Come laurearsi in Comunicazione e trovare lavoro in sei mesi

Mi scrive Valentina, che si è laureata con me in Scienze della Comunicazione a ottobre 2011 e ha scelto di non iscriversi a nessuna magistrale né master, ma di cercare subito lavoro:

Laurea

Cara prof, ti scrivo per raccontarti di me, perché ho cambiato lavoro da qualche mese e sono contenta di come stanno andando le cose. Forse la mia storia può essere utile a qualche laureando/a o neolaureato/a, chissà.

Dopo essermi laureata con te a ottobre, ho iniziato a distribuire curricula in tutte le agenzie di comunicazione di Bologna e provincia, trovate su internet. Ho realizzato i curricula in modo che avessero un’impostazione grafica carina e un po’ originale (ma non troppo: quanto basta per farsi ricordare) e ho scelto di distribuirli a mano, perché credo che “metterci la faccia” (e il corpo) sia sempre la cosa migliore.

Su 25 agenzie circa, mi hanno risposto in 3, offrendomi tutte stage non retribuiti o con un minimo rimborso spese. Non avendo ricevuto altre proposte, ho scelto di accettare il primo posto che mi era stato offerto, ovvero 6 mesi in un’agenzia di comunicazione di San Lazzaro, a 150 euro al mese. Devo dire che il lavoro non era molto appagante, soprattutto all’inizio (compilazione di database, archiviazione, scansioni e aggiornamento dei portali web), ma fortunatamente lavoravo in un open space e questo mi ha permesso di ascoltare cosa dicevano le altre colleghe (ai clienti, ai giornalisti, ecc) e di apprendere da loro come gestire le diverse situazioni. Dopo qualche mese che lavoravo lì, poi, hanno cominciato a responsabilizzarmi un po’ di più, facendomi scrivere comunicati stampa e mettendomi di supporto a un account senior su un cliente. Nonostante questo, l’ambiente non prometteva possibilità di crescita e io continuavo a monitorare gli altri annunci di lavoro, in cerca di nuove occasioni.

Per darmi più possibilità, a marzo ho iniziato un corso di web design, dopo aver notato che molte offerte si rivolgevano a persone esperte di web e programmazione. Questo per dire che ho provato a rendere più spendibile la mia laurea secondo le esigenze del mercato del lavoro. Oggi ho terminato questo corso e posso dire che, anche se probabilmente non sarò una webmaster nel mio futuro, so come realizzare un sito web base e come ottimizzare i contenuti secondo i principi del SEO.

Ma la vera svolta è stata a fine marzo, quando il mio cv è stato pubblicato su AlmaLaurea. Due o tre aziende mi hanno contattata, e tra queste quella per cui lavoro oggi, che cercava una figura che si occupasse di comunicazione e marketing. Dopo due colloqui, hanno deciso di assumermi con un contratto a progetto di tre mesi per 800 euro netti al mese, che è scaduto a fine giugno ed è stato rinnovato fino a dicembre, con una promessa di contratto a tempo indeterminato.

Almalaurea

Oggi mi occupo di fiere ed eventi (ne ho appena finito di organizzare uno), sito web, brochure, comunicati stampa, contatti con il grafico e pubblicità sulla carta stampata. Dopo un po’ di pressing iniziale, hanno visto che me la so cavare e ora mi danno abbastanza libertà, cosa di cui sono molto contenta.

Come ho fatto a trovare il lavoro che volevo a meno di un anno da una laurea triennale in Scienze della comunicazione? Credo che entrino in gioco diversi fattori: il voto di laurea (110 e lode), la voglia di fare (non mi sono mai seduta aspettando che fosse il lavoro a venire da me) e di mettersi in gioco (vedi il corso di web design), l’umiltà (non mi sono mai proposta come “guru della comunicazione” ma ho accettato di imparare il lavoro da altri, anche se era noioso o poco gratificante) e, perché no, un pizzico di fortuna oltre alla lungimiranza del mio capo, che ha scelto di investire sui giovani (quelli veri, di testa oltre che di anagrafe) per far crescere la sua azienda.

Valentina ho risposto subito che sono felice per lei, raccomandandole però che, va bene l’umiltà, va bene (no anzi, male) la crisi, ma bisogna che lei si faccia valere e punti in fretta a uno stipendio più alto, perché 800 euro netti al mese sono davvero pochi. Così lei infine mi spiega:

So anch’io che 800 euro sono pochi, però tengo in considerazione che è il mio primo lavoro e che l’azienda non ha mai avuto una figura del genere prima, quindi per i primi mesi sono come “in prova” e la paga non può essere troppo alta.

