L’arretratezza della donna Twingo Miss Sixty

Mi ha scritto ieri Ilaria:

«Cara Giovanna, non commento da te spesso quanto vorrei, ma leggo ogni volta che posso – e mi sento sempre un po’ meno sola.

Stasera ho acceso la tv per 10 minuti e ho incrociato per ben due volte lo spot della Twingo Miss Sixty. Sono corsa a cercarlo su internet e l’ho trovato, non a caso, su un sito queer, perché lo spot allude a un rapporto lesbico. Noto però dai commenti che lo spot non piace tanto a chi frequenta quel sito, cosa che avevo subito sospettato, perché rappresenta le lesbiche secondo stereotipi tipicamente maschili e etero (e magari italici). Ma non è questa la cosa che mi ha dato più fastidio.

Ho trovato ben peggiore la frase “La competizione è femmina”, con relativo stereotipo. Sono ignorante in materia, ma a naso mi sembra uno spot fatto per il mercato italiano. In effetti l’ho cercato in altre lingue e non l’ho trovato (vedo però che altrove scrivono: “It’s a girl thing”, che è ben altra cosa). È possibile? Me l’ero chiesto anche a proposito dello spot dei papà che vanno a prendere i bambini a scuola (in quel caso avevo seguito la discussione su Lipperatura).

A me sembra un brutto tentativo di fare i “larghi di vedute”, magari nella speranza di intrappolare qualunque critica nell’accusa di moralismo. E poi, chiaramente e come sempre, c’è il contesto, la cornice, e in Italia sappiamo bene qual è.

Insomma, sarei curiosa di sapere cosa ne pensi tu. Grazie, dell’attenzione e del lavoro.»

Sono d’accordo con te, cara Ilaria. È la solita triste storia: la pubblicità mostra le donne italiane come questo paese e la maggioranza delle stesse italiane si vedono. Contribuendo ad alimentare la visione stereotipata, in un circolo vizioso da cui non si esce.

Ecco allora che ci dicono che «La competizione è femmina», quando invece appartiene a tutti i generi. Ed ecco per giunta che la competizione riservata alle donne non riguarda ruoli intellettuali o professionali, né tanto meno poteri economici o politici, ma un abituccio rosa cipria, da abbinare a una Twingo Miss Sixty appositamente dedicata alle donne e dunque anch’essa – ovvio! – rosa cipria.

Aggiungo, come aggravante, che la testimonial scelta per le affissioni è Belén Rodríguez, tutta corpo e moine.

Così, mentre ora da noi va questo spot, guarda più sotto cosa mandava qualche mese fa Renault UK.

Lo spot Twingo Miss Sixty italiano:

Gli spot «The handbag», «Advert» e «The mother!» di Renault Twingo UK, per la campagna «Modern Times» on air in febbraio 2010:

The handbag

Advert

The mother!

37 risposte a “L’arretratezza della donna Twingo Miss Sixty

  1. I tre spot inglesi sono divertenti, al contrario, credo che quello italiano sia l’ennesima dimostrazione di arretratezza della mentalità italiana. Oltre ad essere l’ennesimo prodotto “rosa” che si presenta come prodotto PER le donne, ma (secondo me) le discrimina e basta.

  2. Anche gli spot UK non è che diano una gran bella immagine… per carità sono un po’ più “simpatici”, ma se si parla di “immagine della donna”… Bhè, direi non molto edificante…

  3. Patetico lo spot italiano e temo anche parecchio controproducente. O io ci ho un’idea fantasiosa del mondo lesbico che vabbè che è variegato ma così sceme ne dubito – o quel mondo che da sempre ragiona sulla forzatura degli stereotipi di genere non sarà disponibile a identificarsi qui. Le femmine etero men che mai, perchè per abbinare un vestitino non hanno bisogno di fare porcellate con la compagna di banco. GLi unici sarebbero i maschi italici, per i quali da secoli si confezionano finte lesbiche per assecondarne un antico immaginario – però ho idea che non siano il target della pubblicità in questione.
    In ogni caso – la cosa problematica sostanziale è che il plot è pretestuale, la pubblicità ruota sul vecchio abbinamento automobile sorcona. E anche un po’ deficente (tutte quelle moine, tutti quegli ammicchi, io non ho un’amica una a prescindere dagli orientamenti che in una situazione caliente faccia tutte quelle mosse mentecatte).

