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Grand Prix all’ironia sul macho

Qualche giorno fa – come abbiamo visto – il 57mo Lions International Advertising Festival di Cannes ha assegnato il Grand Prix della categoria Outdoor alla campagna «Be Stupid» che Anomaly ha realizzato per Diesel.

Stamattina scopro che il Gran Prix per la categoria degli spot è andato a «The Man Your Man Could Smell Like», realizzato dall’agenzia americana Wieden+Kennedy per la linea di prodotti maschili per il bagno Old Spice, e così descritto:

«This TV commercial was created to appeal to men as well as women, showing them both how great a man can smell when they use Old Spice Body Wash».

Non voglio pensare che questo sia il miglior spot prodotto nel 2009-10 in tutto il mondo, ma cerco di capire.

Suppongo che ai giurati sia piaciuto il fatto che lo spot faccia il verso alle pubblicità che presentano il prodotto come un mezzo magico, un aiutante che, una volta che lo acquisti, è capace di renderti più bello/a, pulito/a, potente e dunque desiderabile.

Suppongo pure che abbiano apprezzato l’ironia su certi stereotipi: bellezza maschile (macho esotico e muscoloso), relazioni di coppia (orientate solo a bellezza e ricchezza), desideri femminili frustrati (lei che vorrebbe un macho prestante, ricco e dotato di cavallo, lui che non lo è).

Suppongo insomma che lo spot sia stato scelto più perché è una metapubblicità, che una pubblicità.

Oppure?


 

Possiamo infine aggiungere lo spot alla riflessione sul corpo maschile che abbiamo cominciato un anno fa. Vedi anche:

Bello e impossibile (3), 12 aprile 2010

Bello e impossibile (2), 19 novembre 2009

L’uomo senza paura (o quasi), 11 novembre 2009

L’uomo che fa ridere, 28 ottobre 2009

L’uomo normale, 26 agosto 2009

L’uomo instancabile, 27 luglio 2009

Bello e impossibile, 12 giugno 2009

L’uomo in ammollo, 8 giugno 2009

 

 

 

 

 

Be Stupid vince a Cannes

La campagna «Be Stupid» che l’agenzia anglo-americana Anomaly ha realizzato per l’italiana Diesel ha vinto ieri il Grand Prix nella categoria Outdoor al 57mo Lions International Advertising Festival di Cannes, il più prestigioso premio internazionale per la pubblicità.

Smart critiques, stupid creates

E l’ha vinto nonostante le polemiche, nonostante le numerose azioni di contropubblicità per strada e on-line (vedi ad esempio Be Yourself Movement), nonostante l’evidente banalità del concept, che è una riedizione furbetta della vecchia opposizione fra saputelli criticoni e noiosi (smart), da un lato, e stupidi (stupid) dall’altro, dove gli stupidi sono definiti tali solo dai saputelli, ma in realtà sono i veri ganzi della situazione, perché simpatici, creativi e belli.

Ne avevamo già discusso qui (dove trovi traccia anche delle proteste):

Be Stupid

Be Stupid: tutto qui ciò che sai fare?

Ma no, sbaglio a dire «nonostante»: ha vinto «proprio per» le ragioni appena elencate.

La campagna «Be Stupid» esprime il meglio della creatività pubblicitaria occidentale, prendiamone atto. E forse non solo occidentale, ma globale, visto che il presidente della giuria, Tay Guan Hin, regional executive creative director di JWT Asia, ha detto che la giuria è stata ampiamente d’accordo nel premiare «Be Stupid» per il suo «coraggio» (bravery), aggiungendo: «How many global brands would have the guts to do this?» (Adage.com, June 22, 2010).

E già: «quanti brand globali avrebbero avuto il fegato di farlo?». Da oggi in poi credo tanti. Insomma, quando ci lamentiamo della scarsa creatività della pubblicità italiana, dobbiamo pensare che non siamo più soli. Evviva.