Be stupid

Dopo l’ennesima segnalazione («Ha visto che forte, prof?»), devo parlarne.

Non trovo né cool, né tanto meno originale la campagna Diesel «BE STUPID» (dell’agenzia anglo-americana Anomaly), una riedizione furbetta della vecchia opposizione fra saputelli criticoni e noiosi (smart), da un lato, e stupidi (stupid) dall’altro, dove gli stupidi sono definiti tali solo dai saputelli, ma in realtà sono i veri ganzi della situazione, perché simpatici, creativi, belli e vestiti Diesel.

Vediamo alcune headline.

«Smart has the plans, stupid has the stories»: il saputello pianifica, lo stupido ha le storie giuste. Ma una buona storia non s’improvvisa, si pianifica. Però la campagna intende anche «storie da vivere», ah già. Peccato che, fra tutte le fantastiche storie possibili, alluda solo a quelle di sesso. Novità, eh?

«Smart listens to the head, stupid listens to the heart» (questa headline accompagna immagini di baci appassionati): il saputello ascolta la testa, lo stupido il cuore. Segui la passione, va’ dove ti porta il cuore. Uh, che originale.

«Smart may have the brain, stupid has the balls», dove le palle sono sia metaforiche che letterali, perché significano sia il coraggio che le tette che qualche bella ragazza mette in mostra. Un’ideona mai vista.

«Smart says no, stupid say yes», dove dice sì il giovane che permette all’orso di mangiare nel frigo, e dicono sì alcune ragazze che si abbuffano. Il che potrebbe essere un’incitazione a non cadere in comportamenti anoressici, se non fosse che le ragazze sono magrissime.

Insomma, Diesel valorizza chi non critica, non dice no, non fa programmi rigidi. E fin qui l’inno alla libera espressione di sé potrebbe piacermi. Ma la creatività e la libertà che le immagini rappresentano sono fatte solo di sesso, smorfie, tette e culi (non ci sono pernacchie solo perché non si possono fotografare). Un sistema di valori da «Natale a Miami» che non mi pare gran cosa.

Ti pare che stia facendo io la saputella barbosa?

Allora pensa a quanti piani barbosi stanno dietro a una campagna che ti istiga a farne a meno. È come se dicesse: tu continua a fare smorfie e pernacchie, che io nel frattempo faccio i soldi.

Clic per ingrandire.

Smart critiques, stupid creates

Smart may have the brain, but stupid has the balls

Smart has the plans, stupid ha the stories

Smart say no, stupid says yes

Smart says no, stupid says yes

Smart listens to the head, stupid listens to the heart

50 risposte a “Be stupid

  1. Cara Giovanna, è sempre un piacere leggerti, ma soprattutto è sempre confortante sentirsi in accordo, mentre tutti vanno in un’altra direzione. Anche a me gli studenti continuano a sottolineare questa campagna, ma soprattutto non pochi colleghi ne esaltano qualità e pregi che a me ancora sfuggono.

    Saputello barboso anch’io, allora. Tra le tante analisi scovate in rete la tua mi sembra la più lucida. Mi permetto di segnalare a te e ai tuoi lettori anche questa: http://emmebi-attached.blogspot.com/2010/01/cosi-la-diesel-ha-trasformato-la.html

  2. Iabicus, grazie! È bello non essere soli… 🙂

  3. Un mio docente continua a ripetere “dovete pensare che voi non siete l’uomo medio, perché vuoi avete conoscenze che l’uomo medio non ha”. Evidentemente – a prescindere dall’originalità – la campagna Diesel non vuole includere, nel suo target di riferimento, i saputelli barbosi. Ma chissà quanti anti-saputelli barbosi si rispecchieranno nei personaggi (e nelle massime) della nuova campagna..