  4. D’accordo con i commenti precedenti e con la difficoltà di capire a chi si rivolga lo spot italiano (e va bene che il concetto di target è ormai obsoleto, ma costruire un’immagine di Twingo come al passo con i tempi in questo modo, mah…).
    Annotazione interessante: uno dei 3 spot inglesi è passato anche in Italia. Indovinate quale?

  5. clamoroso, nella versione italiana, l’autogol del pay off “drive the change”. Puoi cambiare macchina, ma il livello della comunicazione è sempre lo stesso

  6. Pingback: l’auto che ti porta sull’altra sponda: Twingo Miss Sexty, cioè, Sixty « alcuni aneddoti dal mio futuro

  7. io lo so!!! tra l’altro da noi potrebbe essere quasi incomprensibile la disapprovazione della madre, visto che qui le genitrici appendono i calendari delle figliuole desnude in cucina e si fanno intervistare da Vespa sul tema “mia figlia e il silicone”.
    Il migliore made in uk è il primo, dove si supera il pudico imbarazzo per la vita sessuale (e a qualsiasi età, stupendo!). E appare anche un.. cos’è quello?.. un condom?, perché di solito in Italia se ne vedono pochi in tv, anzi quasi mai.

  8. Esatto! Completamente d’accordo con Fabiana.

  9. Ciao Giovanna,
    qui in Italia passano il primo e ogni volta che lo vedo penso “in Italia sarebbe impensabile”. Pero’ la headline e’ diversa: “non in tune with today”, bensi’ “twingo houdt je jong” = Twingo ti tiene giovane. Solo a me sembra che sposti l’asse interlocutorio? A me sembra quasi parlare alla nonna. E qui mi fermo, ma sulle differenza tra Olanda e Italia nelle politiche di integrazione delle 3′ eta’ si potrebbe aprire un altra discussione…

  10. Errata corrige: ” qui in Olanda” ovviamente!!!!

  11. Giovanna, una piccola nota positiva sullo spot Twingo Miss Sixty: la ragazza che si spoglia oltre ad essere davvero bella, almeno è un po’ in carne…insomma almeno sembra vera!! 😀
    Certo, lo so che è poco, troppo poco…. e ti dirò che appena ho visto lo spot..mi sono chiesto cosa ne avresti pensato…. e posso solo dirti che concordo….
    @ Stefania & Fabiana
    “Condom”, “preservativo”, sono vocaboli clandestini, che in Italia non si pronunciano in TV….. vedere una nonnina che ne ruba uno a noi “ggiovani” sarebbe eccessivamente imbarazzante per il pubblico italico…
    Ahi noi, non siamo ancora pronti… 😦

    A tutti buona serata e buon week end!

  12. Ciao a tutte e tutti, d’accordissimo sul fatto che il migliore di quelli inglesi sia quello con il condom. Impensabile da noi.

    D’accordo con Francesca che spostare l’asse sul “ti tiene giovane” sia banalizzarlo: non è un tema di giovanilismo che la signora in età usi il condom, accidenti! Usarlo a tutte le età significa semplicemente usare la testa. E implica, ovviamente, anche il fatto di avere una vita sessuale attiva, ma mica per tenersi giovani, solo per star bene, fare ciò che piace, avere relazioni appaganti, insomma: cavoli di ognuna!!!

    Non a caso, in Italia è passato quello con l’affissione “desnuda”, come ricordano Stefania e Fabiana (grazie! mi era sfuggita…): peccato che la cornice italiana dia tutto un altro senso alla valorizzazione della libertà della ragazza di “fare quel tipo di lavoro”. Insomma, è incredibile cosa ci rimbalzano indietro queste comparazioni, vero? 😦

    E chi mi conosce in aula sa quanto io insista, dal punto di vista metodologico, sulle comparazioni… 😉
    Ciaooo

  13. sono daccordo con Fabiana, e su come il secondo spot qui in UK era recepito col giusto accento (Panzer, io credo che il retrogusto che ti lasciano sia dovuto al sapore che si ha in bocca in Italia).

    Parlando di lost in translation: a me ha sempre infastidito il motto finale degli spot L’Oreal tradotto in Italia come “perche’ io valgo”, che ti mette su una pesantezza inutilmente retorica (la donna ‘vale’, ah si?) mentre l’originale era un ben piu’ sbarazzino “because it’s worth it”, perche’ ne vale la pena.