Mi incoraggia anche il fatto che i due soci sono contenti di quello che faccio, e che mirano a darmi un tempo indeterminato a gennaio prossimo, con tutti i benefit che comporta: buoni pasto, cellulare aziendale eccetera.

33 risposte a “Come laurearsi in Comunicazione e trovare lavoro in sei mesi

  1. Anche la mia storia, come quella di Valentina, è stata molto positiva. Io non so se si tratti di fortuna, di trovarsi al posto giusto nel momento giusto o semplicemente la mia voglia di fare e dimostrare, ma quando a guidarti c’è la passione credo tutto sia più facile.

  2. Quando riuscirà a dimostrare che grazie al suo contributo, pianificato su teorie e non tirato a caso, l’azienda ha ottenuto come valore più qualità, allora farà parte dell’investimento ed il datore di lavoro scommetterà di più sul loro futuro

  3. @ MicTac: Credo che il successo nella vita sia un mix di tutte le cose che hai detto e hai ragione quando dici che la passione rende tutto più facile (io ho scelto Scienze della Comunicazione proprio in base a quello che mi piaceva fare e non me ne sono ancora pentita).

    @ Tassoman: spero un giorno di riuscire a dimostrare quello che dici! Per me stessa e per il mio capo 🙂

    Sempre sul tema della passione, rilancio riportando la conversazione appena avuta con il mio capo:
    CAPO: la verità è che i giovani oggi non sanno cosa vogliono dalla vita.
    IO: cosa intendi?
    CAPO: che mi è capitato di fare molti colloqui in cui non si capiva se erano qui perché volevano o perché la mamma gli aveva detto di mandare il curriculum…

    Faccio presente che lui ha appena assunto 3 ragazzi giovani (tra cui me) nella sua azienda, quindi quando dice che vorrebbe assumere, ma che non trova “passione” nei ragazzi che ha di fronte, io gli credo.
    Non so a cosa sia da imputare questo… Alla crisi che scoraggia gli animi? Alla voglia di avere la “pappa pronta” quando invece, a parte rari casi, bisogna impegnarsi per ottenere nel cose? All’università che dà nozioni troppo teoriche e non rende “spendibile” la laurea nel mondo del lavoro? (ma l’università italiana è sempre stata così, e la gente in passato trovava lavoro). Non saprei. Vero è che nei miei coetanei vedo molta indecisione e molto smarrimento.

    Sia chiaro, io non sono la donna in carriera che ha trovato la sua strada definitiva nella vita e giudica gli altri dall’alto, cerco solo di parlare della mia esperienza positiva (fino ad ora) e dare, se possibile, qualche consiglio ai miei coetanei.

    Valentina

  4. A mia sorella le mancano pochi esami per laurearsi ma è demotivata. Si è pentita di aver scelto lingue e comunicazione perché le hanno insegnato ben poco di queste materie. Se potesse tornare indietro studierebbe sociologia ma in Sardegna questa facoltà non c’è.

  5. Sono un po’ in imbarazzo per il commento che sto per fare ma non riesco proprio a trattenermi. Cara Valentina, in base a quello che ho visto lavorando in molte agenzie, devo dirti che lo stipendio che prendi non è assolutamente congruo per il lavoro che fai. E non c’è salario di entrata che tenga. O sei brava abbastanza per uno stipendio base (ma veramente base) di 1300 euro, oppure se non tu non fossi brava abbastanza non ti terrebbero. Ma mi sembra chiaro che fai bene il tuo lavoro quindi 800 euro non sono accettabili. Mettiamola cosí: il tuo
    boss sta facendo una cresta di almeno 500 euro sul tuo stipendio. Come si giustifica una cosa cosí? in nessun modo. Apprezzo la tua passione ma mi inquieta un po’ . Ami questo lavoro, ma un lavoro non è una missione, resta pur sempre una attività finalizzata a tradurre la fatica in denari. Qual’è la tua soglia minima? Lavoreresti per 500 euro al mese? E per 300? Qualcosa mi fa pensare che il tuo obiettivo sarà quello di ripianare questo semivolontariato con gli stipendi pieni che otterrai da qualche anno. Quando magari sarai tu ad assumerei dei neolaureati con uno stage alle spalle. Permettimi una domanda: se tu fossi al posto del tuo capo come ti sentiresti a dare uno stipendio di 800 euro? Lo considereresti giusto?