  4. a me però sfugge un pò il senso di questa campagna
    guardando i cartelloni mi ha dato un pò l’impressione di essere come una “campagna di preparazione” che avrà un senso compiuto solamente con la campagna successiva, che evolverà il concetto
    con tutto l’investimento che ha avuto mi sembra un pò sottotono il messaggio “compra diesel”
    mi dicevo “non possono avere speso così tanto per veicolare un messaggio così povero e vago”

    sono solo impressioni

  5. io vivo a roma e pur prendendo i mezzi pubblici tutti i giorni non ho mai visto nessuno dei manifesti qui analizzati.

    Se ne vedono solo 2 che non hanno nessuna immagine. Su sfondo nero, uno con i caratteri in rosso/rosa e un’altro con i caratteri verdi.

    in uno si dice «Smart may have the brain, stupid has the balls» e l’atro “Smart had a good idea and that idea was stupid”.
    Quasi sempre entrambi i cartelli sono affissi nelle metro a distanza di pochi metri l’uno dall’altro e a me sembrano avere un senso molto chiaro.

    Inoltre credo che nel post non si tenga in considerazione il pubblico a cui vengono rivolti questi messaggi. Senza nulla togliere al senso estetico di nessuno, alla diesel offrono un determinato tipo di abbigliamento che raramente fa presa sulle fasce più acculturare di popolazione giovanile. Un conto è comprare un jeans, un altro conto è servirsi fedelmente da diesel, dunque abbracciarne più o meno la filosofia e… l’identità. Quella di uno che la gente acculturata, formale o mediamente normale giudica vestito da stupido e che, quindi, ne rafforza implicitamente l’orgoglio identitario.

    Io la interpreto così… riguardo ai manifesti qui esposti, in effetti niente di nuovo e niente di eccezionale. ma la versione “minimal” di questa campagna che gira per roma è, a mio parere, più efficace e meno controversa.

    Alessio

  6. Già cara professoressa, condivido in pieno le tue osservazioni – ma non ti assicuro che questo ci escluda dall’essere barbone e saputelle:-)
    Tra l’altro in questi giorni sto facendo scorpacciate di una serie tv americana, si chiama “The big bang theory”, una sit com che racconta le avventure di due fisici e della loro avvenente vicina di casa.
    Ricalcando in alcuni punti gli stereotipi, ma capovolgendo alcuni paradigmi.
    Così infatti sottotitola la serie: “Smart is the new sexy”.
    Speriamo contribuisca a diffondere un nuovo immaginario!

  7. Innanzitutto complimenti per il tempismo! Proprio in questi giorni diversi miei amici mi chiedevano dei giudizi su quella campagna pubblicitaria. Aldilà dei suoi contenuti poveri e “inflazionari” non passa inosservata. Ho la sensazione che questa filosofia da quattro soldi che invade la nostra “semiosfera” possa avere dei risvolti preoccupanti: si stanno riempiendo di aria fritta dei vuoti culturali e concettuali grandi come grattacieli. Questa popfilosofia è effettivamente alla portata di tutti, intendo quei tutti che non hanno o non cercano alternative. Se pensiamo a quel 70% che si nutre di tv il quadro è desolante. Stiamo costruendo una società dove Diesel bicchierimezzipienid’acquaFerrarelle faranno da nuovi e grandi maestri di vita?!

  8. Scusatemi aggiungo un post scriptum: prof il suo blog è quantomeno CONFORTANTE!! Continui così! :PP

  9. Anche io, vedendo le affissioni, ho avuto la stessa impressione di Salomanuel e, stando a quello che si dice su Ninja Marketing (http://www.ninjamarketing.it/2010/02/01/be-stupid-be-diesel/), pare che seguiranno altre azioni di comunicazione.

    Se lo scopo di questa prima parte della campagna era alimentare il buzz (online e offline), beh ci sono riusciti.