  14. (o nella variazione “because I’m worth it”, perche’ me lo merito)

  15. … mah mah, il primo spot sarà davvero rivolto agli italici maschi, perchè questi pubblicitari pensano che tutte le femmine chiedono ai maschi che macchina comprare! d’altra parte, le veline le macchine se le fanno regalare dai loro ricchi protettori, mica se le comprano, ohibò…
    resto a bocca aperta ogni volta che vedo una comparazione tra spot nostrani e altrui. mica che loro son già arrivati, eh, però un tantinello più avanti di noi…

  16. Io spot twingo Miss Sixty lo trovo semplice e geniale
    Loro non sono nè le classiche lesbiche maschiaccio n’è tantomeno le virago lesbo super sexy dei sogni dei maschi
    Semplici al limite del cicciottello vere e reali
    Bravi Twingo miss Sixty
    Queste piccoli spot ironici fanno meglio della politica ed abituano le famiglie di Matera e di Funniculì, che gay e lesbiche non sono UFO

  17. Puhuauhauhahuahuhua xD che c’è di male negli spot?
    Per me rispecchiano realmente tutti la “modern life”.

    Il primo tradotto in italiano fa capire come anche nelle
    relazioni lesbiche ormai il materialismo sorpassa tutto.

    Il secondo lo trovo positivo a parer mio perché promuove
    l’utilizzo del preservativo, poi quella per me è la nonna u_u

    Il terzo invece manco fosse la vetrina di un sexyshop,
    mai sentito parlare di http://www.burlesque.it/ ?! LOL

    L’ultimo invece è la rappresentazione dei genitori separati,
    spesso il figlio esce meno dei genitori ed è più responsabile!

    Quante storie per degli spot.
    La competizione a scandalizzarsi
    in italia è davvero unisex ahahah!

  18. Oh caspita quello spot è sembrato super-stereotipato persino a me (la babbalucca). Non solo, mi è sembrato anche poco consistente, lo ho dovuto guardare una seconda volta per capire qual’era la dinamica, la storiella che ti raccontavano. Spot twingo miss sixty bocciato, dal punto di vista comunicativo a me non ha trasmesso proprio niente.
    Veramente carini invece gli spot modern times, quello del condom mi fa morire dal ridere! Non c’entrano niente con la macchina che vogliono sponsorizzare però!

  19. Ho visto il primo spot ieri sera a cena e con mia madre l’abbiamo liquidato con un ridente “Ma vorrebbero convincere a comprare quella macchina? Non capiscono proprio nulla”.
    Ridicolo, proprio ridicolo; condivido pienamente quanto precedentemente scritto da Zauberei, mi consola che non siamo state le sole a fare queste considerazioni.
    Cerco di essere ottimista, anche in linea con quanto letto stamani qui (http://vitadastreghe.blogspot.com/2010/12/donne-in-rete-e-movimento.html#more) e qui (http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/12/10/news/belen_addio-10047692/?ref=HRESS-7).
    Uso questi scampoli di fiducia per iniziare a credere che si possano davvero cambiare le cose.

    Un saluto e complimenti per il suo blog è la prima volta che la leggo e sto scoprendo con piacere questo spazio cercando-spulciando fra i vecchi post.

    Buon fine settimana.

  20. secondo le teorie di marketing moderne…interamente basate sul ciarpame socio psichiatrico una pubblicità deve avere come unico scopo quello di farsi ricordare ….ahahhaah non solo hanno centrato l’obiettivo …ne state pure parlando !!! ma queste sono cose da psichiatri …come lo è il femminismo ! negli anni settanta le femministe reclamavano cose che già avevano, e che valutate singolarmente erano ridicole …..oggi dopo trent’anni …. la media delle donne ha raggiunto finalmente l’emancipazione….che consiste nel comportarsi come si comportano gli uomini da sempre. Si inverte lo stereotipo e lo si consolida …e cosi fanno gli addi al celibato accarezzando e mettendo soldi nelle mutande dei modelli ….si ubriacano al bar la sera …dicono le parolacce …e su facebuk condividono il link del babbo natale energumeno col cappello sul pisello ….quindi che cosa vi aspettate da un’agenzia che lavora per un target di 15 enni ? qualcosa di intelligente ?? no !! qualcosa di idiota così vendono !!! non esistono uomini e donne …siamo solo essere spirituali sbattuti in un corpo che ovviamente ha un sesso esistono solo storie individuali il resto è aria fritta. Quindi lo spot fa il suo porco lavoro farà comprare quei jeans a qualche centinaia di migliaia di bimbominkia. L apubblicità si evolve in base alla cultura …non crea la cultura anzi ne riflette lo stato non sonole donne ad esser messe male ….ma questa generazione