  6. alessandra catania

    Cara Giovanna, intanto ti scrivo con piacere dopo 12 anni dal Master in Comunicazione che ho preso e dove tu insegnavi. Le tue lezioni mi sono servite. Infatti oggi faccio l’addetta stampa e la blogger.
    Certamente non ho imparato a scrivere comunicati 5 secondi dopo che avevo finito il master. Ho lavorato nella redazione di un giornale per un paio di anni e collaborato con un giornalista con esperienza trentennale nella direzione di giornali, che mi ha introdotto e mi ha spiegato i trucchi del mestiere.
    Così ho potuto bypassare quelli che si inventano questo mestiere, ottenendo dei risultati per i miei clienti.
    Non mi stupisco più delle agenzie che mettono le giovani stagiste a scrivere comunicati stampa, “perchè tanto cosa vuoi che ci voglia a scriverne uno”.
    Faccio le mie congratulazioni a Valentina che ha raggiunto ad un anno dalla laurea quello che molti di noi impiegano anni ad ottenere, perchè nessuno “nasce imparato” e perchè l’esperienza e gli altrettanti errori contano. In realtà la sua esperienza mi fa capire che le aziende che l’hanno contattata hanno fatto una scelta ben precisa: investire su una persona senza esperienza pagandola per quello che la sua esperienza era in quel momento, invece di avere un professionista consolidato.
    Condivido pienamente il commento di Tassomen e a Gianni dico che il valore di una persona è fatto di tante componenti, formazione, volontà, esperienza.
    Anche Valentina, quando sarà cresciuta professionalemente, avrà diritto a chiedere un migliore trattamento economico.
    In bocca al lupo a tutti voi!

  7. alessandra catania

    ops: scusate il refuso di battitura in terzultima riga:)

  8. 800 Euro al mese sono una buona paghetta, non un salario. Se un/a laureato/a accetta 800E/mese full time, delle due l`una: 1)quel laureato/a non vale la carta del diploma di laurea; 2)Il datore di lavoro fa la cresta.
    D`accordo con Gianni, e mi sono limitato a poche frasi gentili.

  9. Ciao Alessandra, il valore di un professionista per una azienda (che lo paga) è dato dal valore con cui quel professionista arrichisce l’azienda. La comunicazione di una azienda/agenzia è una cosa delicata, o il professionista è all’altezza , e allora lo paghi almeno il minimo (800 non lo è) oppure se non pensi sia all’altezza perchè rischiare? Per risparmiare 500 euro al mese? Mi sembra poco serio. Cosa dovrebbe fare Alessandra per avere “diritto” ad uno stipendio corretto? Secondo me siamo in piena sindrome di stoccolma , conosco giornalisti che scrivono pezzi a 8 euro l’uno e ne sono fieri. Non ci siamo. E l’effetto peggiore di questo sistema è che dopo una “gavetta” (ragionate sull’origine del termine) ingiusta Valentina diventerà una impiegata e poi una dirigente e allora potrà/dovrà assumere delle persone. Magari sottopagandole. È il “nonnismo” del sistema della comunicazione (e non solo) in Italia. Auguro a Valentina e a tutti di essere in grado di spezzare la catena. Che cosa ha “diritto” a guadagnare Valentina dovrebbe dipendere solo dalla sua bravura e non dagli anni che ha speso in agenzia. Anzi. Forse dovrebbe
    guadagnare piú di un anziano perchè ha una visione piú aperta sui nuovi media. Provate a mettere la vostra comunicazione twitter in mano ad un ultraquarantenne…. Paradossalmente il suo capo stesso crede nei giovani, ma poi non traduce a pieno il loro “valore” in riconoscimento monetario. Tutti credono nei giovani , ma “quanto” ci credono? Io non credo nei giovani, credo nelle persone.