    Al momento mi sembra che il tutto si fermi alla (soporifera) contrapposizione smart/stupid, che sinceramente non offre molto spunti per quanto riguarda l’analisi dei contenuti, talmente è povera e superficiale.

    ps: complimenti per il blog

  10. “ma prof! – dice erica – ha visto la pubblicità della diesel?? è pazzesca!”

    e la prof sorride. sa che ha dato lei questi strumenti. ed è il suo modo personale per resistere…

    a lunedì prossimo!
    🙂
    laura

  11. Questa campagna pubblicitaria mi fa tornare in mente un pezzo da “L’Italia spensierata” di Francesco Piccolo, in cui l’autore va a fare il pubblico in studio di Domenica In e nota che gli autori si disinteressano del tutto a come sta andando il programma scritto da loro. E si chiede come si possa fare qualcosa di bello se non si apprezza ciò che si fa.
    Mi sembra che sia una domanda adeguata per gli autori di questa campagna… insomma, se sono laureati in marketing o altro vuol dire che fanno parte degli “smart”, e sanno che devono convincere gli “stupid”; insomma, è come se ci fosse un cinismo di fondo, ma con il cinismo non si crea nulla.

  12. E’ perfetta, questa campagna invece. Tutte le osservazioni della prof sono, al solito, centrate e giustissime, ma dimentichiamo che la stragrande maggioranza della GENTE guarda uomini e donne, “sì va bè ma per fare due risate da quanto sono stupidi”; apprezza le gag di Berlusconi perchè “sì va beh ma almeno lui è simpatico”; ammira lui e Fabrizio Corona perchè “loro almeno hanno fatto i miliardi”; passa il pomeriggio di natale a vedere Natale a Miami e apprezza in generale la comicità televisiva.
    Tutto sommato mi pare che questa campagna fotografi perfettamente lo stato sociale attuale e lo cavalchi alla grande: piace un sacco, mi pare di capire!
    Poi, sto anche io dalla parte dei saputelli barbosi, ovvio. Vediamo se, facendo un gruppo su Fb arriviamo a 50.000 prima degli stupidi!!!
    Per me no…

  13. Ragazzi: la campagna è in fasi diverse in città diverse.
    Potete vederla tutta sul sito Diesel, video incluso.

    Il seguito annunciato sul blog Ninja, caro Matteo, non fa che confermare la filosofia della campagna di cui ho già detto: saranno selezionati, ripresi, fotografati e pubblicati atti di stupidità esemplari da parte di stupidi qualunque. Lo stupido uomo e la stupida donna della strada. Perfetto! Pernacchie, scorreggie e tette al vento di tutti, non solo quelle dei modelli e delle modelle fotografate in prima battuta.

    Il target, il target… caro Luca e gli altri che vi hanno alluso: sappiamo tutti che si costruisce una campagna per un certo target. Ovvio che se critico una campagna ho ben presente il target cui mira. Ed è certo che la campagna suppone che un certo pubblico (ampio) becchi… Beccherà, non c’è dubbio. In Italia, fra l’altro, è particolarmente azzeccata. In questo senso la campagna è smart: sarà molto efficace in termini di attenzione al marchio e vendite. In questo ha ragione LaghAllina. Ma io lo davo per scontato, paragonando questo sistema di valori a quello del cinepanettone: sappiamo tutti che i vari Natale a Miami sono campioni d’incassi. Mi spiego?

    Ma il mio discorso è più ampio: la vogliamo smettere, come comunicatori, di confermare e rafforzare questo sistema di valori? La vogliamo smettere di promuovere il vuoto pneumatico? Più gliene dai, di vuoto, più ne vogliono.

    E la vogliamo smettere, come consumatori, di accettare che un comunicatore smart ci dica che siamo stupidi, per giunta valorizzando il fatto che, se caschiamo nella trappola, lo siamo davvero????

    E la creatività dov’è? L’originalità? L’inventiva? Io qui non le vedo.

  14. Smart does Diesel.
    Stupid buys Smart.

  15. Compravo diesel anni fa, ai suoi esordi, mi era più simpatica. Ma ora l’arroganza e i prezzi (provare per credere per esempio al negozio diesel di San Babila a Milano) e pubblicità come questa mi fanno decidere di smettere di acquistare diesel. Un consumatore in meno…

  16. L’originalità? L’inventiva? Hai parlato tu stessa dei cinepanettoni campioni d’incasso no? Anche lì tette e culi, smarts che diventano appositamente stupids per la platea plaudente, e poca, pochissima originalità.