  21. Cara Lucia, grazie e… benvenuta! 🙂

    Caro Illegalmind, la prossima volta, prima di commentare, leggiti meglio sia il post che i commenti: nessuno qui ha criticato gli spot inglesi, anzi. Il problema è solo lo spot italiano Twingo Miss Sixty.

    Ho postato gli spot inglesi proprio per rendere chiara la differenza che passa fra gli stereotipi banalizzanti dello spot italiano Twingo Miss Sixty – evidentemente ritenuti adatti alla società italiana – e gli spot che lo stesso marchio Renault manda invece in Inghilterra, che – come giustamente hai rilevato – mostrano ruoli, valori, costumi finalmente e allegramente mescolati, ribaltati, inaspettati.

  22. Ecco il maschilista che descrivevo in alcuni post!
    Mi riferisco ad Alan peter gabriel

  23. quali sono gli elementi in base ai quali puoi tacciarmi di maschilismo …sentiamo, volevo solo mettere in evidenza come lo stesso movimento femminista ( che tu al 99% non hai vissuto) è stato una cagata pazzesca, la storia è piena di grandi donne….ho anche scritto che siamo esseri spirituali senza sesso, cosa che potrai opinare materialisticamente e stupidamente allo stesso modo come hai commentato il mio post , il femminismo è necessario solo a chi ne deve parlare per necessità , come la faccenda delle quote rosa, alla fine arriva sempre un comunista che stabilisce che questa presunta emancipazione deve avvenire per decreto legge ma piantiamola col femminismo la prevaricazione e la discriminazione avviene solo nelle più misere ed abiette classi culture e società tribali, e tu sei ancora in giro a dare del maschilista, che problema hai ? che ti sei fatto l’addio al celibato in stile modernist ? Chiedo scusa per essere andato off topic,. Attendo gli elementi dell’accusa. Per tornare on topic ho letto alcuni post e mi sembra che si voglia evidenziare come una compagnia di marketing o un’agenzia alla fin della fera reputa più intelligente il pubblico inglese da quello italiano in base agli spot offerti …adesso però non ho voglia di parlarne vado a farmi un giro in giro ciauz

  24. Secondo il mio personalissimo punto di vista lo spot presentato in Italia, più che promuovere la macchina, promuove la maglia.
    Del tipo: Caspita quella tipa ha una maglia così bella che la voglio anch’io! Ora la “frego” e me la prendo. Arriva alla macchina e pensa “Toh guarda si abbina anche alla maccihna” <.<
    Sinceramente gli altri sono nettamente migliori.

    Puntano tutti sul fatto che chi guida quella macchina sia un determinato target di persona: nel primo un'idea di "valletta" che pensa solo all'accostamento dei vestiti con ciò che le sta in torno.
    Nelle altre, donne con una mentalità "moderna" (non mi piace molto questo termine per identificarla ma è quello che viene usato normalmente) indipendentemente dalla loro età o ruolo familiare.
    Tanto che nelle prime due pubblicità ingesi riescono a trovare un "punto d'incontro", anche su discorsi solitamente imbarazzanti, con figlia/nipote di alcune generazioni più giovani.

    Piccolo commento fuori tema rivolto ad Alan Peter Gabriel.
    Ho sempre pensato che l'emancipazione e l'uguaglianza cercata dalle donne fosse per poter fare quello che più desiderassero e non solo ciò che la società le concedeva.
    Da quello che hai scritto tu invece sembra che l'unico desiderio delle donne sia poter fare quello che fanno gli uomini.
    Forse non è questo che intendevi scrivere, però è quello che io ho recepito dal tuo post.