  10. 800 euro sono pochi se Valentina, con le sue competenze attuali, può trovare un altro lavoro pagato meglio, e per lei altrettanto interessante.
    Se questa possibilità è reale, può tranquillamente chiedere un aumento di stipendio corrispondente e, se non l’ottiene, andarsene.
    Al di fuori di meccanismi di questo genere, di negoziazione sia individuale (quella accennata sopra) sia collettiva (contrattazione sindacale, ove possibile), temo che non esistano criteri che stabiliscano il valore di un lavoro, in termini di paga “giusta”.
    Gianni ed Enrico Marsili si riferiscono, immagino, ai salari correnti nel settore nel passato, anche recente, che determina le aspettative riguardo a una paga accettabile. Ma in una situazione di grandi cambiamenti economici, come quella in corso, con la possibilità di un rapido peggioramento, è imprudente fare troppo affidamento su simili aspettative.
    Valentina farà benissimo a farsi valere, come viene giustamente incoraggiata a fare, ma può avere anche buone ragioni per muoversi con una certa prudenza.

  11. Sono una studentessa di comunicazione per le culture e le arti all’università di Palermo e sto per finire il primo anno. Devo dire che da quando ho iniziato molte persone mi hanno completamente scoraggiata, con affermazioni quali “Sicuramente non troverai lavoro”, “E’ una laurea sprecata”. L’essere scoraggiata però dura poco, poiché procedendo con gli studi mi sto rendendo conto che non sarà una laurea sprecata, ma una laurea da utilizzare con convinzione, al posto giusto e al momento giusto.
    La storia di Valentina è ciò che ogni neolaureato vorrebbe poter raccontare! E’ pur vero che uno “stipendio” di €800 al mese è un po’ basso, ma considerando il fatto che si è all’inizio, lo reputo più che buono.
    Riprendendo le parole di Valentina, è opportuno “metterci la faccia”, ciò che molti, al di là dell’essere laureti o meno, non fanno, ma si limitano a inviare dei curricula via mail qua e la e se non arriva una risposta si arrendono.

  12. Anch’io mi sono laureata da poco in Discipline Semiotiche con 110 e lode e spero di trovare un lavoro in 6 mesi. E qui chiudo con la mia biografia e mi chiedo, anche considerando le storie che sono emerse dalla discussione, quanto peso ha la laurea e quanto tutto il resto nel centrare l’obiettivo – un lavoro coerente con il titolo di studi. Carattere, ovvio, ma anche lingue straniere, e molte altre esperienze e competenze – extra -universitarie sottolineo – compongono un cv all’altezza. Detto questo, se per trovare lavoro non serve una magistrale e una magistrale, anche fatta con tutta la passione del caso, non dà lavoro, le facoltà umanistiche non dovrebbero forse interrogarsi, almeno un pò. Secondo me, il nodo cruciale è che il versante di Lettere and company è legato ad un’impostazione estremamente teorica della didattica, alcuni dicono di ascendenza crociana, che non esiste in molti altri Paesi. Conseguenza: molti neolaureati si ritrovano a farsi le ossa in stage non pagati, in un mercato per nulla tutelato, per far valere un titolo di studio – affinchè un domani sia spendibile – che altrimenti troverebbe la sua sola collocazione come tocco vintage sulla carta da parati di un appartamento in affitto, probabilmente al nero.

  13. Io diffiderei di chi afferma di credere nei giovani, li umilia con una paga ridicola e poi li blandisce con promesse aleatorie sul futuro. Assumere giovani conviene alle aziende perché li possono pagare meno.

  14. @gianni, @Enrico Marsili, @Ben,
    avete perfettamente ragione ma…
    da dove venite? Perché, nel Paese in cui vivo io, appena esci da una Laurea Magistrale ti vengono proposti stage gratuiti oppure dei lavori pagati pochi centesimi di euro al giorno. Di certo non ti vengono offerti stipendi giganteschi come quelli di Valentina.

  15. @Super Colloquista: sono all`estero da 9 anni, e il mio primo (e ultimo) stipendio italiano e`stato di 840 Euro/mese + contributi. Indovina perche`sono andato via? L`unico lavoro che avevo trovato era uno stage in Tecnip, 6 mesi, 800 Euro/mese, poi a casa.
    @Ben: la vita e`fatta di decisioni. Se Valentina sceglie in base a considerazioni varie (famiglia, relazioni, etc.), se ne prende la responsabilita`. Se invece subisce, fa male, dovrebbe affermare il proprio valore oppure decidere di andarsene. Da quello che scrive e da quello che risponde Giovanna, sembra che consideri il lavoro come un terno al lotto, caso in cui non si chiede di piu`alla sorte. Ma il lavoro (e il salario) sono conquiste, non il risultato di una lotteria. Non lavoro nella comuniazione, ma i salari bassi sono una brutta prassi anche in settori una volta piu`floridi.