    Capisco il tuo punto di vista: non te la prendi col target ma con i comunicatori che vi si rivolgono. Li inviti a cambiare atteggiamento.

    Ma secondo te perché si insiste con l’offrire al pubblico il “vuoto pneumatico”, anche a costo – come nei cinepanettoni – di mostrarsi stupids quando in realtà non lo si é?

  17. Luca: è la solità circolarità. I comunicatori dicono che danno alla gente né più e né meno ciò che la gente vuole. E la gente vuole sempre di più ciò che gli viene dato.

    Ma ciò che si dà alla gente, naturalmente, contribuisce a formare le menti (specie nei caso dei più giovani, più deboli, meno avveduti) e consolidare i gusti, anche nel caso di quelli più avveduti, che magari dicono che vanno a vedere il cinepanettone (o apprezzano Diesel) NON perché lo condividono, nooooooo, ma per distrarsi e ridere, che male c’è? mentre loro sono sicuramente ad un altro livello, ceeeeerto. In fondo è solo un filmetto da ridere, in fondo è solo pubblicità, che male c’è? Ma i più deboli? (in tutti i sensi: più giovani, meno colti, più poveri…). Che ne è di loro? Come fanno, loro, a distinguere? Come fanno a non inSTUPIDirsi del tutto?

    E si ritorna daccapo: più gliene dai, di incitazione alla stupidità, più ne vogliono. Non se ne esce. A chi tocca uscire dal loop? Agli smart, direi, ovunque siano. Fra i comunicatori, fra il pubblico.

    Il mio appello, chiamiamolo così, è rivolto a entrambi i lati. Specie perché svolgo il ruolo di “educatrice”, no? 🙂

    Sai dove starebbe la verà originalità? Spacciare per STUPID valori e idee SMART. Essere davvero originali in modo semplice e accattivante anche per chi è abituato ai cinepanettoni.

    È questa la vera scommessa. Ma ci vuole una testa davvero fina. Che pochissimi comunicatori al mondo hanno… 🙂

  18. cara giovanna
    sono d’accordissimo con te!
    ho visto questa pubblicità in giro e l’ho subito trovata di una banalità da far cascare le braccia.
    mi fa piacere che tu ne abbia parlato.

  19. Cara Giovanna,

    la campagna è *diseducativa*, diseducativa nell’intimo. Il messaggio è: comportati come vuoi, rimani pure una capra, allora sei ok. L’evoluzione dell’uomo vista dalla nuca. Un tuffo nel passato remoto. Diseducativa perché seguire il cuore, l’intuito e l’irrazionalità (la stupidità?) non è affatto in contraddizione con l’uso della ragione, anzi è la commistione fra i nostri due “stati” che genera la creatività, come ben sa chi nella vità ha creato qualcosa. Però se uno questa commistione non la esercita, al massimo crea campagne per la diesel. :->

    Vabbè, parole al vento, visto l’alto numero di persone intelligenti e creative che passano di qui. 🙂

    Comunque la campagna avrà successo, eccome se ne avrà. E’ in piena sintonia con molti altri messaggi televisivi e non: non complicarti le cose, acquista, fidati di noi, segui la paura e il desiderio che ti forniamo noi.

    ciao
    nicola.

  20. Dimenticavo la cronaca: a Milano siamo nella fase 1a: solo scritte, niente immagini.

  21. L’idea di spacciare valori “smart” come fossero “stupid” è accattivante. Manipolare per nobili fini. La pratica dei santi. Non è forse un santo chi pecca tutta la vita per andare all’inferno con lo scopo di traghettare i suoi inquilini in paradiso?
    Ugo, complimenti per il tuo calembour di gran classe!

    Ubu Roi

  22. Siamo alle solite.
    Anni fa si diceva che la pubblicità fosse un grande circo. Ora mi pare una grande fiction. E i “comunicatori” mi sembrano sempre più “comunicattori”.
    Ma allora è proprio vero che “si possono capire gli ideali di una nazione dalla sua pubblicità” (Norman Douglas).
    Quanta strada abbiamo da fare, per allontanarci dai cliché “Smart” e “Stupid”?!