  25. Alan..Fossi in te non parlerei così.In Italia siamo al 74° posto nel mondo per uguaglianza tra i sessi, ovvio che il femminismo è più che necessario.
    E’ evidente che se siamo ridotti così male è perchè si rifiuta ogni cambiamento per apura proprio di essere tacciati per femministe. E siamo precipitati nel baratro.
    Non mi azzarderei neppure di dire che in Italia c’è parità perchè se proprio vogliamo parlare di questo consiglierei di informarti un pochetto.
    In nessuna società occidentale le donne hanno ragigunto gli stessi diritti, magari sono solo sulla carta…ma tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo un abisso.
    Eppure dovresti accorgertene da come veniamo rappresentate in pubblicità. Siamo tutte sesso e bellezza, l’unico modello è quello della Velina e questo è pericoloso. Perchè ha cancellato la memoria di quelle grandi donne della storia che tu conosci e ha aumentato molte discriminazioni. Non è un caso che le donne in politica contano solo se sono belle e siamo il Paese dei bunga bunga.
    Non mi sembra che la discriminazione e la violenza contro le donne avvenga solo in alcune società visto le statistiche desolanti sul fenomeno della violenza sulle donne in Italia.
    Ne muore una al giorno…scusa se è poco.
    Siamo discriminate tantissimo e dobbiamo smetterla (anzi dovreste smetterla) di fare fine che le donne sono libere. Perchè non c’è peggior schiavo di chi si crede libero.
    E lasciamo dire certe cose soltanto a chi le subisce sulla propria pelle. ora non dico che gli uomini dovrebbero astenersi dal parlare di queste cose ma prova almeno un giorno a metterti nei panni di una donna. Una donna che per tornare a casa ha il cuore in gola e deve stare attenta che non ci sia qualcuno che la segua alle spalle o una donna che si vede licenziata solo perchè è incinta.
    Questa è l’italia, il femminismo, le quote rosa sono necessarie. La norvegia e la svezia ora godono quasi di parità di genre grazie a queste piccole formule.
    ciao

  26. scusate l’italiano e gli errori di battutura…

    comunque Alan dovresti già notare come l’italia sia indietro nel percepire la donna facendo un confronto tra gli spot stranieri e quelli italiani che ha postato Giovanna.

  27. Non sono un’esperta di pubblicità, ma so per certo che l’unico suo intento è quello di farsi ricordare, come diceva qualcuno. Vero! Vero anche che fatto salvo il nome twingo, ho creduto fosse soltanto uno spot legato all’abbigliamento. Vero anche questo! Vero che si intravede un tema lesbo, che sembrerebbe far pensare all’emancipazione, ma vero pure che, guarda caso, viene trattato a sfondo sessuale, quindi con il solito ruolo che ha la donna, solo in questo caso al quadrato. Lo stereotipo sulle lesbiche è vero fino ad un certo punto…esistono donne bellissime lesbiche, ma proprio perché non lo “dimostrano” sono fuori dal mondo che “normalmente” è considerato lesbico. Belli gli spot esteri, ma siamo su un diverso piano sociale. Mi verrebbero in mente molte idee per spot d’effetto, che si farebbero ricordare e con un messaggio sociale… ma per queste cose non c’è mica spazio in Italia!

  28. Ripropongo qui una questione che ho proposto anche sul blog del Corpo delle donne. Ho appena visto lo spot in questione immediatamente prima di una proiezione del film Rapunzel, piena di genitori e bambini/e tra i 4 e i 10-11 anni. Ora, qualcuno potrebbe, anche giustamente, dirmi che è altrettanto dannoso vedere la cattiva che tiene prigioniera Rapunzel per non diventare mai vecchia, ma questa è un’altra storia. Trovo che trasmettere questo spot (insieme a uno altrettanto brutto della Tezenis) sapendo che c’è un certo target in sala sia, primo, una scelta scorretta e per certi versi violenta (la tv la spengo, al limite, ma lì siamo sedute e ci piove lo spot addosso), secondo, qualcosa che mi confonde ancora di più a proposito del target (ma probabilmente è solo una scelta poco intelligente dei gestori della sala).
    Ho protestato, perché spot e trailer inadatti li vedo troppo spesso al cinema con i figli, altra usanza italica che all’estero, almeno che io sappia, non capita. Mio marito, che è americano, mi ricorda che da loro ci sono dei “rating” degli spot che possono essere trasmessi solo in concomitanza con film a pari “rating”, e a Londra, di recente, ho visto spot che non contenevano il benché minimo stereotipo di genere, oltre a essere “age appropriate”.
    Infine, ci tengo a precisare che ritengo questo spot dannoso per l’immagine femminile che propone, e non per questioni moralistiche. Con i gestori del cinema ho insistito solo su un aspetto della questione, quello che mi sembra costituire la leva principale perché pensino bene a che spot far vedere ai più piccoli, che comunque mi sembra rilevante. La figlia di 10 anni era curiosa e mi ha detto che non capiva. Le ho spiegato che era una scena di seduzione, oltretutto per finta e con intenti poco simpatici. Visto che è intelligente e sa cosa significa “sessismo”, le ho presentato più o meno gli argomenti del post.