  16. @Gianni e @Enrico Marsili @Ben:
    So che 800 euro non sono abbastanza per un lavoro “vero” però, come ho scritto a Giovanna, io sto considerando questo lavoro come periodo di formazione e crescita personale. Quindi è come se, al posto di master costosissimi in cui mi insegnano a scrivere comunicati stampa o ad organizzare eventi, io stessi imparando tutte queste cose sul campo e per di più pagata, anche se non molto. È un po’ quello che diceva Allessandra Catania. Inoltre io non sono una professionista, è normale non poter pretendere uno stipendio elevato all’inizio se non hai le competenze per cui ti pagano. E per quanto tu possa essere bravo e preparato teoricamente, c’è differenza tra un “bravo” che sa come fare le cose e un “bravo” che non le ha mai fatte (l’università sulla pratica dà pochissima preparazione). Ovvio che se tra 6 mesi il mio stipendio sarà rimasto uguale, farò le mie valutazioni e cercherò altrove, questa volta pretendendo di più. Come suggerisce Gianno, potrei cercare anche all’estero, perché no, se ne sentirò l’esigenza…l’ho già fatta come esperienza e non escludo di rifarla.

  17. Scusate, mi sono loggata dal telefono ed è uscito il mio nickname, frammentaria_mente sono sempre io, Valentina 🙂

  18. Ciao Valentina, leggo velocementela tua storia. Altrettanto velocemente ti faccio qualche domanda, se hai voglia di rispondere.

    Posso chiederti quante ore lavori ogni giorno? Capisco bene che il tuo periodo “di prova” con contratto a progetto è attualmente di 9 mesi complessivi? Quanti sono i tuoi colleghi “giovani” che lavorano alle tue stesse condizioni contrattuali, e con che tipo e livello di istruzione alle spalle? Ti ringrazio per l’attenzione e ti faccio i miei migliori auguri.

  19. @Valentina Frammentaria :): secondo me persisti in un enorme errore di prospettiva. Mi spiego con un esempio terra terra, riferito ad un caso vero negli USA (2008). Un laureato di primo livello in ingegneria (21 anni) viene assunto da una company che produce elettrodi industriali. Non era uno dei migliori del corso, ma neanche l`ultimo, diciamo in prima fascia. Lo pagano circa 2000 dollari/mese. Era appena uscito dall` universita`, niente abilitazione, niente master, niente di niente. Perche` lo hanno pagato meglio di quanto pagano te?
    1)Negli USA c`e` un vero mercato del lavoro;
    2)Un laureato in Ingegneria vale piu` di uno in Scienze della Comunicazione;
    3)Il candidato in questione ha preteso e ottenuto salario adeguato.

    Come avrai intuito, le risposte giuste sono 1) e 3) (piu` 1 che 3, diciamo). In realta`, quasi tutto quello che si puo` dire sull` argomento e` riconducibile a 1). Se c`e` mercato, c`e` competizione, scelta, condizioni migliori, etc.
    A te la scelta, ovviamente.

  20. cara mia, hai avuto un culo fenomenale..quasi nessuno investe sui giovani, men che meno su quelli senza esperienza. Ma se nessuno scommette su di te, come la fai l’esperienza?? c’è chi è laureato con specialistica e da un anno e mezzo non ha trovato nulla di nulla, e le ha provate quasi tutte invano…esperienza personale