  23. Io ho fatto la parodia di questa campagna pubblicitaria 😀
    BE SMART

  24. Grazie mille Giovanna, troppo gentile!
    Ho aggiunto il tuo blog tra i miei link.

  25. O.o mio dio che cosa orribile.

    esaltare l’idiozia è la cosa piu stupida che si potessero inventare

    ancora piu idiota sarebbe credere nei valori che questa campagna sta cercando di trasmettere ò.ò “siate stupidi che vivrete felici, nascondete la testa come gli struzzi davanti alla realtà”

  26. PS: volevo informarti che ho lincato il tuo post sul mio blog ^^

  27. resto anonimo per non fare figuracce. ma quella traduzione di smart da dove viene? io smart l’ho sempre tradotto come: intelligente/furbo/svelto. dunque non come saputello barboso. detto questo l’opposizione la vedo un pelo più pertinente.
    meno interessante mi sembra il be. identificarsi con l’essere stupidi non è il massimo. io avrei detto piuttosto: fai qualcosa di stupido, ogni tanto, mica guasta…

  28. Ué fanciulli, un dubbio mi sovviene: se la mente è come un paracadute e funziona solo se si apre, chi vi assicura di essere in possesso del paracadute?

  29. @ugo: io lo scopriro se, quando toccherò il suolo, dovessi sentire un suono tipo “BOOOOOOOOOM” (ehi, aspetta, questo è esattamente quello che avrebbe detto uno stupido U_U maledizione )

  30. Smart o Stupid che sia Diesel è in controtendenza: ultimamente nella moda non spopolava il nerd che dovrebbe di norma essere anche smart?

    Il loro target è stra cambiato negli anni, oltre ai prezzi ovviamente. Ma non capisco questa ultima associazione con dei valori che intaccano il giudizio della persona. Anni fa avevano quanto meno una pseudo morale, la libertà pubblicizzata era decidere con la propria testa, provare emozioni forti, e vivere on the road/alla giornata (un po’ più figli dei fiori per intenderci) ricordo male? Mentre oggi è la libertà di essere Stupid. Il problema è che c’è ancora gente sana che nello stupid vede lo stupid punto, non uno smart mascherato da stupid.

  31. Ma se finiscono gli stupidi, poi, a chi vendiamo?

  32. Salve a tutti,

    completamente d’accordo con Giovanna, ho pensato le stesse cose vedendo i cartelloni in giro per Milano. Zinn, colpito & affondato!

    Enjoy,

    V

  33. veniamo al sodo,ragazzi! io tengo famiglia.!! ho realizzato rapidamente un allusione al cartello immobiliare,quello vendesi-affittasi ,tanto per capirci,solo che invece che le due consuete parole sopracitate,h o scritto STUPIDO.
    e o in calce,i classici RIVOLGERSI …. TELEFONO….
    nello spazio adibito allo scritto si legge : DISPONIBILE SOLO MEZZAGIORNATA,ANZI NO PART -TIME (FA FICO SCRIVERE IN INGLESE)
    SCRIVO, E LEGGO ANCHE IN ITALIANO.
    RIVOLGERSI: ABENZINA(NO DIESEL) SEGUE TELEFONO…

    CHISSA MAI CHE MI ASSUMONO IN DIESEL,ANCHE PERCHE’LI HO GIA’ATTACCATI VICINO AI LORO PUNTI VENDITA E NE MANDO QUALCUNO AL LORO UFFICIO MARKETING.
    MI DISPIACE SOLO NON ESSERE A NAPOLI,DOVE SO CHE HANNO FATTO LE LORO CONTROMOSSE.QUI A MILANO ACCETTANO TUTTO PASSIVAMENTE,SENZA REAGIRE.ALMENO ,SOLITAMENTE.
    P.S. HO ANCHE REGISTRATO IL MARCHIO ” STUPIDO” COSI’ SE LO VOGLIONO LO PAGANO.

