tra l’altro dal sentirsi “diversi” (e familiarizzati) – quanto su quella parte dell’elettorato fluttuante del “voto di protesta”

  3. La cosa sarebbe anche normale se non fosse coadiuvata da altri, fuori della lega (e in teoria “contro”):
    http://www.freddynietzsche.com/2012/04/11/la-val-brembana-dentro-di-me-e-il-cielo-stellato-sulla-cristoforo-colombo/#more-11556

    Lo Scorfano dice con altre parole quello che dici tu:
    http://sempreunpoadisagio.blogspot.it/2012/04/il-rito-del-cattivo.html

    Giovanna, ma a te non fa paura la prevedibilità di questa massa? La psicostoria di asimoviana memoria esiste già e non lo sapevo?

  4. “E se la Rosy Mauro avesse adottato un look, diciamo così, da “olgettina”? Le sarebbero state rivolte le stesse accuse?”
    Sì, non so se proprio “le stesse” ma sì

  5. lavorando su e giù per la padania, mi tocca di convivere con la base leghista che tra i piccoli imprenditori e’ partito di maggioranza assoluta, quasi bulgara. In questi giorni ho inviato mail a tutti prendendoli per i fondelli, ebbene tutti ma proprio tutti si arroccano e confermano il voto alla lega. Belsito e’ un terrone e Rosy Mauro una zoccola, il Bossi un padre ferito povero Cristo.

  6. Questa volta non sono d’accordo, non completamente. In realtà il “popolo” leghista, è composto da alcune persone: alcune pensano, altre no. Io ci vivo in mezzo ai leghisti, da 20 anni, e so che la maggioranza della cosiddetta base non ha mai potuto digerire il Trota, e lo ha sopportato a denti stretti. Rosy Mauro non è il capro espiatorio dell’ultima ora: da anni la chiamano La Badante, e da anni non la sopportano. Calderoli… beh, a Bergamo non ha parlato, perché se no lo avrebbero fischiato. Non mi piace che si bollino tutti quelli che votano Lega come dei selvaggi con l’anello al naso, perché non è così. Piuttosto, a tutti i leghisti che ci hanno creduto, ok la delusione del Trota, ok i soldi alla scuola Bosina, ok i giri di tangenti (tra l’altro, la Lega non parla più di Davide Boni, chissà perché?…), quello che più fa incavolare, e l’ha detto quella gran faccia di tolla di Matteo Salvini (che parla sempre come se fosse al bar con i suoi amici) è che sono 20 anni che promettono il federalismo (e la secessione, e la devolution e …) e non portano a casa il risultato.
    La Lega dà una soluzione sbagliata ad un problema che esiste, e francamente negare che il problema esista vuol dire evitare la realtà e non capire come, se anche la Lega finisse domani, il malcontento prenderà altre strade. Il problema? questo:
    http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cronaca/12_aprile_9/20120408BER02_20-2004006174882.shtml
    P.s.: non voto Lega e porto le mie classi al Museo storico di Bergamo, città dei Mille, per ricordare il Risorgimento. Però non sopporto il razzismo di chi valuta zero tutti quelli che votano Lega.

  7. Uno storytelling assolutamente perfetto. Soprattutto il capitolo di martedì sera è stata un capolavoro di tempismo e di padronanza della comunicazione politica. A mio parere ha avuto un ruolo essenziale anche la location, la relativamente piccola fiera di Bergamo. Clima caloroso, atmosfera da sagra paesana, personaggi caratteristici che vagavano per il padiglione, una faccia della Lega che non si vedeva da un bel po’ di anni. Ma soprattutto: una location, tanti significati. Semplicità, partecipazione, riforma dal basso, rinascita, purificazione.
    Naturalmente io personalmente non ci credo neanche un po’, ma son convinto che molti si son gustati questa fiaba dall’inizio alla fine. E ci han creduto.

  8. Pingback: Riunione di condominio del 12/04/2012 « unradiologo.net

  9. Sará pure una storytelling perfetta, ma qui c’é anche una gravissima mancanza di professionalitá da perte dei giornalisti, che aiutano pesantemente la lega a manipolare la realtá e professare falsitá patenti: il TG1 ha detto che Maroni “si e’ recato in visita di cortesia dalla procura di milano”. Capisco che le mazzette girino anche nell’ordine dei giornalisti – come in tutti gli ordini, che infatti anche per il governo “dei tecnici” risultano intoccabili – ma non so quanto le panzane possano essere viste come una lezione di comunicazione… Non é una critica all’analisi Giovanna Cosenza, capisco che la cosa “funzioni”, ma mi chiedo: se una comunicazione per funzionare imbastisce una falsitá dietro l’altra, la possiamo reputare “buona” o comunque dichiararla vincente?

  10. labiondaprof ha ragione, dovremmo interrogarci sul perché la città dei Mille è caduta così in basso: perché farsi abbindolare dalla Lega? Lo sfacelo politico culturale dell’Italia è una spiegazione un po’ generica, ma immagino che non mancheranno gli studi in materia.

  11. Quando cadono le maschere arriva la frutta…. ma perchè in tanti credono alle panzane che ha propinato per anni questo pseudopartito?
    http://allegriadinubifragi.wordpress.com/

  12. paolam: “…perché farsi abbindolare dalla Lega?”
    Allegria…: “perchè in tanti credono alle panzane che ha propinato per anni questo pseudopartito?”
    Forse perché non hanno trovato altri partiti che abbindolassero di meno e raccontassero meno panzane?

    Avete un’alternativa credibile per i leghisti intelligenti e onesti? O pensate invece che siano in maggioranza “selvaggi con l’anello al naso”?
    Sto citando labiondaprof, di cui sottoscrivo ogni parola.

  13. Per tutti coloro che amano la satira di Spinoza, vi allego il mio articolo sulla lega..:D http://solosapere.com/2012/04/09/spinoza-tutto-sullo-scandalo-di-lega-ladrona/

  14. In questi giorni mi ha colpito Matteo Salvini. È l’unico che si avvicina al linguaggio di Bossi e, in più, ha piena padronanza delle piattaforme di social networking.
    Meglio degli altri, sta rappresentando il dramma interno della Lega.

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