  21. @supercollocquista, @enrico marsili, sono perfettamente d’accordo con voi. Io lavoro in Italia anche se, con la mia formazione, avrei potuto andare serenamente all’estero, ma sono vecchia, o meglio come dice Gianni, anziana, visto che ho superato i quaranta anni:)). Purtroppo a suo tempo ho scelto di non andare, anche se è vero che quando ho fatto l’Università il programma Erasmus era in partenza, non si sapeva come funzionava, le Università non avevano uffici appositi per informare gli studenti, Internet era appena sbarcato in Italia e in più era a pagamento (infatti la mia prima connessione nel 1998 è stata in abbonamento), quindi era più difficile scegliere di andare all’estero. Io lavoro in Italia anche se ultimamente sto facendo delle riflessioni. Fa bene Enrico a dire che il lavoro non è un terno all’otto, è una conquista e fa altrettando bene Valentina a fare questo percorso: ribadisco la gavetta è necessaria, l’esperienza è necessaria e ti accredita nel tempo come persona affidabile, competente e professionista. Le aziende non hanno bisogno di azzeccagarbugli e troppe volte in questi anni mi è capitato di vedere società bloccate perchè avevano le persone sbagliate al posto sbagliato.
    Anche l’altro giorno mi è capitato un bellissimo caso fra le mani che, per motivi di privacy, non posso raccontare.
    Quindi a tutti i giovani neolaureati dico di usare la prima parte del loro percorso lavorativo per sperimentarsi e imparare, ma fate attenzione:
    se dovete investire tempo in una società che vi paga poco, almeno sceglietene una che vi permetta di imparare.
    E guardate che anche io che lavoro da oltre 10 anni in comunicazione, ancora adesso scelgo almeno una causa pro bono, lavorando gratuitamente, valutando quali vantaggi può portarmi in termini di ulteriore apprendimento, conoscenze, relazioni.
    Fare il comunicatore è bello ma ci impone una formazione continua in un settore in costante evoluzione.
    Se io non avessi fatto così (infatti il master l’ho fatto a 4 anni dalla laurea) non sarei qui.
    E’ ora di far finire il tempo dello stagista fotocopiatore.

  22. @ Emb: ciao, ti rispondo con piacere! Lavoro 8 ore al giorno, con un’ora e mezza di pausa pranzo, per 9 mesi di contratto a progetto complessivo. Ho un collega di 26 anni laureato in ingegneria informatica (è un’azienda di software) e al momento il mio capo sta cercando un/a altro/a ragazzo/a con lo stesso titolo di studio, oppure ingegnere elettronico.
    @ Marsilio: ho letto quello che dici e ti faccio un esempio io. Mettiamo che il giorno dopo la laurea partissi alla volta degli USA per cercare lavoro. Arrivo a New York, se non c’è mercato per la comunicazione lì, dove altro? Atterro. Non ho esperienza. L’inglese lo parlo, ma non bene come un americano (se devo fare comunicazione, devo saperlo anche meglio dell’americano medio). Non conosco nessuno, lavorativamente parlando, che mi possa indicare dove è meglio lasciare curricola o come muovermi in una città nuova. Da dove inizio? Che faccio? Posso fare come i molti italiani che vanno a Londra e poi tornano dopo aver fatto i camerieri per un anno (esperienza comunque molto utile, non sto criticando chi l’ha fatto, semplicemente non è il motivo per cui, nel mio esempio, sono andata a New York). Oppure posso decidere di formarmi nel mio paese, dove tutto è più semplice (amici, famiglia, lingua madre) e poi decidere, con delle competenze, di vendermi sul mercato del lavoro anche all’estero, magari avendo acquisito nel frattempo anche qualche contatto utile. Mi sembra che il tuo discorso sia “vai all’estero che è meglio, qui in Italia il mercato del lavoro non funziona”. E io ti rispondo: “non dico che non andrò mai all’estero nella vita (ripeto: ho già lavorato a Londra), semplicemente mi sto costruendo delle basi per arrivare all’estero preparata, e non allo sbaraglio”. Ho solo 23 anni…
    @ Giovanna Cosenza: prof, un aggiornamento: oggi mi hanno chiamata da AlmaLaurea per un’intervista sulla mia esperienza lavorativa, che verrà poi pubblicata sul loro sito! Sono contenta, grazie per avermi dato questo spazio sul tuo blog 🙂

  23. Valentina, se hai una laurea (nel migliore ateneo d`Italia), in teoria non ti serve altro, no? Piu`aspetti, piu`muoversi diventa difficile. Dovunque, anche all`estero, si preferisce assumere giovani, che costano meno (in Irlanda si parte da 1700 Euro, dopo 5 anni gia`si vale il doppio). E poi, chi ha parlato di NY? Quello e`un suicidio, a causa del costo della vita troppo alto. Si puo`trovare un mercato del lavoro valido a Singapore, in Germania, nelle citta`USA medio-grandi, in UK, Irlanda, Francia, in Canada, in Olanda (mi limito ai posti che conosco). Il salario piu`basso che ho visto in Irlanda, quello che danno agli addetti alla security nei MacDonalds e`900 euro. La paga minima negli USA e`intorno ai 1000 dollari (per legge). E si parla di gente assunta con la scuola media o poco piu`. Anche in Italia, ho amici che sono entrati in settori dove C`E` MERCATO, con salari piu`alti. Rimanendo sei mesi-un anno con una paga da fame (senza offesa), stai perdendo un anno di liberta` economica, e stai regalando ad un datore di lavoro un anno dei tuoi soldi. Da un punto di vista pratico, e`francamente incomprensibile. Mi fermo qui, perche`mi rendo conto che non parliamo la stessa lingua. In bocca al lupo, con tutto il cuore.