  34. anche sul sito del corriere si discute su questa campagna…e anche obama si riscopre stupido…
    ecco il link: http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_10/stupidi_diesel-pubblicita-monti_d6521116-160e-11df-9e42-00144f02aabe.shtml

  35. Pingback: Be stupid. Diesel provoca e il mondo risponde « Marketing: The Day After

  36. Ho letto l’intervista a Renzo Rosso. Dunque la sua “stupida” idea di lanciare sto messaggio forte per fare più soldi assieme al vendere i capi ad un prezzo doppio devo dedurre che giochi sulla mia Stupidità: quella di comprare il suo prodotto.
    Cioè ci prende deliberatamente per il fondo schiena.

    Come sono lontani i tempi in cui Renzo Rosso sembrava ancora una persona onesta e dava da lavorare al nord est in una fabbrica-famiglia senza cedere alla tentazione di delocalizzare per inseguire il profitto..ed i prezzi erano ancora umani, non dedicati all’elite degli stupidi che li comprano per sentirsi Stupidamente liberi. Così che la realtà della sua azienda sembrava un modello per l’industria manufatturiera italiana.

    Non c’erano ancora le sfilate, pensa te, neanche le pubblicità provocatorie perché la provocazione era proprio comprare un jeans bello, di qualità fatto in Italia e con un costo giusto. Si era liberi di farlo, oggi non più. Altro che “think different”. oggi mi dispiace ma il suo “think different” assomiglia più ad un “think the same”.

  37. La vogliamo smettere di considerare il marketing come il grimaldello per cambiare le società? O addirittura come un testo artistico da giudicare nell’esito estetico?

  38. @ MariaGiulia: hai ragione, non sarà il marketing a cambiare il mondo ma il mondo a cambiare il marketing 😀

  39. apprezzo molto questo post. Ritengo che sia, come spesso succede, un problema di contrasto tra significato comunemente dato e rovesciamento di quel significato (una cosa che si vede spesso negli ossimori). La stupidità di questa pubblicità è la stupidità di Homer Simpson, è facile riconoscersi, anche per chi stupido non è.
    Il fatto che stupidamente sfugge è che la stessa definizione di stupido è labile: la stupidità è nelle azioni? Nei pensieri? Nel rapporto con gli altri? E’ più stupido fare determinate cose o non fare?
    Funziona appunto perchè NON è innovativa, cavalca dei clichè. Ed è fatta (in modo furbetto) in modo che la gente non la prenda troppo sul serio, e si scavi un posticino dentro i loro pensieri, e desideri d’acquisto.

    Un po’ come quel ragazzo di Bari che era al Grande Fratello: ha parlato della mafia definendola come “una cosa di cuore”. Molti si sono indignati perchè è una cosa assurda da dire in TV. “Evvabbè” hanno ribattuto altri “non è certo un opinion leader, è al Grande Fratello” (cioè, è uno stupido). Eppure il suo modo di pensare, oltre a essere stracondiviso da molte persone (sono di Bari anche io), data la simpatia suscitata dal personaggio, può farsi strada nella mente di chi non ha troppe difese immunitarie culturali, in modo subdolo, come i consigli per gli acquisti.

    Spero di non essere stato troppo catastrofista, o Off Topic. O stupido. 🙂

  40. è uscita la risposta alla campagna Diesel su

    http://www.fourdotz.com

    a merito degli happy few.

    Notevole.

  41. L’aspetto più interessante, dal punto di vista comunicativo, è che sostituendo “religious” a “stupid” si ottiene un ottimo riassunto delle ultime omelie di Ratzinger sui limiti della conoscenza scientifica.