  29. Brava ilaria! concordo in pieno….

  30. L’unica nota positiva nel nostro spot è che la ragazza che si spoglia non è una denutrita taglia 38, ma una bellissima e formosa 44.. sono impercettibili passi avanti, ma è pur sempre qualcosa 😉

  31. Sempre più eutanasia di un paese e di una società…

  32. Dal comunicato stampa:
    Il team Publicis Roma che ha realizzato la campagna, con la collaborazione di Elisabeth Leriche, Advertising Manager e Evelina Vola, Advertising Executive di Renault, è composto da Patrizio Marini, Direttore Creativo; Alexandra Todero, Art Director; Alessandra Romani, Copywriter.
    Sarebbe interessante sentire il loro parere in merito.
    Non per par condicio, ma per discutere.

  33. Sarebbe interessante, ma non diranno nulla, temo. O al massimo diranno: abbiamo dato agli italiani ciò che gli italiani vogliono. Ricorda nulla?
    😉

  34. È fantastico come noi gay siamo sempre esterofili e critici
    Vanno tutti bene gli spot fatti all’estero
    e non quello italiano (che tra l’altro è trasmesso anche negli altri paesi europei, eccetto la Francia che ne ha un altro)
    Mah
    Se si ignora la categoria gay ci Si’ lamenta se si fa uno spot a tematica gay riusciamo a vederne solo i lati negativi …..
    …..ma saremo forse masochisti?
    Ma è forse per questo che siamo gli unici in Europa che non abbiamo una legge per le coppie gay??
    P.S. Sapete com’è la spot in Francia di Miss Sixty Twingo?
    Bene, ve lo dico: le stesse due ragazze dello spot stanno in macchina arrivano in un drive in e dal finestrino vorrebbero ordinare al carino cameriere che dice in francese “che desiderate?” le due ragazze si guardano un attimo e si trasformano in due virago e se lo tirano dentro con uno strappone dentro il finestrino partendo in quarta …..
    Etero al cubo
    Era meglio questo per noi italiani
    Tanto esterofili snob e rompi—–ni?

  35. Alla lista degli spot presentati nell’articolo e nei commenti manca questo (in fondo al commento i link dello spot italiano e quello – identico – inglese); che sta un po’ nella via di mezzo: fa parte della campagna “Modern Times” (“Vivi il tuo tempo” in Italia) e tra quelli è l’unico che sfiora il tema dell’omosessualità (anche se non propriamente – forse lo richiama più per luogo comune giacché travestitismo e omosessualità non stanno necessariamente insieme, e sono cose diverse).

    Tuttavia, lo spot di per sè non mi sembra stereotipato, né sgradevole.. piuttosto riuscito nel mettere in mostra e superare in un attimo l’espressione di imbarazzo reciproco del figlio e del padre.

    Il fatto che questo spot sia stato scelto insieme a quello della madre-figlia-lavoronuovo (il terzo postato da Giovanna) per essere trasmesso in Italia.. ci dice qualcosa in più sulla nostra condizione? suggerimenti?
    grazie


  36. Forse dico una cosa scontata ma a mio avviso non si tratta di uno spot lesbico…mi sembra parallelo alla campagna di Mercedes di qualche anno fa che diceva “Tornate ad essere donne”…anche lì veniva rappresentata l’omosessualità femminile, ma con il solo scopo di tranquillizzare il consumatore: la vera donna (etero!), la protagonista dello spot, si prende gioco della lesbica, e la lascia “in bianco”.

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