  24. @Ben. essenzialmente tu fai presente che è il mercato a stabiolire lo stipendio. Se non c’ mercato gli stipendi si abbassano. Ma non è esattamente così. Se Valentina lavora 9 ore (e immagino non le passi a giocare a solitario) vuol dire che produce ricchezza, che poi il suo capo rivende. E non se la fa pagare metà perché paga valentina metà. Tranquillo che si fa pagare pieno. A chi mi chiede dove vivo rispondo che certo, anch’io vivo all’estero però l’Italia la conosco bene e so che più si calano le braghe e più si rischia di prendere freddo. e mi fermo qui. Buona fortuna a Valentina. Vale, fatti valere!

  25. @mirsilo: lavoro da 10 anni a Milano e sono passato sia da grosse agenzie di comunicazione ed eventi che da grosse tv e agenzie pubblicitarie. Da nessuna parte in questi settori i salari sono alti per i giovani, lo stipendio di Valentina è assolutamente nella media. Ragazzi che lavorano da 3-4 anni hanno magari il contratto a tempo indeterminato, buoni, tredicesima e quattordicesima…ma lo stipendio è sui 1300-1400 euro e assicuro che molti coetanei li guardano come se fossero Rockfeller. Il fantastico mondo del lavoro in Italia è questo, purtroppo.

  26. @uno a caso: 1300 euro al mese e`un quasi accettabile salario di ingresso, per il costo della vita nelle grandi citta` d`Italia. Quindi, il laureato medio in comunicazione (ma temo anche in altre materie) sta regalando al diavolo (lo schiavista-datore di lavoro) 3-4 anni di vita, aspettative, opportunita`. Evidentemente non si insegna abbastanza matematica all`Universita` (mi riferisco anche ai colleghi delle facolta`tecnico-scientifiche). Spero di non passare per uno snob esterofilo, ma mi sembra una situazione poco sostenibile.

  27. A leggere i vostri commenti sui salari mi sembra che viviate in un altro paese.
    1300 euro come salario base? Ma dove?
    Conosco gente che lavora da dieci anni che nemmeno li prende 1300 euro!
    Io sono fortunata, ho una borsa di studio in università come ricercatrice per 6 mesi a 900 euro che mi permette di tirare a campare dignitosamente( abito comunque in una piccola città), ma più mi guardo intorno e più lo scenario è desolante.
    Ho un’amica laureata in Lingue che lavora in un call center e prende tra i 300 e i 500 euro in base a quante ore le fanno fare, visto che in questo periodo sono più le volte che viene mandata a casa dato che in estate non ci sono chiamate.
    Ho un’amica laureata in giurisprudenza che è disoccupata e non riesce a trovare nulla.
    Un’altra laureata in scienze dell’educazione che ha accettato un lavoro part time a 500 al mese pur di tirare avanti.
    Questo non vuol dire che Valentina debba ritenere i suoi 800 euro onesti e giusti, ma solo che farà fatica a trovare di meglio.
    Questa non è un’Italia per chi cerca lavoro.

  28. Ciao Valentina! Grazie per le delucidazioni.

    La mia opinione (se conta, per quello che conta) è quella di una persona molto agguerrita in fatto di lavoro sottopagato, ma anche realista sui vari aspetti della condizione lavorativa italiana e estera, che osservo con molta attenzione. Che tu sia sottopagata per un lavoro full time come quello che descrivi, è abbastanza evidente. Per fare un discorso compiuto però bisognerebbe avere chiare le dimensioni dell’azienda e i suoi trascorsi (quanti contratti a progetto prima di te?quanti stagisti? ecc). A naso, il tuo capo, al di là dei discorsi sui “giovani” e sulle passioni, sa dove può permettersi di limare i costi e di massimizzare i profitti. diciamo quindi che le passioni gli convengono. Però. Tu sei molto giovane, e a 23 anni la situazione che descrivi può essere intesa come un investimento di medio periodo, al confine fra formazione e lavoro. Mi pare che questo sia il tuo spirito, e in parte lo condivido. Sotto questa luce, addirittura sembreresti “fortunata” (capiamoci bene, so che la tua posizione dipende dal tuo merito, semplifico su basi statistiche considerando la situazione economica serissima di molti tuoi coetanei e purtroppo meno coetanei).