    A parte questo, penso che la stupidità in Italia stia passando da condizione dell’uomo medio a condizione di eccellenza. Abbiamo mai pensato a quante porte ti chiude l’intelligenza? Non puoi fare carriera politica, non puoi fare l’opinionista in televisione, non puoi vedere il 90% dei film che danno al cinema, non puoi avere rappresentanza in parlamento, and so on…

    Diesel finalmente getta la maschera e dichiara di volerci stupidi. Non ha che da mettersi in coda: religione, politica e media lavorano da anni in questa direzione (in certi casi, da millenni). L’obiettivo finale sarà quello di censire i pochi intelligenti rimasti – quando saranno in numero controllabile – e chiuderli in una riserva dove saranno sottoposti a straziante lettura di tascabili economici malamente tradotti da uno stagista. Al di fuori di questa riserva, immagino una scena simile a quella delle scimmie di 2001 Odissea nello spazio.
    Non è un paese per intelligenti, e non è una bella notizia in tempi di crisi.

    Ps: tra gli effetti positivi di questa campagna registrerei il fatto di poter chiamare apertamente “stupidi” tutti coloro che comprano abiti Diesel, e stavolta senza che se ne abbiano a male. Sono sempre soddisfazioni.

  42. Leggete qui e consolatevi. Gli anticorpi dell’uomo della strada battono le campagne stupide in un solo gesto. 🙂

    http://teddisbanded.blogspot.com/2010/03/leggere-un-titolo-sotto-unaltra-luce.html

  43. Complimenti! E’ confortante vedere che qualcuno pur resiste e non siamo poi così soli…..bisogna mettere un’argine alla giustificazione della stupidità….non ci devono essere i “meno fortunati” a cui si danno gli escrementi, bisogna lottare per riscattare ed educare la società, perchè è un sistema delicato dove anche un solo stupido può rovinare l’equilibrio.

  44. …e, dopo mesi, per chiudere il discorso…:-)

  45. spettacolo!! grande laura 😀

  46. e’ propio vero che non c’e’ limite al peggio…
    da un’azienda come diesel non mi aspettavo l’apoteosi della banalita’.
    il messaggio strizza l’occhio al qualunquismo piu’ becero di matrice medio borghese con aspirazioni radical scic, finto socio culturale, anarcoide snob financo elogio all’imbecillita’e della mediocrita’.
    circa le foto/video/immagini sono quanto di piu’ retorico esista; dovrebbero cancellare l’agenzia pubblicitaria dall’albo.
    a meno che diesel si rivolga espressamente a quel target di giovani che incarnano il messaggio e sono rappresentati sul video. ma questo dovrebbe far crollare le vendite se questi giovani avessero consapevolezza e quindi dignita’. ma questo e’ autolesionismo.

  47. Post trovato con un paio di anni di ritardo, ma la cosa mi sta particolarmente a cuore e quindi devo parlare per forza. Parlo da giovanissima laureata che ha fatto il liceo classico. Quindi diciamo proprio ignorantissima non lo sono. Io ho trovato questa pubblicità geniale. Non si tratta qui di comprare jeans, qui si tratta di trasmettere valori che sono in linea con la nostra generazione. Questa campagna si rivolge a una generazione completamente diversa da quelle precedenti, una generazione che ha visto fallire gli “ismi” del passato, tutte le utopie che non si sono realizzate. E allora…che cavolo perché mai dovremmo continuare con questa “smart way” che ci è stata propinata fino a ora? E’ un periodo diverso, un’epoca diversa in cui i giovani non hanno più certezze, ma hanno bisogno di tirare fuori le palle. Quindi una campagna che ti dice “va e sii ciò che vuoi, lanciati nelle tue sfide a capofitto” è una campagna che non può non avere successo tra i giovani acculturati e non. Per quanto riguarda il sesso…scusatemi…quale marchio non usa il sesso come driver? E poi…cosa c’è di male? Qual’è il valore sbagliato nel sesso? Non mi è chiaro…il sesso è una cosa che ci accompagna da sempre e spero ci accompagnerà per sempre, una cosa che abbiamo in comune con gli altri animali e basta.

  48. Pingback: Piazza Italia e le provocazioni della ‘gente comune’ - Giovanna Cosenza - Il Fatto Quotidiano

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