    Una cosa mi preme: la questione dei giovani fuori e vecchi dentro (mi riferisco a una considerazione letta in velocità), andrebbe abbandonata una volta per tutte. Può essere vera in casi specifici di “paralisi” (come se poi i vecchi fossero paralitici per definizione…), ma diventa facilmente strumentale.
    Ventotto, Trenta, trentadue anni (sempre di “giovani” si tratta, secondo le “categorie” correnti) non sono 20, 23, 25. Questa è un’evidenza che se negata diventa sorgente di discriminazione: a 30 anni, una donna (o un uomo!) con titoli superiori che vorrebbe -esempio- avere figli, o -esempio- ottemperare alle responsabilità canoniche di un adulto non gravando su terzi, se non può farlo per motivi di mancata sussistenza pur avendo esperienze lavorative pregresse, deve poter denunciare il paradosso della sua condizione senza ulteriori confusioni retoriche. Nè da parte dei più giovani, ne dà parte dei più anziani. Questo credo vada ribadito, sta diventando un argomento mooolto strumentalizzato. E molti ragazzi lo ripetono un po’ a pappagallo, non comprendendo bene che domani potrebbero vivere lo stesso conflitto.

    Tornando al topic: avremo la riprova definitiva di quello che descrivi quando saprai se il contratto verrà rinnovato alle condizioni che tutti ci auguriamo per te (ci farai sapere, non è vero?). Rinnovo i miei auguri, in bocca al lupo. E tieni d’occhio il tuo capo 😉

  29. @mirsilo: la situazione DOVREBBE ESSERE come dici tu. In realtà E’ come dico io. Non a caso, personalmente, sto per emigrare. Penso che un salario adeguato sia anche una questione etica di rispetto dei talenti… e dove sono ora è tutto un “ma non ti rendi conto di quanto sei fortunato a lavorare a _ _ _ / sai quanti vorrebbero essere al tuo posto?”… fantastico, glielo lascio.

  30. @uno a caso: non ho mai detto che stessi dando dati falsi. Purtroppo so anch`io che le cose vanno cosi` (male). E allora, buon viaggio e buona fortuna!

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  32. mi associo a super colloquista.
    se esci da una laurea magistrale devi accendere un cero se trovi uno stage NON retribuito. o, come nel mio caso, retribuito a 150 euro!!!!! e no, non ho dimenticato uno zero…
    e dopo di quello, trovi un altro stage-truffa (truffa per vari motivi) a 400 euro. e poi un altro stage, a 500 euro. e nel frattempo sono passati i 12 mesi dalla laurea, quindi non puoi più fare stage. ma indovina? fai un altro stage a 450 euro (eh, la cifra è salita!!!). e dopo di quello….un altro stage! a 500 euro. oh be, arrivi al 4 stage che ti dicono “così impari a fare questo e quest’altro e acquisisci esperienza” (perchè eh sì…devi imparare) salvo che poi non ti fanno imparare nulla. e detto tra noi, lavoro da ormai 4 anni. a volte troppi e a volte troppo pochi.
    devo ritenermi fortunata perchè almeno uno stage (anzi, 4 ) l’ho trovato. dopo questo stage? ah non lo so..un altro stage? anche se ormai ho 27 anni suonati e stage non ne vuoi\puoi fare più, nemmeno tramite centro per l’impiego. se non altro, perchè adesso stai andando a convivere col tuo fidanzato da ormai 6 anni, e non ci sono più mamma e papà. mi basteranno 400 euro per mangiare, pagare le bollette e l’affito?
    al limite, posso fare uno stage di giorno e uno di sera?

  33. ho visto il video di un corso che promette di insegnare come preparasi al meglio per il colloquio di lavoro…e soprattutto quali lavori cercare per le nostre naturali inclinazioni professionali. Spero possa interessare

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